Freddo.

di Ritalyyz
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Piper aveva conosciuto Alex una sera di otto bre. Il freddo si insinuava sotto il maglione e le si accapponava la pelle.
Aveva terminato l'università già da qualche mese ma non aveva ancora trovato un lavoro remunerativo, le sarebbe bastato poco per sentirsi appagata, libera di riscuotere un posto in società che non fosse quello già prenotatole dai suoi genitori. Qualcosa fuori dagli schemi che le permettesse di respirare a pieni polmoni l'aria di una vita vissuta solo a metà, a piccole dosi e mai intensa del tutto.
E quel qualcosa era arrivato, Alex era arrivata, con una ventata di novità o di sventure (questo lo avrebbe decretato in seguito) e l'aveva trascinata via dalla monotonia quotidiana, dai discorsi da tavola precostituiti alle cene coi parenti, dalle aspettative esagerate e soffocanti che quasi la rendevano insofferente, dai giudizi pungenti che spesso le corrodevano il cuore e su cui poi rimuginava per giorni.
Per ultimo, per gradi, Alex la trascinò via da se stessa. L'immagine della Piper con una percezione di se fuori dal normale andava a sbiadirsi, a perdere di consistenza e forse persino ad esaurirsi e dall'egoismo, logorante e a tratti salvifico, fu possibile estrarci del buono, dell'amore che potesse andare oltre.
Solo questo.
Oltre. Bisognava solo sapere quale fosse il suo oltre, che proporzioni avesse e se ne valesse la pena. E quando poi incontrò Alex quella sera, in un bar sperduto e recondito della città, capì che ogni oltre non sarebbe mai stato pauroso o inaccessibile se l'avesse avuta accanto.
Senza troppo rumore, Alex le aveva cambiato l'esistenza, ridimensionandola e proporzionandola su loro due soltanto. Tutto quello che non fosse Alex, diventava sfondo, inconsistente, rilegato ai margini, impercettibile e ovattato. Alex era la sua casa, il suo rifugio, il suo posto nel mondo.
E in quel posto di abbracci e carezze, non avrebbe più rabbrividito per il freddo, forse per molto altro, ma non per il freddo.
Di questo ne era sicura.




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