Dark Knights

di Tefnuth
(/viewuser.php?uid=564885)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


I gabbiani e le onde erano il classico scenario del molo, assieme alle persone che vi si recavano per fare una passeggiata ostacolando, di tanto in tanto, il cammino degli operai. Durante il loro tragitto (fatto rigorosamente a piedi), il tempo aveva iniziato a rasserenarsi anche se la zona del porto era ancora coperta da nuvole grigio scuro non molto amichevoli.

“Attenti. – Redarguì tutti Pai. – Se sono qui, potrebbero nascondersi dappertutto”.

“Sarebbe meglio dividerci, per coprire un’area maggiore” suggerì Ryou, e tutti annuirono.

Si divisero in piccoli gruppi, per non essere da soli nel caso di qualche spiacevole incontro, e chi da una parte e chi dall’altra tutta la zona del porto fu presto battuta.

“Pensi davvero che il nemico possa nascondersi tra questi container?” domandò Minto, che assieme a Pam si era inoltrata di soppiatto nella zona di scarico merci.

“Hai sentito Pai: potrebbero nascondersi dappertutto. – Rispose la ragazza lupo, che osservava il panorama da sopra uno dei grandi cassoni. – Anche se non credo che abbiano scelto un mucchio di rottami come rifugio, è bene non tralasciare nulla”.

“GIUSTO! Hai sempre ragione” concordò Minto, come faceva ogni volta che l’amica parlava.

Un poco più in là, Ichigo e Mark stavano perlustrando la zona più vicina all’entrata.

“Quel Profondo Blu, non fa altro che portare guai” meditò ad alta voce il ragazzo, scrutando ogni angolino (e ogni persona) con la massima attenzione.

“Non è colpa tua. – Disse Ichigo, immaginando che il ragazzo si stesse implicitamente auto criticando. – Sconfiggeremo anche questo nemico. E poi, ora, abbiamo dei nuovi amici” e fece una piroetta per mettersi davanti a Mark.

“Ti fidi, di loro?”.

Sulle prime Ichigo non rispose, e rispose solo dopo aver formulato bene la risposta nella sua testa

“SI. – Affermò. – Mi fido. Ti sembrerà strano, e magari molto sciocco, dopo quello che è successo l’anno scorso. Ma quando loro ci hanno aiutato nella battaglia finale, ho capito quanto abbiano a cuore la Terra. Per questo io mi fido” sperava di essersi espressa abbastanza chiaramente, pur nascondendo che il vero motivo della sua fede stava tutta nella sincerità che aveva letto negli occhi dorati di un alieno un po’ pazzerello.

“Se lo dici tu” concluse Mark.

 

“Dovrei scusarmi con Pai: non gli ho dato un caldo benvenuto” confessò Ryou mentre con Kisshu perlustrava la zona del cantiere.

“Nah, non pensarci. – Affermò l’alieno, camminando accanto al biondo. – E’ comprensibile dopo quello che abbiamo combinato, soprattutto io. Potremmo dire che le reciproche colpe pareggiano la partita” e poi rise.

“Una bella filosofia, mi piace. - Concordò Ryou, avrebbe voluto ridere ma i suoi occhi videro qualcosa svettare in cielo dal braccio di una gru. – Hai visto?”.

“Purtroppo si, e non era un’illusione ottica” disse Kisshu.

Durante il giro di perlustrazione, le nuvole cominciarono a far cadere una debole e sottile pioggia.

“Faresti meglio a venire sotto l’ombrello” consigliò Lory a Pai che, allo stesso modo di Pam, si era appostato su di una statua ai caduti (non senza destare un po’ di sconcerto generale da parte dei passanti).

“Sto bene così, grazie” affermò l’alieno scrutando il cielo e osservando, al contempo, uno strumento apposito per rilevare presenze ostili.

“Ti prenderai un accidente!” avvisò la ragazza, gonfiando un poco le guance per il nervoso (odiava quando qualcuno non le dava retta).

“Sono certo che il mio sistema immunitario sia perfettamente in grado di non farmi ammalare” dichiarò deciso il ragazzo, ma poi il suo strumento prese a vibrare leggermente e la fronte gli si corrugò.

“Qualche problema?” chiese Lory quando Pai balzò giù dal monumento, preoccupato.

Intanto, sotto all’ombrello, Tart e Purin stavano osservando l’oceano al limitar del molo

“Odio la pioggia” disse Tart cercando di stare più riparato possibile.

“Non dire così Taru-Taru. – Lo criticò Purin. – E’ così bello, divertirsi con le pozzanghere e ballare sotto l’acqua”.

“Non riesco a capirti, e forse non lo farò mai” rispose il giovane alieno.

E mentre i due giovani continuavano a parlare del più, e del meno, la pioggia decide di cadere giù sempre più forte da una nube quasi nera. Invece, sotto l’oceano, qualcosa iniziò a risplendere di luce propria.

“Cos’è?” chiese Purin, i cui occhi avevano scorto il misterioso scintillio.

“Non ne ho idea” confessò Tart, sporgendosi un poco oltre il molo.

Entrambi si tirarono subito indietro, quando la luce spuntò in superficie portandosi dietro una massa d’acqua che gli faceva da scudo. L’insolita creatura, che sembrava vedere e avere un cervello, oscillò cauta un paio di volte per poi attaccare.

“Spostati Purin!” gridò immediatamente Tart, scostando velocemente l’amica dalla traiettoria del mostro. Non potendo fare altrettanto, il giovane alieno fu inglobato dalla massa d’acqua. L’unica cosa che potè fare, fu di evocare una barriera temporanea.

“MEWPURIN METAMORFOSI” enunciò la ragazza, e non appena la trasformazione si fu compiuta scagliò il fiocco immobilizza sulla creatura, che si paralizzò.

 Dal momento che era protetto dalla barriera, Tart non subì il potere del fiocco e così potè tranquillamente teletrasportarsi accanto a Purin.

“Tutto a posto?” chiese la ragazzina.

“Si grazie”.

“Cos’è, un chimero?” domandò Purin, mentre osservava la massa liberarsi dalla paralisi.

“Non credo proprio. – Rispose Tart, evocando le sue bolas. – Però una cosa la so: non è amichevole”.

La creatura splendente di nuovo si slanciò contro di loro, con ancora più foga di prima, tuttavia questa volta il potere combinato del fiocco di Minto e quello di Pam ne bloccarono la corsa.

“Tutto bene?” chiese Ryou, arrivato assieme al resto del gruppo.

“E quello?” aggiunse MewLory (già trasformatasi, come Ichigo), provando non poco disgusto nel vedere la creatura.

“Non è un Chimero. – Affermò Pai. – E’ mosso da pura energia, non da un para-para”.

“Non sembra troppo forte, forse potremmo sbarazzarcene presto” suppose Minto, brandendo il proprio arco.

“E’ presto detto” dichiarò il Cavaliere Blu, assalendo la creatura che ormai era quasi del tutto sdraiata sul molo.

Mark affondò un paio di volte nel corpo del nemico, e la divise in due con un solo fendente; tuttavia per la sua natura l’essere ricongiunse le parti divise senza aver subito danni. Constatata l’inutilità della propria arma, il Cavaliere arretrò alla sua precedente postazione.

“Fiocco…” iniziò a dire Lory, ma Ryou la bloccò prima che potesse terminare la frase.

“Meglio evitare. – Le consigliò il ragazzo. – Il tuo attacco sfrutta l’acqua, e quel coso potrebbe approfittarne per ingrandirsi”.

“Se il suo corpo esterno è veramente composto da acqua, dovrebbe essere vulnerabile all’elettricità e agli sbalzi di temperatura” ipotizzò Pai stringendo un poco più forte il suo ventaglio.

“Che dici, ci proviamo?” domandò Kisshu mentre evocava i propri Sai, già carichi di energia.

“Voglio partecipare anch’io!” si propose Tart alzando la mano con grande energia, non gli andava di essere lasciato nuovamente in disparte. I due fratelli maggiori annuirono, e gli fecero cenno di fare la prima mossa.

“Uhu!” esclamò Tart che, dopo essersi levato in volo, fece roteare le sue bolas un paio di volte prima di scagliarle contro la creatura che esplose. Dopodiché, prima che il mostro potesse rigenerarsi come la prima volta, Pai utilizzò il ventaglio per congelare l’acqua e Kisshu la ruppe in minuscoli frammenti con una scarica.

Della creatura rimase esclusivamente il brillante nucleo, che fu distrutto da MewBerry con il Fiocco di Luce. Il nucleo divenne sabbia, e la creatura ritornò ad essere solo acqua di oceano, tuttavia l’energia ostile ancora non si era dissipata. L’apparecchio di Pai ancora continuava ad emettere segnali, e anche Masha seguitava a dire che c’era un nemico nelle vicinanze.

“Credete di aver vinto, solo per aver distrutto un’insignificante ameba?” esclamò una voce sconosciuta.

“Chi ha parlato?” domandò Ichigo all’aria.

Su nel cielo, accompagnati da un lampo, comparvero tre alieni: due uomini vestiti esattamente come il Cavaliere Blu, e una donna che invece portava un sensualissimo abito con un’ampia scollatura a V.

Alieni e Mew Mew si misero in guardia, pronti per difendersi da un ipotetico attacco, però uno dei tre alieni (quello che aveva i lunghi capelli neri avvolti in una treccia) alzò la mano sinistra per invitarli alla calma.

“Quietate i vostri spiriti: non siamo venuti per combattere” disse lui, anche se i suoi occhi non avevano un’aria molto amichevole.

“Chi siete voi? - Chiese Ryou. – Cosa volete?”

“Il mio nome è Arkei. – Esordì l’alieno, facendo anche un inchino. – E vi annuncio che io, e i miei fratelli, abbiamo intenzione di vendicarci per il torto subito. Faremo soffrire voi, traditori e assassini, e distruggeremo il pianeta che ha osato cacciarci”.

“Con le vostre azioni, avete distrutto la nobile opera di Profondo Blu. – Aggiunse la donna, mettendosi dietro l’orecchio una ciocca dei lunghi capelli verde-acqua. – Non ve lo perdoneremo mai”.

“Profondo Blu era un pazzo, e si è meritato di morire” affermò Mark, attirando su di sé gli sguardi d’odio dei nuovi nemici.

“Parli di pazzia, ma sei stato tu a mandare tutto a monte. – Ribattè il terzo alieno, che aveva lunghi capelli biondi. – Tanta sofferenza, solo per un’umana senza alcuna particolare qualità”.

“Saresti potuto diventare immortale, e vivere nella gloria della tua opera. – Disse l’aliena con la voce molto sensuale. – Avevi il mondo nelle tue mani, e hai permesso che lei te lo portasse via” e indicò MewBerry.

“Preferisco restare mortale, grazie” rispose il Cavaliere.

“Basta con le chiacchiere! – Esclamò l’alieno biondo. – Dovremmo ucciderli seduta stante”.

“Calma il tuo animo, Temeku. – Gli disse Arkei, posando una mano sul suo torace.  – Non sarebbe educato eliminarli subito. Lo faremo al nostro prossimo incontro” tuttavia, quando i suoi occhi videro tre ignari manovali che si stavano avvicinando, incuriositi da quello che stavano vedendo, gli venne in mente un’idea.

Fece cenno ai due compagni, e si teletrasportò davanti agli umani che si ritrassero alla sua presenza. Provarono a che a scappare, poiché il loro istinto gli aveva giustamente suggerito che quello non era un amico, ma Arkei rubò facilmente loro l’energia vitale.

“FERMO!” gli intimò MewPam, utilizzando il fiocco d’energia nel tentativo di riprendere i tre globi rilucenti. Non ci riuscì, poiché l’alieno evocò una barriera che rispedì indietro l’attacco. A quel punto, tutti si sarebbero aspettati che Arkei creasse tre chimeri, esattamente come facevano Pai e compagni l’anno precedente, invece l’alieno richiamò a sé tre curiosi esseri umanoidi provvisti solamente della bocca e col volto tagliato in due da una linea verticale.

“Anche quelli non sembrano chimeri” dedusse Purin sussurrando.

“Già, lo penso anch’io” concordò Tart, l’unico abbastanza vicino da sentirla.

“Ho detto che non vi avremmo ucciso, quest’oggi. – Disse Arkei, donando un globo a ciascuno degli umanoidi, non per utilizzarlo come fonte di energia ma per custodirlo. – Ma non ho detto che non vi avrei lasciato un regalo di benvenuto” e se ne andò, assieme ai suoi compagni.

“Bleargh”.

“Gloarrrg”.

“Ruarg” blaterarono quei tre “chimeri”, avanzando barcollanti come degli zombie.

“Dire che fanno ribrezzo, è dire poco” disse Kisshu, che avrebbe fatto volentieri a meno di avvicinarsi anche a una sola delle creature.

“Non è il momento di pensare all’estetica. Lo zittì Pai, che decise di attaccare immediatamente gli umanoidi. – ELETTROSILLURO”.

Il fulmine generato dal ventaglio si propagò velocemente nell’aria, e colpì in pieno i tre esseri che, al contrario della creatura acquatica, non sembrarono risentire della scarica. Infatti avevano perdurato ad avanzare, pur con lentezza, senza lamentare il dolore.

“Che?” esclamò l’alieno con i capelli viola.

“Ci penso io! – Affermò Purin. – Fiocco immobilizza” fece, ma sotto gli occhi stupefatti di tutti i chimeri evitarono l’attacco con dei movimenti velocissimi.

“Fiocco d’azione. - Provò Minto, riuscendo solo a colpire di striscio una delle creature. – Accidenti!” odiava sbagliare.

Continuando nei loro veloci movimenti, gli umanoidi schivarono facilmente tutti gli attacchi che gli venivano lanciati contro; persino quelli di gruppo non avevano effetto.

“Se continuiamo così, verremo sconfitti” dichiarò MewPam, che aveva momentaneamente trovato un punto di ristoro su un container; durante un’azione si era ferita ad un braccio, e le doleva.

“Ma come facciamo a batterli?” chiese Minto.

“Non ne ho idea”.

“AAAAAAH” strillò Tart: uno dei chimeri gli si era gettato addosso, e stava cercando di morderlo. Il giovane alieno cercava di scansarlo, ma la pelle della creatura aveva una consistenza vischiosa e gli rendeva difficile una presa salda. Fortuna vuole che Ryou fosse abbastanza vicino da liberare il nuovo amico con un calcio.

“Facciamo alla vecchia maniera” dichiarò Kisshu che, stanco di vedere i suoi attacchi andare a vuoto, pugnalò al petto il suo avversario e lo inondò con una scarica di energia.

“Gnaaaah” strillò l’umanoide, prima di trasformarsi in un inutile agglomerato viscido.

“Ho capito! – Esclamò Ryou, rivolgendosi poi agli altri. – Dobbiamo ferirli, è l’unico modo che abbiamo per superare la difesa della loro pelle”.

“Benissimo! – MewMinto si librò in aria, e impugnò l’arco. – Fiocco d’azione!”.

Il suo obiettivo non era la testa dei chimeri, aveva imparato che erano troppo veloci: ciò a cui puntava era di distrarli, per permettere al Cavaliera Blu e a MewPam di ferirli un paio di volte.

“Fiocco d’acqua” invocò MewLory, inondando i nemici e facendoli sbattere contro un container.

“Fiocco del cuore” dichiarò infine MewBerry.

Le creature, investite dall’energia di Ichigo, si dissolsero lasciando intatti i globi rubati.

“Ci penso io, ci penso io” affermò Masha, che con cautela prese in custodia le sfere e le riconsegnò ai legittimi proprietari.

“Ce l’abbiamo fatta!” esclamò Purin con un gran balzo.

Nel frattempo, in un’altra dimensione, i nuovi nemici avevano assistito all’intero combattimento grazie ad uno speciale strumento.

“Come hanno potuto, sconfiggere il nostro signore?” si domandò Temeku, guardando i propri avversari con un’espressione di disgusto.

“Li ha aiutati l’impurità che si è creata nella reincarnazione. – Affermò Arkei, leggermente indietro rispetto al commilitone. – Un errore che gli è costato caro”.

“Non staremo facendo anche noi lo stesso errore, sottovalutandoli?” chiese la donna, appoggiata ad un triclinio.

“Mia cara Rumiko, nessuno di loro avrà mai la forza necessaria per poter anche solo tenerci testa” le disse Arkei, sollevandole leggermente il mento.

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3677150