Dissidia - Manga Wars

di DanieldervUniverse
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A\N: Eccomi, eccomi. Sempre con grande irregolarità, ma eccomi.

DII\N: Non ti aspettava nessuno tanto, ciccio.

A\N: Ehi, è comunque il quarto capitolo ed è quasi estate.


Eccola lì, la traditrice.

-Non attaccate, aspettate il mio segnale. Saga potrebbe ancora sentirci- comandò Aizen, tenendo Enma e Priscilla a riposo

Strinse gli occhi, osservando Satsuki mentre camminava tra le vie di Karakura Town, credendo di essere da sola.

Illusa, non poteva prevedere quello che sarebbe accaduto.

Solo perché Saga l’aveva assolta, pensava che sarebbe stata protetta.

No, lui l’avrebbe seguita, e una volta che lei fosse riuscita a ritrovare la sua adorata sorellina, l’avrebbe uccisa sotto i suoi occhi.

Bisognava portare pazienza, i suoi piani non fallivano mai: il tempo era uno strumento prezioso e bisognava sapere come dosarlo.

Avrebbe dovuto assicurarsi che Saga non indovinasse le sue intenzioni, piuttosto, e nel contempo fare in modo di tenere la ragazza sempre sotto controllo.


Aizen tenne gli occhi piantati sui suoi presunti compagni studiando le loro intenzioni.

Barba Nera era il più sorpreso, mentre Zeref sembrò liquidare la cosa con poco.

Ma lui sapeva meglio: aveva visto i Manikins muoversi improvvisamente e in massa verso le posizioni degli eroi, nonostante Saga avesse espressamente vietato di attaccare i guerrieri finché non si fossero uniti di fronte ad Atena.

Era evidente la presenza di un sabotatore in mezzo a loro, e ora bisognava solo scoprire chi fosse.

Saga stesso era sospettabile: perché aspettare che gli eroi si unissero per poi attaccarli tutti assieme?

Era forse per abbatterli tutti in un colpo solo? O invece era un modo perché gli eroi potessero unirsi e difendersi dal loro assalto?

Aizen si limitò a lisciarsi i capelli con una mano, elegantemente, senza che la sua espressione rassicurante venisse tradita dalle sue trame.

Lui era immortale, era riuscito a sopravvivere a morte certa, ma mettersi contro Saga era un suicidio, specie perché non era rimasto nessuno che fosse al suo livello.

Forse quel Seiya dei guerrieri di Atena poteva contrastarlo, dopo tutto era il suo antagonista, ma il Cavaliere d’Oro non aveva rimpiazzato Radamante alla guida dei generali di Ade per astuzia o per semplice diplomazia: l’aveva fatto con la forza, aveva ucciso i più forti tra i generali e costretto gli altri ad inchinarsi a lui.

Avrebbe dovuto aspettare che fosse abbastanza indebolito, per fare la sua mossa.

-Sono stata io!- intervenne una voce imperiosa nella sala.

-Sono stata io a ordinare ai Manikins di attaccare i guerrieri di Atena- dichiarò Satsuki, forte e chiara.

Aizen rimase a fissarla impassibile, riflettendo, mentre alcuni dei suoi compagni emettevano versi di sorpresa.

Con quella mossa la ragazza poteva certamente omettere una parte scomoda della verità, il che però avrebbe potuto essere un problema per i suoi piani futuri: eliminare Satsuki dalla scena era il primo passo del suo piano, togliendo ai guerrieri di Atena le informazioni per contrastare lui e i suoi compagni.

Ma in fondo non tutto era per nuocere: la mossa della ragazza era stata un’arma a doppio taglio.

-Confessi dunque?- chiese minaccioso Saga, facendo crepitare l’aria semplicemente parlando.

-Sì- replicò lei -In un atto di avventatezza ho provocato i Manikins contro i guerrieri di Atena. Ho cercato di tenerli divisi e impedirgli di unirsi.

-Perché mai oseresti contravvenire ai miei ordini?- disse il Saint, torreggiando su di lei.

Aizen dovette dare credito a Satsuki per come tenne testa all’intensità dell’interlocutore, restando immobile e fiera, a gambe larghe e con la spada poggiata a terra davanti a sé.

-Perché io combatto le mie battaglie come ritengo sia più prudente- replicò decisa Satsuki -E non credo che permettere ai guerrieri di Atena di unirsi sia prudente. Divisi sono più vulnerabili.

Aizen faticò a trattenere un sorriso: quei due si stavano auto-distruggendo a vicenda, sgretolando parola dopo parola la loro credibilità alle orecchie degli altri.

-Mhhh… sembra che ti abbia giudicato male, Satsuki Kuririn- replicò il guerriero dorato, incrociando le pesanti braccia, ed esibendo uno sguardo più rilassato.

-Mi prendi in giro!?- esclamò Barbanera -Perché lei può contravvenire ad un tuo ordine senza essere punita!?

-Perché mi sembra evidente che lei ci abbia messo il cervello e l’iniziativa, invece di comportarsi come voi capre che non pensate ad altro che ad incornarvi a vicenda- replicò gelido il leader, abbassando le braccia, pronto a reagire violentemente.

Non che fosse meno pericoloso a braccia conserte, ma era preferibile.

Aizen calcolò rapidamente come poter ribaltare la situazione, e arrischiò una mossa.

-Siamo sicuri che fosse il suo unico motivo?- disse, attirando l’attenzione di tutti su di sé -Potrebbe aver avuto altre ragioni per agire in modo così tempestivo.

-Sei in possesso di qualche informazione che io non ho, Aizen?- replicò il Saint.

L’ex-shinigami sorrise, nonostante il tono del compagno fosse ben altro che rassicurante.

-Certo che no, Saga, come potrei? Non mi sono allontanato da qui.

Il resto dei generali rimase in silenzio, attendendo la reazione del loro comandante.

Aizen poteva vedere le loro reazioni, ma a parte Freezer, Satsuki e Barba Nera, gli altri sembravano tutti rilassati, soprattutto Zeref.

-Il giudizio è sospeso- proclamò infine Saga, rilassando il corpo -Non abbiamo alcuna necessità di discutere ulteriormente a questo punto.

-Ma se lei è una spia…!?- intervenne Barba Nera, alzando i pugni, ma all’istante Sasuke, Kumagawa, Satsuki e persino Zeref assunsero un atteggiamento ostile, facendolo desistere.

-Il prossimo di voi che oserà alzare una mano su un vostro compagno avrà ben altro di cui preoccuparsi- rispose con calma Saga, facendo un gesto con la mano -Adesso non è tempo di indugiare: i Manikins sono stati in gran parte eliminati, ma i guerrieri di Atena sono ancora divisi. Non per molto, ma abbiamo abbastanza tempo per liberarci di loro.

-Significa che adesso posso finalmente andare a cercare Goku?- chiese Freezer, faticando a trattenersi.

-Siete liberi di andare dove vi pare e combattere chi volete- concesse il Saint -Basta che vi ricordate chi è il vostro obbiettivo.


Aizen non aveva fretta: Ichigo era ancora lontano, e difficilmente sarebbe stato necessario affrontarlo direttamente.

Dopo essersi liberato di eventuali ostacoli, avrebbe lasciato che i due dei continuassero a combattersi fino ad esaurire la propria forza, così da poterli uccidere senza timore.

A quel punto si sarebbe liberato da quel ciclo perpetuo di battaglie, e avrebbe regnato indiscusso su tutti i mondi.

Non si ricordava molto altro a parte la sua volontà di schiacciare gli Shinigami e unire i tre mondi del suo Universo: Soul Society, il mondo dei vivi e Hueco Mundo in uno solo, sotto il suo dominio come nuovo Re delle Anime, ma tanto gli bastava per aspirare a qualcosa di ancora più grande.

Il suo treno dei pensieri venne interrotto quando sentì tirare la sua tunica.

Abbassò lo sguardo su Priscilla, che indicava con il dito avanti a sé.

Aizen puntò gli occhi nella direzione indicata, e non vide niente se non la strada vuota.

Poi Enma lo spinse da parte senza tanti complimenti, e ne seguì un fragoroso schianto metallico.

Aizen a quel punto poté distinguere chiaramente la figura semi-nuda di Sastuki, con il Kamui attivo, impegnata in una prova di forza con Enma.

Se il ragazzo non l’avesse spostato, la ragazza l’avrebbe sicuramente colpito: Enma era leggermente piegato all’indietro, e si proteggeva il corpo dalla katana con i propri guanti metallici, incrociati davanti al petto, e aveva risvegliato la Fiamma della Terra dentro di sé, ottenendo la forza che gli serviva per non essere sopraffatto dal letale affondo .

“Ha capito che l’avevo messa in trappola e ora sta cercando di ribaltare la sua sorte. Non faceva esattamente parte del mio piano, ma ormai è un animale in trappola, non ha scampo” rifletté Aizen, prima di scuotere il capo, facendo segno a Priscilla di attaccare.

“Non era così che volevo ferirla. Peggio per lei, avrebbe potuto vivere un po’ più a lungo”.

-Così, hai previsto la mia mossa ragazza- disse -Ammirevole, ma ancora lontano dall’essere un’azione di disturbo efficiente.

-Sentivo l’odore del tuo ego a miglia di distanza, Sosuke Aizen. Lo sapevo che avresti cercato di uccidermi da quando hai dubitato delle mie parole al muro- rispose lei, balzando all’indietro con una piroetta per evitare l’attacco della ex-Claymore.

Enma usò la sua abilità gravitazionale, scagliandole contro una sfera di gravità, e la ragazza dovette indietreggiare ancora per sfuggirne al raggio di azione, mentre il tetto sotto i suoi piedi andava in pezzi.

Priscilla la intercettò a mezz’aria, con ottimo tempismo, e la respinse indietro con un possente fendente.

Aizen avrebbe applaudito per la precisione con cui era stata eseguita la manovra, se non fosse stato in tensione: più tempo sarebbe durato quel duello, maggiore sarebbe stato il rischio che Saga li individuasse.

Non gli serviva di avere altri contrasti con il Saint, era già troppo invadente senza che gli desse ulteriori motivi.

Satsuki piantò saldamente i piedi su quello che restava del tetto, resistendo al successivo fendente, ma un’altra sfera scagliata da Enma la colpì alle spalle, respingendola in avanti invece che attirandola a se.

Priscilla calò un fendente alto, e Satsuki, sbilanciata, riuscì a parare di striscio, finendo per rotolare nella polvere sulla strada, cadendo giù dal tetto.

Aizen si fece sfuggire un mezzo sorriso guardando la forma scomposta della ragazza.

Con un cenno del capo, invitò Enma a farla finita, e il ragazzo evocò una sfera proprio sopra la ragazza, schiacciandola al suolo con i suoi poteri gravitazionali.

L’ex-shinigami balzò rapidamente giù dal tetto, davanti a lei, e la osservò alzare gli occhi furiosi verso di lui.

-Hai perso ragazza- disse, umiliandola, prima di sollevare la spada e finirla.


Sasuke non perso tempo a rimirare la scena, e si scagliò contro Aizen, sguainando la sua spada e infondendola con il potere del fulmine.

Mirò a trafiggerlo alle spalle, ma all’ultimo istante Priscilla si mise in mezzo, parando l’attacco diretto contro il suo compagno.

-Oh, non mi sarei mai aspettato di vedere te qui- mormorò l’ex-shinigami, senza cenni di turbamento nella voce.

-Mi serve quella ragazza- replicò, freddo.

-Immagino, ma non credo potrà esserti di aiuto ancora per molto- replicò impassibile quello.

D’improvviso, la sfera oscura usata da Enma per controllare l’ambiente scomparve, dando allo shinobi la distrazione che gli serviva.

Attivando lo Sharingan, il ragazzo attraversò il corpo dell’avversario, caricando il Chidori e facendo per trafiggere Aizen, ma quello si portò fuori portata quasi istantaneamente, costringendo il ragazzo ad arrestarsi a pochi palmi dal volto di Satsuki, per non rischiare di colpirla mentre si rialzava.

-Che diavolo significa!?- esclamò l’ex-shinigami, alle sue spalle.

Sasuke, si girò di scatto, pronto a reagire, ma, mentre Priscilla continuava a tenere lo sguardo fisso su di lui, con la spada alzata tra di loro, Aizen stava guardando quello che restava dell’isolato appena distrutto dalla lotta.

-[Cerchi il tuo amico?]- replicò Kumagawa, in piedi sul tetto, dietro ad Enma: il ragazzo rosso aveva una vite gigante piantata nel petto, ed era in bilico sul bordo, rischiando di cadere se non fosse stato per la mano dell’altro che teneva la vite orientata verso l’alto.

-Questo costerà caro anche a voi- replicò alterato Aizen.

Sasuke colse con chiarezza l’incrinatura nella voce dell’altro, conscio che l’avevano messo alle strette: con “All Fiction” Kumagawa poteva annullare gli effetti della sua “Ipnosi Totale”, togliendogli l’arma più potente a sua disposizione.

Poi un’energia capace di rivaleggiare con quella di una stella esplose poco lontano, facendoli voltare tutti.

La forma dorata di Saga brillò con l’intensità di un secondo sole, rischiando di accecarli tutti, mentre si avvicinava.

Sasuke deglutì istintivamente, indietreggiando per frapporsi fra Satsuki e il nuovo arrivato, temendo la sua reazione.

-Credevo di essere stato chiaro quando ho dettato le condizioni del vostro operato, o sbaglio?- disse con voce possente il Saint, passando oltre a Sasuke e andando a fermarsi di fronte a Saga.

-Certo Saga- rispose l’ex-shinigami, facendo un passo indietro -Ma non hai detto niente riguardo all’autodifesa…

La mano del Cavaliere intrappolò la gola dell’altro, troncandogli il fiato.

-Non prendermi in giro Aizen. So benissimo cosa stavi cercando di fare, non negarlo- replicò gelido Saga, mentre i suoi occhi s’arrossavano impercettibilmente e i suoi capelli assumevano una tinta leggermente più scura.

Se Sasuke non avesse avuto lo Sharingan, non se ne sarebbe accorto.

-Questo è l’ultimo avvertimento per tutti voi- continuò l’uomo -Se succederà una seconda volta non faro distinzione tra aggressore e vittima.

Il Saint lasciò andare il compagno, e con uno sventolare del mantello bianco riprese il suo cammino, continuando dritto davanti a sé.

Sasuke riportò l’attenzione su Priscilla e Aizen, mentre Kumagawa lasciava andare Enma: l’ex-Claymore l’afferrò al volto, per poi chinarsi a sollevare l’altro.

L’ex-shinigami lanciò a Sasuke uno sguardo d’odio, prima di prendere la sua strada e sparire.

-[Beh, neanche un grazie?]- chiese Kumagawa, atterrandogli affianco in quel momento.

-Se non avessi così fretta, ti avrei già risposto- replicò Satsuki.

Sasuke si volse verso di lei, identificando i danni: la lotta per lei non doveva essere stata troppo lunga, dato che a parte qualche abrasione superficiale e un paio di graffi stava bene.

Purtroppo lo Sharingan, al contrario del Byakugan, non garantiva di poter individuare eventuali ferite interne, ma la ragazza sembrava non accusare alcuna sofferenza.

-Grazie- disse intanto lei, inchinandosi -A entrambi.

-[Dovere, e anche un piacere]- rispose Kumagawa, sorridendo come suo solito.

-L’ho fatto solo perché mi serve che tu mi dica una cosa- replicò Sasuke, tagliando corto.

Satsuki gli lanciò uno sguardo, tenendo sempre un’attitudine distaccata a formale.

-Chiedi allora- replicò, mentre il suo Kamui riassumeva le sembianze di una divisa militare bianca e azzurra, con lustrini e polsini dorati.

-Dov’è Naruto?- chiese lo shinobi -Non mentirmi, so benissimo che sai dov’è.

Sasuke notò la ragazza tendersi come una corda di violino, esitando a dargli una risposta diretta.

-Kumagawa mi ha detto tutto- insisté, sperando di convincerla a collaborare.

Improvvisamente Satsuki sembrò rilassarsi.

-[Scusa, avevo promesso che non l’avrei detto a nessuno, ma era l’unico modo per convincerlo a salvarti]- spiegò il ragazzo.

-Capisco, ma non importa- replicò Satsuki -Ciò che è giusto è giusto. Naruto è con Medaka, si stanno dirigendo verso la casa dell’ultimo Boss della Vongola: stanno cercando gli altri.

-Bene, non mi serve di sapere altro- rispose lo shinobi, facendo per defilarsi, ma il suo corpo, d’improvviso, smise di rispondergli.

-[Non così in fretta]- disse Kumagawa.

-Che cosa mi hai fatto?- ringhiò Sasuke.

-[Non vorrai mica andare da quei due da solo, vero?]

-Non sono affari tuoi- replicò il ninja, lottando per liberarsi, ma l’altro lo prese per i capelli, assumendo una nota inquietante nella voce.

-[Tu prova a rubarmi la preda e te ne pentirai amaramente.]- disse gelido il ragazzo.

Sasuke meditò di intrappolarlo nello Sharingan, distruggendo la sua mente, ma realizzò che non sarebbe servito a niente.

-E va bene- si arrese.

- [Evvia! Tu e io passeremo ancora del tempo assieme, Sasuke-kun]- replicò gioioso il ragazzo, ma il ninja era tutt’altro che contento.

-Adesso mi liberi, così possiamo andare?

Il ragazzo si fermò, d’improvviso, con un sorriso imbarazzato.

-Ehm…. Non ho pensato a come liberarti.


A\N: Ahia, brutto guaio con Sasuke.

DII\N: E adesso come te ne tiri fuori?

A\N: Eh, vedrai, vedrai. Alla prossima. Ciao.





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