Per dove?

di Corydona
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Una voce le canta dolcemente nella testa.

Vorrei un biglietto per un posto…

Pamela abbassa la maniglia della porta di casa, la apre, e va via. Scappa, ma non ha il coraggio di farlo. Fugge, ma forse non vuole davvero. Ma lei ben sa che è il suo più intimo e nascosto desiderio. E ora ne ha quasi paura. Fuori piove, apre l’ombrello, e cammina. Ne ha bisogno, deve camminare, deve andarsene, perché davvero non ne può più di restare qui, dove la vita non le dà le soddisfazioni che merita, qui dove non è al sicuro.

…dove nessuno è un’isola e l’anima non si incarta nel denaro…

La pioggia batte forte, le mormora qualche sospiro, ma Pamela non vuole ascoltarla. Non oggi, non questo sabato, non questa mattina. La pioggia vuole fermarla, dirle che tranquilla, ci sono io qui a farti compagnia. Ma Pamela lo sa già, e cammina ancora, nel turbine di foglie di un vento autunnale.

…un treno per dove il giorno non finisce…

No, ti prego, fa che dopo non arrivi mai… Dove vai, Pamela? E me lo chiedi pure? lo sai già, che te lo dico a fare? La pioggia sussurra, tenta di coccolarla dolcemente, vuole farla desistere dall’impresa. Pamela va, e cammina verso un sogno. La pioggia non cessa, non la abbandonerà, non ora, quando sa che tutti la lasceranno sola.

Un treno per dove non arrivi il vento di follia che gela i cuori e che ci trascina via…

Il suo cuore, quello di Pamela, non può più essere scaldato da nessuno, se non da lui. Perché Pamela ama, ma ama un indefinito. La pioggia sa che tutto questo è un sogno, semplice utopia, ma non vuole ammonirla: sa che Pamela non le crederebbe.

…dove le ombre corte dei bambini non si fermano in un pianto, lasciate indietro dalla fretta degli adulti…

Pamela sa di essere incosciente, stupida, bambina. Pamela rincorre un desiderio, un amore impossibile. E vuole scappare, perché se lui non può amarla, non potrà mai nessun altro. Solo lui, perché nessuno come lui sa essere così al centro dei suoi pensieri.

Un treno per dove il mare è grano azzurro…

Un soffio di vento passa fra gli alberi mezzi spogli e versa le foglie nelle strade. Pamela quasi inciampa in una pozzanghera, per fortuna ha gli stivali e non si bagna, ma cammina ancora, non vuole prendere l’autobus: lì la pioggia non sarebbe con lei.

Un treno per dove accenderai la luce e sarai un bicchiere d’acqua nelle notti dei miei guai…

Inizia a piangere, Pamela, e solo la pioggia è testimone delle sue lacrime. Vorrebbe anche lei un bicchiere d’acqua disposto a farle compagnia nelle notti insonni in cui macchia di pianti il cuscino; ma si vergogna a chiedere aiuto, sembrerebbe stupida e lei non è stupida, non vuole essere stupida. Piange e nemmeno la cara amica la consola, ma la vede soffrire, sbattuta qua e là dagli schiaffi di un vento meschino.

…un treno per dove esisti tu

Un sospiro e un tuffo al cuore, e Pamela piange e cammina, e la pioggia cade e sussurra.


 




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