Cuori incrociati - stalker

di Jade_S
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Prologo 



La mia vita è sempre stata tranquilla, a parte tutto quello che è successo negli ultimi due anni: non ho mai mollato, sono andata avanti, sempre, nonostante i bassi che ci sono stati nella mia vita, e che ci sono tutt'ora. 
Ho combattuto per la mia felicità. 
Combatto ancora oggi, a diciassette anni, per la mia felicità: il mio sogno è sempre stato quello di studiare e fino a sedici anni ero ancora tra i banchi di scuola, pronta a ripetere le lezioni di filosofia, pronta a fare versioni di greco o latino, pronta a fare qualsiasi cosa. 
Avevo il massimo dei voti, il minimo era sei, e quando a volte avevo un voto più basso, andavo in crisi. Scelsi il liceo classico perché è sempre stato un sogno per me, studiare la filosofia, la letteratura: mi piace conoscere i pensieri altrui. 
Purtroppo ho dovuto abbandonare tutto, mi ritirai da scuola tra le facce sorprese dei professori e tristi dei miei compagni. 
Non ho mai dato la colpa a nessuno anche se, fondamentalmente, qualcuno che doveva curarsi di quella situazione e venire incontro ai miei sogni c'era: quello era mio padre. 
Mio padre, se così vogliamo definirlo, non ha mai fatto il padre in vita sua, non ha mai amato nessuno dei suoi tre figli. 
L'unico suo obiettivo, sono stati i soldi, il potere, e lo sono tutt'ora, perché non ha mai smesso di essere così meschino. È stato così meschino, addirittura da lasciare mamma perché quest'ultima non voleva seguirlo in Canada, dove lui si trasferì per scopi lavorativi. 
Si sono separati quando io avevo quindici anni e mezzo, lui viveva ancora a casa con tutti noi: nonostante l'odio verso di lui fosse profondo, continuava a vivere con noi, poiché stava bene con un letto in cui dormire ed una tavola su cui mangiare. Ma fu quando ci furono tutte le firme e i documenti pronti, che mamma lo mandò via di casa, definitivamente. Tutto questo successe tre mesi dopo il mio sedicesimo compleanno e in quello stesso periodo lui mi vietò di frequentare la scuola, poiché non avrebbe avuto intenzione di pagare libri e tasse scolastiche; non aveva neanche intenzione di aiutare mio fratello Jake economicamente, che era diventato padre in una tenera età: tutto questo soltanto per egoismo, odio, avidità e orgoglio. 
Mia madre non stava come una normale donna di quarant'anni dovrebbe stare: era costantemente depressa e, come se non bastasse, stava sempre in ospedale. 
Hanno preferito farla rimanere in ospedale per molto tempo, per verificare che cosa avesse, una volta per tutte, e scommetto la mia stessa vita ancora oggi, che era tutta colpa di quel verme. 
Per di più mi ritrovavo a diciassette anni senza un soldo per vivere, dato che non ci spediva nulla: ci vietava, addirittura, di fare uso di soldi, ci obbligava a non toccare una moneta: sia a me, che ai miei fratelli. 
Non era questa la vita che volevo e fa tanto male essere la figlia di un imprenditore famoso, conosciuto in tutto il mondo, per motivi non molto buoni. 
Ma sapevo che, prima o poi, qualcosa avrebbe stravolto la mia vita. 
Per sempre. 
Fu lui, fu lui a stravolgermi la vita. 
Fu lui che mi salvò da tutto quello schifo. 
E se lo incontrai, se voleva uccidermi prima di conoscere determinate cose, la colpa non era la mia: la colpa è sempre stata di mio padre.



 

       




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