Dire, fare, baciare, lettera, testamento. Un gioco.

di MissdontMissaWord
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Il ricco tesoro di due anime così inclini a sé stesse,
la corona e il diadema incastonati,
le scarpe comode e i miei capelli arruffati.
Sere nel letto a far l'amore come se fosse leggere
e fermare il corso pieno di bivii e stop dei
pensieri scossi che hanno faticato a prender vita.
Sotto la neve, o forse al sole.

Atti inconcepibili e sogni inarrestabili,
rami secchi che devono ancora fiorire.
Prendersi,
ma lasciarsi al palmo d'esser uno.
Facendo domande che non pretendono risposta.
Scrutando l'inafferrabile senza volerlo afferrare.

Che il nostro amore abbia a che fare
con il sole che va a dormire
o con il risveglio di un passato latente,
                                                                                             non importa.

Importa il tempo in cui si è,
la mia lingua sui tuoi dubbi,
il tuo silenzio come pausa,
                                                                                           per non correre.

I freni crollati, quel pianto liberatorio.
Senza pensieri,
a piedi nudi a occhi nudi a mani nude.

Io, metastasi di te.
Tu, parafrasi di me.
Spiegami, sì,
e dimmi a queste orecchie che non accordano suoni.
E metafore, e paragoni.

Io non ti farò male, promesso.




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