Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta per la MADASAKUWEEKEND! Prompt: Al chiuso mentre nevica
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=G_ehjKigmlw.
Partecipa al Prompt del Lunedì della pagina facebook Il
giardino di Efp.
Prompt:3
- A e B si conoscono da una vita. A crede di amare B, finché
non incontra C... che però piace anche a B.
La sovrana dei ghiacci e il re del deserto
Madara avanzò nella
stanza, passò sopra i cocci della
finestra spaccata, raggiunse i resti rimasti attaccati agli infissi e
con le
mani, coperte da dei pesanti guanti di pelle di drago, li
staccò.
“Il rumore di quando si
cammina sui vetri è davvero
fastidioso” si lamentò Sakura. Si sedette sul
trono di pietra e si strinse i
lacci, decorati da fiori rossi, che le tenevano ferme le lunghe code di
capelli
rosa.
< In realtà, a
infastidirmi, è la sua presenza così
vicina. Dannato sia il giorno in cui ho deciso di
ospitarlo…>. Si deterse il
labbro inferiore con la lingua, nascondendo il movimento.
<… anche se non
potevo fare altrimenti, era quasi morto assiderato nella neve. Venendo
da terre
calde, era assai poco vestito. Di sicuro non in modo consono alla sua
stirpe.
Se non fosse stato per il sigillo inequivocabile negli occhi, avrei
pensato
fosse tutt’altro > rifletté.
“A me, in
realtà, piace” ribatté lui con voce
cavernosa.
Gettò i cocci rimasti sul pavimento e montò
un’altra finestra. Il vento freddo
che proveniva da fuori lo investì, arrossandogli le guance
pallide e facendogli
ondeggiare i lunghi capelli neri, dalle ciocche larghe tre dita.
“Tu hai dei gusti veramente
malati” stabilì lei con tono
gelido. Si strinse anche i lacci di stoffa dorata che le tenevano fermi
i
lunghi capelli, che le ricadevano sulle spalle.
Madara si passò le mani
nerborute sulla pelliccia che
portava al collo, a decorargli il lungo kimono nero dalle bardature
d’oro.
“Non comprendo, ad esempio,
perché non facciate fare ai
servi simili compiti. Siamo in un palazzo, non in una baita tra poveri
contadini”. Aggiunse la giovane.
Madara si voltò e
ghignò, mostrando i denti candidi. La
raggiunse e si piegò in avanti, i suoi occhi color sangue si
rifletterono nelle
iridi verdi di lei.
“Eppure credevo che voi ci
teneste in modo particolare alla
servitù. Non andavate decantando le lodi del vostro
stalliere?” domandò con
voce rauca.
Sakura avvampò, sentiva il
respiro caldo di lui investirla.
Deglutì a vuoto e volse il capo, il proprio battito cardiaco
era accelerato.
“Io e Sasuke siamo amici
sin da bambini” sussurrò. Alcune
ciocche dei lunghi capelli rosa le ondeggiarono davanti al viso roseo,
se ne
mise una dietro l’orecchio con le dita affusolate,
accarezzandosi un orecchino
d’oro, a forma di treccia di capelli, decorati con un grosso
rubino.
Madara si ritrasse.
“Eppure tu lo
ami” ribatté.
Sakura abbassò lo sguardo
e incassò il capo tra le spalle.
“Come principessa, so che
il mio compito è sposare qualcuno
del mio stesso rango sociale” gemette.
Madara raggiunse nuovamente la
finestra e finì di montarla.
“Io sono il sovrano di un
popolo guerriero, noi sposiamo le
donne che desideriamo, non le donne che un qualche fato ci pone sul
cammino.
Dì la verità,
piuttosto. Il tuo adorato ‘Sasuke’ ama un
altro” disse.
Sakura osservò le spalle
possenti di Madara, le braccia
muscolose di quest’ultimo che scattavano, mentre rimontava le
tende.
< Scoprire questo, fino a
qualche anno fa, mi avrebbe
distrutta. Ho sempre pensato che quell’infatuazione fosse un
elemento
essenziale della mia vita. Eppure, adesso, mi lascia solo un leggero
magone
nostalgico > si disse.
“La verità
è che è da un po’ che i miei sogni sono
popolati
da un altro” ammise Sakura. Le orecchie le bruciavano, si
passò le mani sulla
lunga gonna, appianando le pieghe sulla stoffa rossa e nera.
“Un altro amico
d’infanzia?” chiese Madara. Si deterse la
fronte con la mano.
“No, un essere
assolutamente insopportabile che ha deciso di
perseguitarmi anche nei sogni” ribatté Sakura.
Giocherellò con la cintura di
perle nere e oro, queste tintinnarono, sfiorando il bottone al centro
della
cinta. Una fascia le avvolgeva l’addome piatto, alcuni lembi
di stoffa dorati
si dipartivano dal bottone vermiglio, su cui era inciso un fiore
d’oro con
quattro petali di forma romboidale.
Madara si allontanò dalla
finestra e si sedette su un trono
di legno, accanto a una pianta dalle foglie di un verde speranza. Dello
stesso
colore erano laccate le unghie aguzze della giovane.
“Ed è un vostro
coetaneo, questo amore del mistero?”
s’informò.
Sakura strinse le labbra sottili fino
a farle sbiancare.
“No, è di
qualche anno più grande. Si tratta, a dire il
vero, di una persona vissuta che vaga per le Terre nel tentativo di
trovare una
nuova patria per il suo popolo nomade, allontanandosi dalle guerre che
ne
trucidano i bambini” spiegò.
Madara assottigliò gli
occhi.
“Un fiore di ciliegio come
voi, deve sembrare apparentemente
debole, ma chiunque sia il prescelto del vostro amore, andrà
incontro a fine
certa se sottovaluterà la vostra vera natura”
disse.
Sakura batté le palpebre,
facendo ondeggiare le lunghe
ciglia.
“Quale sarebbe?”
domandò.
“Voi siete una pianta
rampicante velenosa, pericolosa e per
questo seducente come poche. Ditemi chi è l’uomo
che vi ha sedotta. Se costui,
al contrario dell’ultimo, ha la saggezza di desiderarvi,
voglio poterlo sfidare”
spiegò Madara, con voce più roca.
“Sfidare?”
domandò Sakura. L’ululato del vento
risuonò all’esterno
e Sakura si voltò, attraverso il nuovo vetro appannato,
s’intravedevano i
fiocchi di neve che avevano iniziato a scendere all’aperto.
Madara le prese la mano.
“Ho chiesto a voi, tra
tutti i sovrani, di ospitarmi, perché
vi ho desiderato dal primo momento. Il vostro carattere caparbio, vi fa
sembrare affine a me” spiegò.
Sakura si volse nuovamente verso di
lui, osservando l’uomo
seduto sul trono al suo fianco. Il battito cardiaco le rimbombava nelle
orecchie, coprendo il lontano crepitio delle fiamme del camino e il
rumore dei
loro respiri.
“Allora dovrete sfidare voi
stesso. Siete voi l’uomo così
insopportabile da essersi insinuato persino nel mio cuore senza il mio
consenso”
disse gelida. Strinse le gambe e rabbrividì appena.
Madara accentuò il ghigno.
“Allora, farò di
voi la mia sposa. Perché niente mi renderebbe
più lieto che proseguire il mio percorso di gioia e
dannazione al tuo fianco”.
Abbassò lo sguardo. “Non vorrei, però,
che pensante che lo faccio solo per la
mia gente. In realtà, le condizioni climatiche di questo
regno saranno per loro
assai ostiche”.
“Li accoglieremo come
abbiamo accolto a te e riusciremo a
diventare un popolo solo.
Sarà più
difficile far convivere noi due sotto lo stesso
tetto” ribatté Sakura. Si sporse e gli
sfiorò le labbra con le proprie.
“Sarà la
migliore sfida di tutta la mia vita” rispose lui.
Le accarezzò il viso, le afferrò il mento con la
mano e la baciò avidamente.
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