Miracolus Rangers
Miraculous Rangers
Parte 1.
Ladybug & Pink
Ranger
Parigi, la città dell'amore.
La Tour Eiffel visibile da ogni finestra della città.
Eppure, vista nella quotidianità, non appariva così meritevole di tale
fama.
Probabilmente questo valeva per ogni città del mondo, eppure questo
faceva ancora più male al cuore della giovane Marinette.
Lei, giovane e aspirante stilista piena di entusiasmo verso il mondo,
diventata una specie di mummia balbettante ogni qualvolta si imbatteva
nell'Adrien bello come il sole, e come tale lo studente...modello le
sembrava irraggiungibile.
Sospirando, la giovane brunetta quasi non fece caso alla vocina che
stava continuando a chiamarla.
Quando il suo nome venne ripetuta con un tono più concitato, Marinette
si costrinse a rispondere stancamente alla minuscola interlocutrice.
- Tikki, qu'est qu'il
y a?
La piccola kwami si librò in volo dalla borsetta semiaperta della
padroncina, allungando il braccino verso il fondo della strada.
Un gruppo di persone aveva fatto cerchio attorno a quella che doveva
per forza essere una modella, almeno a giudicare dall'abbigliamento
particolarmente elegante e l'aspetto bellissimo, particolari che
colpirono immediatamente il senso estetico di Marinette, che manifestò
la sua ammirazione con emozionata enfasi.
- Non credo sia il momento di mettersi le mani sul viso e arrossire,
Marinette. - La rimproverò Tikki, sospirando.
La brunetta sbuffò: che fosse sua madre, la sua amica Alya o Tikki,
doveva esserci sembra qualcuna a bacchettarla.
Un secondo esame della situazione, però, le suggerì che le cose erano
molto meno rosee: quelli attorno non erano affatto ammiratori, come
aveva creduto un primo momento.
Alcuni le si erano infatti avvicinati minacciosamente, per poi
attaccare con calci e pugni.
La cosa che lasciò di stucco Marinette, però, fu la pronta risposta
della signorina, che li stese con un magistrale sfoggio di arti
marziali: fonte di ulteriore visibilio, agli occhi dell'adolescente.
Ma le stranezze non erano finite, non dopo che il resto della folla
mutò improvvisamente aspetto, rivelando una bizzarra schiera di uomini
tutti uguali, vestiti interamente di nero, con gibberne bianche simili
a quelle della Gendarmerie nationale, e con pitture facciali identiche a quelle dei mimi da strada.
Alcuni, tra l'altro, indossavano persino un basco, in quella che
sembrava una summa di stereotipi nazionali.
- Dev'essere per forza opera di un Akuma. - Concluse Marinette. -
Magari è tornato il Mimo... anche se in forze.
- Non lo so...
Tikki soppesò la situazione, pensierosa.
La sua esperienza millenaria di kwami le suggeriva qualcosa che metteva
in discussione l'effettiva opera di Le Papillon.
Non riuscendo a metterla a fuoco, però, decise di liquidare la faccenda
con...
- Ma tutto può essere.
- In ogni caso, dobbiamo intervenire!
Correndo dietro un palazzo, e dopo essersi assicurata di essere al
sicuro da occhi indiscreti, la ragazzina invitò la kwami,
come tante altre volte, ad utilizzare i suoi poteri di simbionte
per rivestirla interamente in una aderente calzamaglia rossa puntinata
di nero, completa di mascherina.
Miraculous Lady Bug ammirò quindi le sue nuove fattezze, con una punta
di vanità, prima di partire verso l'azione.
Con agili balzi, rimbalzando tra pareti e tetti, l'eroina raggiunse la
zona dell'agguato, atterrandovi direttamente dall'alto, colpendo con i
piedi un paio di mimi.
- Lady Bug è qua. - Annunciò elegantemente.
Tutti gli sguardi si concentrarono su di lei.
Lady Bug ricambiò,
osservando, con perplessità, l'inespressività che quella banda di mimi
stava mostrando: non sembravano neppure umani.
L'eroina cercò rapidamente con lo sguardo le condizioni della ragazza
aggredita.
Incredula, scoprì che di lei non vi era più traccia.
- Dov'è finita? - Si chiese, quando gli occhi incontrarono un nuovo
elemento sulla scena: una figura femminile mascherata, la cui uniforme
vantava prevalentemente i colori rosa e bianco. - E tu chi sei?
- Dovrei chiederlo io, ragazzina. - Le rispose l'altra. - Io sono "Pink
à la Mode".
- Che nome buffo. - Sentenziò la brunetta. - Comunque sia, io sono
Miracolus Lad... - Uno degli assalitori la interruppe con un attacco
alle spalle, che l'eroina neutralizzò con un pugno. - Lady Bug, dicevo.
- Non so chi tu sia. - Ribatté Pink, neutralizzando due avversari con
un calcio girato a uncinato. - Ma questa non è la tua battaglia.
- Tu credi? - Lady Bug tirò fuori lo yoyo, facendolo volteggiare,
prima di colpire alla testa tre avversari.
Lo scontro continuò per qualche minuto, quando le due donne si
accorsero che gli assalitori, tutt'altro che scoraggiati, stavano anzi
aumentando di aggressività.
Chi veniva colpito si rialzava subito in piedi e attaccava di nuovo,
non importa quante volte lo si respingesse.
- Di questo passo ci accerchieranno. - Commentò Pink, che stava
cominciando ad averne abbastanza.
- Temo che il mio yo-yo non basterà. - Commentò la Coccinella. - E tu
sei disarmata.
- Disarmata? - Pink, tirò fuori quella che dalla forma sembrava una
spada corta, non fosse stato la lama avesse forma triangolare, bucata
nel mezzo, che a Miracolus ricordò una squadra da disegno.
Ladybug guardò l'arma, scettica. - Carina. - Cominciò a mulinare lo
yo-yo, lo sguardo rivolto agli avversari. - Ma ci sarà comunque
da sudare.
Pink, con fare spavaldo, assunse una strana posa, una mano sul fianco e
il braccio armato penzoloni: una posa più simile ad una modella ad una
sfilata, che il preludio di un attacco.
- Non ce ne sarà bisogno. Fatti da
parte, per favore.
Lady fece per obiettare, ma lo
strano arco di luce che Pink stava tracciando nell'aria con la daga.
Con fare teatrale, poi, Pink annunciò il suo attacco:
- Nouvelle collection
prêt-à-cogner printemps-été!
- "Collezione Primavera-Estate Pret-a-Colpire?" - Ripeté
sbalordita la Coccinella.
Il suo lato di aspirante stilista trovò del genio in quel titolo: la
sintesi perfetta tra il lato fashion di Marinette e il lato eroistico
di Ladybug.
Se avessero mai chiesto a Marinette di realizzare una eventuale serie
di modelli sulla coccinellosa eroina, quello sarebbe stato un titolo
perfetto.
Decisamente, bizzarro, invece, come nome da usare in battaglia.
Forse solo Chat Noir lo avrebbe apprezzato. No, anzi, lui avrebbe
gongolato, anche solo per via della nuova madamigella mascherata di
rosa.
Soffocando una immotivata punta di disappunto. (Gelosia? Figurarsi, Pensò.) si accorse che i dubbi si
fermavano però al nome, perché l'attacco in sé, invece, risultò
efficace.
Pink si era messa in posa plastica, e attorno a lei si era scatenata
una miriade di flash intermittenti, come se un invisibile stuolo di
fotografi alle sue spalle avesse iniziato uno shooting collettivo.
Questi bagliori non erano solo luce, comunque, dal momento che
investirono e costrinsero a terra l'intero gruppo nemico.
- Impressionante. - Mormorò Lady, sbalordita.
- Una sciocchezza. - Minimizzò Pink.
All'improvviso la loro attenzione fu dirottata verso un battere di mani
lento, metodico e studiato. Il gruppo dei mimi, tra chi era ancora a
terra e chi faticosamente si stava rialzando, si divise in due,
lasciando posto, con fare reverenziale, all'incedere di quello che
doveva essere il capo.
Le cose si stavano complicando, trovò Ladybug, almeno a giudicare dal
fatto che il malvagio in questione fosse vestito in maniera simile a
Pink, ma di colore nero.
A questi si aggiunse la reazione di quest'ultima, che, di fatto, lo
aveva riconosciuto, e adesso si mostrava titubante.
- Black Beaujolais?
- Salutations, Pink. - Salutò il Ranger
scuro, senza smettere di battere le mani, in chiaro tono canzonatorio.
- E i miei omaggi anche a lei, Mademoiselle. - Aggiunse, con un lieve
inchino verso la Coccinella.
- Cosa significa tutto questo? - Chiese Pink, con tono accusatorio. -
Perché stai guidando un attacco dei Lexoniani?
Lexoniani?
Ladybug si domandò in che situazione si fosse ritrovata
coinvolta. Chi erano questi Lexoniani? Quale guerra si stava
consumando, a sua insaputa, nella stessa, amata città?
Queste ed altre domande si affacciarono nella testa di Lady, ma si
dissiparono quando la vocina di Tiki attirò la sua attenzione.
- Ladybug, quell'uomo è akumizzato.
Una piccola presentazione.
Saga in poche puntate (al massimo
due, o tre, massimo quattro).
Crossover fugace con i France Five,
ma potete benissimo immaginarli come i "normali" Power Ranger, visto
che qua sarà soprattutto azione "in costume".
Ma chi sono questi France Five? Come
ho detto, praticamente i Power Rangers francesi, o meglio, una
web-serie nata come omaggio al genere Sentai, e divenuta in qualche
modo un "cult" tanto da essere diventati famosi proprio in Giappone.
Vi starete domandando: "Perché loro?"
Semplice, perché condividono la città di Parigi. Niente trasferte,
niente di viaggi, niente pretesti.
"Promuovi il tuo crossover locale" (cit.)
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