Pop Fantasy

di FrenLeon
(/viewuser.php?uid=1026799)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Generalmente a Sena viaggio con i mezzi di trasporto, abbiamo la metropolitana, i bus e i tram.
Capita molto spesso, specialmente durante gli orari di punta di rimanere rimanere incastrati sui mezzi in mezzo a una valanga di persone.
Ormai sono abituato, sarà l'abitudine o la pazienza, ma c'è ancora una cosa che mi mette in grosse difficoltà: i posti riservati.
Generalmente come è di comune buon senso, bisognerebbe far sedere gli anziani, le donne incinta, i disabili o  anche solo per galanteria le ragazze in generale. So che può sembrare una cosa facile ma io trovo ancora difficoltà nel capire chi far sedere.
Vi racconto un aneddoto in particolare.
Sono seduto sul tram mentre ascolto la musica, quando alla fermata che arriva, salgono tre individui, un signore anziano abbastanza basso ma robusto con la barba candida come il cotone, una ragazza alta e slanciata, dai capelli color platino e con gli occhi azzurri cristallini, mentre per ultimo sale una signora all'incirca di quarant'anni con un pancione abbastanza evidente.
Automaticamente mi alzo per far sedere uno di loro, indicanto il posto con la mano, le altre persone attorno sembrano non far caso alla scena quando però mi trovo davanti i tre individui che mi fissano.
- Stai dicendo a me  figliolo? - mi dice il signore
- Veramente penso che stia dicendo a me - gli risponde la ragazza

La situazione è imbarazzante e io rimango in silenzio.
- No guardi, penso che ad un livello d'anzianità tocchi a me. Ho novant'anni anche se non li dimostro. Sangue nanino - afferma il signore con profondo orgoglio.
- Non si dovrebbe tirare fuori l'argomento età con il gentil sesso, ma dato che lo ha citato, io ho centoventi anni. Sangue elfico - dice la ragazza, a questo punto signora, facendomi l'occhiolino. Avrà visto che sono mezzo elfo, in effetti mia madre mi aveva spiegato che gli elfi hanno una vita media quasi il triplo di quella degli umani.

Il signore non la prende bene e mi fissa in cerca di una risposta.
- A questo punto non è meglio far sedere la signora, data la sua situazione - indicando la signora dietro di lui dalla pelle olivastra e dai denti affilati leggermente sporgenti. Deve essere un'orchessa a giudicare dall'apparenza.
- Cosa intende dire? Che situazione ho? - risponde lei.
- Penso non faccia bene al bimbo se sta in piedi tutto questo tempo - aggiunge la signora elfa.
- Ma di che bimbo parla? Mi sta dicendo che sembro incinta? - la signora orchessa inizia a scaldarsi.
La situazione si anima e le persone iniziano a notare la scena, facendomi provare un profondo disagio.
Ad un certo punto però si arriva alla fermata dopo e mentre i tre discutono sento altri passi esitanti avvicinarsi, mi giro e guardo in basso. Mi esce un sorriso dal volto e con voce pacata gli dico.
- C'è un posto, vuoi sederti? Sarà pesante quello zaino -
- Grazie mille! - i tre litiganti si girano e vedono a chi ho appena dato il posto, si tratta di un piccolo bambino uscito proabilmente da scuola, con uno zaino grande il doppio di lui. 
Alla fine sorridono e smettono di discutere, io scendo alla fermata dopo e saluto tutti con un cenno e con la coda dell'occhio li vedo ricambiare con un sorriso.

Ecco, questo genere di situazioni è sempre complicata.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3681508