Il senso del dovere

di violet___
(/viewuser.php?uid=990371)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il senso del dovere

 
Per anni sentivo quella strana sensazione invadermi il petto. Era simile all’ansia, solo più forte, più profonda. Si ramificava in tutto il cuore, si avvolgeva, stringeva con forza e mi faceva quasi sanguinare. Vomitare.
Forse, non avevo ancora del tutto superato il suo addio. Forse, in cuor mio, non avevo preso coscienza di quell’amore massacrato, malato. Eppure, non gli avevo ancora detto una cosa importante, prima di vederlo andare via. È solo che, quando si voltò mettendosi il berretto in testa per coprirsi dal gelido vento invernale, e mi lasciò sola, qualcosa si bloccò all’altezza della gola e non riuscii a chiamarlo per un’ultima volta. Era una cosa seria, serissima, ma non volevo essere ancora un peso per lui e poi… avevo paura, tanta.
Presi la tazza di te, la portai alle labbra e sorseggiai a lungo… la bevanda scendeva lungo la trachea, finiva nello stomaco. Sospirai a lungo e poi mi alzai, mi avvicinai alla finestra e notai gli alberi curvarsi a causa del vento violento… la natura si stava spezzando, stava impazzendo, era brutale.
Posai una mano sulla mia pancia e chiusi gli occhi cercando di tranquillizzarmi. “Se veramente è un uomo, ci aiuterà” mi dico nella mente, sentendomi così sola e affranta da percepire una fredda lacrima scendere lungo il collo.

-Tu vivrai. Io non ti lascerò morire… fidati di me.
Sono le mie parole, a lui… prima di cadere in preda al pianto.


 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3681974