Der Wanderer über dem Neblemeer

di lapetiteauteur
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Der Wanderer über dem Neblemeer



Viaggiatore in un mare di nebbia.
A mio avviso la migliore opera d'arte che mai abbia adornato la parete di un museo. L'immagine più burrascosa, tempestosa, turbolenta; il dipinto con la maggiore carica emotiva che abbia mai guardato e l'unico che mi abbia trasmesso quel pazzesco, quel folle desiderio di vivere – seppur per poco – quella magnifica solitudine peculiare nell'essere umano.
Mai in vita mia ho desiderato con tanto ardore isolarmi dal mondo, sparire dalla faccia della terra, inghiottita nel suo ventre e risputata con ripugnanza su quelle cime nebbiose, gli occhi puntati verso l'infinito, l'anima al di là della sconfinata siepe di nubi, la mente volta all'indietro, alle nere profondità dalle quali ero emersa.
Sognavo.
Chiudevo gli occhi, stringevo le mani l'una nell'altra, e sognavo.
Sognavo di essere lì, il vento che mi scompiglia vispo la folta chioma bruna, il suo ululato macabro che attraversa la schiena e la percorre con tremiti...
Sognavo.
E poi, dopo aver passato chissà quanto tempo sommersa dai propri pensieri, riemmergevo con un macigno che gravava sul petto ed una voglia pari al zero di ritornare tra gli esseri umani.
Mi scuotevo. Scrollavo le spalle e mi ravvivavo i capelli dopodichè, seguendo un rito, indietreggiavo di due passi rivolta al dipinto, per poi voltargli le spalle e andarmene, con passo veloce, verso l'uscita dalla Hamburg Kunsthalle.




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