capitolo 12
Capitolo 12.
Racconti e rivelazioni (2).
Pucca non aveva mai creduto nell'esistenza di un vero karma; una forza
misteriosa che ti premiava quando facevi del bene, e ti puniva in
maniera atroce quando invece facevi qualcosa di cattivo.
Non ci aveva mai creduto, fino ad allora.
Anche se... non riusciva a comprendere cosa avesse mai fatto lei di così atroce, da meritarsi una punizione simile.
Trovarsi davanti quell'uomo, all'improvviso, l'aveva destabilizzata, e
non solo perché non corrispondeva affatto all'idea che si era
fatta di lui, ma bensì... alla verità che saltò
fuori con altrettanto poco preavviso.
Mai si sarebbe aspettata una cosa simile; non era preparata.
Non lo era proprio per niente, ma in una situazione come la sua nessuno lo sarebbe mai stato.
La vecchia divinità sospirò pesantemente davanti
all'espressioni confuse e sorprese dei cinque ragazzi, ed
abbassò per pochi secondi lo sguardo.
Gli era toccato un compito davvero ingrato, ma non poteva lamentarsi in una situazione simile.
- Mi sembra doveroso raccontarvi tutto dal principio -
Lanciò una rapida occhiata a Garu che, preso alla sprovvista, sobbalzò lievemente.
Che cosa voleva dire?
- Ve lo devo -
Un altro sospiro - Molti anni fa Hideo
era uno dei miei fedeli ninja qua a Sooga, e non esagero aggiungendo
che era uno dei migliori che abbia mai conosciuto -
- Cosa? - urlò quasi l'ex ninja, precedendo tutti e facendosi avanti per lo stupore - Lei e quel... - scosse la testa, soffocando un'imprecazione.
- Perché non lo ha detto anni fa, quando ci ha mandato a combatterlo? -
- La situazione con Hideo è
sempre stata molto complicata; non ritenevo necessario ritirare fuori
la sua storia ancora una volta - spiegò l'uomo -
I più anziani di questo villaggio ricorderanno perfettamente
ciò che accadde molti anni fa, e anche loro come me hanno
ritenuto più saggio celare la verità. Hideo non apparve a
Sooga per la prima volta sei anni fa, ma molti prima; persino prima
della vostra nascita. Si trasferì qui, dal vicino Giappone,
insieme alla sua modesta famiglia. Da giovane, vi sembrerà a dir
poco assurdo, Hideo era una persona completamente diversa da quella
è diventata oggi. Era amato e ben voluto da quasi tutti i
cittadini, ed era anche un ninja formidabile; ligio ai suoi doveri e al
suo senso dell'onore... -
La divinità si fermò un attimo, perdendosi in quei
ricordi tanto dolorosi che lo avevano privato del sonno per tempo
immemore.
Pensare che il cambiamento che aveva travolto quell'uomo fosse in parte
merito suo, lo faceva annegare nei sensi di colpa ancora oggi.
- Che cosa è successo dopo? Perché è cambiato così drasticamente? - domandò piatto En, stringendo una mano sulla spalla della ragazza al suo fianco.
- Ha perso la donna che amava, e questo lo ha fatto uscire di testa - spiegò Soo - Anche
Kikirin era una dei ninja al mio servizio, e si legò fin da
subito a lui. Essendo più piccolo di lei, lo vedeva come un
fratellino da proteggere ed istruire -
Un sorriso amaro fece capolinio sulle labbra del vecchio maestro.
- Erano una bella coppia quei due; lo
erano davvero. Crescendo e stando sempre insieme il sentimento che li
legava crebbe tanto da diventare un amore a dir poco travolgente. Hideo
arrivò persino a chiederla in sposa a soli diciotto anni, tanto
ne era innamorato -
- E lei? - la voce timida di Ching attirò l'attenzione della divinità - Come reagì Kikirin? -
- Anche lei ricambiava profondamente i
sentimenti di Hideo, e accettò, senza pensarci due volte, la sua
proposta. Erano così presi l'uno dall'altra che... dovetti
separarli in due gruppi diversi, durante le missioni importanti - un altro sospiro, che fu come un monito d'avvertimento.
Stava arrivando la parte peggiore della storia, se lo sentivano.
- Fu durante una missione pericolosa
che il gruppo di Kikirin venne fatto prigioniero da un gruppo di
banditi, per... chiedere indietro un riscatto salato per la loro
liberazione -
Master Soo abbassò il viso, colpevole.
- Ma io mi rifiutai di pagarlo -
- Noto che sei... sorpresa di vedermi. Devo dedurre che non sapessi nulla di me e di quello che ci lega, vero cara nipotina? -
L'uomo osservava con curiosità la corvina seduta davanti a lui,
e dopo pochi secondi di silenzio si lasciò sfuggire un sorriso
appena accennato - Le assomigli in maniera spaventosa -
Fu appena un sussurro udibile, che scatenò ulteriormente la curiosità della piccola giapponesina.
- Di chi stai parlando? - domandò, con decisione.
L'uomo si lasciò sfuggire un secondo sorriso, inclinando la testa verso sinistra come per osservarla meglio.
- Di Minako, ovviamente - rispose, accavallando le gambe - Anche mia sorella da giovane portava sempre gli odango. Crescendo però ha smesso di farseli -
Pucca sgranò gli occhi, sconvolta.
Altri piccoli pezzi di quell'enorme puzzle prendevano posto nella sua mente.
Hideo era il fratello di sua madre; era suo zio.
Lei e quell'uomo erano imparentati.
Per questo i suoi zii non le avevano detto niente a riguardo... non volevano che lei scoprisse la verità.
O almeno così credeva; le sue erano tutte supposizioni fatte al momento.
- Perché sono qui? -
- Volevo parlare con te - rispose, con semplicità l'uomo - Non guardarmi così, Pucca. Non sono io il cattivo -
La ragazza scattò in piedi, con rapidità, ma dovette
piegarsi lievemente in avanti a causa di una fitta lancinante alla
testa.
Si era da poco ripresa da uno svenimento, non doveva fare movimenti troppo bruschi.
- Come puoi dire una cosa del genere? - ringhiò la giapponesina, stringendo i denti - Dopo tutto quello che hai fatto... come puoi anche solo osare dire di non essere tu il cattivo? -
La maschera di impassibilità del suo volto non si ruppe nemmeno dopo la sfuriata della ragazza.
Hideo rimase completamente impassibile.
Pareva una statua di sale.
A prima vista, Hideo sembrava un uomo di origini asiatiche comune, come
tanti. Di corporatura magra ed atletica, con i capelli lisci e neri
come il carbone e gli occhi scuri.
Gli zigomi erano alti e lievemente sporgenti, con un lieve strato di barba scura a contornargli il viso.
Sembrava un uomo troppo comune per essere in realtà l'individuo di cui aveva sentito parlare.
Pucca però sapeva che l'apparenza inganna, innumerevoli volte.
Doveva stare attenta.
- Tutto quello che ho fatto, aveva uno scopo ben preciso - sibilò, duro - Distruggere lentamente Master Soo -
La ragazza ebbe un tuffo al cuore.
Master Soo?
Muji le aveva accennato che fosse successo qualcosa tra loro due, ma faticava ad immaginarsi cosa esattamente.
- Stai mentendo - affermò Pucca, con un lieve tremolio nella voce - Non hai distrutto Master Soo, ma Sooga. Hai danneggiato più i suoi abitanti che lui -
- Come fai a dirlo con tanta sicurezza, se non eri nemmeno in Corea al tempo? -
La domanda dell'uomo, pronunciata con incredibile serenità, la fece vacillare.
Era sul punto di ribattere, quando venne preceduta.
- Te l'ha detto Master Soo? O forse uno dei suoi fedeli cagnolini? -
Il tono di Hideo stava diventando sempre più velenoso e sgradevole.
Come se, nonostante cercasse di mostrarsi calmo e pacato, in
realtà al suo interno fosse pazzo di rabbia e in prede alla
furia più cieca.
- Ti voglio fare una domanda Pucca, e ti chiedo di rispondere con sincerità -
La corvina rimase in silenzio.
- Tu cosa sai di me? -
La ragazza rispose.
Senza mai fare i nomi dei suoi amici o delle persone con cui aveva
parlato, disse tutto quello che sapeva o aveva capito sul conto
dell'uomo seduto davanti a lei.
- In una storia, in una qualsiasi,
esistono sempre due verità e si dice che quella assoluta stia
nel centro. Prima di azzardare certe accuse, dovresti sapere anche la
mia di versione, non credi? -
Pucca rimase in silenzio.
Che fosse come diceva lui? Anche lei credeva nell'esistenza di due
verità, ma non sapeva se dar corda o meno alle sue parole.
C'erano ancora molti punti che le erano oscuri in quella storia, ed era
determinata a scoprirli; anche dalla bocca dello stesso Hideo.
Per questo rimase lì, ad ascoltare le parole dello zio.
Se la verità stava nel centro, non aveva altra scelta che ascoltare.
- Mi sono trasferito qui dal Giappone,
con la mia famiglia, che ero poco più di un ragazzo. Ero un
giovane aspirante ninja, giovane quanto inesperto. Avevo bisogno di
imparare ed essere addestrato a dovere. Incontrai Soo poco dopo il mio
arrivo, e vidi in lui l'occasione per realizzare il mio sogno di
allora: essere un vero ninja. In poco tempo riuscì a
distinguermi tra tutti, diventando così uno dei suoi uomini
migliori. Lui ordinava, io eseguivo. Pensavo fosse tutto così
perfetto... -
L'ultima frase fu poco più di un sospiro alle orecchie della giapponesina; qualcosa di quasi inudibile.
- Cosa è successo poi? - domandò allora la corvina, incuriosita e sinceramente presa dal racconto.
- Ho incontrato la ragazza più bella e coraggiosa di tutto il mondo - un altro sospiro, amaro, mentre gli occhi dell'uomo venivano coperti da un velo cupo come la Morte.
- Kikirin non era solo una ragazza
dalla bellezza disarmante, era anche uno dei migliori ninja del nostro
gruppo; la migliore. Sia dal punto di vista strategico, che nel
combattimento. Era perfetta, in tutto -
Il passato bastò a far immaginare, vagamente, cosa fosse successo.
Kikirin era morta.
Ma come? C'entrava forse Master Soo?
La giapponesina decise di rimanere nuovamente in silenzio, attendendo che Hideo andasse avanti con il proprio discorso.
- E se l'ho persa, è solo colpa di Master Soo! - ringhiò come una belva, scattando in piedi fulmineo.
Pucca sobbalzò spaventata, non aspettandosi una reazione tanto aggressiva così all'improvviso.
- Lui... - scosse la testa, e prese un bel respiro -
Sapeva. Lui lo sapeva che quella missione era troppo pericolosa, sia
per lei che per il resto del suo gruppo, ma non ha voluto sentire
ragioni. Diceva che ero troppo paranoico, e non mi permise nemmeno di
andare con loro. Se fossi stato lì avrei potuto fare la
differenza, ed impedire che venissero catturati -
- Magari Soo non aveva idea del vero pericolo a cui andavano incontro. Non poteva saperlo - parlò Pucca, istintivamente, senza pensare.
- Soo è una divinità - le ricordò duro -
Non è solo un vecchio bavoso, che si diverte ad andare dietro
alle ragazzine. È una divinità, e come tale può
vedere e sapere tutto. Per quanto lui si diverta a dire il contrario,
è così. Lui avrebbe potuto salvare Kikirin, insieme a
tutto il suo gruppo ed insieme... -
Le parole gli morirono in bocca.
- Lui lo sapeva - ripetè ancora.
Pucca riuscì a vedere l'unica cosa che mai si sarebbe aspettata
di vedere in quel posto: un uomo distrutto. Dilaniato dal dolore della
perdita e dall'odio per Master Soo.
Se quello che le stava dicendo Hideo era vero, se la divinità poteva sapere tutto, perché non era intervenuto?
Perché non aveva salvato quella donna?
Perché non aveva salvato Garu?
Perché... non aveva impedito che lei venisse presa contro la sua volontà?
Non riusciva a capire.
Hideo si passò una mano sugli occhi stanco.
- Mi ha portato via tutto quello che era importante per me, e lo ha distrutto. Ricambiare mi sembra il minimo -
- Ma perchè non colpirlo direttamente? Perchè fare del male ai suoi uomini? - osò chiedere la ragazza, con più coraggio in corpo -
Hai ucciso e ferito gravemente degli uomini, che non c'entravano nulla
con la faccenda tra te e Master Soo. Non ha avuto alcun senso agire in
questo modo - gli fece notare.
Il corvino rimase in silenzio per pochi secondi.
- Sai come si uccide una divinità, Pucca? -
La domanda la prese in contropiede.
Fece di "no" con la testa.
- Esattamente. Le divinità sono
tali essendo creature onniscienti ed immortali; è impossibile
poterne uccidere una. Se ne avessi avuto il modo, credimi, quel
maledetto vecchio non camminerebbe più su questa terra da tempo.
L'unico modo per distruggerlo, per quanto possibile, è
facendogli perdere consensi e seguaci. Sicuramente i miei metodi non
saranno affatto pacifici, ma sono coerenti con i miei obiettivi -
L'arrivo trascinato di uno degli zombie di Muji bloccò le sue intenzioni di continuare quel discorso.
La creatura, dopo aver mugugnato una serie di parole incomprensibili, rimase ad attendere sulla soglia della porta.
- Oh - fu il commento sorpreso di Hideo - Abbiamo ospiti inattesi -
- È orribile quello che ha fatto - parlò Hinata, dopo le parole di Master Soo.
La ragazza osservava la divinità con un'espressione a metà tra l'allibita e la disgustata.
- Ha lasciato che quella donna e tutti quegli uomini morissero -
- Ho dovuto - fu la risposta dura e secca della divinità.
- Non è vero - ribattè la giapponesina, assottigliando gli occhi.
La sopportazione per quell'uomo era calata in maniera drastica, ed era in continuo calo.
En si vide costretto ad intervenire, prendendo per un braccio la proprio ragazza, in una silenziosa richiesta.
La castana lanciò un rapido sguardo al biondo al suo fianco,
prima di lanciarne un secondo di fuoco alla vecchia divinità.
Continuava a trovare ripugnante quello che aveva fatto; lasciar morire
degli innocenti senza motivo. Ma non poteva permettersi colpi di testa.
Non al momento.
Nel frattempo Garu si era chiuso in un cupo silenzio, mentre ancora
ripensava e ripensava alle parole di colui che era stato una guida e
quasi un padre per lui in tutti quegli anni.
Hideo era stato un ninja di Master Soo, e a causa di quest'ultimo era diventato indirettamente l'essere spregevole che era ora.
L'essere spregevole che aveva rapito Pucca.
- Tutto questo cosa c'entra con Pucca? - parlò il corvino, puntando gli occhi freddi sul suo vecchio maestro.
- Hideo è il fratello maggiore di Minako; la madre di Pucca e Hinata - svelò al gruppetto - Anche
se è diventato un uomo malvagio e privo di scrupoli, è
sempre stato devoto alla sua famiglia e ai legami di sangue. Non le
farebbe mai del male; questa è l'unica cosa di cui si può
essere certi -
Il Master continuò a parlare, ma quasi nessuno ascoltò davvero le parole che seguirono.
Primo fra tutti Garu, la cui mente sembrava essersi persa in un mondo
estraneo e alieno, fatto di ragionamenti e parti non chiare.
- Perché non ha parlato prima?
Se Pucca avesse saputo prima di Hideo, magari... avrebbe sicuramente
agito in maniera diversa! - parlò Hinata, con voce flebile, stretta tra le braccia di un En che non sapeva bene come consolarla.
- Ne dubito fortemente. Pucca sarebbe andata comunque a cercare Hideo... non sarebbe cambiato nulla -
Hinata fulminò la divinità - Questo non può saperlo -
- Invece sì - fu la risposta dura dell'uomo.
- Che cosa le dà tutta questa sicurezza Master Soo? Come fa ad essere così sicuro? - domandò con educazione Ching, facendo scattare qualcosa nella mente dell'ex-ninja e della giapponesina.
- Lei prevede il futuro... non è vero, Master Soo? -
Le ultime parole furono un cupo ringhio proveniente dalla gola di Hinata, velenoso come il morso di un serpente.
Se avesse potuto, avrebbe massacrato quell'uomo.
Era stata una sciocca a non capirlo prima; esattamente come gli altri del gruppo. Avrebbero dovuto capirlo prima.
- Prevedere il futuro non è esatto - la corresse la vecchia divinità - Sono solo a conoscenza dei destini dei mortali -
- Che tradotto: prevede il futuro - fu l'acido commento di En, prima di ricevere un'occhiataccia dal maestro del villaggio.
- Per questo non ha voluto pagare quel riscatto - furono le parole appena udibili di Ching - Sapeva che non sarebbe cambiato nulla. Kikirin e il suo gruppo sarebbero morti in ogni caso, vero? -
Cupo in volto, il pelato annuì semplicemente.
Era esattamente così.
- Sapeva che sarebbero morti... e non ha fatto nulla per salvarli? -
Garu non si preoccupò minimamente di nascondere il disgusto che gli sfigurò il volto.
Gli era impossibile descrivere a parole umane cosa stesse provando in
quel frangente. Sapeva solo che, dell'uomo per cui aveva provato grande
stima e devozione, non vi era più nulla se non polvere nera.
Prima di quel giorno credeva impossibile l'esistenza di qualcuno peggiore di Hideo, ma si era sempre sbagliato.
Il peggio lo aveva sempre avuto sotto il naso per tutto quel tempo.
- I loro destini erano già
segnati da tempo, non avrei mai potuto fare niente per cambiarli. Alle
divinità non è permesso interferire con essi -
- Chissà perchè ma sento odore di cazzata - commentò Hinata, acida.
- Ragazzina, non tirare troppo la corda. Stai pur sempre parlando ad una divinità. Abbi rispetto -
- Il rispetto va anche meritato; divinità, uomo o cincillà che sia - continuò la ragazza come un treno - Lei
ha sempre saputo dov'era mia sorella, e non ce l'ha voluto dire! Ci ha
tenuti qua, come un gruppo di cretini, per rigirarci con tante belle
paroline per farci credere che anche lei fosse una delle tante povere
vittime di Hideo. Avremmo dovuto immaginarlo, alla fine dei conti.
Magari non sarà stato lei a guidare le mosse di quell'uomo, ma
se è davvero il mostro terribile come tutti vanno dicendo... lei
è il suo creatore - la castana prese una piccola pausa, prendendo fiato - E ora ci dica dove diavolo è mia sorella, oppure sarò io a segnare il suo destino a suon di calci nel_-
- Hinata! Calmati - intervennero En e Ching, contemporaneamente, per calmare la ragazza.
Ovviamente fallirono miseramente nel tentativo, ma almeno riuscirono a zittirla; per il momento.
- Dov'è Pucca? - domandò questa volta Garu, anche lui furente quanto la giapponesina.
L'unica differenza era che il corvino aveva un ottimo autocontrollo, ma
se non avesse saputo l'ubicazione della sua ragazza nei seguenti cinque
minuti, ci avrebbe pensato lui a completare la frase della castana.
Non si era mai sentito così preso in giro in tutta la sua giovane vita.
Gli sembrava che tutte le certezze della sua vita si stessero sempre più velocemente sgretolando davanti gli occhi.
Non riusciva ancora a credere che Master Soo avesse mentito a loro così. Non lo credeva possibile.
Aveva servito per anni una divinità che non sapeva più se essere buona o meno.
Master Soo si fece portare da una delle sue ancelle un pezzetto di
carta, insieme ad una penna, e vi scrisse velocemente qualcosa.
- Pucca si trova nella villa di Hideo, poco fuori Sooga, tra la foresta di bambù e il mare. Prendete questa - porse il pezzo di carta al gruppo - Seguite
queste indicazioni e arriverete subito lì. È l'unica
abitazione in quella zona, non dovreste fare fatica a trovarla -
Fu Abyo a prenderlo, a capo chino, e dopo un formale congedo i ragazzi fecero per andarsene.
Solo Garu rimase indietro.
- Questo vuol dire che lei sapeva cosa mi avrebbe fatto quel giorno -
Un'affermazione, a cui l'uomo non rispose.
- Lei per me è stato come un secondo padre, una figura in cui riponevo una grande stima -
Sul volto della divinità si dipinse un'espressione mortificata.
- E tu eri come un figlio per me, Garu; ma il tuo percorso, come quello di tutti, era già segnato da tempo -
L'ex-ninja si voltò di tre-quarti, per lanciargli uno sguardo gelido.
Dai suoi occhi non trapassava nessuna emozione.
Nemmeno la più piccola.
- Suo figlio è morte sei anni fa - sibilò, impassibile - Insieme alla stima che provava nei suoi confronti -
ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
*sorseggia tranquillamente il suo cappuccino*
Io, ad alcune di voi, lo avevo detto che niente era come sembrava. Ma nessuno ha voluto dar retta alla vecchia zia Harl.
Non mi prolungherò molto, anche perchè non voglio cadere nello spoiler involontariamente.
Vi basti sapere che ho finito gli esami, esattamente ieri mattina, e che sto tornando operativa molto più di prima.
È da ieri sera che sto trascrivendo questo capitolo, e non mi
sento più le dita ;-; e in più mi sta, forse, tornando la
tendinite.
Ahimè non sono più giovane come un tempo!
Manca poco pocchissimo alla fine e, già lo so, piangerò.
Nonostante tutti i problemi che mi ha dato "A New Pucca", dal 2012 fino ad adesso, mi ci sono affezionata :')
Vi saluto
e torno a scrivere
(vi ho promesso che sarei tornata super attiva, e non posso non mantenere la parola datta ;3)
- Harley
Ci tengo a ringraziare:
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1 - Bani chan [Contatta]
2 - Franciesco td [Contatta]
3 - Love Anime [Contatta]
4 - Miuna_Chan [Contatta]
5 - NancyP [Contatta]
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che hanno messo la storia tra le ricordate :3
1 - allen_picchio_ [Contatta]
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che hanno messo la storia tra le preferite <3
Tanto amore per voi
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