axetale

di God of hyperdeath
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Cap.3 Confusione
Sono passati Sedici anni dal epidemia che ha devastato l’underground, l’unico territorio ormai sicuro era la Capitale, governata dalla regina Alphys nonché scienziata reale alle prese della ricerca di una cura per questo virus apparentemente inarrestabile.
Le qualsiasi altre regioni erano state messe del tutto in quarantena, sorvegliate dalle guardie reali ma tutti i mostri erano consapevoli che era solo questione di tempo prima che la Capitale venisse devastata; perfino l’eroina prescelta del popolo è stata presa dalla malattia, per i trascorsi insieme ad Undyne la nuova regina decise di spostare la
ex-compagna nella zona di quarantena, incapace di abbatterla.
A snowdin Papyrus continuava a osservare la situazione e a passare ad Alphys, via telefono tutti i comportamenti degli infetti; tenendo nascosto il fatto che gran parte delle informazioni le aveva da Sans, il quale era l’unico mostro in grado di controllare in parte l’infezione. In parte. Poiché Lo scheletro avvertiva quando stava per ritornare a uno stadio di cannibalismo; in questi casi Sans se ne andava di casa per un ora o addirittura un giorno e si risvegliava da tutt’altra parte.
Tornando a Sans lui si ” risvegliò “ davanti all’entrata delle rovine con il pugno poggiato sulla porta come se avesse bussato e attendesse una risposta da parte di Toriel che purtroppo era morta da tempo… qualcosa nel suo cervello bacato lo spinse ad aprire la porta e di entrare nella casa dell’ormai defunta regina.
Percorse il lungo corridoio un tempo di un meraviglioso viola chiaro, che ormai ha lasciato spazio a delle pareti visibilmente rovinate, ornate deliziosamente (a parere dello scheletro) da budella e membra di froggit in decomposizione.
Salendo le scale che portavano alla casa di Toriel Sans potè sentire un tanfo terribile arrivare dalla casa di Toriel. Questa era ricoperta da chiazze di sangue sul pavimento e sulle pareti, il parquet era rovinato da segni di artigli e di lotta come per le pareti lo scheletro incappucciato si trascinò nel salone e si sedette sulla poltrona davanti al camino.
Nulla era stato risparmiato dalla ferocia degli infetti eccetto il divano e un libro che si trovava sotto il divano, incuriosito lo scheletro prese il libro semi nascosto con la mano in parte coperta da del sangue incrostato.
Se lo mise sulle ginocchia e lesse il nome scritto in lettere maiuscole ‘ RICORDI ‘.
Cominciò a sfogliare il libro con delle foto: Cuciniamo gli spaghetti, in maiuscolo, la foto rappresentava lui e i suoi amici insieme a cucinare infatti la prelibata pasta mentre lui era messo sul tavolo con gli occhi chiusi vicino a lui vi era una piccola nota : Sans non fa assolutamente niente. Sfogliando le pagine si accorse che una farfalla si era poggiata sulla spalla era di un colore rosso fiamma così simile ma a col tempo uguale alla anima di Frisk quell’immagine mixata con l’album riprodusse i lui bei momenti, che però stavano facendogli sembrare quella situazione in cui era il regno più merdosa che mai.
Quindi con un gesto tentò di scacciarla via ma invece di andarsene questa semplicemente si allontanò per qualche istante solo per poi ritornare  a svolacchiargli in faccia per qualche secondo la ignorò ma poi scoppio in una furia omicida.
-OK STRONZA TE LA SEI CERCATA!-
Sans si alzò dalla sedia ed evocò la sua nuova ascia fatta con la colonna vertebrale di una delle sue sfortunate vittime in cui vi era incastrata la lama di un coltello da macellaio esageratamente grande.
Cominciò a rincorrere la farfalla dappertutto non si accorse di aver lasciato la casa di Toriel, e si stava avventurando per le rovine a rincorrere la farfalla verso chissà dove si stava dirigendo.
Solo dopo aver attraversato la porta che conduceva al punto in cui gli umani cadevano si accorse di essersi allontanato troppo da casa e che se non si fosse incamminato presto verso la direzione di casa si sarebbe dimenticato di nuovo dove fosse. Come è già successo una volta quando Papyrus fu costretto ad uscire di casa per cercarlo.
Era pronto a fare dietro front ma sentì un odore familiare che lo fece proseguire fino ad un praticello di fiori dorati; dove al centro vi era distesa un’umana!
Sans si avvicinò a quel corpo immobile pensando fosse morta appena si avvicinò abbastanza si accorse che il torace dell’umana, che doveva avere 16 anni, si alzava e si abbassava regolarmente; la sua pelle era chiara e i capelli castano raggiungevano le spalle.
Si mise in ginocchio difronte a lei .
-Un occasione del genere capita una sola volta nella vita.-
Sans alzò in alto la sua ascia pronto a tagliargli il collo, ma non riuscì ad andare avanti non riusciva a far calare l’ascia sulla testa della ragazza. Ancora però non riusciva a darsi lo slancio necessario per fare ciò che andava fatto.
Si tirò indietro e disse .
-Oh avanti cosa c’è che non và, ho ucciso un sacco di mostri in tutte le maniere possibili, e ora che ci provò con una ragazzina con la maniera più buona possibile, adesso non ci riesco?-
L’attenzione di Sans venne catturata da un particolare che poco fa non aveva notato la ragazzina indossava un  maglione viola a strisce rosa un po’ più grande di lei, Sans si voltò dal altra parte incredulo, non poteva essere lei è troppo giovane.
Sans cominciò a sentire dei rumorini nella sua testa accompagnati da immagini che Sans aveva seppellito nei meandri della sua testa; che mai avrebbe pensato di ricordare, lo scheletro incappucciato stava lacrimando e se ne accorse solo dopo essersi bagnato i vestiti stropicciati e ricoperti di sangue, ma non erano le solite lacrime nere che preannunciavano un periodo di follia ma vere lacrime salate trasparenti.
Non si ricordava di aver mai pianto così tanto. La confusione albeggiava nella sua testa… Cosa doveva fare? Uccidere la ragazza e fregarsene, svegliarla e farle domande, lasciarla lì?
Decise la soluzione più semplice, portarla a casa sua e programmarsi il da farsi se la portò in braccio fino alla casa di Toriel dove riprese il libro dei ricordi, incamminandosi per Snowdin era inconsapevole che qualcuno lo stava seguendo.




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