Quella sera di metà settimana.

di KHREM
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Quella sera di metà settimana stava finalmente arrivando.
Una giornata insolita per darsi un appuntamento.
Gli amici di Sasha, erano abituati ad incontrarsi il venerdì e il sabato sera, ma mai tra i vari impegni settimanali.
Ed era così  un po’ in tutto il quartiere di Sasha.
Di sera, le strade erano libere, e i locali non pullulavano di gente come nel week-end.
Sasha finì di tradurre la versione di Latino in anticipo.
Non vedeva l’ora di uscire e nello stesso tempo avrebbe voluto già trovarsi al giorno seguente.
Le lancette dell’orologio segnavano le 18.30, e con Ema, si erano date appuntamento alle 20.15 fuori dal cinema.
Ema, quella mattina, aveva avuto poche ore di lezione all’università, e così, riuscì a portarsi avanti con qualche capitolo, anche se lo faceva più per far passare il tempo, che per incamerare i punti più essenziali di ogni argomento.
Ema, si mise davanti allo specchio del suo armadio, e incominciò ad osservarsi dalla testa ai piedi.
Cercava di capire come portare i capelli, come vestirsi, come truccarsi, e cosa avrebbe potuto dire a Sasha.
Aprì il suo armadio e provò decine di combinazioni tra pantaloni, gonne, vestiti, magliette, maglioni, accessori.
Poi prese la sua trousse, e iniziò a truccarsi.
Sasha, al contrario, non aveva idea di cosa mettersi.
Lei era abituata a prendere i primi panni che aveva davanti, non era molto ferrata per gli abbinamenti, ma si cambiò più volte, finché non pensò di aver trovato l’abbigliamento giusto.
Poi corse in bagno, a cercare di sistemare i suoi capelli corti.
Maledizione! Cosa li ho tagliati a fare se non riesco neanche a dar loro una piega? Fortuna che non li ho lunghi…miseriaccia!
Entrambe erano così impegnate a farsi belle, che improvvisamente si accorsero del tempo che era passato, ma soprattutto che erano in ritardo per l’appuntamento.
Sasha, uscì di casa correndo, e dopo cento metri, si ricordò di aver dimenticato il portafoglio a casa, così tornò indietro.
Ema, presa dalla fretta, non si ricordò di prendere la sua borsa, e così anche lei, dovette tornare nel suo appartamento.
Uscendo dal portone, per la seconda volta, la borsa di Ema, si impigliò alla maniglia, e lei venne strattonata dalla borsa stessa.
Porca miseria!
Il cinema non era molto lontano, ma neanche così vicino.
Sasha correva, correva più che poteva, anche troppo, e sfortunatamente inciampò su un ramo secco e cadde a terra.
Ma che caz…
Non terminò neanche quell’esclamazione e pur di non perdere tempo, evitò di andare in escandescenze, così si rialzò e continuò a correre.
L’affanno risuonava tra i loro passi veloci, uno dietro l’altro senza sosta.
Eccolo finalmente! Ci sono quasi…
Il cinema, ormai, era sotto i loro occhi.
Si vennero incontro correndo, una da destra e l’altra da sinistra, entrambe senza fiato e con la necessità di riprendersi da quella folle corsa.
- Potevi anche telefonarmi, non credi?
Disse Sasha, respirando tutto l’ossigeno che riusciva a far arrivare ai polmoni.




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