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di Init7
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Morirò con tutte queste storie dentro di me e nessuno a cui raccontarle.
Sono in un angolo. Sono all'angolo. Le luci al neon sopra la mia testa tremano e mi danno quell'effetto di palla psichedelica da discoteca.
Ma non c'è nessuno che balla attorno a me. Non c'è nessuno.
Sono seduta a terra e il gelo del pavimento si trasmette alle mie gambe, sino alla pelle d'oca.
Tremo. Mi abbraccio. Non basta.
Come può non capire l'uomo, il nonsenso del senso. L'inutilità dell'esistenza.
Tornare a casa. Vivere. Uccidermi. Farmi un caffè. Sarebbero tutte opzioni valide.
Azioni fattibili. E al resto del mondo, di me, di tutto questo, non importerebbe assolutamente nulla.
Non ho dato un senso alla mia vita. Il senso della vita è dare un senso alla vita.
Ma se la vita non ha senso, io non ho un senso a cui dare senso. Del resto, la destra e la sinistra sono solo nomi dati a due direzioni dall'uomo.
Come il concetto di buono e cattivo. Senza un senso, un senso unico, una strada non porta da nessuna parte.
Una freccia. Di là. Di qua no. Venire ma non andare. Andare ma non venire.
Venire e sparire. Respiro. Perché posso farlo. Sto respirando perché sto vivendo o solo esistendo?
Passi. In lontananza. Passi tu e mille altri passi sui marciapiedi.
Passi e io ti guardo. Passi e io li conto.
Chi vince se vinco contro me stessa? Com'è perdere in partenza contro se stessi?




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