The illusion of perfection

di Rabbit_183
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Caro diario,                                                                                                       16 Agosto
Oggi ho di nuovo litigato con mamma, la causa? I miei voti a scuola, per lei troppo bassi, anche se in realtà sono nella media, eccetto matematica ovviamente, in quella ho una D fissa.
Così oggi dopo l'ennesima D mia madre si è arrabbiata ed ha iniziato la sua immancabile paternale sul mio poco impegno ecc... Concludendo poi con gli elogi e i confronti con mia sorella. Meglio conosciuta anche come la "gemella perfetta". Anche se siamo praticamente identiche mamma trova sempre i pretesti per farla sembrare migliore di me: lei che a vinto tutti i concorsi di danza classica mentre io sembravo un elefante con le punte, lei che ha ottimi voti e ha vinto una borsa di studio per la Columbia a New York mentre io studio all'università di Annapolis, (anche se io amo la mia città con le case colorate, il mare, è semplicemente un sogno); e per finire in bellezza mi rinfaccia anche che lei si frequenta con ragazzi rispettabili mentre io la "Disonoro" uscendo con "gente poco raccomandabile" cosa per altro non vera. 
Dio, in questo momento la sto odiando, non fraintendermi eh, io amo mia sorella, darei la vita per lei insomma è la mia gemella, il problema è mia madre che mi ossessiona con i suoi ideali di perfezione... potrebbe perfino scrivere un libro su tutte le sue stupide regole che mi impartisce, regole che sistematicamente io non rispetto in fondo gli basta una figlia perfetta no? In realtà tutto questo mi fa sorridere, mia madre la "perfetta" Coral Lale, l'avvocatessa impeccabile, che ha sempre cercato la perfezione in tutto; nel suo matrimonio con mio padre e nella sua carriera, l'arrivo di due splendide gemelle poi fu l'epilogo della sua vita da favola. Peccato che non abbia messo in conto che la vita vera non è una stupida storiella per bambini, così alla fine si è ritrovata con un marito perfetto, che la tradiva regolarmente, un matrimonio perfetto ormai inesistente e infine una figlia che pur di farla arrabbiare venderebbe l'anima al diavolo...  lei che ha sempre avuto tutto adesso si ritrova sola con la sua carriera, (almeno quella è andata secondo i suoi piani).
Ma sai che c'è Caro Diario? A me non interessa più niente di quello che pensa, io voglio vivere la mia vita secondo le mie regole... Sai spesso sento mia sorella, lei mi dice che in realtà mi invidia ma come fa ad invidiarmi?
Scusami Diario ma adesso devo andare, sta per arrivare Ethan ed oggi facciamo ben cinque mesi e ovviamente mamma non approva. Lui pensa che io sia perfetta ed io gli credo, non mi interessa cosa pensano gli altri.
Ciao ciao Caro Diario
La tua felicemente imperfetta Aileen. 
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"A tutte le unita, a tutte le unita, un 10-46 sulla statale al miglio 6, direzione Annapolis."
Tutte le pattuglie in zona si mobilitarono, sapevano che quando scattava un 10-46 ossia un incidente con feriti si doveva agire il più in fretta possibile così da poter bloccare il traffico e portare soccorsi nel minor tempo possibile. Così l'agente Philip accortosi di essere a solo un miglio dal luogo dell'incidente accelerò,  fu il primo infatti ad arrivare sul posto.
In mezzo alla carreggiata c'era un tir con il motore fumante e poco distante un'auto completamente distrutta:
"A-agente i-io non s-sono riuscito ad e-evitarla" disse il conducente del tir tenendosi una mano sulla fronte, non sembrava che lui avesse avuto particolari danni dall'incidente, Philip non lo considerò minimamente e corse verso la macchina, dal finestrino rotto vide una ragazza, avrà avuto poco più di diciotto anni, aveva i capelli biondi sporchi di sangue che le coprivano il viso anch'esso insanguinato, respirava a fatica così l'agente si sporse verso di lei e le sganciò la cintura di sicurezza che la stava soffocando poi le prese la mano e le disse: "stai tranquilla i soccorsi stanno arrivando".  La ragazza aprì lentamente gli occhi e sorrise all'agente, lui rimase sorpreso, il sorriso della ragazza non era un sorriso di circostanza ma un sorriso vero, genuino, Philip si chiese come facesse a sorridere in quella situazione, lui voleva solo piangere, così sperò che i soccorsi arrivassero in fretta mentre lui le stringeva la mano.
Dopo tre infiniti minuti i soccorsi arrivarono, i paramedici scesero dall'ambulanza e cercarono di tirare fuori la ragazza dalla macchina il più delicatamente possibile.
L'agente non le lasciò mai la mano nemmeno quando i paramedici la misero sulla lettiga e le misero la mascherina sulla bocca.
La ragazza non si mosse per tutto il tempo dell'operazione, teneva gli occhi chiuse e la mano in quella di Philip che talvolta stringeva,   finché in prossimità dell'ambulanza lei non aprì gli occhi e si tolse la mascherina con la mano tremante, l'agente tentò di rimettergliela ma lei scosse la testa, allora Philip si avvicinò  a lei: "M-mia sorella" disse a fatica, "Dica a mia s-sorella - si fermo di nuovo per prendere aria - c-che mi dispiace e-e che le voglio b-bene per s-sempre" sussurrò alla fine mentre gli occhi blu le si riempivano di lacrime. Il poliziotto annuì e le rimise la mascherina lei sorrise un'ultima volta poi chiuse di nuovo gli occhi, sembrava che con quelle parole avesse consumato tutte le sue forze. I paramedici la caricarono sull'ambulanza che parti poi a tutta velocità.
Philip si asciugò una lacrima e pregò tutti gli Dei che conosceva per quella ragazza, poi si riavviò i capelli e si diresse verso la sua macchina, ora li spettava il lavoro più difficile... avvisare i parenti.


Angolo Autrice:
Ciao ragazze, questa è la prima storia che scrivo da sola e spero vi possa piacere, fatemi sapere.
XoXo 
C.




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