To the stables
«If
your heart is restless from waiting so long
If you're tired and weary and you can't go on
If a distant dream is callin' you
Then there's just one thing you can do
Follow that
dream wherever it may lead»
Liam trovava divertenti i tentativi
del diciassettenne
di non rivolgergli parola o sguardo per mostrare quanto fosse contrario
all’idea di dividere quella giornata con Safaa, tutta presa
nella descrizione
del suo pony ideale nei sedili posteriori, e con Waliyha che stava
frettolosamente digitando una serie di messaggi per far
“morire d’invidia
Rachel”. Poteva comprendere il risentimento che provava nei
confronti di
Doniya, avevano progettato di passare quei due giorni insieme e lei
aveva
promesso il suo aiuto, ma non era riuscito a opporsi Liam quando si era
ricordato della promessa fatta a Safaa qualche settimana prima. Le
aveva
giurato quel pony e in cambio lei non avrebbe più litigato
con Zayn per il
possesso dell’orso bianco, per non citare poi quel che le
aveva promesso prima
dell’incidente. Si divertiva a stare in compagnia di Zayn e
non gli dispiaceva
dividere quel tempo anche con le sue sorelle. La loro relazione stava
procedendo senza eccessive burrasche da qualche mese, era normale
sentirsi già
parte della sua famiglia o era un sentimento prematuro?
- Siamo d’accordo, Lee?
Facciamo un sacco di foto,
seleziono la più bella e la pubblico sul mio profilo, tutte
le mie amiche la
vedranno e quando mi chiederanno di te farò la misteriosa e
lascerò credere
quel che vogliono. Moriranno d’invidia.-
Scosse il capo con un sorriso
divertito quando Waliyha
espose di nuovo il suo piano, spostando gli occhi dal cellulare per
guardarlo
nello specchietto, rilasciò la risata allo sbuffo che si era
fatto sentire,
assieme a dei borbotti, dal posto del passeggero e poggiò il
palmo contro la
coscia di Zayn che alle frecciatine della sorella replicava con un tono
annoiato che “sei troppo piccola per sguazzare in
rete e Leeyum è troppo
grande per te”.
- Ho tredici anni sono grande a
sufficienza.- sentì
chiara la replica di quella che roteava gli occhi con uno sbuffo
annoiato,
incrociava le braccia al petto e aggiungeva con un tono petulante: -
Una mia
compagna ha avuto una storia con un ragazzo più grande di
Lee.-
Tenne gli occhi fissi sulla strada
mentre il dibattito
proseguiva tra divieti a uscire con ragazzi più grandi,
accuse di un
comportamento eccessivamente protettivo fino all’ordine di
frequentare l’altro
sesso solo con il compimento dei trent’anni.
Ascoltò il verso irritato di Zayn
quando quell’ultima raccomandazione gli valse la risposta
immediata della
sorella - “Quanti anni avrai Lee? Mio fratello ci
darà il permesso” - e
ridacchiò divertito all’introdursi della minore
nel discorso che con leggerezza
affermò di avere già il permesso di sposare Lili
da grande.
Curvò le labbra in un
sorriso innocente quando Zayn si
rivolse a lui con una smorfia e “Ci divertiremo un
mondo, vero?”,
un’accusa a quanto affermato per convincerlo a seguire il
cambio di programma
proposto da Doniya, si strinse nelle spalle e in un sussurro
ribatté: - Fidati,
ci divertiremo tutti.-
Il verso scocciato di Zayn
bastò come risposta
all’ottimismo che stava cercando di trasmettergli,
allungò un braccio verso di
lui e passò le dita tra le sue ciocche scure, rivolgendogli
un breve sguardo e
sorriso prima di tornare con gli occhi sulla strada. Mosse il capo in
un cenno
al suo proporre “Le lasciamo sui cavalli e passiamo
il resto della giornata
assieme”, lasciò il braccio teso per
qualche altro istante per permettere
alle sue dita di seguire le linee del tatuaggio impresso sulla pelle e
gli
scompigliò i capelli prima di tornare con entrambe le mani
sul volante,
trattenendo con forza la risata al commento di Safaa sulle principesse,
i
cavalli e l’obbligo che Zayn aveva di salire su uno di
quelli.
La risata che lasciò
libera al “Doniya si pentirà
di questa giornata” gli fece guadagnare
un’occhiata torva di Zayn che si
agitò ancora un poco sul sedile, lottando con la cintura di
sicurezza, e
biascicò un commento su come tutto sembrasse andare storto
quando decideva che
era la giornata perfetta per quel tipo di disegno.
- Quale disegno?-
domandò con curiosità, interrompendo
il seguito dei suoi lamenti, inarcò un sopracciglio quando
incrociò il suo
sguardo e si mostrò ancora più confuso al suo
ribattere con sicurezza un “Sai
bene a cosa mi riferisco”, seguito da un lento
scorrere dei suoi occhi
lungo tutto il corpo e dal suo concludere quello studio con un sospiro
e “Non
ci riuscirò mai”. Corrugò la
fronte nel vederlo così abbattuto e spostò un
palmo contro la sua coscia, stringendo appena la presa e sussurrando
qualche
incoraggiamento sul poter ritrarre dei bellissimi cavalli e rimandare
qualsiasi
altro disegno avesse in mente per un’altra giornata.
- Il soggetto che preferisco sei
tu.-
Riuscì a mantenere il
legame tra i loro occhi per
alcuni secondi, curvò le labbra in un sorriso dolce e
strofinò la sua guancia
con il pollice, tornando poi a concentrarsi sulla strada mentre sentiva
Zayn
cercare una soluzione a quella variazione dei piani ed esporre infine
con
convinzione che “Potrei sempre provare ad abbozzare
te su un cavallo, in una
posa da generale o imperatore”.
Mosse semplicemente il capo per
dare il consenso e si
scambiò un veloce sguardo con Zayn, arricciando le labbra
nello stesso sorriso
e sghignazzando l’attimo dopo per il commento che Waliyha
aveva fatto sulla
loro “disgustosa sincronizzazione”
e sul ribattere di Zayn che non
sarebbe stato tanto difficile avere la possibilità di essere
lasciati in pace
durante quella giornata.
///
Liam stava seduto sulla panchina
con le gambe distese
di fronte a sé, il capo reclinato per assorbire il calore
dei raggi del sole di
inizio novembre e un sorriso che gli faceva stendere le labbra ogni
qualvolta
percepiva lo sguardo del minore posarsi su di lui. Era da una decina di
minuti
che quell’azione si ripeteva, poi Zayn sospirava, scuoteva il
capo e tornava a
concentrarsi sul blocco che stava abbandonato in equilibrio sulle
gambe. Liam non
era intervenuto per incitarlo a introdurre il discorso che sembrava non
lasciarlo tranquillo, conosceva i tempi del ragazzo ed eventualmente si
sarebbe
aperto a lui e avrebbe chiesto il suo aiuto. Cosa che difatti avvenne
dopo
altri dieci minuti di silenzio, sospiri e l’introdursi delle
sue elucubrazioni
nel “E se dovessero accettarmi?”,
cui era poi seguita una pausa, un
ulteriore sospiro, una scossa del capo e “Le
probabilità sono minime”.
- Ne hai parlato con i tuoi
genitori?- domandò Liam
quando la pausa successiva si protese per altri due minuti,
inclinò il viso per
rivolgere l’attenzione al ragazzo che tracciava segni
concentrici sull’angolo
del foglio e aspettò che alla scossa del capo aggiungesse la
spiegazione “Solo
con te ne ho parlato”. Spostò il braccio
dalle assi della panchina per
posarlo sulle spalle di Zayn e lo invitò con la pressione
dei polpastrelli
contro il collo ad avvicinarsi di più a lui, infilando poi
lei dita tra le sue
ciocche per offrirgli un contatto che lo stabilizzasse mentre alla
domanda di
poco prima aggiungeva: - Ne hai parlato con qualcuno almeno,
così non è solo
dentro la tua testa.-
- Devo spedire la domanda, se non
voglio perdere
l’occasione, e se poi…-
Interruppe il suo discorso con un
verso della gola, si
spinse contro la sua spalla e aspettò distogliesse lo
sguardo dal foglio per
sollevarlo su di lui per poi dire con sicurezza: - Tu fai la domanda,
poi avrai
tutto il tempo di parlare con loro. Se dovessi cambiare idea, potrai
sempre
rifiutare.-
Osservò il profilo del
viso di Zayn, così chiuso nella
solita espressione meditativa che aveva anche durante uno schizzo, e
gli
rivolse un sorriso incoraggiante quando incrociò il suo
sguardo, vedendolo
stringersi nelle spalle e muovere il capo in un cenno
d’assenso per rispondere
alla proposta fatta in precedenza. Tenne il braccio posato sulle sue
spalle, la
mano penzoloni e il capo reclinato per approfittare dei raggi del sole
e
lasciare a Zayn il tempo di radunare tutti i pensieri ed esporli poi
con il
tempo che preferiva. Inarcò un sopracciglio al sospiro che
risuonò accanto a
lui, distese le dita per permettergli di aggrapparsi ad esse e
strofinò la
guancia contro le ciocche morbide, percependo il suo respiro contro il
collo
contro cui si era riparato per un solo istante prima di riportare lo
sguardo di
fronte a sé.
- Mi sembra di avere
così tante scelte di fronte a me
e che un piccolo passo sbagliato possa cambiare e rovinare la mia vita
per
sempre. So che non dovrei vedere questa scelta come qualcosa di tanto
drastico,
che faccio in tempo a re-indirizzare tutto quanto e trovare la mia
strada. Solo
che… è così difficile, Liam. Ho quasi
diciotto anni e mi sembra di essere
ancora troppo piccolo per fare certe scelte. Ti chiedono dove ti vedi
da qui a
tre o cinque anni e non so rispondere nemmeno con una parola. Mi
piacerebbe
fare dell’arte la mia carriera, non mi dispiacerebbe
insegnare… ma le scelte
sono tante e io mi sento… mi sento confuso e come se tutte
queste scelte mi
stessero sommergendo.-
Liam aveva preferito il silenzio,
invece di riempire
quella pausa di parole inutili, aveva osservato la nuca di Zayn, le sue
dita a
premere contro le prime vertebre, e aveva lasciato scivolare la mano
dalla sua
spalla lungo la sua schiena, fermando il palmo contro il suo fianco
mentre osservava
la posizione che aveva assunto così proteso in avanti con i
gomiti contro le
ginocchia.
- Ho scelto
l’università di Houston solo per i
Cougars.- Ruppe così il silenzio una volta certo Zayn non
avesse nient’altro da
aggiungere, mosse i piedi contro la ghiaia e continuò: -
Sapevo che erano una
buona squadra e non volevo perdere i miei amici. Mio padre mi ha
consigliato di
scegliere una facoltà che poi mi lasciasse aperta la
possibilità di fare altro.
Può capitare di tutto, no?-
Si strinse nelle spalle con uno
sbuffo per come Zayn
lo fissava in attesa e con preoccupazione perché non era
quello il senso del
suo discorso, non voleva gli ripetesse, come troppe persone in quei
mesi, che
sarebbe riuscito a superare l’infortunio e rimettersi in
campo. Voleva aiutarlo
a rendere quella scelta più semplice, non ricevere conforto
per qualcosa che
non poteva cambiare.
- Fin da bambino ho sempre voluto
fare il giocatore di
football, non ho mai avuto ripensamenti o dubbi. Quel che voglio fare
è
giocare, non ci sono strade alternative. Ho avuto sempre chiaro il mio
futuro.-
Inclinò il viso per fissare Zayn, trovando i suoi occhi
attenti su di lui,
poggiò un palmo sulla sua coscia e strinse appena la presa,
riprendendo il
discorso e aggiungendo: - Non so cosa provi in questo momento,
così spaesato
fra troppe scelte. Sono sicuro non ti pentirai mai di aver seguito il
tuo sogno
e la tua passione più grande. Saranno anni che ti aiuteranno
a crescere e
potrai anche sviluppare tutte le tue doti.-
- Stai dando per scontato
troverò il coraggio di
inviare la domanda e il suo esito positivo.-
Arricciò le labbra in un
grosso sorriso al borbottio
di Zayn, diede una pacca leggera contro la sua coscia e
passò la mano tra i
suoi capelli, per poi assumere un tono serio mentre affermava: - Sai
anche tu
di voler mandare la domanda, hai solo troppa paura del risultato e di
come
farai così lontano da casa. Io sono sicuro manderai la
domanda, verrai
accettato e andrai alla grande in tutti i corsi.-
Mosse il capo in un cenno deciso al
flebile “Lo
pensi davvero?” che Zayn aveva pronunciato a occhi
socchiusi, rivolse il
palmo verso l’alto per permettergli di intrecciare le loro
dita e chiuse la
mano per tenerla stretta alla sua, spingendosi con la spalla contro la
sua e
sussurrando: - Non esagero mai quando parlo del tuo talento. Non ho
frequentato
nessun corso di critica artistica, non sono esperto nella tua materia,
ma amo
il tuo tratto. Riesci a racchiudere le emozioni nei soggetti che
scegli,
persino in due mani che si toccano.-
Sfregò il pollice contro
la nocca del suo indice per
rispondere con un gesto carico d’affetto al ringraziamento
fatto da Zayn con un
filo di voce e le guance rosse, spinse il ginocchio contro il suo per
richiamare la sua attenzione e solo una volta incrociati i suoi occhi,
sussurrò: - Dopotutto non saranno i critici d’arte
a comprare il tuo fumetto.
Devi piacere al pubblico che potrebbe non conoscere tutti quei nomi
strani che
citi, ma che magari sarebbe disposto a pagare per vedermi a petto nudo
in una
delle tante avventure.-
Arricciò le labbra in un
sorriso appagato al risuonare
della risata divertita di Zayn, quasi tutta la tensione aveva
abbandonato le
sue spalle, ascoltò il suo ribattere che non aveva alcuna
intenzione di
inserire nel fumetto una scena di lui mezzo nudo, per non parlare poi
di quanto
fosse impossibile trovare qualcuno disposto a pubblicarlo, e si sporse
per
premere le labbra contro la sua tempia, restando in quella posizione
con gli
occhi chiusi ad ascoltare il respiro del ragazzo che teneva la mano
stretta
nella sua.
- Io lo comprerei.- insistette sul
discorso precedente
dopo aver allontanato il viso dal suo, ruotò il volto come
gli indicavano le
dita premute contro le guance e sporse le labbra in un broncio al
commentare di
Zayn che “dici questo perché sei un
megalomane”. Inarcò un sopracciglio
per rendere ancora più evidente la confusione e
corrugò la fronte al bacio che
ricevette contro la guancia, assieme alla spiegazione “Vuol
dire che ti
piace essere al centro dell’attenzione”.
- Della tua attenzione?
Sì, sempre.- ammise con una
stretta nelle spalle e un sorriso dai tratti ingenui, portò
le loro mani unite
alle labbra e schioccò un bacio contro il dorso della sua,
puntando gli occhi
in quelli del ragazzo che lo fissava in silenzio con una piega di
dolcezza
sulle labbra.
- Se dovessi finire nel
Minnesota…- Fece risuonare un
verso nella gola per indicargli di essere attento e poter continuare,
strinse
la presa sulla sua mano e si spostò sulla panchina per avere
le loro spalle una
contro l’altra; l’insicurezza nella sua espressione
non era macchiata dalla
tristezza, come durante la prima introduzione di quel discorso, ma
voleva
mostrargli con qualsiasi gesto di esserci per lui e di avere tutto
l’appoggio
necessario. -… dicono che faccia molto freddo.-
- Così dicono,
sì.-
Spostò per un breve
istante lo sguardo su Zayn che
teneva gli occhi rivolti alla staccionata cui stava aggrappata Safaa
per
accarezzare i cavalli e trattenne il labbro inferiore con i denti per
non
ridere al suo aggiungere: - Ormai mi sono abituato al clima del sud,
del
Texas.-
Mosse il capo in un cenno quando
incrociò i suoi occhi
nocciola, trattenendo la risata di fronte al suo essere tanto buffo a
ruotare
attorno al fulcro della questione, si strinse poi nelle spalle e con
divertimento
commentò: - Ti si gelerà tutto quanto e
diventerai una statuina di ghiaccio.-
Inarcò un sopracciglio
al verso pensieroso del minore,
al suo tenere testardamente lo sguardo di fronte a sé e al
“Tu tieni a me,
no?” che aveva pronunciato con un tono sommesso e
la fronte aggrottata
nell’attesa di una risposta. Liam sollevò le loro
mani, come se quel gesto
potesse in parte rispondere ai suoi dubbi, e si apprestò poi
a sussurrare: - Ci
tengo davvero molto a te, Zee.-
Seguì i suoi cenni del
capo, quasi si stesse
convincendo a procedere con il discorso nella sua testa,
ascoltò il suo
insistere con “Se dovessi finire nel Minnesota…”
e aspettò il suo
sospiro, la stretta della sua mano e il suo mormorare che “farà
freddo, sarò
solo”, per poi decidersi a intervenire in suo
soccorso e chiedere: - Vuoi
che ti salvi dal gelo?-
Osservò il movimento
delle sue spalle, il loro
abbassarsi con il sospiro, e lasciò che muovesse le dita tra
le proprie mentre
lo sentiva farfugliare: - Non tutti i giorni, o una volta la settimana.
Forse
due… no, credo andrebbe bene promettermi almeno un fine
settimana ogni mese.
Direi che è molto equo tre giorni al mese. Così
la tua presenza non mi
distrarrà dai corsi e allo stesso tempo la tua visita
sarà un momento che
aspetterò con la sicurezza che rispetterai il patto.-
- Tre giorni al mese in cui
dovrò salvare il mio
ragazzo dal congelamento?- domandò con un ghigno divertito,
tenendo gli occhi
fermi sulle dita che Zayn muoveva lungo la mano, inarcò un
sopracciglio al suo
“qualcosa del genere” e
sollevò lo sguardo su di lui, curvando le labbra
in un sorriso e stringendosi nelle spalle mentre commentava: - Credo
sia
perfetto. Un fine settimana al mese sarà più
semplice da incastrare tra le
partite.-
- Siamo d’accordo
così? Verrai a trovarmi nel
Minnesota?-
Annuì con il capo per
affermare quanto detto
precedentemente e si spinse poi con la spalla contro la sua, chiedendo
in un
sussurro: - Hai deciso il Minnesota?-
Chiuse la mano attorno alla sua con
un sorriso
incoraggiante al suo rispondere con una stretta delle spalle quasi
indifferente
e un breve cenno del capo, restò premuto contro il suo
fianco e inclinò il viso
per avere la guancia contro il suo capo, ascoltando il flebile
“Mi
piacerebbe, sì. Sempre se dovessero prendermi”.
- Sono sicuro ti prenderanno.-
ribatté con tutta la
sicurezza che possedeva in quel momento, mostrandosi convinto di quel
futuro
che aspettava Zayn, sfregò la guancia contro le ciocche
morbide e chiuse gli
occhi con un sospiro quando una brezza leggera li raggiunse. -
Sarebbero
stupidi a non farlo e ci rimetterebbero loro a non avere uno studente
come te
nella loro scuola.- insistette con un tono della voce basso per non
rendere
partecipe di quella conversazione chi passava loro accanto con occhiate
curiose, percepì la stretta sulla mano farsi più
forte e abbassò il capo fino
ad avere le labbra a sfiorare il suo orecchio, ascoltando con un
sorriso il
respiro sincronizzarsi al proprio mentre ripeteva: - Non ti
lascerò solo, Zayn.
Non lo farò mai.-
Si separò appena da lui
quando intravide la più
piccola tra le sorelle fermarsi di fronte a loro, premette le labbra
contro la
tempia di Zayn in un bacio delicato prima di rivolgere tutte le
attenzioni alla
bambina che li fissava con un broncio e allungò un braccio
nella sua direzione,
aspettando gli prendesse la mano e si avvicinasse ancora un poco a loro
per
chiederle cosa fosse successo da renderla così triste.
- Non io, Zee.-
s’impuntò quella che indicava con una
mano il ragazzo che sbuffava e si voltava testardamente dalla parte
opposta.
Comportamento che non sembrò abbattere Safaa che,
rivolgendosi a Liam, domandò:
- Lui è triste perché avete litigato?-
- Non abbiamo litigato.-
Arrivò prontamente la
risposta di Zayn che rilasciò un ulteriore sbuffo annoiato e
l’invito fatto alla
sorella di tornare dai cavalli per lasciarli ancora una volta in pace e
soli.
Liam non riusciva a non trovare
buffo quel piccolo
dibattito tra loro; Safaa che insisteva sulla tristezza del fratello e
l’altro
che controbatteva di essere così solo perché lei
li aveva disturbati, ricevendo
immediatamente la risposta saccente della bambina che lo informava di
averlo
tenuto controllato tutto il tempo prima di decidersi a controllare lei
stessa
la situazione.
- In questa famiglia nessuno che
pensa a non impicciarsi
in qualcosa che non lo riguarda. Iniziate a farvi i cazzi vostri e
lasciatemi
in pace.-
Liam spinse un gomito contro il
fianco di Zayn quando
notò gli occhioni della bambina farsi appena lucidi e si
sporse verso di lei
con il busto per essere alla stessa altezza con il viso mentre le
chiedeva
ancora una volta per quale motivo li avesse raggiunti e se avesse
bisogno di
qualcosa. Osservò il suo sollevare con fierezza il capo,
come a mostrare al
fratello di poter riservargli lo stesso trattamento, e
inarcò un sopracciglio
quando si rivolse solo a lui mentre diceva: - Se vieni con me mi fanno
salire
sul cavallo. Hanno bisogno del permesso di un adulto.-
Mosse il capo in un cenno e le
indicò di procedere con
un sorriso gentile, promettendole di seguirla subito e non farla
attendere
troppo. Rilasciò un sospiro quando lei si
allontanò dopo aver rivolto al
fratello un’occhiata torva in quell’arrabbiatura
infantile, spostò gli occhi
sul ragazzo che teneva i piedi contro le assi della panchina, il blocco
in equilibrio
sulle ginocchia e la matita stretta tra le dita, e si alzò
in piedi con una
mano contro la sua spalla, notando quanto stesse tenendo ostinatamente
il capo
basso per nascondergli qualsiasi emozione.
- Sarà meglio che la
raggiunga. Non vorrei essere chi
non le permette di salire sul cavallo dei suoi sogni.-
mormorò con un cenno
verso la bambina che si sbracciava per indicargli di affrettare i
tempi, passò
le dita tra le ciocche scure di Zayn e curvò le labbra in un
sorriso al suo
sollevare il capo e far incrociare i loro sguardi. Spostò la
mano contro la sua
guancia, vedendo il suo viso muoversi per cercare più
contatto e calore, sfregò
il pollice contro lo zigomo e sotto il suo occhio, le sue ciglia che
gli
sfioravano la pelle all’abbassarsi delle palpebre, e
rilasciò un sospiro quando
non seppe come continuare. Avrebbe voluto promettergli ancora una volta
che
quella distanza non avrebbe influito in alcun modo sulla loro
relazione, che
per quel che lo riguardava era certo di aver trovato la persona con cui
passare
il resto della sua vita. Era presto però, troppo presto, e
non aveva alcuna
intenzione di correre tanto veloce quanto in uno scatto sul finire di
una
partita.
Preferì quindi passare
le dita tra le sue ciocche con
una risata ai suoi sbuffi irritati, tenere il suo viso sollevato con
due dita
sotto il suo mento e chinarsi per premere le labbra contro le sue,
salutandolo
poi con un gesto della mano mentre raggiungeva Safaa che paziente lo
aspettava
e gli indicava il cavallo su cui voleva salire.
Si piegò sulle ginocchia
una volta fermo di fronte a
lei, posò le mani sulle sue spalle e mormorò: -
Zee non è arrabbiato con te,
capito? Ha solo bisogno di tempo perché deve fare delle
scelte per il suo
futuro e certe volte è spaventoso diventare adulti. Non
voleva gridarti contro
quelle cose.-
Si accontentò della sua
stretta nelle spalle e
dell’affermazione “gli adulti sono strani
e Zee sta diventando strano”,
mosse il capo in un cenno con l’accenno di una risata sulle
labbra e la prese
in braccio per aiutarla a sedersi sulla sella del destriero,
raggiungendo poi
Waliyha che stava con le braccia contro la staccionata a osservare il
percorso
che l’istruttore faceva compiere a tutti i bambini sul loro
cavallo.
- Non volevamo rovinare la vostra
giornata insieme.-
Inarcò un sopracciglio
confuso quando la sentì
pronunciare quella frase dopo qualche secondo di silenzio, si
voltò verso di
lei e la trovò con gli occhi rivolti verso i cavalli che
ripetevano lo stesso
percorso nel recinto, spostò lo sguardo verso la panchina
dove Zayn sembrava
essere preso nel disegno e con una scossa del capo borbottò:
- Non avete
rovinato nulla.-
Tenne gli occhi fermi in quelli di
Waliyha che lo
fissava con un’espressione cinica, poggiò gli
avambracci contro la staccionata
e si strinse nelle spalle, ripetendo: - Non avete rovinato nulla.
Questo è solo
un periodo complicato per lui.-
Spostò gli occhi sulla
ragazzina che teneva le
sopracciglia corrugate, la stessa espressione pensierosa del fratello,
e si spinse
con un fianco contro il suo per poi rivolgerle un sorriso e cercare di
rendere
meno cupo il suo viso.
- Non parla mai con nessuno quando
ha i suoi momenti.
Io non so interpretare i suoi silenzi come fai tu quindi come faccio ad
aiutarlo?-
Rivolse ancora una volta lo sguardo
al ragazzo che
strofinava la matita contro la mascella, tutto concentrato nel suo
schizzo, e
rilasciò un sospiro, puntando gli occhi sulla ragazzina che
lo fissava in
attesa e cercando di rassicurarla con un sorriso e “Ha
solo bisogno di tempo”.
///
Liam non era riuscito a negare un
gelato alle due che
l’avevano fissato con grandi occhi imploranti, aveva pagato
per loro e aveva
costretto Safaa a sedersi al tavolo da pic-nic e non correre dai
cavalli con il
cono che gocciolava già lungo la sua mano. Aveva preferito
lasciare Zayn con il
suo fedele album degli schizzi e passare il resto del pomeriggio con
quelle che
avevano apprezzato la sua compagnia, tanto da riempirlo di chiacchiere
di ogni
genere e pettegolezzi su compagne di scuola irritanti.
-…
l’istruttore poi ha detto che sono stata molto
brava. Allora ho deciso di diventare un’amazzone come quella
dei fumetti di
Zee. Sono bella come lei, Lili? Posso essere una principessa guerriera?-
- Rachel mi ha detto che se un
ragazzo ti ignora o ti
tratta male è perché in realtà gli
piaci. Come fai a dire il contrario?-
Liam corrugò la fronte
alla domanda curiosa di Waliyha
che gli stava seduta di fronte con la coppetta di gelato sul tavolo,
sollevò un
braccio per tenerlo dietro la schiena di Safaa che si era messa in
piedi sulla
panca per imitare qualche mossa con una spada invisibile in una mano e
il cono
gelato nell’altra e rifletté su quale discorso
iniziare per primo, lasciando
che la più piccola prendesse posto sulla gamba e cercando di
pulire il suo viso
con uno dei tanti tovaglioli di carta che aveva deciso di prendere per
riparare
a simili disastri.
- Una frase del genere
l’ho sempre sentita riferita
alle ragazze.- commentò poi con un’espressione
pensierosa, strofinò le dita
contro il mento e con uno scrollo delle spalle continuò: -
Non mi sembra in
ogni caso qualcosa di vero. Se una persona ti tratta male, non dovresti
dargli
attenzioni… o sperare ricambi i tuoi sentimenti.-
- Quindi è una bugia?
Non esistono persone di quel
tipo?-
Sollevò ancora una volta
le spalle con un sospiro
sconsolato e poi sussurrò: - Forse Louis appartiene a quella
categoria e non ti
consiglio di trovare un Louis nella tua vita.-
- Ho un compagno che si chiama
così, però non mi
tratta male. Piace a Rachel ma lui non la guarda mai. Dovrei dirle che
è perché
non la vuole?-
Scosse il capo con una risata
quando s’immaginò
un’ipotetica scena tra le due che si consideravano migliori
amiche e alla sua
occhiata confusa spiegò: - Non è una cosa molto
carina da dire alla tua amica
del cuore.-
- Almeno così
smetterebbe di andargli dietro. Lo
faccio solo per il suo bene.-
Continuò a scuotere il
capo con la risata di fronte
alle sue insistenze e ancorò il braccio attorno alla vita
della bambina che
stava quasi per sbilanciarsi dalla gamba su cui aveva deciso di
dondolare,
scrollando le spalle con un sospiro e mormorando: - Non venire a
lamentarti da
me, se dovesse scatenarsi la guerra tra voi.-
Osservò il movimento dei
suoi occhi, il sorriso vispo
che curvava le sue labbra e ascoltò distrattamente il
commento “Non sarà la
prima volta che litighiamo”, preoccupandosi di
ripulire le mani di Safaa
dal cioccolato prima che potessero raggiungere il viso. Riconobbe poi
in un
istante le braccia che si avvolsero attorno alle spalle e la bocca che
articolò
una serie di parole tra le ciocche nel solito accento duro –
“Non volevo
lasciarti solo con queste due pestifere, Leeyum”.
Portò la mano libera sul
fianco del ragazzo per invitarlo a stare in quella posizione e spinse
la nuca
contro il suo petto, riuscendo a sollevare gli occhi verso il suo viso
e
premere un bacio sotto il suo mento.
Ridacchiò divertito alla
risposta pronta di Waliyha -
“Almeno noi non siamo scorbutiche”
- e intravide il medio di Zayn
sollevarsi prima che potesse portare di nuovo tutto il palmo contro la
spalla,
notando solo allora la smorfia impressa sul viso di Safaa che teneva il
capo
basso e gli occhi fermi sul gelato che si scioglieva.
- Sono un’ottima
compagnia e ci siamo divertiti.- si
accodò al discorso di Waliyha con un sorriso quando
percepì le labbra di Zayn
posarsi tra le ciocche, mosse la gamba su cui stava seduta Safaa e
mostrandole
l’occhiolino, aggiunse: - Siamo stati sui cavalli senza di
te.-
Fissò confuso la bambina
che portava cocciutamente gli
occhi di nuovo sul cono, inclinò il viso per rivolgere lo
sguardo a Zayn che si
stringeva nelle spalle con un sospiro e continuò a studiarlo
mentre si sedeva
accanto a lui e rifiutava la coppa di gelato che Waliyha gli porgeva.
- Stai meglio?- domandò
poi senza entrare direttamente
nell’argomento, seguì il suo cenno
d’assenso e osservò la smorfia che piegava
le sue labbra ai continui rifiuti di Safaa di guardarlo o accettare la
sua
presenza, spingendo un ginocchio contro il suo per rivolgergli un
sorriso
incoraggiante una volta incrociato il suo sguardo. Vide poi Zayn
scrollare le
spalle e annuì al suo commentare che “disegnare
è terapeutico”, per poi
osservare il blocco che apriva sul tavolo per mostrargli il disegno.
Fece
ondeggiare la bambina sulla gamba e le indicò il foglio,
dicendo: - Quella sei
tu, Safaa. Una vera amazzone, come hai detto prima.-
Liam trattenne il labbro inferiore
tra i denti, così
come il respiro, al silenzio della bambina che valutava con un cinismo
infantile lo schizzo tratteggiato con cura sul foglio bianco, si
scambiò
un’occhiata con Waliyha che aveva la possibilità
di vedere meglio il volto
della sorella e sentì la più piccola chiedere
conferma direttamente a Zayn con
un tono cauto e indeciso.
- Certo che sei tu, Safaa.-
- Quindi posso prenderlo?-
- Sì, solo quando avrai
le mani pulite.-
Safaa rilasciò un
sospiro teatrale che alleggerì la
tensione che gravava sul tavolo, fece ondeggiare le gambe e dopo un
ulteriore
sospiro, chiese: - Quando torniamo a casa lo appendiamo in camera mia?-
- E tu accetti le mie scuse?-
Le spalle della bambina si mossero
verso l’alto,
concentrò tutte le attenzioni sul gelato che aveva in mano e
dopo una pausa
borbottò: - Ti perdono perché Lili ha detto che
sei diventato un adulto
strano.-
- Un adulto strano?-
Liam si strinse nelle spalle con un
sorriso innocente
alla domanda che Zayn aveva rivolto a lui e indicò Waliyha
per scaricare tutte
le colpe su di lei al suo assecondare l’idea e pronunciare
con serietà che “gli
adulti sono strani e scorbutici proprio come te”.
///
Era ormai sera inoltrata quando
decisero di terminare
quella giornata e tornare a casa, soprattutto per via di Safaa che
sembrava
essere molto vicino ad addormentarsi in piedi per come spalancava la
bocca con
sbadigli sempre più frequenti e strofinava il pugno contro
le palpebre. Le
postazioni in macchina cambiarono senza troppe lamentele da parte del
moretto
che accettò di lasciare Waliyha davanti per stare con Safaa
ormai addormentata
con il viso contro il finestrino. Liam lo sentì commentare
solo con qualche
borbottio la scelta delle canzoni attuata da Waliyha che sembrava
essersi
innamorata per la prima volta dai tre anni del loro arrivo del genere
country.
Dando una veloce occhiata allo specchietto retrovisore, Liam lo
trovò con un
braccio attorno alle spalle di Safaa che dormiva ora in una posizione
più
comoda e il viso nascosto dal cappello ad ampie falde che avevano tutti
insistito ad avere. Rivolse di nuovo l’attenzione a Waliyha
che tentava di
imitare i versi che aveva sentito durante la festa, il cappello che
agitava
nella mano, e scosse il capo con una risata prima di concentrarsi
ancora una
volta sulla strada.
- Credevo fossero tutte
esagerazioni le storie del
country e del sud.-
Rispose all’affermazione
di Waliyha con un’alzata di
spalle e curvò le labbra in un ghigno agli sbuffi di Zayn
quando gli chiese di
prometterle più feste di quel tipo e la sua compagnia.
Trattenne la risata con
i denti contro l’interno della guancia al ribattere di Zayn
di trovarsi un
“ragazzo texano” tutto suo, senza andare a prendere
quello di altri, e si
scambiò un’occhiata con Waliyha che sospirava
teatralmente con dei commenti
sulla gelosia eccessiva del fratello, assieme a un ricordargli
puntigliosamente
di non avere il suo permesso a uscire con un ragazzo fino ai
trent’anni.
Il resto del tragitto, quasi
un’ora di macchina
divideva quel maneggio dal centro della città di Houston,
passò velocemente con
le canzoni trasmesse alla radio che Waliyha cercava di cantare con
Liam,
limitandosi ad agitare il cappello durante strofe che non conosceva.
Zayn
teneva ancora il cappello a coprirgli il viso, le braccia incrociate al
petto,
ma Liam riusciva a intravedere dallo specchietto retrovisore la
curvatura
divertita che avevano preso le sue labbra.
Nonostante il livello della musica
che Waliyha non
aveva alcuna intenzione di abbassare e le risate rumorose che
riempivano il
piccolo abitacolo, Safaa aveva dormito pacificamente per tutto il
viaggio, la
guancia contro il braccio di Zayn e il cappello che le cadeva sugli
occhi. Non
si era svegliata neppure quando Liam aveva arrestato la macchina nel
viale o
quando l’aveva presa tra le braccia, rifiutando
l’aiuto di Zayn che sembrava
essere sul punto di addormentarsi. Safaa aveva solo mosso il viso per
premere
la guancia contro la spalla, aveva stretto in un pugno delle ciocche
alla base
della nuca e aveva ridacchiato alle accuse fatte dal fratello di star
fingendo
per stare tra le braccia di Liam.
- Non è un problema,
Zay.- rispose ai borbottii del
minore sul tempo che gli stava facendo perdere e sul suo essere
evidentemente
stanco, mosse le sopracciglia verso l’alto con una risata
divertita ai commenti
di Waliyha sul voler stare lui tra le braccia del suo
“Leeyum” e tenne solo un
braccio a sostenere la bambina per portare poi quello libero attorno
alle
spalle del ragazzo che aveva ripreso a sbuffare e lamentarsi. - Non
sono tanto
stanco e poi sono solo tre passi.- ribadì con un cenno verso
il breve vialetto
che dal cancellino conduceva al portone della villetta a schiera.
Fece scivolare il braccio lungo la
sua schiena,
fermando il palmo alla base per invitarlo a procedere, e
seguì i due padroni di
casa che aprivano il portone e procedevano verso la cucina, unica
stanza
illuminata dell’abitazione da cui provenivano le voci dei
loro genitori e di
Doniya. Li salutò con un sorriso, tenendo la bambina con un
braccio e la mano
libera attorno a quella di Zayn, strizzò l’occhio
nella direzione della
maggiore tra le sorelle che chiedeva se la “famiglia
felice” si fosse divertita
e nascose le labbra curvate in un ghigno tra le ciocche di Safaa mentre
ascoltava il ragazzo lamentarsi di quel cambio di programma e di quanto
odiasse
il maneggio e il genere musicale che aveva dovuto sopportare per tutto
il
viaggio.
- Lili ci ha insegnato a ballare
come veri texani.-
sentì pronunciare da Safaa che stando aggrappata alle spalle
di Liam aveva
ruotato il busto per parlare con i genitori seduti al tavolo,
lasciò che Trisha
la prendesse tra le sue braccia e rivolse il palmo verso
l’alto per permettere
alla bambina di schioccare il cinque mentre con allegria continuava a
dire: -
Sono salita sul cavallo della principessa e ci hanno regalato anche i
cappelli.
Lili è fortissimo.-
- Ora saluta tutti che è
ora di andare a dormire,
signorina. Altrimenti domani non ti sveglia più nessuno.-
Liam mosse le dita della mano per
ricambiare la
buonanotte, si lasciò baciare una guancia dalla bambina e
rispose ai
ringraziamenti di Trisha con un sorriso, ridacchiando agli inviti fatti
a
Waliyha di raggiungere il letto come la sorella. Spostò lo
sguardo su Yaser che
nascondeva il ghigno contro la tazza e capì solo al suo
cenno e al “Sei
riuscito a farlo ballare?” il divertimento che
stava manifestando nell’espressione
del viso, fissando il ragazzo che grugniva e nascondeva il volto tra i
palmi
delle mani mentre sentiva Waliyha vantarsi dei complimenti che Liam
aveva fatto
a lei e non a Zayn. Si spinse con un fianco contro quello che non aveva
smesso
di borbottare e gli rivolse un sorriso quando riuscì a
incrociare il suo
sguardo, percependo il solito affetto scaldare il petto al suo
ricambiare in
sincronia.
Fu costretto a spezzare quel legame
quando un pezzo
del discorso tra Doniya e Yaser riuscì a passare dalla
piccola bolla che
avevano creato, strabuzzò gli occhi e spostò lo
sguardo sui due che
continuavano a ridere mentre si completavano i discorsi e i ricordi.
Corrugò la
fronte mentre le mani di Zayn contro la schiena lo costringeva a uscire
dalla
cucina e puntò i piedi ormai sulla soglia per chiedere: -
Volevano formare
davvero una boyband con tanto di balletti?-
Ignorò i tentativi di
Zayn di farlo uscire dalla
cucina - “Stai facendo tardi, Leeyum. Domani hai un
corso la mattina presto”
- e puntò gli occhi su Doniya che annuiva con le dita a
raccogliere le lacrime
mentre affermava: - Una parte di quel balletto Danny l’ha
pubblicato su You
Tube, dovrebbe esserci ancora da quel che so. Non sto scherzando, Lee.
Quella è
una parte del suo passato da sedicenne che vuole far dimenticare a
tutti.-
- La verità è
che quando torna a Bradford da Ant e
Danny ne combinano di ogni tipo. Ti ricordi quella volta
quando…-
Non riuscì a sentire
oltre il discorso di Yaser, Zayn
aveva portato le mani a coprirgli le orecchie e l’aveva
costretto a superare il
salotto, dandogli il tempo di rivolgere ai tre rimasti nella cucina un
augurio
di una buona notte frettoloso. Inarcò un sopracciglio con un
ghigno quando per
non rischiare di fargli sentire altro chiuse il portone di casa alle
spalle,
spostò i palmi sui suoi fianchi per tenere vicini i loro
corpi e ondeggiò
appena sui piedi prima di sporgersi con il viso e premere le labbra
contro le
sue, lasciando poi libera la risata contro la sua bocca. Avvolse le
braccia
attorno alla sua vita dopo aver ricevuto un colpetto contro la nuca e
una
lamentela su cosa trovasse di divertente in certe disgrazie, scrollando
le
spalle con un verso indefinito e tenendosi stretto a lui con il naso
tra le sue
ciocche.
- Non andrò a cercare
quel video, te lo prometto.-
sussurrò contro il ciuffo di capelli che gli copriva la
fronte, curvò le labbra
in un ghigno quando dopo il verso scettico seguì il
“Si legge nel tuo
sorriso che c’è un ma” e si
spostò con il viso per guardarlo negli occhi
mentre riprendeva il discorso dicendo: - Ma… non mi
dispiacerebbe se decidessi
di ballare contro di me e…-
Roteò gli occhi con uno
sbuffo quando fu costretto a
interrompersi per colpa del palmo che Zayn premeva contro la bocca e
l’arricciò
in un sorriso vispo al suo borbottare: - Te lo puoi scordare. Hai
sempre queste
idee assurde che non metterò mai in atto
perché…-
- Come il gattino?-
domandò quando Zayn spostò il
palmo per passarlo contro la maglia, usò le braccia attorno
alla sua vita per
diminuire la distanza tra i loro corpi e premette la fronte contro la
sua,
chiudendo gli occhi con un sospiro mentre le braccia di Zayn gli
circondavano
il collo e il suo respiro gli solleticava la pelle.
- Ti amo, lo sai? Immensamente.-
Mosse il capo in un cenno alla
confessione che il
minore aveva sussurrato con dolcezza contro la guancia,
risalì con una mano
fino alla sua nuca e chinò il viso per premere le labbra
contro le sue,
strofinando il pollice dietro il suo orecchio in brevi movimenti
concentrici.
Spostò poi le dita sotto il suo mento e aspettò
d’incrociare i suoi occhi per
rivolgergli un sorriso pieno d’affetto e rispondere alla
confessione con un
flebile “Non credevo di poter amare ancora e in
questo modo”.
Angolo Shine:
Il caldo mi ha ucciso per non farmi
rispettare la
scadenza che mi ero prefissata e ora che finalmente si respira mi sono
decisa a
sistemare la parte e pubblicare.
Il titolo è
spudoratamente ispirato alla Wolf e al suo
“To the lighthouse - Gita al faro”. Poteva anche
intitolarsi “Come avvicinare i
Malik alla cultura sudista. Una guida di Liam Payne” ma
sarebbe venuto troppo
lungo e mi avrebbe fatto ricordare di aver tagliato la parte dei balli.
La quindicesima parte è
quasi conclusa e ci saranno
tante sorprese.
A presto. ♥
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