The sons of satan

di verystar02
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Venne svegliata da un piccolo brusio giunto ovattato alle sue orecchie.
«Ne avevi mai visto uno dormire?» Sospirò una voce calma e roca.
«No... è così strano, sembra quasi un morto; e di quelli ne o visti parecchi...ha delle labbra così belle...vorrei...» Rispose non terminando la frase una seconda sommessamente e in modo più acuto mentre con un polpastrello delineava il contorno delle labbra morbide di Ryse.
Nell'udire tali parole le guance della ragazza iniziarono a imporporarsi timidamente.
L'auto si era fermata.
Non ricordava con esattezza quanto fosse durato il viaggio avendo preso sonno, ma una cosa che rammendava perfettamente erano gli occhioni che al suo risveglio la fissavano curiosi.
Due paia di splendidi occhi provenienti dalle due testoline una verde e l'altra viola che la scrutavano dall'alto.
A-aspetta...Dall'alto? Solo in quel momento si accorse di essere sdraiata.
La testa appoggiava infatti sulle gambe del verde mentre le gambe della ragazza erano accavallate sopra quelle di Mephisto.
Il sedere poggiava fortunatamente sul morbido sedile di pelle nera, almeno parte della figura imbarazzante se l'era riuscita a risparmiare.
Quando si rese conto della posizione in qui si tovava si alzò d'impeto cercando di mettersi seduta compostra sbattendo però, nell'issare il busto, la testa conto quella del povero Amaimon che iniziò dolente a massaggiarsi la botta appena ricevuta sulla fronte.
Ryse allarmata e indecisa sul da farsi eseguì la prima cosa che le venne in mente.
 Si alzò e gli si posiziono in braccio per poi allargare le sue braccia e stringerlo imbarazzatissima al petto rantolando qualche supplica, lasciando il ragazzo basito così come il fratello che osservava la scena divertito lisciandosi il pizzetto in piedi alla sua destra.
«Oddio scusami tantissimo, mi dispiace, perdonami non avevo intenzione di colpirti!!!» Iniziò a cinguettare stringendolo goffamente di più al prosperoso seno, evidentemente scoperto dal profondo scollo della maglia, e appoggiando la fronte contro la sua.
Nel frattempo l'alba prannunciava finalmente l'arrivo di un nuovo giorno, scacciando la notte scura.
L' alba era l' inizio e la fine di ogni cosa.
Da li cominciava la giornata.
Da li finiva la notte.
Da li sorgeva il sole che illuminava ogni cosa.
Una piacevole sensazione si annediava nel petto e nel basso ventre del verde.
Era forse eccitato? Improbabile, non erano sensazioni da re dei demoni.
 Però... il viso tra i suoi seni, caldi, morbidi e che emanavano un dolce aroma di vaniglia, gli facevano girare sottosopra lo stomaco.
Sodi, a pochi millimetri dalla sua bocca, fremeva dalla voglia di assaggiarli, di mordicchiarli, di profanare quella sua pelle pallida lasciandole un vivido succhiotto, un suo marchio.
"E questo il suo potere?! Così forte da controllare un re demone come me?"
"Sto forse impazzendo?" Si disse strabuzzando gli occhi, per poi lasciarsi andare e allungare le braccia stringendola a se facendola aderire quasi completamente al proprio corpo.
Lunghi brividi sulla figura della ragazza derivavarono da quel gesto piacevolmente inaspettato, brividi che lui avvertiva e che comportavano ad aumentare soltanto di più la sua voglia di spaccare il vetro sul tettuccio e portarsela via nelle prime luci dell'alba.
Fortunatamente, prima che perdesse completamente la ragione, venne bloccato dalla voce del fratello, che probabilmente aveva udito i suoi pensieri.
«Direi che adesso puoi anche lasciarlo Ryse-Chan, non penso che si sia fatto male, ha la testaccia più che dura, vero Ama-sawn?» Le disse ridendo sommessamente, lanciando un occhiolino complice al fratello che, nel frattempo, udendo il suo ammonimento, aveva sciolto la stretta dal fisico di Ryse fissando il maggiore con sguardo visibilmente seccato.
«Oh... si, scusami ancora.» Disse imbarazzatissima la bionda alzandosi impacciatamente per poi compiere un piccolo inchino verso il verde e rivolgersi incerta al maggiore.
«Co-comunque siamo già arrivati?» Chiese titubante torturandosi una ciocca di capelli biondi e guardandolo negli immensi occhi verdi.
«Certo cara Ryse, scendiamo pure.» Replicò sorridendole, cosa che lei ricambiò.
Prese valigia e giacca e con movimenti agrazziati scese dalla lussuosissima auto lasciando farsi fare strada dai due individui.
Quello che vide l'adolescente  davanti a se appena smontata dalla limousine la fece sospirare sbalordita.
Al maggiore scappò un lieve sorriso dalla sua reazione.
«Ti piace?» Domandò curioso Mephisto mentre allentava il nodo della propria cravatta fino a scioglielo completamente infine levandosela.
 Lei girò appena la testa, quel tanto che bastava per poterlo guardare nel volto.
Si stagliava davanti loro l'immensa costruzione del palazzo che aveva citato il viola durante il viaggio.
Circondato per tre lati dal puro cielo, l'enorme edificio alto circa una settantina di metri e con il tetto e le varie torri che terminavano con buffe punte, faceva da corona a tutta la True cross.
Colori vivaci come il rosa e li giallo facevano capolineo nei vari muri esterni, insieme a finestre dal contorno dorato e vessilli con il simbolo dell'istituto, tutto l'insieme era una meraviglia.
«Si...» Rispose lei con un filo di voce.
«Sono entusiasta che la mia umile dimora ti aggradi.» Confidò Mephisto facendo una riverenza e prendendo una mano della ragazza per poi baciarla dolcemente, sotto gli occhi innervositi di Amaimon.
Gesto che la fece arrossire non poco, tanto da farle perdere un battito.
«Secondo me continua ad essere troppo pacchiano fratellone.» Esclamò Amaimon inserendosi le mani in tansca e muovendosi poi verso l'entrata, spalancandola con un "non molto gentile" calcio scocciato.
«Non badare a lui e al suo comportamento infantile.» Gli consiglio il maggiore alzando gli occhi al cielo beccandosi di rimando uno sguardo d'odio da quest'ultimo.
«Vieni, entriamo ti mostro le stanze fondamentali e poi devo scappare tra poco dovrò iniziare a lavorare.» La incitò indicandole la dimora e facendole cenno di seguirlo.
L'interno era senza dubbio mille volte migliore della parte esterna.
Enormi candelari dorati pendevano dal soffitto illuminando il pavimento di marmo bianco e le splendide pareti decorate da vetrate e drappeggi.
Dopo una buona mezz'ora di visita guidata tra salotti, cucine e altre stanze finalmente Ryse fu condotta al luogo dove avrebbe dovuto dormire.
Un enorme camera alla fine di uno degli infiniti corridoi del palazzo.
«Fa come se fossi a casa tua, io devo andare se ci fosse bisogno di qualcosa chiedi ad Amaimon, sono sicuro che sarà più che disponibile.» Sibilò tra i denti il viola rivolgendosi più al fratello che a Ryse, detto questo scomparve dietro un angolo del corridoio.
"Bene bene, adesso che il guastafeste è andato via potrò finalmente farti mia, Ryse...e' tempo di mostrarti finalmente la tua terra. Chissà quando gli altri verranno a "farti visita"...Devo stare attento."
Pensò una testolina verde leccandosi il labbro superiore, sparendo anch'esso e lasciando la ragazza sola nella stanza.


 

Angolo di Veronique

Eccoci al terzo capitolo.
Chissà cosa ha in mente Amaimon...
Spero vi piaccia!!!




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