IL DIARIO

di Faffa Merckson
(/viewuser.php?uid=973983)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


È da tanto tempo che non scrivevo una pagina di questo diario, forse perché non ne  sentivo la necessità o, forse, perché ero così afflitta dai miei problemi da non essere in grado a riordinare i miei pensieri in modo logico e coerente. Forse sono stata un po’ incoerente di mio in quest’ultimo periodo: non ho fatto altro che desiderare la presenza di qualcuno nella mia vita pur non dando la mia di presenza. Ma non fa niente: la vita è anche questo.
Penso di non aver mai sentito così tanta solitudine attorno a me: persone  che prima mi capivano adesso non mi comprendono più, non posso neanche più fidarmi delle mie vecchie amicizie. Ho l’impressione di aver vissuto per anni in una bolla e solo ora la realtà si mostra chiara e cristallina davanti ai miei occhi.
La mia vecchia casa non mi sembra più la mia casa, le mie vecchie amicizie appaiono lontane, l’odio per la mia città aumenta sempre più. Mi chiedo cosa mi trattenga ancora qui, qual è il motivo che mi impedisce di scappare … ormai sono abituata a farlo. Poi ricordo che ci sei tu e capisco che l’unico motivo che mi spinge a ritornare in questo inferno sei sempre e solo tu. Magari la vita ci avesse portato a percorrere la stessa strada un’altra volta! Tutte le mie speranze appaiono vane e pure forme di illusione. Baso così tanto la mia vita su di te. Ma, dimmi, tu la basi la tua su di me? È davvero così grave la mia condizione? Penso che dovrei piuttosto basare la mia vita sulle mie forze, non sulla probabile presenza di un’altra persona.
So già cosa risponderesti, eppure vorrei ascoltare il suono della tua voce. Tuttavia, anche ora che potrei essere con te, siamo lontani. 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3693563