Emergenza scoiattolo

di Silica_chan
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 Emergenza scoiattolo

 

-I molluschi si dividono in cefalopodi, bivalvi e gasteropodi- 

Filippo sospirò per l'ennesima volta nel giro di cinque minuti. Aveva la testa poggiata sulla mano e gli occhi chiusi, alla disperata ricerca di qualcos'altro su cui fantasticare al posto delle viscide lumache di cui parlava la prof. 

Riaprendo i profondi occhi scuri si concentrò sull'orologio alle spalle della professoressa. Mancavano ancora quarantacinque minuti alla fine dell'ora. 

Sbadigliando, voltò la testa verso la finestra. La sua classe si affacciava sul piccolo giardino interno della scuola. Ovviamente a quell'ora era deserto. 

Guardò meglio, cercando di individuarne anche i particolari. In una fessura nel muro un piccione sonnecchiava beato, si sarebbe svegliato solo per ricavare qualche mollica dai panini degli studenti alla ricreazione. 

Poi, con la coda dell'occhio scorse un movimento fulmineo. Tra i lunghi e pesanti rami dell'abete secolare vide muoversi qualcosa. Era piccolo, nero e molto veloce. Non capì subito cosa fosse, fino a quando lo vide saltare di ramo in ramo. Era uno scoiattolo. 

Sorrise, rimanendo affascinato nel vederlo giocare tra le fronde dell'albero senza curarsi di nient'altro. Uno stupido pensiero si fece strada nella sua mente: “Come vorrei essere quello scoiattolo”. 

Continuò a seguire gli spostamenti dell'animaletto fino a quando i suoi occhi divennero pesanti e lui cadde in un sonno profondo. 

All'improvviso si ritrovò su un ramo dell'abete. Tra le mani, o zampe, aveva una minuscola ghianda, la buttò e si guardò un po' intorno. Non vedeva altro che aghi. Provò a muoversi e riuscì ad arrivare vicino al tronco dell'albero. Guardò in basso e il sangue gli si gelò nelle vene. Era a più di dieci metri dal suolo. 

Si sforzò di non pensarci e passando cautamente da un ramo all'altro finì sul davanzale di una finestra, quella della segreteria. 

Fissò il suo riflesso per un po' prima di capire veramente cosa stava accadendo. L' immagine che gli offriva la finestra aveva un muso da roditore ricoperto di pelo e una coda morbida e vaporosa. Era diventato realmente uno scoiattolo!!! 

Ed ora come avrebbe fatto? Sarebbe riuscito a tornare normale? 

Il suono acuto della campanella lo risvegliò dai suoi pensieri. Indirizzò lo sguardo verso la porta che conduceva al giardino. Dopo pochi minuti un'orda di studenti divisi in piccoli gruppi l'attraversò. 

Filippo cercò con lo sguardo qualche viso familiare. Vide Elisa e Federico che chiacchieravano animatamente. Vide Clara che picchiettava velocemente le unghie appena rifatte sul cellulare. Vide Giorgio che divorava velocemente il suo panino. Non riusciva a scorgere, però, l'unica persona che gli sarebbe potuta essere d'aiuto. Ma il ragazzo in questione non tardò ad arrivare. Andrea, il suo migliore amico, aveva appena messo piede in giardino. Stava parlando a Marco dicendogli qualcosa come “Ho provato a svegliarlo, ma non ci sono riuscito” mentre si sedeva su una panchina. 

Filippo corse da lui e gli si posò sulla testa. Andrea per poco non svenne dalla paura. Quando si rese conto di ciò che aveva in testa prese delicatamente lo scoiattolo e lo posò sulla panchina. Gli disse -Ciao piccolino. Cosa ci fai qui?-Filippo provò a rispondere ma tutto quello che gli uscì fu uno -Squit!-. 

-Devi essere proprio affamato. Ecco, tieni.- disse Andrea staccando un pezzetto di pane e porgendoglielo. -Attento a quel piccione grassottello, potrebbe rubarti il pranzo-. 

Purtroppo il pezzetto di pane era troppo grande e pesante per le sue piccole zampe, così cadde ma Filippo non poteva sprecare quel cibo e scese dalla panchina per raccoglierlo. Appena l'ebbe preso rialzò il musetto ritrovandosi faccia a faccia con il piccione affamato. Negli occhi del pennuto, puntati sul pezzetto di pane, lesse l'odio più profondo. 

Fece un passo indietro e subito il piccione ne fece uno avanti. Ad un tratto la testa del volatile scattò per prendere il pane. Filippo riuscì appena a schivarla. Istintivamente si mise il pane in bocca, gonfiando le guance. 

Cominciò a correre per tutto il giardino inseguito dal piccione. Appesantito dal pezzetto di pane, era davvero molto goffo. Saltò più volte sulle teste delle ragazze che si misero a urlare. Si diresse verso l'albero ma, arrivato alla base del tronco, non ebbe il coraggio di salire. Serrò gli occhi e sentì lo sguardo minaccioso del piccione su di lui. Continuava a ripetersi una sola frase nella mente “Non voglio morire da scoiattolo”. 

Poi, all'improvviso, i suoni intorno a lui si fecero ovattati e quando riaprì gli occhi non era più alla base dell'abete. 

Era nella sua classe, da solo. Guardò fuori dalla finestra. I collaboratori scolastici stavano rimandando gli studenti in classe. In poco tempo il giardino fu nuovamente deserto. 

Quando i suoi compagni rientrarono in classe, aspettò di vedere Andrea. 

-Cosa è successo giù in giardino?- disse con una nota speranzosa nella voce. Non voleva avere le prove che ciò che aveva sognato fosse realmente accaduto. 

-Nulla di particolare. Due ragazzi hanno cominciato a discutere ad alta voce e poi sono passati alle mani-. 

Gli occhi scuri di Filippo si sgranarono talmente tanto da far ridacchiare Andrea. 

Massaggiandosi i capelli ricci Filippo disse -Non è successo niente che riguardasse uno scoiattolo?-. La faccia stupita di Andrea gli confermò che non fosse successo nulla. 

Il suo compagno di banco gli mise una mano sulla fronte e gli disse -Hai per caso la febbre? Cosa c'entrano adesso gli scoiattoli?-. 

-Nulla. Sto benissimo Andy, va tutto a meraviglia!- gli rispose Filippo con un sorriso. 

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So che la trama della storia è forse un po' scontata, ma l'idea mi è venuta vedendo uno scoiattolo sul tetto della palestra della mia scuola durante una lezione abbastanza noiosa.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e se la storia vi è piaciuta.
See you 
Silica_chan

   





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