Buon
giorno popolo di Efp. Oggi vi posto qualcosa di diverso.
Fondamentalmente questa non è una semplice fan fiction. E' una
ruolata. Cosa è una ruolata? Semplice, io e una mia amica,
DarkJessy94
abbiamo creato, un po' per gioco Kara e Lena e, sempre per gioco,
abbiamo iniziato a scrivere una storia in botta e risposta. Io in
particolare scrivo le parti di Lena mentre lei scrive
Kara. Ovviamente vi sono delle differenze tra una ff normale ed
una ruolata perché fonamentalmente io ho potere su Lena (e
qualche altro personaggio che vedrete più avanti) e quindi ciò
genera una serie di scelte diverse. Per farvi capire in alcuni casi
io avrei risposto diversamente con Kara rispetto alla mia collega ma,
proprio la sua risposta, ha generato delle svolte inaspettate nella
storia. Diciamo che è più dinamica la cosa. Ora che
vi ho spiegato per sommi capi che cosa è questa storia vi
lascio alla lettura. Sarei onorata se decideste di darci dei
pareri. Grazie. Hinata93.
Kara: *Insieme al gruppo di
ricognizione kryptoniano, Kara si trovava molto vicina alla capitale
di Daxam. La missione era semplice: contare da lontano in modo
approssimativo quanti uomini e astronavi possedeva Daxam. Erano in
periodo di guerra e la tensione insieme all'ansia divoravano Kara.
Dovevano giocare di astuzia, perché non possedevano purtroppo
le stesse risorse del loro nemico. Avvolta in una stoffa color sabbia
per riparare il viso dalle piccole tempeste desertiche che avevano
incontrato, teneva nascosto il resto della divisa kryptoniana da
combattimento degli El per non farsi riconoscere.* Ma
guarda un po' qui chi c'è *la
voce di un uomo sconosciuto interruppe la riflessione di Kara, che si
girò per vedere chi fosse l'estraneo. Purtroppo non era da
solo. Era insieme ad altri cinque uomini e puntarono già i
fucili laser nella loro direzione. Erano finiti in un'imboscata. Non
poterono che alzare le mani per arrendersi.
Sul
tardi Kara aveva scoperto che erano finiti nelle mani di un gruppo di
schiavisti e mercenari diretti alla capitale per vendere la loro
merce. Quando il capo di quella spedizione si premurò di
denudarli per capire a quanto potesse venderli, si fermò di
colpo appena vide il simbolo degli El sul petto di Kara. Aveva capito
che avrebbe potuto diventare ricco vendendola non al mercato, ma
bensì ai reali di Daxam. Era un prigioniero di guerra legato
alla famiglia al comando di Krypton, avrebbe fatto una fortuna.
L'uomo
dopo vari ordini gridati ai suoi uomini, prese Kara e la trascinò
con sé per andare al luogo prestabilito, ovvero il palazzo
reale.*
Lena:
*Quando le giunse la notizia Lena non poté che ghignare
soddisfatta.
Che
giornata fortunata, i mercenari erano riusciti a catturare Kara della
famiglia reale degli El. * Portatela
nelle prigioni*
Disse al capo delle guardie.* E
assicuratevi di dare una lauta ricompensa ai venditori, hanno fatto
un ottimo lavoro*
disse.
Decisa
a far attendere la ragazza un po', giusto per farla innervosire, Lena
si diresse verso la sala reale. Ci vide Rhea, la sua madrina, e suo
figlio Mon El, il legittimo erede al trono.
Si
inchinò leggermente a Rhea mostrandole il suo rispetto, prima
di sedersi nel trono accanto a lei.* Mia
signora, mi è arrivata la voce che i mercenari abbiano
catturato una piccola combriccola Kryptoniana venuta a spiarci. E
insieme a loro è stata presa l'erede di Zor-El, Kara Zor-El.
Ho già predisposto che venisse portata nelle carceri e più
tardi andrò a farle una piccola visita per mostrare loro com'è
l'ospitalità Daxamita.*
Le
due donne sorrisero malignamente prima di continuare a prendersi cura
del loro regno.
Lena
ne era consapevole, non era l'erede del trono di Daxam, ma sapeva
anche che Rhea (e con essa tutto il regno) pensava che fosse lei
colei che avrebbe riportato allo splendore il regno. Mon-El era solo
un fantoccio da raggirare.
Qualche
ora dopo Lena decise di aver fatto aspettare abbastanza la ragazza
Kryptoniana* Portatemi
alle prigioni*
Disse alle sue guardie.
Una
volta giunta nelle prigioni non poté che storcere il naso alla
puzza di muffa che sentiva. Non era il luogo ideale per una reale ma
dovette ammettere che era perfetto per un Kryptoniano.* I
vermi alla terra*
Ridacchiò prima di varcare la porta con aria superiore.*
Spero
che tu ti sia trovata bene, Kara Zor-El di Krypton, spero che le mie
guardie non ti abbiano fatto mancare nulla.*
Ghignò soddisfatta nel vedere la ragazza.
Incrociò
le braccia al petto prima di far segno ad una delle sue guardie che
costrinsero la ragazza ad inchinarsi in segno di rispetto.*
Dev'essere
difficile inginocchiarsi con quella gonna così corta,
kryptoniana.*
Rise
malignamente godendosi la faccia della ragazza.
Sollevò
un sopracciglio soddisfatta quando fu messa ai suoi piedi.*
Kara
Kara Kara... cosa dovrei fare con te? Potrei usarti come merce di
scambio oppure... non saprei, potrei ucciderti ora.*
Si morse il labbro.*
Voi
Kryptoniani vi credete così intelligenti e mandate una reale
in avanscoperta? Che ci facevi sul mio pianeta? *Si
avvicinò prendendo in mano una ciocca dei capelli di Kara e
giocandoci.*
Che
cosa cerchi dal mio popolo? *Fece
scorrere il dito indice lungo la guancia di Kara costringendola ad
alzare il mento e a guardarla negli occhi.
Lena
ghignò soddisfatta nel vedere lo sguardo della ragazza.
Rimase
leggermente sopraffatta dal celeste puro dei suoi occhi ma decise di
non pensarci.* Sai,
sto pensando di prenderti come mia schiava, sarà divertente
togliere l'arroganza da quegli occhi*
Ghignò nel suo orecchio*
Kara:
*La paura percorse Kara quando si rese conto di dove l'uomo la stava
trascinando. Quante possibilità avrebbe avuto adesso di
scappare? Pari a zero. Tutto sembrava un incubo quando si ritrovò
a contemplare i muri delle segrete dove l'avevano portata,
spintonandola come se fosse un animale da soma. La puzza di stantio e
muffa le riempiva le narici, costringendola a respirare lentamente,
anche se il cuore le galoppava in petto. Le guardie daxamiti non
l'avevano neanche legata e sogghignavano soddisfatti, considerandola
non un pericolo, anche se erano armate. Nessuna di loro proferì
parola, quando dopo una mezz'ora Kara iniziò a fare domande a
causa del nervoso* Allora?!
Stiamo qui a fare cosa? *sbottò
irata, ma in cambio una delle guardie invece di rispondere, alzò
il fucile che aveva in mano, puntandola. Kara agitò le mani in
segno di resa e serrò la mascella spaventata. Si mise in un
angolo della stanza, ormai rassegnata, e aspettò ignara di chi
sarebbe venuto a "trovarla".
Passarono
delle ore e le gambe iniziarono a dolerle, ma ogni volta che provava
a chinarsi per riposare, una guardia la intimava di alzarsi.
"per
Rao... sono appena finita in un incubo"
pensò, cercando di trovare conforto almeno appoggiandosi al
muro, sporcando ovviamente il mantello rosso del suo bellissimo
costume kryptoniano.
Le
parve di sentire dei passi e né fu certa quando udì
chiaramente la voce di una donna. Non capì cosa disse, ma
percepì la risata fare eco. Si ritrovò davanti una
ragazza vestita di rosso, la pelle pallida che si scontrava con la
vivacità di quel colore e le labbra dipinte dello stesso.
Quando una delle guardie le ordinò di inginocchiarsi, era
stranamente quello che più desiderava in quel momento per via
della stanchezza, ma allo stesso tempo scosse la testa, indignata da
se stessa e da ciò che stava facendo davanti a quella donna.
Alla frase proferita, un rossore colorò fortemente le guance
di Kara, mentre la rabbia si impadronì di nuovo di lei,
divorandola dall'interno. Tenne la bocca chiusa, ascoltando le sue
parole senza rispondo alle sue domande. Non voleva darle nessuna
soddisfazione. La daxamita non sapeva neanche che su Krypton non
vigeva più la monarchia già da parecchio tempo. Erano
davvero considerati reali solo perché faceva parte della
famiglia che governava? Quanta ignoranza... L'ambiguità delle
carezze che la donna in rosso le stava lasciando, diedero vita ad una
certa perplessità nella mente di Kara. Stava decidendo per
quale sorte? Poteva avere ancora un futuro? L'unica risposta che
aleggiava nella sua testa era un secco no.
Quando
fu costretta ad alzare il viso, corrucciò la fronte,
perdendosi in quel profondo verde che per la prima volta.
All'ultima
frase non riuscì più a resistere e il gesto fu dettato
dall'istinto, probabilmente fu come condannarsi da sola. Appena la
donna si allontanò dal suo orecchio, non poté che
espellere con forza dalla bocca un getto di saliva che la prese in
piena faccia. Fu il momento più soddisfacente della sua vita,
ma le sarebbe costato a caro prezzo, anche se il sorriso non lasciò
il suo volto. *
Lena:
*Il volto le si aprì in una smorfia di disgusto. Lena si
asciugò la saliva dal volto* Hai
carattere. *Disse
prima di darle uno schiaffo sul volto* Ma
questo carattere ti porterà a morte certa.*
Le prese il volto ponendolo vicinissimo al suo* Fallo
ancora una volta e mi assicurerò di ucciderti io stessa. Ci
siamo capite, Kryptoniana?.*
Lasciò il volto della bionda spingendola e facendola cadere
all'indietro. La fissò con aria da superiore.* Vedremo
se sopo una notte di digiuno avrai ancora questa arroganza in
faccia.*
Le disse sollevando il sopracciglio.* GUARDIE! *Urlò.
Non appena la porta si aprì Lena osservò per l'ultima
volta la ragazza ancora stesa a terra e si morse il labbo.* Ci
vediamo domani, Kryptoniana. Ho bisogno di cenare, penso che oggi
mangerò per due persone, peccato che tu non possa
raggiungermi.*
Rise alla sua stessa frase prima di uscire dalla stanza.
Poco
fuori la cella si rivolse verso le guardie* Assicuratevi
che oggi non mangi. La voglio trovare domani pulita nelle mie stanze
alle nove in punto, sono stata chiara?*
Disse e si ritenette soddisfatta solo quando le guardie annuirono.
Quella
sera cenò con Rhea e suo figlio.* Sai,
madrina, penso che prenderò la Kryptoniana come mia schiava.
Voglio vederla inginocchiarsi per me e toglierle quello sguardo
arrogante dal volto. Penso che sarà divertente.*
Rise
insieme a Rhea mentre fissò Mon-El che mangiava la sua cena
senza interessarsi molto della conversazione. Ribollì di
rabbia al pensiero che lui era l'erede al trono legittimo mentre lei
sarebbe rimasta sempre in secondo piano.
Non
potendo uccidere l'erede, ancora, Lena si fece da parte e continuò
a mangiare la sua cena contenta.
Una
volta nelle sue stanze, pronta per il sonno, Lena si rivolse verso la
sua ancella, una ragazza proveniente da Verrun.* Da
domani non mi serviranno più i tuoi servigi. Ho predisposto
che tu vada a lavorare nelle cucine.*
Disse cacciandola con la mano.
Una
volta a letto sorrise a se stessa pensando ai modi per torturare la
bionda che aveva osato sfidarla. La guerra tra Krypton e Daxam era
ancora aperta e lei l'avrebbe fatta finire. Avrebbe fatto
inginocchiare Kara davanti a tutti. Tutti avrebbero visto la
supremazia di Daxam.*
Kara:
*il calore provocatole dallo schiaffo, si diffuse sulla guancia,
arrossandola. Era stato talmente forte che Kara sentiva un incessante
pulsare anche alla tempia. Cadde a terra, tenendosi la parte colpita
con la mano, mentre la donna si vantava della cena che avrebbe avuto
quella sera. La donna in rosso sarebbe stata nei giorni successivi il
suo incubo peggiore e Kara aveva semplicemente alimentato quella
fiamma d'odio che già provavano incondizionatamente essendo
nemiche per "natura". L'unico sollievo fu la chiusura della
cella e Kara rimase da sola, rannicchiata in un angolo polveroso e
sporco di essa. Aveva cercato di dormire, ma il suo stomaco
continuava a brontolare, accompagnato dalla bocca secca e arida come
quelle lande di sabbia del deserto che aveva attraversato per giorni,
fino ad arrivare ai pressi della capitale e fallire miseramente la
missione.
"sei
solo una stupida inesperta e inutile ragazzina"
pensò fra sé e sé e continuò a insultarsi
da sola, finché le prime luci rosse dell'alba non illuminarono
la cella da una fessura vicino al soffitto. Non era riuscita a
riposare e le occhiaie cerchiavano i suoi occhi. Aveva bisogno almeno
di bere se voleva sopravvivere, perché anche nei giorni
precedenti la scorta d'acqua del gruppo di ricognizione stava finendo
e dovettero razionare la rimanente. Sentì aprire la porta
della cella e Kara alzò la testa debolmente, osservando una
delle guardie del giorno prima. Aveva una caraffa d'acqua in una mano
e un sorriso sadico accompagnava il suo viso* Vuoi
bere vero? *chiese
con voce perversa e Kara deglutì, spaventata. Le tese la
caraffa, ma quando Kara allungò la mano per prenderla la tirò
indietro* Ah...
dimenticavo questo *si
portò il contenitore al viso e sputò al suo interno.
Kara storse il naso, schifata dal gesto dell'uomo* Questo
è per la mia signora. *disse
prima di uscire, posando la caraffa sul pavimento al fianco di Kara.
Imprecò, non poté che imprecare. Era nei guai fino al
collo e chissà quanto sarebbe riuscita a sopravvivere in
quelle condizioni. Avrebbe dovuto bere quell'acqua? E se non l'avesse
fatto, quando le sarebbe capitata di nuovo l'occasione di ricevere
qualcosa?
Non
lo fece. Era passata mezz'ora e sentì di nuovo il rumore delle
chiavi aprire la porta della cella. Questa volta era un'altra guardia
che non aveva mai visto prima. Era abbastanza giovane, ma lo sguardo
serio vigeva sul suo viso. La prese di peso alzandola in piedi e la
scortò rudemente nell'alloggio della servitù, dove fu
affidata ad una donna poco più grande di lei.* E
così tu sei la nuova arrivata. Kryptoniana... *constatò* Non
so se considerarti fortunata. La principessina ha messo gli occhi su
di te *continuò
il suo dialogo, portandola in una stanza con una vasca già
pronta dove l'avrebbe aiutata a darsi una ripulita.* Vuole
che il suo nuovo giocattolino sia ben pulito e profumato. Anche io
sono stata per un periodo di tempo uno dei suoi tanti giocattoli.
Quando si è stancata, sono stata assegnata alla sartoria del
palazzo. Ma per te che sei kryptoniana non saprei... potrebbe
ucciderti appena si stancherà di te, quindi ti toccherà
mantenere vivo il suo interesse *Kara
stava cercando di seguire il discorso che la donna le stava facendo,
ma quando la vide riempire un secchio d'acqua, glielo strappò
letteralmente dalle mani e trangugiò completamente il
contenuto del secchio. Un sospiro di sollievo lasciò la sua
bocca e guardò la donna questa volta con tutta l'attenzione
del mondo. Aveva dei capelli neri ondulati fino alle spalle, la pelle
imbrunita dal sole e gli occhi grigi ad accompagnare il tutto, in
completo contrasto con la carnagione. Le raccontò per sommi
capi cosa era accaduto nella sua cella il giorno prima e la mora
scoppiò a ridere, dicendole che se l'era cercata. Per quanto
avrebbe voluto darle torto, era vero. Era colpa sua se si trovava in
quella situazione. Il bagno procedette velocemente e le lavò i
capelli, spazzolandoli minuziosamente e asciugandoli. Ondulati,
caddero sulle sue spalle, di un biondo splendente quasi di luce
propria. Essendo la daxamita una sarta, le fece indossare un vestito
semplice. Era bianco, la stoffa leggera e fresca per le temperature
abbastanza alte del pianeta durante il giorno. Alcune parti del
vestito erano come se fosse un velo che lasciava trasparire la pelle
al di sotto, creando fantasie lungo la parte alta del petto. Alla
vita il vestito si stringeva in una fascia estetica dorata e non
aveva altro a caratterizzare la particolarità di quel capo.
Non sembrava neanche molto daxamita, visto che rispecchiava i canoni
di moda kryptoniani alla perfezione. Fu una cosa che la lasciò
abbastanza stupita. La ragazza si premurò di sistemarle anche
il viso, applicando qualcosa per sistemare un po' le occhiaie della
nottata precedente e quando fu pronta, le augurò buona
fortuna. Fuori dalla stanza, la guardia aspettava la sua uscita. Si
sentì come se fosse accompagnata al patibolo per essere
processata. Più salivano le scale e più lusso si
percepiva. Le aree del palazzo erano estese in enormi spazi che Kara
non poteva avere su Krypton. Si rese conto di quanto erano differenti
sia a livello tecnologico che socialmente culturale. Argo city, la
città dove viveva, era strutturata in enormi edifici fatti di
appartamenti che tendevano ad essere identici gli uni agli altri,
ottimizzando gli spazi per contenerli tutti in un ambiente urbano e
tecnologicamente avanzato, il tutto chiuso in una bolla di difesa che
proteggeva la città fatta. Invece quel palazzo era... antico?
Non sapeva come definirlo, se non di un'era antecedente a quella
kryptoniana. La guardia si fermò davanti a una porta, bussando
ad essa, e aspettò la risposta che non tardò ad
arrivare.*
Lena:
*Posò il libro sul comodino più vicino. Si voltò
verso la porta ordinando alla guardia di entrare.
Quando
furono dentro Lena cacciò velocemente la guardia fissando la
nuova ragazza* Non
male.*
Disse girandole attorno e squadrandola.
Era
bella, veramente bella. La sua pelle bianca e liscia sembrava
risplendere a contatto con l'abito. Gli occhi, azzurrissimi, vagavano
per la stanza irrequieti forse in cerca di un modo per fuggire.
Inspirò un po' dell'odore rimanendone subito sopraffatta. Le
piaceva questa ragazza, era bella. Rise internamente al pensiero di
costringerla a seguire i suoi ordini da brava schiava. Una
Kryptoniana, della famiglia reale per di più era la sua
schiava. Toccò un lembo del vestito e si morse il labbro
sogghignando al tatto. Era liscio e morbido, probabilmente seta.
Prese una ciocca di capelli di Kara raggirandola tra le dita. Li fece
scorrere lungo la spalla sinistra di Kara e tracciò con il
dito la giugulare destra. Sorrise nel sentire la pelle d'oca della
ragazza.
I
suoi occhi si posarono su un piatto di frutta che si era fatta
portare appositamente per la giovane e si diresse verso di questa*
Immagino tu abbia fame, Kryptoniana. Tieni, mangia. Avrai bisogno di
forze per adempiere ai miei ordini.* Le passò il piatto
contenente la frutta. Sollevò il sopracciglio nel vederla
avere a che fare con il cibo.* Sai
come mangiare la frutta stupida Kryptoniana?*
Le chiese esasperata. Non era possibile che facessero così
tanto i superiori per poi perdersi in sciocchezze come queste*
Kara:
*Entrò timidamente nella stanza e fu catturata dalla vista che
le si parò davanti. Era una stanza lussureggiante illuminata
dalle ampie finestre che davano su tutta la città.
L'agitazione iniziò a divorarla quando incrociò quegli
occhi tanto odiati che analizzarono la sua figura senza esitazione.
Mentre la principessa di Daxam le girava intorno come un predatore,
cercò di cogliere i dettagli che potevano esserle utili per un
possibile piano di fuga. Sì, avrebbe voluto scappare, ma
pensandoci non sarebbe andata lontano non conoscendo il palazzo.
C'era un'altra porta oltre quella dove era entrata e uno scaffale
pieno di libri. Quest'ultima cosa la incuriosì
particolarmente, i daxamiti scrivevano che tipo di storie? Tremò
visibilmente quando la donna sfiorò la sua pelle e deglutì,
cercando di tenere lo sguardo alto.
Quando
la vide allontanarsi da lei per andare verso il piatto di frutta, un
certo languore provenne dal suo stomaco. Prese il piatto che le
diede, aveva veramente moltissima fame, ma si ritrovò a
bloccarsi. Erano frutti che non aveva mai visto prima, considerando
il fatto che non ne mangiavano e non ne coltivavano. Si ritrovò
per la prima volta veramente a disagio nel non conoscere qualcosa che
per loro doveva essere semplice. Aprì la bocca e poi la
richiuse, cercando di trovare le parole giuste* Noi...
i nostri pasti sono prodotti sinteticamente nei laboratori
kryptoniani per soddisfare solo il fabbisogno energetico quotidiano.
Non abbiamo una terra adatta per coltivare frutta e cose di questo
genere, quindi produciamo pasti adatti a soddisfare solo il bisogno
primario per sopravvivere. Io non l'avevo mai vista prima
d'ora *prese
una bacca rotonda violacea e la osservò, tastandola lievemente
per sentire la consistenza. Altri frutti invece erano ruvidi e
dovevano essere probabilmente sbucciati* oh
questo l'ho visto nel deserto *disse
la kryptoniana, indicando un frutto molto allungato color verde. Alzò
lo sguardo osservando la reazione della mora e si corrucciò
lievemente, sperando piuttosto che la aiutasse, anche se sembrava
stesse pensando. Probabilmente pensava a quanto fosse inutile la
bionda che aveva deciso di prendere come schiava. Portò poi la
bacca alla bocca e la assaggiò. Gli occhi della bionda si
spalancarono di meraviglia, mentre le papille gustative stavano
impazzendo. Era la prima volta che assaggiava qualcosa che avesse un
sapore e la dolcezza di quella bacca dal retrogusto lievemente aspro
la lasciò scossa. Era come se avesse iniziato a vivere la sua
vita per la prima volta e gli occhi si illuminarono di un blu acceso
vivace, mugugnando un verso di approvazione*
Lena:
*Alla reazione della bionda Lena rise. Non rideva così da
bambina forse. La ragazza, così tanto arrogante e saccente,
sembrava una bambina catturata a mangiare la sua prima caramella.
Vide i suoi occhi illuminarsi di gioia e non poté che
sorridere alla visione.La studiò con curiosità mentre
la vide gustarsi la bacca e riprese subito il suo sguardo austero.
Non poteva lasciarsi intenerire da una stupida Kryptoniana.* Dammi
qua. *
Le disse prendendo il piatto. Lo sistemò sul tavolino da caffè
e prese un coltello. Iniziò a sbucciare il frutto rosso. Lo
tagliò in piccoli tocchetti che mise al bordo del piatto.
Prese poi il frutto giallo e le insegnò come tagliare anche
questo. Fece delle piccole rondelle e mise anche quest'ultimo a bordo
del piatto. Quando finì di tagliare tutti i frutti, passò
il piatto alla ragazza.* Ora
sai come si tagliano. E ricorda, sei tu che devi servire me, non il
contrario. *Disse
austera. Riprese il libro e si sedette sulla scrivania ma, senza
farsi scoprire, osservò le reazioni della bionda ad ogni nuovo
frutto. La vide fare uno sguardo di assoluta meraviglia ogni volta
che assaggiava qualcosa di diverso. Si morse il labbro per trattenere
un sorriso quando la vide arricciare il naso all'asprezza dell'agrume
giallo e sorridere mentre assaggiava la bacca verde. Voleva dirle i
nomi, ma pensò fosse più divertente farglieli scoprire.
Non riuscì più a trattenersi e poggiò il libro
sulla scrivania. Si sistemò in maniera tale da poggiare il
viso sulla mano destra e guardò la ragazza.* Ok
devo chiedertelo, di che cosa sa il vostro cibo? E dove sono i
terreni per coltivarlo? Rhea mi ha sempre detto che siete degli
arroganti e saccenti tuttologi e che vi credete di essere superiori a
tutti ma tu mi sembri più una bambina in questo momento. Non
riesco a vedere nessun tipo di arroganza in te quindi devo
chiedertelo. Parlami di Krypton. *Le
chiese incuriosita. Non riusciva a capire come questa ragazza
provenisse da quel mondo così diverso dal suo e sembrasse così
diversa dagli standard che le erano stati proposti.
Voleva
conoscere tutto di quel mondo così diverso.
Rhea
glielo diceva sempre che era troppo curiosa ma lei ne era contenta.
Voleva conoscere, voleva sapere, odiava vivere nell'ignoranza come
suo cugino Mon-El che era felice se si svegliava con cibo e donne
ogni giorno.*
Per
i tuoi compiti ne parliamo più tardi. Ora siediti e parlami di
Krypton.*
Le disse facendole segno di sedersi sulla sedia che aveva di fronte a
se.*
Kara:
*Sentì la risata della principessa e alzò i suoi gli
occhi blu per un attimo e dopo li riabbassò, riosservando la
bacca che aveva appena morso. Ne studiò i colori e le
striature, poi finì di mangiarla. La sua attenzione andò
di nuovo alla principessa che le tolse il piatto dalle mani e Kara
non poté che sorridere, mentre le tagliava la frutta. La
principessa daxamita che continuava a vivere dando ordini ai suoi
schiavi, si stava mostrando clemente nei suoi confronti?
Quando
finì di tagliare la frutta, Kara dovette trattenere la
soddisfazione di averla vista in quel modo, anche perché come
aveva detto la principessa, non poteva dimenticare chi era la schiava
in quel regno. Serrò le labbra, mordendosi infine il labbro
inferiore e studiò i vari pezzettini di frutta, non sapendo da
dove iniziare. Assaggiò tutto con estrema calma e quando
arrivò all'agrume, lo avvicinò al viso. Era come se la
polpa forse formata da piccole cellette e si accigliò. Quando
lo mangiò, arricciò il naso e rivolse uno sguardo alla
nobile, osservando la sua reazione divertita dietro il libro. Le
rivolse un'espressione buffa e poi mangiò la bacca verde,
sperando fosse migliore. Era dolce come aveva sperato e sospirò
di beatitudine. Forse aveva trovato il suo frutto preferito.
La
richiesta improvvisa della mora, le fece inclinare la testa sorpresa.
Non pensava di essere riuscita a suscitarle abbastanza curiosità
da farle perdere il suo tempo. Andò a sedersi dove le aveva
indicato la principessa, posando il piattino con la frutta sulle
proprie cosce e per la prima volta si ritrovò a guardarla,
provando una certa tranquillità per l'ambiente che si era
creato tra loro in quel momento. Si inumidì le labbra e
schioccò la lingua sotto il palato prima di iniziare a parlare
del suo pianeta valutando per bene cosa dirle e cosa non dirle* Come
già ti ho detto, noi kryptoniani creiamo il nostri pasti in
laboratorio. La consistenza a volte cambia, ma il gusto... *scosse
la testa* è
come mangiare qualcosa che relativamente non sa di niente. Per
esempio pensa se questa bacca non avesse sapore. Sai che è
formata da acqua per la maggior parte e quando andrai a morderla
sentirai la lingua bagnata, ma senza cogliere altro. Non abbiamo
terreni su cui coltivare, la nostra terra non è più
fertile da molto tempo. Raramente si trovano alcuni frutti selvatici
che di solito non mangiamo. E alcune piante per noi velenose, vengono
mangiate dalle creature che vivono fuori dalla nostra città.
Dove vivevo... Argo City, non so se te ne hanno parlato, è la
seconda città più grande dopo Kandor che è la
capitale. Essa è completamente avvolta da una cupola
protettiva. Per quanto vasta, mi sono sempre sentita come in una
gabbia e di solito andavo alla "libreria" di Argo City per
perdermi nelle informazioni e racconti sull'universo e sulle altre
culture, sulle cose al di fuori dalla società di Krypton. In
realtà non è propriamente giusto chiamarla libreria, ma
è un database di informazioni. Tu puoi dire all'intelligenza
robotica cosa stai cercando. Tramite la parola cercata, escono tutte
le informazioni che il database kryptoniano contiene su di essa e
ogni volta che qualcuno di noi scopre qualcosa di nuovo, aggiorniamo
il database, condividendo la nostra conoscenza con tutta la società.
Comunque
tutta questa... autonomia robotica... Ci ha reso deboli. I daxamiti
invece cercano di sopravvivere ogni giorno perché c'è
disparità con i ruoli sociali. I kryptoniani tendono invece a
trattare tutti in modo uguale. Se mancano dei ruoli lavorativi,
allora vengono clonati bambini con dei parametri specifici, in modo
che in società dovranno adempiere a quel ruolo. Io per esempio
secondo mia madre, ero nata per diventare una scienziata. Ma detto
tra noi, non penso di esserne stata mai all'altezza. *concluse
con tono scherzoso, mangiando un'altra bacca dal piattino e guardando
gli occhi della ragazza che aveva di fronte, poi la sua curiosità
la portò ad osservare il libro che stava leggendo* E
voi Daxamiti invece? Come è basata la vostra cultura e la
vostra conoscenza. Non pensavo che vi basavate ancora sull'uso della
carta, lo trovo stranamente... *gli
occhi della kryptoniana si posarono sulla figura della principessa,
prima di concludere la frase* ...affascinante. *schiuse
le labbra, rivolgendole un sorriso timido* s-spero
di non aver divagato troppo mentre parlavo. E' che c'è tanto
da raccontare *trovò
a giustificarsi perché si era trovata a parlare molto, senza
tener conto della sua interlocutrice*
Lena: *Lena la fissò
sconcertata* Parli...
molto.*
Disse quasi sorpresa.* Sapevo
che i Kryptoniani fossero loquaci ma non mi aspettavo così
tanto.*
Si
sollevò in piedi andando verso la libreria. Ripose il suo
libro prima di decidere cosa dirle. Non poteva lasciarsi sfuggire più
del necessario, doveva evitare di darle informazioni importanti. I
loro popoli erano in guerra e presto qualcuno sarebbe venuto a
reclamarla.
Pensierosamente
si sedette sulla sedia davanti la bionda.* Il
nostro popolo?*
Si chiese stranita, non sapeva proprio che dirle* Beh,
prima di tutto abbiamo il cibo... come cibo vero*
Sollevò il sopracciglio ridacchiando* Cibo
con sapore. Come carne, verdure, dolci.*
Pensò ai dolci e sorrise, non vedeva l'ora di fargliene
provare uno. Sbatté gli occhi sorpresa al suo stesso pensiero.
Perché voleva far provare qualcosa alla sua schiava? Le cose
non dovevano andare così, Lena non doveva affezionarsi ad una
stupida Kryptoniana.* Ma
non penso di doverti spiegare io le cose. Le scoprirai con il tempo.
Ora piuttosto, devi imparare quali sono i tuoi compiti.
*Si
alzò dalla sedia ed iniziò ad andare su e giù
per la stanza. *
Prima
di tutto ti voglio nella mia stanza ogni giorno all'alba. E voglio
che tu mi porti la colazione e il cambio di abiti del giorno. Dovrai
anche pettinarmi i capelli, lavare le mie robe, occuparti dei miei
Wlok, ripulire la stanza e fare tante altre cose. *
Andò dietro di lei sogghignando.* Inoltre
pretendo di vederti nei tuoi abiti Kryptoniani quando sei al mio
servizio.*
Prese i capelli e se li fece scivolare tra le dita.* E
i capelli devono essere sciolti.*
Si abbassò verso di lei portando le sue labbra al livello
dell'orecchio della ragazza.* Hai
capito tutto?*
Le sussurrò mordicchiando leggermente il lobo per vedere la
reazione della ragazza. Si stava divertendo troppo a sfotterla. Era
la sua schiava e poteva farle tutto quello che voleva.
E
in questo momento voleva solo farla pregare di farla sua. Strinse gli
occhi e ghignò alla nuova idea che le stava venendo in mente
prima di allontanarsi da lei.*
Kara: *La
bionda si morse le labbra, cercando di stare in silenzio. Si chiedeva
se la principessa avrebbe risposto a qualche domanda da lei fatta in
modo soddisfacente o l'avrebbe considerato futile. La osservò
posare il libro e chiuse appena gli occhi, scrutandone il gesto con
non indifferenza. Non voleva parlare di cosa leggeva, suppose. Kara
appuntò mentalmente questa informazione. Quando ritornò
a sedersi di fronte a lei, le rivolse tutta l'attenzione e inclinò
la testa alla parola "dolci". Cos'erano? Fece per aprire
bocca e chiederglielo, ma la richiuse perché la daxamita la
precedette. Ed ecco che aveva riportato la kryptoniana alla realtà.
Schiava della principessa daxamita, avrebbe dovuto cercare di
resistere e sopravvivere ai compiti ordinati arrogantemente dalla
bocca di quella donna. Avrebbe dovuto fare cose che non aveva mai
fatto in vita sua e doveva imparare a farle il prima possibile. La
richiesta in abiti kryptoniani... Fremette alla vicinanza improvvisa
e il respiro caldo colpì il suo orecchio. Cos'era l'altra
sensazione che provò al suo insolito gesto? Fastidio... Kara
sentiva ribollire il sangue caldamente, imbarazzandosi e
arrabbiandosi per il gesto della principessa. Serrò la
mascella e chiuse le mani a pugno, sbiancando le nocche per la
pressione esercitata.* Bene *disse.
Il tono neutrale accompagnò la sua risposta* Non
vedo l'ora di servirvi principessa. Non vedo l'ora di sporcare il
nome della mia famiglia, indossando l'abito della mia casata. Non
vedo l'ora di strisciare ai vostri piedi come un verme, principessa.
Se è questa la definizione della
vostra felicità, la soddisfazione di una donna che non conosce
neanche il popolo di cui è al comando. Sarà un piacere
essere al servizio di una donna come voi, principessa Gand. *Kara
non era riuscita a trattenere le insinuazioni, dopo che aveva parlato
molti minuti di Krypton. L'insoddisfazione delle risposte e il
comportamento della daxamita, accompagnarono le sue parole dettate
dall'irrazionalità. Dalla voglia di non essere del tutto
pienamente prostrata e di volerla continuare a rendere consapevole di
ciò che pensava.*
Lena:
*Sussultò alle parole della ragazza. Sembrava più
austera della giovane che aveva visto pochi minuti prima.
Infastidita
dalle sue parole e dalle insinuazioni si allontanò da lei
quasi scottata. Camminò su e giù per la stanza
selezionando il modo migliore per rispondere.* Lena.
Il mio nome è Lena. Non sono la principessa Gand. Il re e la
regina non sono i miei veri genitori.*
Disse tagliente prima di posizionarsi davanti a lei. Le prese il
mento costringendola a guardarla intensamente* E
non osare più di rivolgerti con quella voce a me. Sei la mia
schiava. Non ti è permesso oppure ti ucciderò con le
mie stesse mani.*
Lasciò il mento della ragazza prima di volgersi verso l'enorme
finestra che dava sul cortile.
Vide
Mon-El che si stava allenando con la spada deridendo il giovane servo
che correva da una parte all'altra mentre lui lo attaccava. Che cosa
stava facendo? Lei non era come lui. Lei non era arrogante e
spocchiosa come il ragazzo.
Perché
la sola presenza della giovane riusciva a farla impazzire e diventare
ciò che non era mai stata?*
Mi
dispiace.
*Sussurrò
in silenzio, conscia che la ragazza l'avrebbe sentita anche se il
tono era basso.*
Non
volevo scattare su di te. E' che...*
Si fermò non sapendo come continuare il discorso. Non poteva
darle alcuno spiraglio.
Non
poteva stringere alcun tipo di rapporto con lei. Era una Kryptoniana,
per l'amor del cielo! Doveva usarla, rovinarla e ucciderla.
Doveva...
ma perché non vi riusciva?
Si
sentiva stranamente legata alla giovane di Krypton. Una sua rivale,
eppure una ragazza sola come lei. Ripensò alle sue parole
mentre descriveva la sua città natale definendola una gabbia.
Le era capitata spesso di sentire la stessa sensazione.
Si
voltò verso di lei, dando così le spalle all'uomo che
più odiava nel mondo e accennò ad un sorriso
triste.* Hai
detto che per te l'uso della carta è affascinante. *
Le disse andando verso la scrivania e prendendo il libro di poesie
Daxamite. Lo pose direttamente in grembo alla ragazza prima di
sedersi.
Sbuffò
di frustrazione prima di accennare ad un timido sorriso* è
tuo, te lo regalo. *Le
disse.* Narra
degli eroi Daxamiti e delle loro avventure.*
Le spiegò.* Non
avrei dovuto scattare su di te.*
Ripeté frustrata.* Ma
mi è stato insegnato ad odiare voi Kryptoniani con la vostra
arroganza. Siete il male. Avete causato la guerra con tutta la vostra
tecnologia e la vostra sete di sapere.*
Sbuffò infastidita.*
Dici
che io non conosco il mio popolo, Kara. Ma almeno so che noi siamo
felici, che ci sposiamo per amore, che costruiamo una famiglia su di
esso. So che noi siamo passionali, dolci, violenti, iracondi. Voi
cosa siete? Non provate sentimenti, non amate, vi unite solo perché
uno stupido computer l'ha detto per voi.
Siamo
noi quelli sbagliati? Non mi pare proprio. *La
schernì con disapprovazione.*
Magari
potresti insegnarmi qualcosa del tuo popolo ed io potrei insegnarti
qualcosa del mio.*
Le disse interessata alla possibilità di conoscere il suo
pianeta rivale.*
Kara:
*La donna le sembrava come un felino pronto a scattare. Continuava ad
andare avanti e indietro per la stanza pensierosa sulle prossime
parole da rivolgerle. Kara non si aspettò di certo la
rivelazione del suo nome, insieme al fatto che non fosse l'erede al
trono di sangue. Era come se le sue parole avessero fatto scattare
qualcosa in Lena. Assottigliò lo sguardo alla minaccia e posò
il piatto della frutta sulla scrivania, seguendo la figura della
mora. Ormai era diventato un fiume in piena, finalmente la sentiva
parlare senza soppesare le parole. Lasciò semplicemente che
Lena facesse scivolare tutto dalla sua bocca, che dicesse tutto
quello che aveva da dire perché a Kara risultò la
reazione sperata, perché finalmente diceva quello che
veramente pensava, non dettato da altri fattori. Lo sguardo di Kara
si addolcì alle sue scuse e appena arrivò il gesto
inaspettato, non poté che sorriderle con la sua solita
sincerità. Toccò la copertina del libro con premura,
mentre Lena le parlava di quella differenza tra i daxamiti e i
kryptoniani. Una differenza assai rilevante che Kara non aveva mai
veramente preso in considerazione. Non era arrabbiata per le sue
parole, non lo era per niente perché le stava parlando in modo
pacifico. Alzò lo sguardo, guardandola con i suoi occhioni blu
e un'espressione compiaciuta* Finalmente
ti vedo. *Le
disse e annuì alla richiesta della donna che aveva di fronte*
Mi piacerebbe
capire il tuo punto di vista e quello del tuo popolo e sarei lieta di
raccontarti altro. E poi guardami. Mi fai arrabbiare, mi fai
sorridere, mi fai irritare... La mia società è
vincolata, ma non siamo diversi. Provo anche io emozioni *Si
sporse in avanti dove aveva posato il piatto di frutta. C'era rimasta
l'ultima bacca verde tanto agognata e questo la portò ad
avvicinarsi terribilmente a Lena. Prese il frutto e si risedette
sulla sua sedia ritornando alla distanza iniziale* La
mia natura egoistica mi direbbe di mangiarlo, ma è l'unica
cosa che posso regalarti ora oltre alle mie parole. E dimenticavo. Il
mio nome è Kara... Kara Zor-El. *Le
offrì il dolce frutto, porgendoglielo con la mano, suggellando
quello che sembrava un trattato di pace informale. Aveva tante altre
cose da dirle, ma avrebbe imparato a conoscerla meglio con calma.
Quello che Kara era riuscita ad ottenere quel giorno, le sembrava un
ottimo risultato per iniziare un rapporto pacifico con la sua...
padrona*
Lena:
*Rimase sorpresa nel sentire il calore del corpo di Kara così
vicino al suo. Si voltò alle sue parole osservando il
frutto che la ragazza le porgeva come segno di pace.
Storse
la bocca reprimendo una risata e lo prese* uh...
Grazie? *rispose,
quasi più una domanda che una vera risposta.
Lo
accettò ma glielo porse indietro.* è
tuo, Kara. Accetto il gesto e ti ringrazio ma sono convinta che te lo
gusterai meglio di me. *le
disse ridacchiando. Voleva rivedere lo sguardo di pura gioia negli
occhi della ragazza mentre mangiava il frutto. *
Forse
hai ragione, non siamo così diverse ma il tuo popolo arrogante
ha rovinato il mio. Eravamo pacifici prima che il tuo popolo
decidesse di iniziare questa stupida guerra senza senso.
Voi... *sbuffò
esasperata nel ricordare la storia. *il
vostro egoismo ha rovinato il mio popolo. *
Lena fissò Kara negli occhi pronta a continuare quando sentì
bussare alla sua porta.* mangia
il frutto o nascondilo e alzati da li. *le
comandò andando ad aprire la porta.
Vide
una guardia del castello reale che era venuta ad accompagnarla per la
prima colazione. Annuì e chiuse la porta.
Si
girò verso Kara.* dobbiamo
andare. Tieni a bada la lingua e la tua curiosità, Zor-El o
neanche io potrò salvarti dalla morte. La mia madrina non è
magnanima come me nei confronti dei kryptoniani. *
Si
diresse poi verso il tavolo della toelettatura accomodandosi. Guardò
Kara dallo specchio sollevando il sopracciglio* vieni
qui e fammi una treccia alta. *le
disse. * ne
sei capace, vero? *chiese
ridacchiando. Non poteva smettere di sfotterla sulle cose più
semplici. *
Kara:
*Kara riprese la bacca e stava per rispondere alle accuse di Lena
questa volta, ma furono interrotte dal bussare della porta. La
kryptoniana si alzò posando il libro sulla scrivania di Lena e
cercò di assumere una posa adatta a quella di una schiava
senza più un briciolo speranza, ovvero capo basso e schiena
lievemente china. Le mani portate dietro la schiena a nascondere la
piccola bacca. Appena richiuse la porta, infilò la bacca in
bocca e Lena si girò a guardarla. Diede un morso e cercò
di contenersi dall'entusiasmo del sapore, mugugnando qualcosa alla
richiesta della principessa dopo averla seguita. La kryptoniana
stranamente era ossessionata dai suoi capelli e le piaceva moltissimo
sistemarli in acconciature particolari, quindi per la prima volta si
ritrovò a saper fare quello che Lena le aveva richiesto. Il
sorriso soddisfatto di chi aveva appena finito di fare qualcosa di
fatto bene, accompagnava le labbra di Kara, sentendosi stranamente
utile. Osservò Lena dallo specchio, sistemando la treccia al
lato della sua spalla destra* Allora? *le
chiese incuriosita* Dillo
che ti ho sorpresa. *prese
uno specchio piccolo a portata di mano per mostrarle la parte dietro
al capo della treccia.*
Lena:
Lena:
*Rise nel vedere la faccia di Kara mentre cercava di mangiare
sottilmente il frutto. Le sembrava quasi uno scoiattolo con le guance
piene.
Attese
che Kara finisse di sistemarle i capelli e si guardò allo
specchio soddisfatta. Le piaceva l'acconciatura della ragazza* Si
è... bello.*
Le disse. Decise di stuzzicare la ragazza* Allora
qualcosa la sanno fare i Kryptoniani*
Sollevò il sopracciglio alla faccia che fece la ragazza
ridacchiando. Non la conosceva da molto ma si divertiva troppo a
prenderla in giro per la provenienza.* Seguimi
e ricorda. Capo basso e non parlare se non interpellata* Le ricordò
prima di avviarsi verso le sale comuni.
Una
volta giunte li, Lena fece un piccolo inchino a Rhea, la regina e a
suo figlio Mon-El che risposero con altrettanto entusiasmo.
Si
sedette davanti alla donna con Kara alle sue spalle.* Tu,
schiava. Versami l'acqua*
Le disse aprendo gli occhi e cercando di dirle con lo sguardo di fare
come le era stato detto. Le piaceva la ragazza e, cosa più
importante, le piaceva la diversità che vigeva tra loro e la
possibilità di imparare qualcosa sul nuovo mondo. Si rivolse
verso la sua madrina con un sorriso di scherno portando il bicchiere
alle labbra* Mi
scuso madre, ma la schiava Kryptoniana deve essere ancora
ammaestrata. E' divertente farla strisciare ai miei piedi così
come le spetta.*
Rise accompagnata dalla donna.
Vide
lo sguardo che Mon-El rivolgeva alla sua schiava e subito strinse gli
occhi accigliata*
Sapete,
madre mia, penso che la terrò molto con me. Infondo è
la mia*Sottolineò
mia tagliente* schiava
preferita. Quando mi stancherò di lei penso che la manderò
a lavorare nelle stalle, ma fino ad allora mi occuperò
personalmente di farle capire qual è il suo ruolo in questo
mondo.*
Ghignò verso il ragazzo portandosi alle labbra un
biscotto.* Tu!*
Si rivolse a Kara.* Prendi
questi biscotti e mettili in un panno, esigo che mi vengano portati
in stanza dopo colazione*
Le disse con fare austero ed autoritario.
Guardò
Rhea e si accorse di aver fatto un passo falso. Non aveva mai portato
del cibo in camera e sembrava sospetto che avesse iniziato giusto
ora.
Con
un sorriso falso accennò alla prima scusa che le venne in
mente. Disse alla regina che stava studiando un nuovo modo per
facilitare l'irrigazione dei campi e che le avrebbe fatto bene uno
spuntino.
Segretamente
pregò che la donna si facesse andare bene la scusa.*
Kara:
*Kara fece una smorfia alla battuta di Lena, ma sapeva che stava
scherzando, infatti accennò un sorriso.
Era
arrivato il momento tanto temuto e l'ansia le formò un groppo
in gola. Avrebbe dovuto recitare bene e sperava veramente che tutto
andasse liscio. Fu tenuta a inchinarsi in silenzio alla presenza dei
reali, così come sua madre aveva cercato di insegnarle a fare
quando la famiglia reale era venuta in visita su Krypton in passato
per il rinnovo dei trattati di pace. Eseguì la richiesta di
Lena e da quanto aveva capito, avrebbe dovuto farlo ogni volta in
automatico ad ogni pasto. Riempito il bicchiere d'acqua, sopportò
i discorsi futili che Lena cercava di portare avanti con Rhea. Non
passò inosservato il tono che usò la principessa,
mentre guardava il principe con astio, sicuramente Kara non era
passata inosservata allo sguardo di Mon-El. Kara di sicuro non aveva
intenzione di alzare lo sguardo e guardare in viso i due reali,
perché sfortunatamente li conosceva abbastanza bene. Sobbalzò
quando Lena la richiamò e inclinò lievemente la testa
di lato alla richiesta. Gli occhi blu vagarono per la tavola
imbandita alla ricerca di un panno che trovò all'estremità
del tavolo, lontano dai commentasi. Vi mise dentro alcuni biscotti e
fece un nodo in modo da trasformarlo in un piccolo sacchetto. La
scusa di Lena la lasciò abbastanza perplessa. Un reale
daxamita che studiava qualcosa di utile? Rhea guardò Lena con
soddisfazione* Sei
destinata a grandi cose. Ricorda sempre che la curiosità è
sinonimo di intelligenza, ma non dimenticare che bisogna avere anche
buon senso e sapere quando tenerla a bada. *A
kara parve come se Rhea avesse colto qualcosa e voleva ricordare a
Lena di tenere le dovute distanze. Gli occhi della donna più
anziana si posarono sulla kryptoniana, rivolgendole un piccolo
ghigno* Kara
Zor-El *pronunciò
con un falso tono quasi cortese, lo stesso tono che le aveva rivolto
anni addietro* sei
cresciuta. Ti ricordavo più rumorosa. *Kara
rialzò lo sguardo e annuì, aprendo la bocca per
parlare* Ero
ineducata, maestà. Sono passati parecchi anni. *le
disse la giovane kryptoniana* E
lo sei ancora. Non ti ho dato il permesso di rivolgermi la
parola. *Kara
la richiuse e deglutì, riabbassando lo sguardo. Non sapeva se
scusarsi o meno. Decise semplicemente per paura di tacere, così
la donna si rivolse a Lena* Spero
che riuscirai a darle il dovuto addestramento. Il solo trovarmela
davanti, già mi irrita. Figuriamoci sentirla parlare. *Mon-el
sorrise al discorso della madre, soddisfatto. Era la prima volta che
sentiva sua madre rivolgere quel tono alla sua "preferita".
Per quanto Lena non fosse sua figlia, la trattava come tale e l'aveva
educata a sua immagine e somiglianza, cercando di riprodurre una
donna con il suo stesso pensiero e i suoi stessi ideali.*
Lena:
*Lena lanciò uni sguardo irritato al principe e lo vide
gongolarsi al suo errore.*
Non
preoccuparti madre. Mi occuperò personalmente di addestrarla
in questi giorni.*
Si
portò una brioches alla bocca gustandola felicemente.* non
preoccuparti, so quando usare la curiosità e l'intelligenza
per il mio popolo. Sai bene madre che dopo di te, a questo tavolo,
sono quella con più buon senso seduta a questo tavolo. *Lena
lanciò un sorrisino di scherno al principe.
Lo
odiava, lo odiava con tutto il suo cuore.
Finito
di mangiare la sua colazione la ragazza si congedò. Rivolse
uno sguardo a Kara dicendole di seguirla e tornò nella sua
stanza senza dire una parola.
Una
volta al sicuro nelle sue mura si girò verso la Kryptoniana.
*ti avevo detto di
tacere. Io sono curiosa sul vostro popolo, Rhea vi odia. Avrebbe
potuto ucciderti. *
la guardò con uno sguardo di apprensione. *dammi
il sacchetto*
le disse. Una volta preso il sacco le ordinò di accendere il
fuoco del camino.* sto
per insegnarti una cosa che sicuramente non conosci. Fa
attenzione. *le
disse dirigendosi verso il mobile posto vicino la finestra. Lo aprì
e vi prese una teiera.* dentro
questa, si chiama chayera comunque, devi mettere l'acqua e queste
foglie. *gliele
indicò* si
chiamano foglie di chay. Si mettono circa due cucchiai a tazza.
*disse
mettendone quattro. * una
volta fatto posizioni la chayera sul fuoco grazie a questo gancio.
Capito? *attese
la risposta della ragazza e quando la vide annuire continuò la
spiegazione. * una
volta che la senti fischiare la togli dal fuoco e versi il contenuto
nelle tazze in questa maniera. *
le fece vedere come non bruciarsi.*ovviamente
attenta a non bruciarti. Ora assaggia*
le disse passandole la tazza e studiando le sue espressioni. Prima
che la ragazza potesse portarsi alla bocca la tazza la fermò.
*aspetta, fai
attenzione. È bollente. Forse dovresti iniziare con loro. *le
disse accennando ai biscotti con un pizzico di vergogna nel sentirsi
così interessata al parere della ragazza.*
Kara:
*La kryptoniana seguì Lena, sperando di non incontrare altri
estranei. Arrivarono alla camera della principessa e poté di
nuovo respirare e liberarsi in parte della tensione. Ovviamente Lena
la sgridò e Kara colse la sua preoccupazione, sentendosi molto
piccola. Guardò il camino. La sua fortuna era che la legna
fosse già preparata per essere accesa e vide della carta sotto
la legna secca. Chiese a Lena se ci fosse qualcosa per far prendere
fuoco alla carte e le indicò un oggetto. Sembrava una specie
di accendino daxamita. Fu facile questa volta e Kara trasse un
sospiro di sollievo, mentre Lena richiamava la sua attenzione.
Osservò tutti i passaggi che la mora stava cercando di
insegnarle e aspettarono in silenzio che la chayera fischiasse,
gettando vapore dal piccolo foro.* oh,
ho capito come funziona. Quindi l'acqua dovrebbe calda dovrebbe
prendere il sapore dell'erba e l'aroma *provò
ad odorare la tisana che Lena le aveva dato e passò la tazza
da una mano all'altra, posandola poi su una superficie piana di un
mobile lì vicino. Si guardò le mani un po' arrossate e
poi scoppiò a ridere* ok,
mi sono resa conto che è bollente, ma non rimarrà il
segno non preoccuparti. In questo momento mi sento una
neonata *ammise,
l'ultima cosa con un tono imbarazzato, abbassando lo sguardo e prese
un biscotto. Ne studiò la forma, passandoci il polpastrello
dell'indice. Era un po' ruvido, ma non fece ulteriore pressione per
non sbriciolarlo. Lo portò alla bocca e diede un morso. Il
biscotto si frantumò nella bocca della kryptoniana che
sorrise, mangiandolo con gioia. Era come se fosse aromatizzato a
qualche spezia daxamita. Non era solo dolce e odorava ancora come se
fosse stato fatto quella mattina stessa. Kara sorrise a Lena
grata* Grazie
Lena *pronunciò
con tenerezza, ringraziandola. Poi riprese la tazza un po'
raffreddata e con cautela, bevve un sorso di tisana, voltata verso il
fuoco del camino. Il clima di Daxam era strano. L'aveva studiato un
po' quando era su Krypton. Alternava, c'era un periodo in cui faceva
terribilmente freddo, accompagnato da incessanti piogge. Un altro
periodo in cui il caldo soffocava terribilmente. La notte il clima
calava in modo drastico, mentre di giorno la temperatura si alzava
terribilmente. Quella mattina una brezza fredda entrava dalle tende
della finestra della stanza di Lena, quindi Kara fu grata della sua
idea, essendo il suo vestito bianco troppo fine.* Lena,
ti confesso... Rhea non mi è mai piaciuta. *disse
improvvisamente Kara sovrappensiero* So
che ti ha cresciuta. Ma ci sono cose che dovresti sapere *continuò
cautamente* E
non penso che resterò per molto tua schiava, se solo sapesse
che ho aperto bocca. Anzi non so neanche perché ti abbia
permesso di tenermi con te. *la
voce di Kara tremò lievemente di preoccupazione. Si era resa
conto che Lena non sapeva veramente nulla di quello che era accaduto
per come ne parlava. Chissà, forse neanche Mon-El lo sapeva.
Era una situazione troppo complicata e le parole di una kryptoniana
appena conosciuta non valevano per Lena quanto quelle di una donna
che conosceva da una vita*
Lena:
*Sorseggiò il chay gustando il suo sapore speziato. Un leggero
sorriso di aprì sul suo volto quando vide lo sguardo estasiato
di Kara mentre gustava il biscotto.
Rise
alla battuta, effettivamente la ragazza sembrava una bambina appena
nata che scopriva le cose buone del mondo. Bevve un secondo sorso di
chay sussultando quando sentì la lingua scottare. Non si era
resa conto che fosse ancora bollente. Sollevò il sopracciglio
incuriosita quando sentì le parole della ragazza tentando di
capire cosa volesse dire.
L'avrebbe
uccisa? Che cosa sapeva di così tanto segreto su Rhea? *allora
dimmi*
le disse accavallando la gamba sinistra su quella destra dandole la
possibilità di chiarire le sue precedenti affermazioni. Voleva
vedere cosa avrebbe detto questa volta la kryptoniana. Lo sapeva, i
kryptoniani erano buoni solo a sparare sentenze. Socchiudendo gli
occhi osservò ogni movimento della ragazza. Pronta a farla
tacere e a rimetterle la testa apposto*
Kara:
*Bevve un sorso di chay per sciogliere il nodo che aveva in gola e
poter parlare. Si voltò di nuovo verso di Lena e cercò
i suoi occhi. Lo sguardo che vide non fu dei migliori e ne era
consapevole. Era lo sguardo di chi non l'avrebbe creduta.* Allora,
le mie sono solo supposizioni. Quello che mi hai detto fino ad ora,
mi suona come se Rhea non ti avesse detto molte cose. Per esempio, su
Krypton c'è una Repubblica e non la Monarchia. Perché
dovrei credere che ti abbia tenuta informata sulla politica esterna
al vostro pianeta, se non ti ha detto neanche questo? Mon-el ha
sempre accompagnato Lar Gand e Rhea come loro figlio legittimo anche
nell'ultima trattativa. Ma tu dov'eri? Sai di cosa si trattava? Era
Rhea a tenerti lontana da lui oppure fra te e Lar non scorreva buon
sangue? *Kara
era abbastanza confusa sulla situazione. Non capiva Lena che ruolo
aveva avuto fino ad ora in quella famiglia. Di certo se le avesse
detto la verità in quel momento, sarebbe risultata sgradevole
da digerire, se non da credere. Ma l'ingenuità di quelle
domande, portarono a cambiare argomento in una zona ancora più
minata.*
Lena:
*Lena socchiuse gli occhi e ascoltò attentamente le parole di
Kara. Le sue domande erano accurate e un senso di fastidio si
impossessò di lei.* Non
credo siano affari tuoi. *Disse
sottilmente. Non voleva dirle di essere la figlia del generale
Luthor, fratello di Rhea, generale ucciso durante il suo tentativo di
rivoluzione.
La
sua famiglia, quella vera, si era macchiata di un crimine gravissimo,
suo padre Lionel e sua madre Lilian avevano guidato il colpo di stato
contro i regnanti.
Il
colpo di stato, poi fallito, aveva segnato la fine della vita dei
suoi genitori. Poco tempo dopo anche suo fratello Alexander fu
catturato mentre cospirava per un secondo attacco. Egli fu
incarcerato mentre lei, ancora troppo piccola per capire, fu presa in
ostaggio dalla famiglia reale. Volevano avere una garanzia nel caso
Alexander, o Lex come ormai si faceva chiamare, fosse riuscito a
mettere su un nuovo esercito.
Si
vergognava tremendamente della sua famiglia, a volte si svegliava e
immaginava di essere solo un'altra Gand.
Non
che la regina le avesse fatto mancare qualcosa, ma Lena sentiva le
voci che i suoi sudditi borbottavano al suo passaggio. Sentiva come i
nobili attaccassero la regina Rhea e giudicassero la sua scelta
avventata ed errata.
Amava
la sua regina, l'aveva salvata da morte certa e le aveva dato un
tetto sotto cui vivere e una posizione di prestigio. Le doveva la
vita e si sarebbe sacrificata per lei.
Certo,
non era stata la migliore delle madri, a volte un po' fredda ed
esigente ma, Lena ne era sicura, non poteva volere di meglio.
Si
riscosse dai suoi pensieri e si alzò dalla sedia.*
Credi
di sapere tutto non è vero? Credi di conoscere noi Daxamiti
perché ci avete studiati nei vostri laboratori super
tecnologici vero? Credi di conoscere le cose che si celano nelle
nostre politiche? Pensi di poter venire qui, nella mia stanza, nella
mia casa*
Sibilò la parola casa* E
lanciare una delle vostre solite sentenze sulla MIA regina vero? Sei
una schiava qui, Kara Zor-El. Sei una schiava e non dimenticarlo. Non
hai più il diritto di pensare o di parlare male della donna
che mi ha dato un futuro. Ora esci di qui.*
Le fece segno con la mano voltandosi verso la finestra* Esci
di qui prima che ordini alle mie guardie di rinchiuderti nelle
segrete per il resto della tua miserabile vita. VAI!*
Urlò l'ultima frase rossa in volto per la rabbia.*
Kara:
*La kryptoniana per quanto avesse esposto le sue domande con tutta la
calma possibile, non potevano che suonare come accuse alle orecchie
di Lena. Aveva fatto domande troppo specifiche, senza avere tatto. In
effetti non conosceva la situazione di Lena. Kara nella sua
"innocenza" si rese conto di aver fatto una stupidaggine
solo dopo la reazione della principessa. Si irrigidì alle sue
parole, mettendosi in moto solo quando Lena non le urlò
contro. Lasciò tutta superficie del mobile più vicino a
lei, affrettandosi per uscire dalla stanza e lasciarla da sola. -
Colpita e affondata, brava Kara. Complimenti - pensò
tra se e se. Fuori dalla stanza poco distante, c'era una guardia che
guardò la kryptoniana con odio. Molto probabilmente aveva
sentito la sua principessa inveire contro di lei, ma non poteva farle
del male essendo la schiava di Lena. Avrebbe deciso quest'ultima per
lei. Un senso di smarrimento la invase e fece l'unica cosa che le
venne in mente, visto che non poteva gironzolare liberamente per il
palazzo. Si avvicinò alla guardia e gli chiese di poter andare
dalla sarta che conobbe la mattina stessa perché aveva bisogno
di essere "addestrata". Fu l'unica scusa che le venne in
mente. Gli disse che si chiamava Lys e la guardia la scortò
velocemente nello stesso luogo dove era già stata. Come al
solito Lys ironicamente applaudì alla sua astuzia, dopo aver
ascoltato il riassunto di quello che aveva combinato.* Non
è neanche passato un giorno e mi chiedo perché tu sia
ancora viva. *commentò
con un gran sorriso sulle labbra* Sei
riuscita a fare le domande più infime che avresti potuto
farle. *Kara
gonfiò le guance, assumendo il viso di una bambina colpevole.
Il resto della giornata passò con Lys che le raccontò
parte delle voci che giravano sull'origine di Lena e più
andava avanti con il racconto, più Kara si sentiva in colpa,
offendendo se stessa per non aver tenuto la bocca chiusa. Il resto
del giorno Lys occupò il suo tempo nell'insegnarle le
abitudini di Lena e il modo in cui avrebbe dovuto comportarsi da quel
giorno in poi. Fece anche più del dovuto perché in
effetti nessuno aveva chiesto a Lys di farlo, ma non se la sentiva di
lasciarla da sola. Essendo kryptoniana, non avrebbe fatto sicuramente
amicizia con le altre schiave. Arrivata la sera, a Kara fu dato un
piccolo letto (se era possibile definirlo tale) posto in un angolo
della stanza da notte della servitù del palazzo. Lena non
aveva mandato nessuna guardia a cercarla. Questo fece rattristare
terribilmente la kryptoniana. Il giorno dopo l'avrebbe voluta ancora
come sua schiava? Quale sarebbe stato il suo destino? Di questo
passo, sarebbe morta molto prima di quanto sperasse. Kara promise a
se stessa che, da quel giorno in poi, avrebbe fatto semplicemente
quello che le era stato detto di fare in modo da non creare altri
problemi alla giovane.*
Lena:
*Decisa a sbollire la rabbia Lena fece ciò che sapeva fare
meglio. Si sedette alla scrivania pronta ad immergersi nelle leggi
della fisica. Ideò l'idea di una pala meccanica che spingesse
la pressione contro gravità. Sarebbero bastati quattro schiavi
per farla girare e l'acqua sarebbe arrivata anche sulle dune più
alte.
Non
si accorse che era giunta l'ora di pranzo finché non venne
richiamata dalla guardia che la avvisava che era tutto pronto.
Lasciando
i suoi progetti ancora sulla scrivania si diresse verso la sala da
pranzo.
Si
inchinò al cospetto di Rhea e dovette farlo, anche se con
enorme odio, anche a Mon El.
Il
ragazzo fece un inchino sarcastico e Lena lo guardò con
astio.*
Perdonate
il ritardo, madre*
Disse Lena alla donna accomodandosi alla sua destra.
Cominciarono
a mangiare parlando del più e del meno finché la regina
non le chiese dove fosse la sua schiava.
Assumendo
la sua migliore faccia neutrale Lena sorrise* L'ho
mandata via, ha ancora bisogno di capire qual è il suo posto e
devo ancora insegnarle alcune cose. Non pensavo fosse abbastanza
idonea da restare al tavolo al nostro cospetto, madre.*
Bevve un sorso del suo vino speziato.*
Una
volta che si sarà piegata completamente a me potrò
ricominciare a portarla in giro. Adesso sta facendo i compiti più
ardui del castello, così come conviene ad una Kryptoniana*
Rise con la madre.
Una
volta che la cena fu conclusa Lena si alzò e fece un leggero
inchino alla madre prima di avvisarla che avrebbe cenato in camera
per non deconcentrarsi dagli studi.
Ricevette
uno sguardo orgoglioso dalla donna e, dopo averle dato un leggero
bacio sulla guancia, si congedò da lei.
Le
ore passarono e Lena era intenta a studiare metodi alternativi alla
pala meccanica ma non le veniva nulla in mente.
Sentì
bussare alla sua porta e diede il permesso di entrare.
Non
alzò neanche gli occhi dal progetto aspettandosi Kara ma,
quando udì la voce di Mon-El si sollevò.* Mon-El.*
Disse già con astio.*
Lena*
Rispose lui con il solito sguardo arrogante.*
Cosa
ti porta nelle mie stanze, principe?*
Domandò allora lei. Non che odiasse il ragazzo ma lo reputava
inutile e viziato. Era il legittimo erede al trono solo per diritto
di nascita mentre lei, che si affacendava per rendere il regno un
posto migliore, non avrebbe potuto mai aspirare a tale ruolo.*
Sono
venuto per la Kryptoniana*
Mon-El iniziò a gironzolare per la stanza afferrando di tanto
in tanto qualcosa.
Lena
gli lanciò uno sguardo tagliente* Cosa
cerchi dalla mia schiava?*
Mon-El
sorrise e Lena seppe che la sua risposta le avrebbe dato la nausea.*
Oh*Finse
una voce innocente* Voglio
solo controllare se le voci sui Kryptoniani sono esatte*
Il ragazzo si fissò le unghie curate.*
Quali
voci?*
Domandò allora Lena.*
Le
voci che dicono che i Kryptoniani non sanno essere partner sessuali
discreti*
Rise lui.
Lena
sollevò un sopracciglio provando ancora più ribrezzo
per il ragazzo. Decisa a non dargliela vinta ghignò
soddisfatta* Mi
dispiace dirtelo, mio caro principe, ma Kara non appartiene a quella
linea di Kryptoniani.*
Accennò ad un sorriso falso.
Mon
El sgranò gli occhi* Vuoi
dire che l'hai provata?*
Lena
annuì soddisfatta nel vedere la faccia del
ragazzo* Ovviamente,
è stata la prima cosa che ho fatto quando è arrivata
qui.*
Disse saccentemente, godendosi il suo sguardo sbigottito* Doveva
capire a chi appartiene e Mon-El...*
ghignò maleficamente* Lei
mi appartiene. È il mio giocattolo, la mia schiava e non sono
disposta a dividerla con te.*
Si avvicinò a lui tanto da farlo arretrare* Potrei
non essere l'erede al trono ma ho molti amici nel palazzo e un
cervello che lavora, non ti conviene metterti contro di me.*
Il
ragazzo la guardò leggermente impaurito prima di riprendere la
sua postura* Mi
stai minacciando Lena?*
Chiese infatti.
Lena
gli rivolse il suo miglior sorriso falso* Non
mi permetterei mai! Mio caro fratellino, volevo solo darti un
consiglio.*
Si rivolse verso la scrivania risedendosi* Ora,
se non ti dispiace vorrei continuare a studiare. Sai, in questa
stanza qualcuno si occupa veramente del suo popolo. Non passiamo
tutti il nostro tempo a giocherellare con la spada e a saltellare da
un letto ad un altro quindi, a meno che non decidi di darmi una mano,
preferirei essere lasciata sola.*
Mon-El
la guardò sconcertato prima di annuire ed andarsene.
Quando
la porta fu chiusa Lena rilasciò un respiro che non sapeva di
star trattenendo.*
Cosa
mi è saltato in mente?*
Si chiese* Minacciare
il principe per una schiava? Che mi sta succedendo?*
Si domandò confusa.
Decisa
a non perdere altro tempo chinò il capo sui libri e ricominciò
a studiare.*
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