Nuova Ossessione

di Sarastar88
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Svegliarsi il lunedì mattina era sempre una tragedia per Sophie. Abbandonare il letto morbido e il suo pigiama di pile per indossare jeans stretti e scarpe scomode, ma eleganti, era di per sé difficoltoso, ma il primo giorno della settimana era un’impresa titanica.
La melodia che aveva scelto come sveglia poi aveva dato il colpo di grazia; aprire gli occhi e ascoltare la musichetta inquietante del film Lo Squalo, non aiutava di certo a iniziare la giornata con il sorriso.
Con la faccia ancora spalmata sul cuscino, la mora cercò di prendere il suo telefono, appoggiato sul comodino di legno, per interrompere quel supplizio, trovando però alcune difficoltà.
«Che palle!» Pronunciò stizzita all’ennesimo tentativo andato in fumo che la costrinse ad alzarsi dal suo rifugio e mettersi seduta.
Tenendo tra le mani il suo iPhone7pink, bloccò il suono monotono e inquietante, per poi stiracchiarsi e concedersi un sonoro sbadiglio.
Il rumore di passi sulle scale la fece voltare in direzione della porta, aspettando che il detentore si palesasse.
Quando gli occhi verdi di Sophie incontrarono quelli marroni di lui le venne spontaneo sorridere.
«Buongiorno raggio di sole. La colazione è sul tavolo, ma non aspettare troppo a scendere, altrimenti il cappuccino si fredda.»
Il bruno si avvicinò alla sua donna e le schioccò un veloce, ma intenso, bacio a fior di labbra.
«Ci vediamo stasera. Buon lavoro amore mio.»
Regalandole uno splendido sorriso prima di voltarsi, l’uomo uscì dalla stanza, raggiungendo le scale che davano all’ingresso e allontanandosi chiudendosi la porta principale alle sue spalle.
Rimasta sola nella loro casa, decise di scendere in cucina, ripetendo quasi meccanicamente quei gesti quotidiani.
Mentre inzuppava i suoi Oro Saiwa nella tazza, controllava le novità degli amici su Facebook, aggiungendo vari Like alle loro foto buffe e ridendo di alcuni stati ironici letti sul social.
Un messaggio su WhatsApp interruppe la sua collaudata routine.
“Non fare la tangenziale, perché c’è un incidente due chilometri dopo l’entrata. Ti conviene partire qualche minuto prima se non vuoi restare imbottigliata nel traffico. A più tardi piccola, ti amo!”
Lette le parole del suo fidanzato, Sophie si alzò velocemente dallo sgabello, sciacquò alla bell’e meglio la tazza e la ripose nella lavastoviglie.
Salì di nuovo le scale di legno che portavano alla camera da letto, si posizionò davanti all’armadio e, dopo averlo aperto, ne estrasse un jeans scuro e una maglietta nera con lo scollo a V morbido.
Dopo essersi fatta una doccia veloce, indossato gli abiti scelti poc’anzi e i suoi adorati e caldi Ugg beige, lavò i denti e si diede solo una spruzzata di profumo.
Quella mattina non ebbe il tempo di truccarsi o di darsi una sistemata ai capelli, così corse fuori dal suo appartamento, stringendo tra le mani le chiavi della sua adorata Smart cabrio e si immise nel traffico cittadino, accompagnata dalle note di Shape Of You.
Arrivò in ufficio in orario per un soffio.
Attraversare la città a quell’ora era snervante per una persona normale, per lei, che era solita perdere le staffe per un non nulla, fu una fonte di stress ad altissimo livello. Imprecò contro tutti i guidatori che si immettevano nelle rotonde senza attivare le frecce direzionali, contro quelli che frenavano senza una ragione precisa e contro gli anziani col cappello che non si sarebbero velocizzati nemmeno se spinti dalla divina provvidenza.
Posteggiata la macchina nel parcheggio privato dello studio, fece il suo solito cambio scarpe, maledendo Caterina de’ Medici per la sua invenzione infernale: i tacchi alti!
Non fu colpa sua se a Vigevano, quattrocento anni dopo, idearono quelli a spillo, ma se quel giorno si fosse fatta gli affarracci suoi, forse le donne di oggi non avrebbero indossato quelle diavolerie scomode!
Sophie soffriva di scarsa coordinazione e di goffaggine quando portava ai piedi delle semplici infradito, camminare su quelle scarpe era una continua sfida contro la sua incolumità.
Entrò nello studio commercialistico e si posizionò al bancone dell’ingresso. Si tolse la giacca di pelle, che appese al porta abiti alle sue spalle, sistemò la borsa sotto la scrivania, dopodiché accese il suo computer e quello della sua collega che, come ogni mattina, non sarebbe mai arrivata puntuale.
Giorgia Frisi era una ritardataria cronica sotto ogni aspetto!
Quando lei e Sophie si davano appuntamento per le loro uscite in solitaria, o in comitiva, le dava sempre un orario anticipato di trenta minuti, ma riusciva a tardare lo stesso, inventando ogni volta scuse diverse dalle sfumature fantasiose.
Quella mattina però, la colpa non fu soltanto dell’amica, ma di chi aveva causato l’incidente in tangenziale, rallentando la corsa di molti lavoratori.
Sarebbe stata anche lei tra quelli, se il repentino messaggio del fidanzato non l’avesse allertata della situazione, consigliandole una soluzione alternativa.
Il suono di accensione del pc la distolse da quei pensieri, portando la sua attenzione sull’immagine che aveva utilizzato come salva schermo per il mese di aprile: due coniglietti paffuti dentro a due uova pasquali, colorate di giallo e di rosa.
Mancavano solo undici giorni a quella ricorrenza e la mora era impaziente di poterla festeggiare con la sua famiglia, soprattutto vista la prospettiva di una Pasquetta all’insegna del divertimento con gli amici e il proprio compagno.
Le porte dell’ufficio si aprirono impetuose, annunciando un tornado dalla lunga chioma bionda, gli occhi verdi, un fisico tonico e asciutto, che stava entrando correndo come una furia per poi sistemarsi alla propria postazione alla destra della sua collega.
«Non immagineresti mai il perché del mio ritardo di stamane. Non è colpa mia, lo giuro.»
Si apprestò a dire col fiato corto, sfilandosi la giacchetta e sistemandosela allo schienale della sua seduta. Quella ragazza dal sorriso contagioso era diventata, da circa cinque anni, la sua migliore amica.
«Uhm, fammi indovinare. Un incidente in tangenziale?» Sogghignando guardò Giorgia, girandosi lievemente con la sedia da ufficio a quattro ruote e incrociando le braccia al petto.
La mora osservò attentamente la bionda, ammirandone il fascino e la bellezza.
Oltre a invidiarle il fisico, Sophie si trovò a desiderare più volte la sua dote nel truccarsi.
Anche quella mattina era impeccabile con un smokey eyes dai toni non troppo scuri, il quale risaltava il chiarore dei suoi occhi, aiutato dal mascara che aggiungeva un certo magnetismo al suo sguardo.
Un tocco leggero di fard che le ravvivava il viso triangolare a completare il tutto.
«Ma come facevi a… Okay, allora puoi immaginarlo! Per colpa di quel maledetto tamponamento non ho potuto fermarmi a far colazione al bar all’angolo, dato che ero già in ritardo. È illegale incominciare il lunedì senza una buona dose di zuccheri! Tu perché questa mattina sei al naturale? Ti sei dilungata troppo nelle coccole mattutine con il tuo bello?»
Lo sproloquio della amica causò una risata della mora, che tornò con lo sguardo sul suo pc e iniziò a scorrere le numerose mail dei clienti.
«Dai, resisti dieci minuti. Rispondo a questi messaggi poi ci prendiamo qualcosa alla macchinetta.»

 
✿..:* *.:.✿

Ed eccoci di nuovo qui. Avrete notato che c'è stato un salto temporale nel futuro non indifferente; Sophie ora convive e lavora a stretto contatto con la sua migliore amica.
E del compagno di Sophie? Sarà Francesco o qualcuno di nuovo?
Lasciatemi le vostre teorie perché adoro leggerle e vedere cosa la vostra mente vi suggerisce.
L'appuntamento è a sabato prossimo. Buon Ferragosto a tutti.
Baci, Sara




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