Così diceva mia madre

di Sgarro
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1.2 Ed io me ne stavo lì steso a pensare ad ascoltare il vento e i rumori, un suono più intenso sarà il vento, un urlo più forte sarà la strega, e mentre il primo sonno mi sfiorava leggermente, un colpo intenso, forte, distinto, arrivava al mio orecchio, gli occhi si spalancarono, il cuore prese a battere, addio sonno! Cercai di capire, sfogliai in un millesimo di attimo la gamma di rumori, che sento tutte le notti ormai da anni, da quando dall’Oregon sono dovuto venire qua a Detroit per lavorare e per guadagnare qualcosa che mi dia almeno una vita dignitosa o almeno così diceva mia madre. Stavo lì immobile nessun rumore corrisponde, nessuno dei milioni di suoni che abbia mai sentito, allora qualcosa mi disse che non è la solita delusione, qualcosa mi disse che stasera sarà speciale, era da tanto che aspettavo un suono così bello così ignoto, così vivo allora questa è la mia sera questa è la mia occasione, scesi dal mio bel letto a mezza piazza... Vita dignitosa - nell’Oregon avevo le due piazze solo per me-... E corsi nell’armadio bianco ad un’anta, che avevo nella stanza, era lì da quando ci ero venuto ad abitare lo avevo trovato già in quella posizione e me lo ero tenuto, sotto tra gli indumenti che usavo per andare in chiesa la domenica, e nell’Oregon ci andavo tutte le domeniche, invece adesso erano parecchio impolverati, ci tenevo la mia vecchia mazza da baseball, e indovinate, dove la usavo? Sì nell’Oregon; Qui la tengo solo come arma di difesa personale... Vita dignitosa diceva la mamma... Afferrai la mia bella mazza e corsi verso la porta uno sguardo fuori per strada, nessuno! Quel maledetto vento confonde oltre ai suoni anche le forme, un secondo suono uguale è preciso invade la stanza, è vicino, ma cos’è? Che cosa sarà …. E poi mi venne in mente quando avevo già sentito un suono simile sordo intenso e sa di morte, è stato nell’Oregon un giorno andai con zio Leoluca nei boschi, non era proprio mio zio lui era appassionato di caccia e quella volta mi volle portare, con il volere di mia madre per insegnarmi com’è un vero uomo o almeno così diceva lei. E finalmente capii, era un colpo di pistola e doveva essere anche bella grossa, allora corsi sul didietro della cucina, aveva un entrata secondaria che dava su un piccolo giardino comunicante con quello dei vicini, ma io i vicini non li avevo mica mai visti, uscivo di mattina presto di casa e tornavo la sera tardi la mia dimora non era proprio a portata di mano... Vita dignitosa diceva mia madre... Spiai attraverso la tendina impregnata di olio e profumi marciti di roba stravecchia, e vidi lì d’avanti al cancello di casa una figura umana, stava lì in piedi, e aveva in mano una pistola di quelle che si vedono nei telefilm polizieschi usate dal poliziotto più duro, intanto stringevo il mio bastone, iniziai a sudare, cosa fare? Esco e vivo finalmente, oppure torno alla mia vita dignitosa... Presi coraggio strinsi gli occhi quasi a farmi venire le lacrime, sferrai un calcio poderoso alla porta, ed uscii nel giardino correndo incontro alla figura, urlando e stringendo la cara vecchia mazza.




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