Shape of you |STEREK|

di SophLandd
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Derek sale al secondo piano, cercando di captare il minimo rumore, eppure non sente nulla.

Accende la luce del corridoio, e prova ad aprire tutte le porte che incontra, nel più silenzio possibile, per non insospettire lo Sceriffo, che è rimasto di sotto a sparecchiare.

Ad un certo apre una porta che sembra proprio portare alla camera di Stiles, la quale viene subito illuminata: se la immaginava diversa, con forse tanti poster, ma non così spoglia. 
Gli ricorda un pò il suo loft, come se neanche il ragazzino si sentisse davvero a casa.

Si avvicina cautamente alla scrivania, notando una cornice particolare, con una foto di diversi ragazzi: riconosce Stiles al centro. 
Sta sorridendo, ma un vero sorriso, ne è sicuro. 
Gli altri ragazzi li riconosce quasi tutti, avendoli visti la mattina al bar, oppure a scuola.

Eppure tre non ha proprio la minima idea di chi sono. 
Due sembrano proprio gemelli, mentre l'altra è una ragazza. 
Ha un bel sorriso, e dei capelli mori lunghi e ondulati. 
Sta vicina alla rossa, e le due paiono molto in sintonia.

Ma adesso dov'è Stiles? Derek non lo trova, quando si affaccia dalla finestra della sua camera, cercandolo con lo sguardo in giardino. 
No, neanche lì.

C'è un albero molto ravvicinato, e intuitivamente alza lo sguardo per vedere quanto arriva in alto: ecco che finisce per trovare una casetta in legno poco in alto. Anche lui da piccolo aveva una casetta sull'albero, e sorride al ricordo.

Gli pare inoltre di scorgere una fiacca luce all'interno, così capisce che Stiles deve essere salito lassù.
Derek posa un piede sul resistente e grosso pezzo di tronco, e comincia ad aggrapparsi, riuscendo a salire in poco tempo, senza neanche realizzare che potrebbe cadere da un momento all'altro e forse morire.

La porta della casetta è socchiusa, e Derek una volta arrivato in cima si accinge ad aprirla:

«Stiles?» Lo chiama.

La scena che gli si prospetta davanti gli fa stringere il cuore: la casetta non è molto grande, anzi, e non ha nessun mobilio, o altro.

Ma non è questo che nota Derek.

Lui è troppo concentrato al ragazzino appoggiato con la schiena ad una delle pareti.

Stiles lo guarda leggermente sorpreso, con le lacrime che continuano a scendere.

Ha le nocche parecchio arrossate, come se avesse preso a pugni qualcosa, e lo sguardo impaurito, perso. 
I capelli spettinati.

«Vai via, Derek...» Sussurra, con voce rotta dal pianto.

Derek non gli dà ascolto, e si avvicina sempre più, inginocchiandoglisi davanti:

«Perchè vuoi che me ne vada?» 
Il suo tono sembra quasi offeso.
Stiles continua ad evitare il suo sguardo, abbassando il volto.

«Perchè sono in condizioni terribili.» Biascica, passandosi una mano sul volto.

Derek con una mano sotto al mento gli alza il volto, per poter guardare quegli occhi nocciola, che nonostante siano arrossati sono sempre così belli:

«Stiles, non me ne vado da nessuna parte.» Dice sicuro, e Stiles rimane a fissarlo un attimo imbambolato, e quasi sembra lasciarsi andare, ma il suo sguardo si indurisce:

«Non ho bisogno della pietà di nessuno, di nessuna compassione!» Esclama, cercando invano di asciugare le lacrime.
Derek sorride tristemente.

«Stiles, é questo che pensi di me? 
Che sto qui solo per pietà?»

Stiles incrocia il suo sguardo per qualche secondo.

«...No...»

Derek senza rendersene conto si ritrova con una mano sul volto del ragazzino, con il pollice che si strofina sul suo volto, a cercare di togliergli le lacrime.

Stiles rimane immobile, senza sapere come reagire, con il respiro piü pesante. 
E d'un tratto non ce la fa più a tenersi tutto dentro.

«Sai cosa mi ha detto una volta la psicologa della mia vecchia scuola? 
Ci sono stato, una volta.» Se ne esce, e Derek si limita a fissarlo.

«Che a volte é come se ci trovassimo su un palazzo in fiamme. 
E dimmi, Derek, ti butteresti di sotto oppure bruceresti nelle fiamme? 
Quale delle due morti preferiresti?»

Derek di slancio circonda quel corpo esile con il suo, e Stiles non si oppone, finendo per stringerlo stretto.

Corpo contro corpo, cuore contro cuore, dolore contro dolore.

Stiles appoggia il capo sul petto di Derek, tornando a piangere come un bambino. 
É bello trovare qualcuno che ti capisce perfettamente, e questo qualcuno dovresti tenertelo ben stretto.

«E ha anche aggiunto che spesso troviamo un salvagente, qualcuno che spenge il fuoco che ci tormenta. Quando verrà spento il mio? Quando?» Piagnucola, restando stretto al suo professore, il quale replica semplicemente:

«Molto presto, Stiles, molto presto.»

Stiles cerca di aggrapparsi a Derek con tutta la forza che ha, come se fosse il suo salvagente, l'unica cosa a tenerlo in vita.

«È che a volte...a volte...credo di non farcela più...»

Derek sente di avere a sua volta gli occhi lucidi. E lo capisce perfettamente.

«Lo so, Stiles, lo so...» Mormora, sorpreso di come il ragazzino si stia sfogando con lui, di come si stia dimostrando debole di fronte a lui.
I suoi singhiozzi risuonano nella casetta, e l'oscurità cerca di prevalere sulla luce.

Derek lascia il ragazzino calmarsi un'altra decina di minuti, e alla fine decidono di tornare giù.

«Derek...posso sapere perchè mi sei stato...vicino? Non eri obbligato, sai.» Sussurra Stiles con il volto basso, mentre escono dalla casetta. 
Derek sorride leggermente:

«Perchè nessuno lo è mai stato con me.» Risponde, lasciando il ragazzino a bocca aperta, e con gli occhi che luccicano.

In realtà Cora diverse volte ha cercato di aiutare Derek nel suo dolore, ma lei non può capirlo. 
Lei non affronta il dolore nel suo stesso modo. Nessuno l'ha mai potuto capire, o almeno fino ad ora.

Scendono sotto, tornando in salotto, e Stiles nel frattempo ha cercato di assumere un aspetto presentabile.

«Tu aspetta un pò prima di scendere, tuo padre potrebbe insospettirsi.» Gli fa Derek, nel corridoio. 
Stiles annuisce, osservando il ragazzo scendere le scale.

Lo Sceriffo è seduto sul divano, quasi addormentato, quando la presenza di Derek lo fa sobbalzare:

«L'hai trovato il bagno?» Gli fa, abbastanza confuso, visto che quest'ultimo è stato via per una ventina di minuti.

Derek avvampa.

«Emh, non mi ricordavo molto bene...» Mente, e lo Sceriffo annuisce perplesso.

---

Stiles quella mattina si sente stranamente meglio rispetto al solito, e decide che, per ringraziare Derek di come è stato lì per lui due giorni prima, gli offrirà un caffè.

Tanto questa mattina lui c'è sicuro al bar, viso che ha subito lezioni in classe sua.

Scott viene subito a prendere Stiles con il motorino:

«Com'é andata la serata con il professor Hale?» Gli chiede subito, curioso, passandogli un casco.

«Lui e mio padre non hanno fatto che parlare dei vecchi ricordi.» Scrolla le spalle Stiles, salendo.

«Sai, mi chiedo come sia Hale fuori da scuola, è un tipo così...chiuso, imbronciato. Tu poi lo conosci, no Stiles?»

Stiles si mette il casco, sussultando. 
Sì, è passato un mese da quando l'ha ricontrato, e da quando passa quasi ogni colazione con lui, ma concretamente non sa nulla di lui, del suo passato.

Anche se a volte di conoscerlo da una vita, quasi fosse il suo riflesso. 
Sará per il dolore che li accumuna.

«Intelligente, anche troppo, ha un'ossessione per il caffè, sai, sembra che non ne possa fare a meno. 
È in grado di alzare un solo sopracciglio, e Dio solo sa come fa. Quando è infastidito oppure vuole delle spiegazioni tende a incrociare le braccia al petto. 
Ha sempre una sfilza di giornali intellettuali, anche se sinceramente li legge con un'indifferenza che potrebbe sembrare quasi noia. 
È un tipo atletico, molto atletico. 
Ha uno strano tatuaggio sulla schiena, sai che non ho capito ancora cosa sia...»

«...Stiles, non é che ti piace?»
Lo interrompe Scott, il quale lo stava ascoltando in silenzio, non di certo aspettandosi una risposta così lunga. Stiles rabbrividisce.

«...Cosa dici, Scott?? Lui non è gay, ed è il mio professore. Il nostro. Ricordi?» Borbotta tutto d'un fiato, volendo aggiungere che neanche lui è gay, nè bisessuale, anche se non ne é poi tanto sicuro.

Insomma, non ha mai provato attrazione per un uomo, ma allora perché quegli occhi verdi sono come dei magneti per lui? 
Perchè ogni volta si ritrova a lezione imbambolato a fissarlo?

Scott annuisce non convinto, per poi partire. Arrivano al bar in pochi minuti, e ci sono i ragazzi ad aspettarli lì davanti.

«Sempre ultimi.» Si lamenta Jackson, stretto a Lydia, la quale sorride.

Malia va incontro a Stiles, stampandogli un bacio sulla bocca, anche se lui si ritira leggermente. 
Malia per fortuna non si accorge di nulla.

Scott va a parlare con Kira, ed entrano tutti insieme. 
Prendono un tavolo qualsiasi, e Stiles la prima cosa che fa è cercare Derek con lo sguardo, come al solito.

E quando lo trova si sente le gambe improvvisamente molli, e gli trema leggermente una mano.

Derek è seduto davanti alla professoressa di filosofia. 
Jennifer Blake. 
Sembrano conversare piacevolmente.

Così Stiles rimane lì imbambolato, in piedi, a fissare i due, senza sapere cosa fare.

Pensava davvero che a Derek piacesse passare le colazioni con lui? Con uno stupido ragazzino logorroico?

Probabilmente dopo quello che ha visto a casa sua ha lasciato di lasciarlo perdere, forse è vero che due persone che si portano dietro troppo dolore non possono stare insieme.

E credeva fossero una sorta di amici, ma allora perchè ha lasciato sedere la professoressa nel posto che ormai è suo da un mese? 
Ma meglio cosí, meglio che nessuno si affezioni a lui. 
Forse è davvero meglio così.

«Ti siedi con noi?» Domanda Scott a Stiles, posandogli una mano sulla spalla.

«S-sì.» Risponde Stiles, dopo qualche secondo.

«Stiles, se non ti piace perchè guardi quei due così?» Gli sussurra Scott, cercando di non farsi sentire dagli altri.
Stiles sussulta, evitandolo con lo sguardo.

«Cosí come?»

«Come se ti facesse tremendamente male.»

---

Oggi è una bella giornata, nonostante sia ottobre inoltrato, e il sole cerca di penetrare attraverso le tende, per posarsi su alcuni banchi dell'aula 1D.

Derek entra frettoloso, trovando tutti ai loro posti, e sedendosi dietro alla scrivania.

«Oggi interrogo.» Ricorda ai ragazzi, i quali sospirano sonoramente.

«Ci sono volontari?» Chiede, senza aspettarsi risposte affermative, quando Raeken alza la mano, con un sorrisino.

«Io, professore.»

Derek lo guarda.

«Vieni su, Raeken.»

Theo si alza, raggiungendo la lavagna, con un'aria quasi da superiore, che infastidisce Stiles, il quale resta al suo posto impugnando una matita con forse troppa forza.

Derek detta al ragazzo uno degli esercizi più difficili, e Theo lo guarda come se sapesse già la soluzione, e si accinge a risolverlo.

«Scott, non sopporto Theo, visto che aria da superiore ha?» Dice Stiles a Scott, il quale lo guarda corrucciando lo sguardo.

«Beh, sa tutto, se lo puo permettere.»

«Lo so, ma non lo sopporto proprio!» Esclama.

Derek si gira verso i due, sentendo un chiacchiericcio fastidioso.

«Stilinski, MacCal chiudete la bocca.»

Stiles sorride leggermente:

«Altrimenti?» Lo provoca.
Derek incrocia le braccia al petto, fissando il ragazzino senza capire le sue intenzioni.

«Altrimenti ti fai un bel giretto qua fuori, ti piace l'idea, Stilinski?» 
Ribatte, perdendo la pazienza.
Intanto Theo si gode la scena, subito dopo aver finito l'esercizio.

«Direi proprio di sì.» Risponde Stiles, alzandosi inaspettatamente, e uscendo dalla classe, sotto lo sguardo sorpreso e confuso di tutti. 
Derek irrigidisce tutti i muscoli, non capendo cosa sia successo al ragazzino.

«Professore, io ho finito.» Gli ricorda Theo.

«Sí, vai pure a posto.» Lo liquida, mettendosi a spiegare il nuovo argomento, anche se più volte si confonde su alcuni concetti, e a fine lezione tutti prendono la propria roba per andarsene.

Stiles allora rientra per prendere la sua:

«Stilinski, aspetta.» Lo blocca Derek, mentre rimangono solo loro due.
Il sole illumina leggermente i capelli del ragazzino.

Stiles si gira verso di lui, cercando di non mostrarsi deluso o altro.

«Cosa c'è, professore?»

«Siamo solo noi due, puoi chiamarmi Derek.» Gli fa presente.
Stiles inarca lo sguardo:

«Perchè? Siamo amici o altro?»

Derek quindi capisce che il ragazzino ce l'ha con lui, e cerca tutti i motivi per cui potrebbe comportarsi così. 
Poi improvvisamente, guardando i suoi occhi nocciola delusi, capisce:

«É per stamattina? Perchè Jennifer si è seduta al tuo posto?» Intuisce.

«Non capisco cosa c'entri questo. 
Lei è ill mio professore, io il suo
studente. 
Mi sto comportando da tale, in fondo perchè dovrebbe voler stare con un ragazzino logorroico e così complicato?» Esclama, sorridenfo tristemente, per poi andarsene senza far ribattere Derek.

Derek sospira, sì, ce l'ha con lui perchè ha visto la cosa come una sorta di sostituzione, e probabilmente ha associato tutto a quando si è mostrato debole davanti a Derek. 
E ha pensato che lui in realtà non vuole avere a che fare con un ragazzino pieno di dolore, come lui del resto.

Vista da questa prospettiva sembra quasi Derek l'abbia fatto apposta, per far capire a Stiles che dopo la parte di lui che ha visto meglio non si frequentino più.

Ma infondo Derek riflette che è così che deve andare, ognuno resta nei suoi ruoli, nessuno rischia di mettersi nei casini, e nessuno si affeziona, nessuno entra nella vita dell'altro. 
Ma non sapeva fosse troppo tardi.





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