Capitolo
39
Per
Grace era sempre la solita storia: la sua vita poteva essere
considerata normale da coloro che non la conoscevano.
Fortunatamente
il suo carattere era forte; si reputava una ragazza solare e allegra,
il che la aiutava a nascondere il suo malessere.
Nessuno
sapeva che, una volta sola nella sua camera, si divertiva a cantare,
perfezionare la sua tecnica, improvvisare coreografie e ammirare
l'operato dei suoi cantanti e attori preferiti. Era una passione che
cercava di nascondere, soprattutto ai suoi genitori: loro avrebbero
voluto che si impegnasse maggiormente nello studio per poi andare
all'università. Medico, avvocato, contabile, insegnante...
questi per loro erano lavori dignitosi, ma a Grace non piacevano.
Lei
voleva emozionare con la sua voce, stregare con i suoi movimenti.
E
anche quel pomeriggio, dopo l'ennesima mattinata all'insegna della
finzione, si ritrovava a piangere seduta sul bordo del suo letto.
Voleva
soltanto che i suoi genitori fossero fieri delle sue passioni e la
sostenessero; voleva loro molto bene e soffriva immensamente per
quella situazione.
Grace,
stringendo convulsamente il bracciolo della sua poltroncina,
osservava il suo viso rigato dalle lacrime sullo schermo. Ormai anche
nella realtà non riusciva più a controllarsi: piangeva
perché era contenta di essere lì, ma allo stesso tempo
spaventata.
E
piangeva per via dei ricordi che riaffioravano attraverso le scene
del film.
Ricordava
perfettamente il momento in cui aveva girato quella: le lacrime non
erano un effetto, aveva pianto davvero. Pensava ai suoi genitori e
provava gli stessi sentimenti della protagonista.
Non
avrebbe mai voluto litigare con loro per questa sua scelta, ma non
aveva trovato altra soluzione.
“Voglio
iscrivermi alla Music Arts School” confidò Grace alla
sua migliore amica Jennyfer, mentre si dirigevano in classe.
Il
giorno prima la ragazza aveva visto un manifesto che invitava tutti
gli appassionati di canto e ballo a iscriversi a una prestigiosa
scuola e non se l'era più tolto dalla testa.
“Oddio,
ma sei impazzita? I tuoi genitori non te la lasceranno frequentare!”
esclamò Jennyfer con incredulità.
“Ma
loro non lo sapranno!”
“Non
ti seguo.”
“Mamma
e papà lavorano sempre nel pomeriggio, quindi riuscirò
a tornare in tempo a casa e a far finta di niente!” chiarì
la ragazza con ovvietà.
“Oddio,
sarebbe un sogno!” strepitò l'altra. “Ma immagino
ci sarà una somma mensile da pagare, come farai?”
Grace
scosse la testa. “Mi sono informata su tutto ieri. La scuola è
un progetto nato un anno fa e volto a dare l'opportunità ai
più talentuosi di frequentare dei corsi esclusivi. Quindi per
poter iscriversi è necessario superare delle durissime
selezioni, per il resto è gratuita; non si basa sui soldi, ma
sul talento. È questo che mi ha convinto.”
“Secondo
me è un progetto bellissimo” commentò Jennyfer.
“Un momento: selezioni? Quando?”
“Tra
due settimane.”
“Hai
paura?”
“Da
morire!”
Ed
eccolo, il moto di ribellione che aveva caratterizzato anche il suo
percorso.
Grace
ripensò alla sua Jennyfer, ovvero Danielle. Lei era molto
diversa dal suo personaggio: fin da piccola aveva recitato come
comparsa in qualche film o serie TV di discreto successo, era
ultimamente riuscita a ottenere qualche piccola parte e quella era la
prima grande sfida per lei. In realtà era una ragazza calma,
padrona di se stessa, sicura e molto professionale.
Loro
due erano da subito andate d'accordo, ma Grace l'aveva sempre
preferita nel ruolo di Jennyfer: sbadata, semplice e sempre
entusiasta per i successi dell'amica.
Grace
si presentò da sola al provino: quando era particolarmente
agitata o sotto pressione preferiva non rivolgere la parola a
nessuno.
“Grace
Waters.” Lo stimatissimo Professor Miller, presidente di giuria
e insegnante di canto corale, la chiamò in tono piatto.
Il
suo cuore prese a fare le capriole nel petto. Ora sì che era
davvero devastata dall'ansia: avrebbe dovuto cantare e ballare
davanti a un pubblico d'eccezione, i professori della Music Arts
School, volti noti del panorama musicale, teatrale e cinematografico
nazionale.
Grace
si posizionò davanti a loro e, come suggerito da Jennyfer, non
abbassò mai lo sguardo.
“Cosa
ci canti?” domandò cordialmente Miller, osservando con
sguardo critico il suo abbigliamento semplice sulle varie tonalità
dell'azzurro.
“Ho
preparato Listen di Beyoncé” proferì lei,
cercando sempre di mostrarsi sicura e rilassata.
“Bella
scelta, piuttosto difficile da interpretare” commentò la
Professoressa Levy, insegnante di canto moderno, regalandole un lieve
sorriso dalla sua postazione accanto a Miller.
Quel
gesto d'approvazione e incoraggiamento le diede la carica per non
scappare via; cantò uno dei suoi brani preferiti con tutta la
sua passione, sentendo la vita scorrere nelle sue vene.
Dopo
la sua performance, la ragazza scrutò brevemente i volti dei
componenti della giuria: dalle loro espressioni non trapelava alcun
giudizio, era come se non avessero nemmeno sentito.
“Mentre
invece per quanto riguarda il ballo?” volle subito sapere
Miller.
“Ho
portato Candyman di Christina Aguilera; in realtà questa è
una coreografia creata da me. Ecco, mi piace improvvisare.”
Nella
stanza calò il silenzio e qualche istante dopo la base partì.
Grace si sentiva libera mentre eseguiva quei movimenti che conosceva
a memoria, tanto li aveva provati. Non si preoccupava quindi
dell'ordine in cui li doveva eseguire, ma solo della precisione e
della scioltezza.
“Jenny,
non ci posso credere! Sono stata ammessa, oddio!”
“Oddio,
ma stai scherzando? Fatti abbracciare, sono contentissima!”
“Ecco
a voi i nuovi iscritti al corso: Maria, Robert, Sandy, Grace,
Matthew, Jonathan...”
Grace
osservò con attenzione i membri veterani del gruppo di ballo,
che erano entrati nella scuola l'anno prima. Ma davvero avrebbe
dovuto ballare con loro?
Non
avrebbe mai pensato di trovarsi così in difficoltà nel
compiere un esercizio. Si sentiva umiliata davanti a tutti e,
nonostante la sua capacità di autoironia, avrebbe solamente
voluto sotterrarsi in quel momento.
Pensava
di non potercela fare. Forse non meritava di stare lì.
Il
suo volto andava in fiamme mentre i suoi compagni di corso le
lanciavano occhiate perplesse e divertite.
“Okay,
niente panico!” intervenne la paziente e pacata Professoressa
Summers, che guidava il corso di ballo sincronizzato. “Noi ora
continuiamo con la coreografia, mentre Grace sarà nelle mani
di qualcuno di voi e riproverà questa torsione. Candice, puoi
venire qui?”
Candice,
una bionda dal fisico mozzafiato nonché alunna più
brava del corso, si avvicinò con un lieve sorriso.
“Sarà
tuo il compito di insegnare a Grace; so che hai la pazienza e le
capacità per farlo, quindi non deludermi. Potete recarvi
nell'altra palestra, a quest'ora è vuota.”
Grace
si sentiva ancora di più in imbarazzo. Candice era davvero
brava, aveva frequentato diversi corsi di ballo, mentre lei era una
semplice autodidatta.
“Beh,
sì, ho sempre ballato, da quando ero piccola. I miei genitori
mi hanno sempre supportato in questa mia passione; ora che sono in
questa scuola i prof fanno spesso affidamento su di me” spiegò
Candice dando uno sguardo al cielo plumbeo attraverso le grandi
vetrate della palestra.
“Oh...
e canti anche?”
“Sì.
L'anno scorso dopo il saggio di fine anno accademico ho vinto una
borsa di studio che gli insegnanti avevano messo a disposizione.
Erano tre in realtà: io ho vinto la più alta, proprio
per il canto.”
Grace
si demoralizzò. Non sarebbe mai diventata come lei.
Quasi
non la riconosceva mentre interpretava la bellissima Candice.
Selene
– questo era il suo vero nome – aveva davvero tanto
talento, ne aveva da vendere. Era una professionista: aveva recitato
già molte parti importanti in vari film e addirittura le aveva
raccontato che conosceva Jamie Lynn Spears.
“Brava
in quello che fa, anche abbastanza socievole: ci ho parlato per un
po'. Ma decisamente non è il mio tipo, troppo snob e montata!”
aveva commentato.
Selene,
nonostante la sua importante carriera, non si era mai montata la
testa: era una ragazza semplice, l'aveva sempre incoraggiata anche
nei momenti di sconforto ed era una delle poche, in quel set, a
conoscere i suoi problemi scolastici e famigliari.
Erano
diventate grandi amiche nella vita reale, anche se nel film si
ritrovava spesso a invidiarla.
Quando
finivano le registrazioni di una scena in cui Candice si vantava dei
suoi successi, Selene prendeva sempre sottobraccio Grace e le
chiedeva scherzosamente scusa.
Cody.
Era
incredibilmente bello: alto, bel fisico, capelli castani, occhi
nocciola e carnagione olivastra.
Inizialmente
Grace non l'aveva notato, ma quando al corso di canto l'aveva sentito
esibirsi si era subito innamorata della sua voce calda e graffiante.
Quanto avrebbe voluto avvicinarsi a lui e scambiarci due parole!
Grace
ne aveva subito parlato con la fidata Jennyfer, che le aveva
consigliato di avvicinarsi a lui con una scusa.
Ma
tutto accadde per caso.
Un
giorno di pioggia, Grace si recò alla solita fermata del bus
per poter rincasare, ma un signore che si trovava là l'aveva
informata che il pullman avrebbe tardato di quasi un'ora.
“Oddio,
e adesso come faccio?” si disperò lei, calcolando che
non sarebbe mai riuscita a tornare a casa prima dei suoi genitori.
Proprio
in quel momento notò Cody che si avvicinava alla sua auto,
pronto ad andare via. Così, raccolto tutto il suo coraggio, lo
intercettò.
“Cody,
meno male che ho trovato te! Scusa il disturbo, ma avrei bisogno di
una mano d'aiuto... se non ti va o hai fretta non fa nulla...”
“Grace!
Oddio, sei fradicia! Scommetto che hai dimenticato l'ombrello!”
esordì lui con preoccupazione.
“Beh,
sì...”
“Dimmi,
di cosa avresti bisogno?”
“Ecco...
sono un po' di fretta e purtroppo il mio bus è in ritardo. So
che tu abiti nella mia stessa zona e... lo so, non è molto
educato, ma avrei bisogno di un passaggio. Pago io la benzina,
ovviamente!” buttò fuori Grace tutto d'un fiato,
arrossendo.
“Ma
certo che ti do un passaggio, non sei maleducata e non accetto i
soldi della benzina! Sei una mia compagna di corso, perché non
ti dovrei aiutare?”
“Grazie
mille del passaggio, te ne sono infinitamente grata!”
“Non
mi ringraziare, è stato un piacere! E devo ammettere che non
ti facevo così spigliata; se non altro ho avuto l'opportunità
di conoscerti meglio.”
“Lo
so, non do quest'impressione.”
Era
decisamente cotta di Cody.
E
dal giorno del passaggio ci scambiava sempre qualche parola, qualche
sorriso, qualche sguardo...
“Ho
già pensato ai duetti che si terranno durante il saggio di
quest'anno, e ora ve li comunicherò. Cominciamo da Cody.”
Grace
ci sperava con tutto il suo cuore. Sarebbe stato un sogno lavorare
con lui, avrebbe avuto l'opportunità di starci a contatto. E
poi amava il suo modo di cantare!
“Ho
deciso di mantenere la coppia dell'anno scorso, dato che l'ho trovata
una combinazione vincente. Cody, tu sarai con Candice.”
“Grace,
c'è qualcosa che non va?” domandò il ragazzo.
Si
trovavano al bar come di consueto: avevano stretto amicizia e quella
era diventata una tradizione dopo le lezioni.
Ormai
lui le dava sempre uno strappo al ritorno, così ci avrebbe
messo meno tempo a tornare a casa.
“No,
va tutto bene, perché?”
“Dai,
non mentire, siamo amici!”
“Scusa,
oggi non mi fermo al bar. Devo provare un'ora in più con
Candice, spero non ti dispiaccia.”
“Grace,
spiegami perché i tuoi voti sono calati tanto! L'anno scorso
la situazione non era così grave.”
“Basta
mamma, non mi tormentare.”
“Sono
seria, smettila di ignorarmi. Cosa fai di pomeriggio al posto di
studiare?”
“Vedi,
io non mi sento realizzata! Mi sembra di non aver fatto nessun
progresso da quando ho cominciato, e ormai sono passati mesi! Mi
sento così insignificante!” mormorò Grace tra le
lacrime.
Jennyfer
la stringeva in un abbraccio. “Tesoro, non pensarla così.
Il fatto che gli insegnanti non ti abbiano messo in coppia con Cody
non significa che tu sia una nullità!”
“Ma...
non mi hanno scelto né per i duetti, né per i balli di
coppia! Sono sempre l'ultima a imparare gli esercizi! Forse i miei
hanno ragione: questa non è la mia strada.”
“Ti
sto proponendo qualcosa di veramente speciale, e questo perché
ho notato dei grandi miglioramenti in te. Mi sono accorta che le
allieve veterane non erano abbastanza, così ho dovuto
scegliere alcuni nuovi allievi per i balli di coppia. Ho deciso di
premiarti: che ne dici di ballare assieme a Cody?”
“Prof
Summers, ma sta dicendo sul serio? Io...”
“No,
non dire che non ce la puoi fare! Se l'ho chiesto a te, è
perché conosco le tue capacità!”
“Ho
chiesto io di essere in coppia con te. Andiamo d'accordo, perché
non avrei dovuto?”
“Cody,
sei completamente pazzo.”
“Tu
dici?”
“Oddio,
sembro un orso!” commentò Grace tra le risate.
Lei
e Cody si trovavano nel grande salone da ballo, da soli, per provare
ancora il loro ballo di coppia. Non era una coreografia semplice e
dovevano ancora perfezionarsi.
“Macché,
stavolta sei stata davvero brava!” si complimentò lui,
facendole fare una piroetta.
Alla
ragazza girava la testa; la vicinanza con il ragazzo che amava la
mandava al settimo cielo. Ma, ne era sicura, lui si era preso una
cotta per Candice.
“Dai,
rifacciamolo!” esclamò Grace. “Certo che ne hai di
pazienza per star dietro a una come me!”
I
due ripresero a provare; ma lei, distratta e con la mente da
tutt'altra parte, inciampò e cadde addosso a Cody. Presa da un
istinto che non si sapeva spiegare, posò le sue labbra su
quelle di lui e una scarica elettrica si diffuse nel suo corpo.
“Scusa,
ho sbagliato!” squittì subito dopo, staccandosi quasi
immediatamente.
“E
chi ha detto che era uno sbaglio?”
Cody
la baciò di nuovo, stavolta con più passione.
La
schiena di Grace venne scossa da intensi brividi.
Non
poteva certo dimenticarsi la scena in cui aveva baciato, anche se non
per davvero, il bellissimo Corey.
Lui
era l'altro suo amico, colui che sapeva tutta la sua storia. Stavolta
il ruolo ricoperto dall'attore lo rispecchiava davvero: espansivo,
solare e divertente.
Grace
si era talmente immedesimata nel copione che aveva creduto davvero di
essersi presa una cotta per lui. Ma poi ci aveva riflettuto a lungo e
si era resa conto che non era questo che voleva.
Ora
ne era certa più che mai, soprattutto perché un altro
ragazzo aveva attirato la sua attenzione.
“Cos'è
questo?”
Grace
si sentì morire quando suo padre le mostrò l'invito
ufficiale al saggio di fine anno accademico al Fresh Theatre.
“L'abbiamo
trovato nella cassetta della posta stamattina. Cosa significa?”
intervenne sua madre in tono minaccioso.
“Sono
iscritta alla Music Arts School, okay? E vi dirò di più:
ho falsificato le vostre firme per la partecipazione al provino.
Adesso siete soddisfatti? Scommetto che vorrete rovinarmi la vita!”
“No,
noi vogliamo migliorartela. E siccome riteniamo che la scuola sia più
importante, da oggi smetterai di andare alle prove e ti impegnerai a
recuperare tutte le tue insufficienze! Chiaro?”
Grace
fece fatica a leggere il messaggio di Cody per via delle lacrime che
le appannavano gli occhi: «Grace, qualcosa non va? Non ti
presenti alle prove da due settimane, nessuno riesce a
rintracciarti... non mi far preoccupare, rispondi!».
Per
la prima volta da quando stavano insieme, ignorò un messaggio
del suo ragazzo.
“Prof
Summers? Cosa ci fa a casa mia?”
“Se
Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto!”
“Questo
cosa vuol dire?”
“Gira
voce che tu voglia abbandonare la scuola. Ecco, non lo permetterò!”
“Ecco,
e i miei genitori non permetteranno che io continui a frequentarla.”
“Mi
sei mancata. Non farmi mai più spaventare così,
chiaro?” sussurrò Cody stringendola forte a sé.
“Stai
benissimo con quest'abito!” commentò Jennyfer
emozionata.
“Oddio,
sto per morire d'ansia!”
“Spaccherai
tutto!” la rassicurò l'amica.
“E
i tuoi?” chiese Cody.
“Non
sanno che sono qui.”
“Mamma,
papà...” esordì Grace.
“Sì?”
rispose distrattamente sua madre.
“Che
voi lo vogliate o no, mi trasferirò di scuola.”
“Cosa?”
“Ho
partecipato al saggio finale contro la vostra volontà; un
talent scout di una scuola di musical mi ha notato e mi ha offerto
una borsa di studio per la sua accademia.”
“E
i tuoi come hanno reagito?”
“Sono
infuriati con me, quasi non mi rivolgono la parola. Mi hanno dato il
permesso di andare, dicono che prima o poi ci sbatterò il muso
e dirò loro che avevano ragione.”
Cody
tacque per qualche secondo e si limitò a osservarla.
“Sei
stata davvero magnifica al saggio, sai? Te lo sei meritato.”
“MI
fai troppi complimenti!”
“Perché
ti amo.”
E
i due non poterono fare a meno di azzerare la distanza tra i loro
volti.
I
titoli di coda cominciarono a scorrere sul grande schermo e Grace
scorse subito il suo, in testa.
Per
un'ora e mezza non aveva fatto altro che piangere, e nemmeno in quel
momento riusciva a fermare le lacrime.
Lei
era Grace, e ce l'aveva fatta.
|