(in)Sane

di Crateide
(/viewuser.php?uid=209651)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 

 

Sei tornata ad essere urla e strepiti.

Sei tornata ad essere Amica e Nemica al tempo stesso.

Sei tornata ad essere la mia carnefice.

Mi sei mancata, Ossessione.

 

Attenta a non perdermi di nuovo, stavolta.

 

Dentro di me qualcosa è cambiato.

 

Sicura che sia dentro di te e non fuori?

Sei rimasta sola, ricordi?

 

La solitudine mi dà forza.

Non ho niente e nessuno per cui lottare, ma...

 

...Ma?

 

...Ma mi chiedo se non si rivelerà essere un’arma a doppio taglio.

Ho già assaporato questo piatto.

Ho già bevuto questo veleno.

Ho già sofferto questo dolore.

Vorrei fuggire, ma non ci riesco.

Sono sull’orlo di un precipizio.

Sono in caduta libera.

 

Io sono stanca di te, ma petite.

Mi chiami solo quando non hai più nessuno.

E adesso, mi querida, non hai davvero nessuno!

 

Lo so.

E, chissà, forse è la mia fortuna.

Forse, il non essere più amata mi darà la forza per abbandonarmi al tuo abbraccio.

Per sempre.

 

Nel mio abbraccio si muore.

Ricordalo!

 

Si muore anche fuori.

Ma meglio fra le braccia di qualcuno che sul ciglio di una strada lastricata di disperazione.

 

Stai ridendo.

Ti vedo.

Anche se il tuo volto è serio.

Anche se i tuoi occhi sono arrossati.

Anche se il dolore al petto ti schiaccia.

Tu ridi.

Perché?

 

Perché questa, Ossessione, è la prima volta che mi ascolti.

 

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3698930