Il passato che si intreccia di nuovo con il presente.

di BalthierSan
(/viewuser.php?uid=906751)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Era flebile la luce di quella candela che accompagnava Laith lungo quei corridoi. Più che una casa, come potessero immaginarsela dei ragazzi di ceti medio-bassi, quella era una vera e propria magione. Quello Invece, che nemmeno il giovane corvino si aspettava, era di trovare la porta della camera di Kalista socchiusa, mentre lei era meticolosamente precisa nel chiuderla ogni volta che andava a coricarsi. Qualcosa suggeriva a quel ragazzo che l’insonnia non aveva colpito solo lui. Le sue gambe lo portarono sino in giardino dove al chiaro di quella luna quasi piena, i capelli argentati di Kalista risplendevano come lame che danzavano a ritmo di una fresca brezza.

-“Cosa ci fa un dormiglione come te, qui a quest’ora?”

Laith avanzava ancora a passo incerto, mentre la bellezza di quella figura lo catturava come se non arrivasse nemmeno a credere che quella fosse la sua cara amica, notò poco dopo che in realtà, la giovane stava dipingendo su tela proprio quella luna che le illuminava i tratti del pennello.

-“Beh, questo dormiglione non ha sonno oggi.” Le rispose cercando di mantenere il suo solito modo di fare.

-“Non mi meraviglia, prima o poi dovrai pure stancarti di dormire.” Il tono della giovane sembrava quasi malinconico, eppure, un timido sorriso era dipinto sulle sue labbra.

-“Ma insomma! Stamane mi sono alzato presto solo per venire con te da Ffamran!”

-“Lo so, lo so” l’udire quel nome sembrava far accendere maggiormente il suo sorriso. “Per questo mi meraviglio tu non abbia sonno proprio oggi..”

-“Tsk.” Finse di essere scocciato mentre si appoggiava al tronco dell’albero che adornava quel giardino splendido. –“Tu piuttosto? Ti sembra questa l’ora di dipingere?”

-“Sicuramente non la trovo l’ora adatta per perdere tempo a dormire.”

-“Beh se vuoi non ti disturbo.” Rispose con orgoglio alto, solo per fingere di essere offeso.

-“Affatto.. resta pure. I nostri silenzi potrebbero farsi compagnia a vicenda.”



Qualcuno, nel mentre, dal vetro limpido di una finestra del piano superiore osservava quei due, come se sapesse già che dovevano incontrarsi lì proprio quella notte.
-“Sai, padre, io credo che Laith provi qualcosa per lei.”

Cid sorrise di istinto dando le spalle alla finestra per andarsi a sedere sul bordo del letto del figlio.
-“Ah si?” gli disse con tono sarcastico.

Ffamaran, sedeva sul letto privo di coperte, con la schiena appoggiata al muro e le gambe incrociate.
-“Sì, ti sembra stupido?”

-“A contrario, mio caro, mi meraviglio tu non te ne sia accorto prima.”

-“Beh..” il piccolo nobile abbassò lo sguardo, iniziando a torturarsi le dita senza alcun motivo apparente. “..A volte credo che se non ci fossi io, lei lo guarderebbe con occhio diverso..”

Cid sospirò ancor prima che lui finisse la frase. –“Il vostro rapporto Ffamran, è perfetto così com’è. Non credo che Laith possa scegliere di privarsi del suo ‘fratellino’ per un amore non sinceramente ricambiato.”

-“Mh..”

-“Cos’è questo tentennamento Ffamran? Dov’è la sicurezza che ti ho insegnato ad avere e la fiducia nelle parole di tuo padre?” quel tono apparve al giovane come duro e austero, per questo si rimise immediatamente composto, con le spalle rigide e lo sguardo alto.

-“Nulla, padre. Nessun tentennamento.”

-“Bene, ora dormi. Abbiamo parlato abbastanza per oggi.”
Fu una carezza innocente sui capelli del giovane, la causa di quel calore che lo stesso Ffamran avvertì pervadergli tutto il corpo. Era la sensazione più bella che avesse mai conosciuto, quella dell’amore di suo padre dimostrato in piccoli gesti.. o parole.
Si stese sul suo letto coprendosi appena con il lenzuolo, non gli importava quanti anni avesse e nonostante a tredici anni si potesse essere considerati già dei giovani adulti, soprattutto se discendenti di una casata nobile, lui alle attenzioni di suo padre non ci avrebbe mai rinunciato… O almeno così pensava.
Un bacio sulla fronte per suggellare la buonanotte, perché Cid sapeva bene che i gesti dovevano essere due per compensare le mancanze.
-“Buonanotte Ffamran.” 
Chiuse subito gli occhi. -"Buonanotte Padre."




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3699624