Daisy
si addormentò raggomitolata contro il corpo di Harry, con
una manina stretta alla sua. Il ragazzo si sciolse a quella vista: era
una bambina adorabile. Pensò che se mai fosse riuscito ad
avere in futuro dei figli, ne avrebbe sicuramente voluto uno come
quella piccola. Gli sarebbe piaciuto cucinare, giocare con lei ed
asciugarle le lacrime quando faceva i capricci, magari
perchè avrebbe voluto la maglietta rosa invece di quella
gialla.
Le
accarezzò lentamente i capelli e pensò a come
stava in quel momento Phoebe, le altre sue sorelle e anche Louis,
perchè anche se si ostinava ad odiarlo, una parte di lui, da
qualche tempo, aveva l'istinto di proteggerlo da qualsiasi pericolo e
pensare che mentre lui se ne stava tranquillo nel suo letto, lui poteva
essere in qualche modo in pericolo per colpa di suo padre, gli saliva
l'ansia e non riusciva a stare fermo, senza fare nulla.
Si
stava per alzare dal letto, per andare a camminare un po' in giro per
l'appartamento, quando la porta venne aperta.
-pensavo
che ti fossi addormentato anche tu- sussurrò Gemma entrando.
Si sedette al fianco del riccio ed osservò con un sorriso
Daisy.
-è
davvero carina-
-già-
annuì lui.
-ora
mi puoi spiegare perchè si trova qui? E non dirmi che
è solo per un capriccio! Louis se n'è andato con
la faccia da cane bastonato-
Harry
sospirò. -io non dovrei sapere queste cose...-
provò a togliersi da quella conversazione, ma Gemma era
più che risoluta a scoprirne di più.
-ma
le sai, quindi sgancia. Non può essere che nessun genitore
poteva badare alle bambine oggi o comunque una baby-sitter e non
è la prima volta che capita- gli spiegò i suoi
dubbi, che erano gli stessi che aveva avuto Harry prima di essere a
conoscenza della storia.
-hanno
dei problemi a casa, gravi. C'entra il padre...- le parole gli morirono
in gola e subito la sorella ne capì il motivo.
-ehi,
noi siamo passati oltre, ricordi?- gli chiese, passando le dita tra i
suoi capelli.
Lui
annuì. - ma è come se non ci fossimo mai
conosciuti ora -
-è
vero, ma ti ripeto ogni volta che prima o poi le cose si sistemeranno,
sei sempre suo figlio, vedrai che si farà vivo-
Harry
avrebbe voluto dirgli che forse sarebbe stato proprio lui a rinnegarlo
poi, ma preferì cambiare argomento.
-stavamo
parlando di Louis. Suo padre è peggio, in più non gli da
soldi, così sua madre è costretta a lavorare
tutto il giorno per guadagnare qualcosa e Louis ad occuparsi della
famiglia- gli spiegò velocemente, dicendole quello che
sapeva.
-ora
capisco...perchè Daisy è qui?-
-ha
cominciato a fare i capricci per rimanere, ma poi ha detto una frase
che Louis non ha potuto essere indifferente...ha detto che a casa le
fanno del male-
Gemma
si coprì la bocca con una mano, mentre le scappava una
lacrima.
-come
può un padre fare del male alla sua bambina?-
mormorò lei.
Harry
voltò lo sguardo verso Daisy, che dormiva ignara della
conversazione che stava avvenendo a pochi centimetri da lei. - non lo
so, anche se credo che non sia successo molto volte...Louis cerca di
tenerle il più lontano possibile da lui, in più
sono sicuro che le difenderebbe in caso. Ho paura che tutto questo
abbia una grave ripercussione su Daisy...Phoebe, come hai visto,
è super allegra e sembra che nulla possa toglierle il
sorriso, ma Daisy è più fragile...-
Gemma
annuì, d'accordo su tutto.
-sono
orgogliosa di essere tua sorella- se ne uscì poi,
lanciandosi adosso ad Harry.
-e
io tuo fratello-
**
*
"non posso venire in Italia. Cercherò
qualche altro lavoro." così
recitava il messaggio che si ritrovò Harry appena acceso il
cellulare, la mattina dopo.
Si
stava ripetendo la stessa scena di pochi giorni prima: lui che si
sbatteva per trovargli un lavoro, Louis che rinunciava a tutto, Harry
che gli urlava contro e lo faceva ragionare.
-perfetto-
mormorò con ancora voce roca.
Il
messaggio era stato inviato poco dopo le due di notte. Non doveva riposarsi?
Si
voltò sbuffando, ma appena vide un visino dolce guardarlo
con due occhioni azzurri, gli tornò il sorriso.
-ehi
piccola, ti sei svegliata?-
lei
annuì felice, per poi saltare sul petto di Harry e mettendo
le ditina sulle sue guance. -buchi!- esclamò ridendo.
Non
l'aveva mai vista così allegra e ne fu felice. Chissà se anche a casa sua si sveglia
con qualcuno di fianco e con questo sorriso.
-hai fame?- le chiese, prendendola dai
fianchi, per potersi alzare seduto e mettersela sulle gambe.
-si!-
-allora
andiamo!- rise lui. -mhh sento già un buon
profumino...chissà cosa ha cucinato Gem- disse, mentre si
dirigeva in cucina con la bambina in braccio.
Quando
finirono di mangiare, Harry fece lavare i dentini a Daisy e la
preparò per ritornare a casa.
-perchè
non posso rimanere qui?- gli chiese, mentre il riccio le stava
allacciando una scarpetta.
-perchè
devi tornare da Louis, dalla mamma e dalla tua famiglia. Non vuoi
andare da loro?- gli chiese, cercando di convincerla nel tornare, non
voleva che si mettesse a piangere di nuovo.
Lei
annuì. - non voglio tornare a casa, voglio stare con te-
disse poi.
Harry
si interruppe, per appoggiare le mani sulle sue gambe e guardarla negli
occhi.
-sei
una bambina fantastica e mi piace molto passare del tempo con te, ma io
non sono il tuo papà- cercò di spiegarle. -
quando avrai voglia, potrai venire qui a dormire, ma non sempre. A casa
ti stanno aspettando tutti, okay?-
Daisy
l'abbracciò, per poi lasciargli un bacino sulla guancia.
-puoi essere mio fratello?-
Harry
scosse la testa. - tuo fratello è Louis ed è il
migliore del mondo, no?-
-si!-
esclamò sorridendo. -ma a volte mi sgrida- disse
corrucciando le labbra.
-quando
è giusto, ti sgrida, ma ti porta anche a mangiare il gelato
e gioca con te-
lei
annuì, d'accordo con quello che stava dicendo Harry.
Il
ragazzo pensò che non era nel ruolo di Louis sgridare le
bambine così tanto, ma doveva essere dei genitori. Il
fratello doveva essere quello che proteggeva la sorella, come faceva
lui con Gemma e non sgridarla. Louis era più il
papà per quelle bambine, doveva essere lui a portarle a
mangiare un gelato, a giocare con loro, ad aiutarle a fare i compiti e
a cambiarsi, ma invece quel ruolo era stato occupato dal fratello e
anche se non andava bene, non poteva fare altro.
Il
viaggio in treno fu tranquillo. Daisy passò il tempo a
guardare fuori dal finestrino ed indicare ogni possibile cosa,
chiedendo ad Harry cos'era o com'era fatta.
-mi
raccomando, la prossima volta che ci vedremo, voglio vedere questo
sorriso, se non ancora più grande- gli disse quando erano
quasi arrivati a destinazione. Lei sorrise ed annuì.
Arrivarono
davanti alla casa di Louis, che era ora di pranzare. Suonò
il campanello ed aspettò che qualcuno venisse ad aprire,
aspettandosi di trovare il ragazzo, ma invece ne sbucò una
figura slanciata.
-chi
sei tu?- gli chiese subito, poi spostò lo sguardo sulla
sorellina ed allora si rilassò.
-Daisy!-
la salutò, prendendola in braccio e dandole vari baci sul
viso.
-comunque
io sono Harry, un amico di Louis- si presentò.
-amico?-
alzò un sopracciglio lei.
Harry
non fece in tempo a chiederle cosa intendeva, che Louis
sbucò da dietro, tirandola verso di lui, mentre lei si
lamentava.
Daisy
si buttò sul ragazzo, salutandolo.
-ciao
Daisy! Com'è andata?-
-bene!-
rispose lei esclamando. -abbiamo mangiato la colazione, poi abbiamo
fatto la pizza, abbiamo dormito e abbiamo giocato a tirarci la farina!-
Harry non l'aveva mai sentita parlare così tanto e in modo
così confuso e scoppiò a ridere.
-non
in questo ordine spero!- rise anche Louis, scompigliandole i capelli.
La appoggiò per terra e lei partì su per la
scale, probabilmente alla ricerca di sua sorella.
-allora,
com'è andata?- richiese Louis, questa volta ad Harry.
-tutto
bene. Daisy è una bambina fantastica ed è stata
bravissima-
Louis
annuì, come se fosse consapevole di quelle parole e
probabilmente ne era anche molto orgoglioso.
-bene..-
mormorò Harry. L'aria stava diventando imbarazzante, quindi
era meglio andarsene. - direi che ora posso andare-
cominciò, facendo un passo indietro.
-se
vuoi puoi rimanere a mangiare, Lottie fa sempre un quintale di cibo!-
propose Louis, sorprendendo ed immobilizzando il riccio.
-non
vorrei disturbare- non voleva che Louis si sentisse in obbligo d'
invitarlo a pranzo, solo perchè lui aveva tenuto sua sorella
per un giorno. Non era un comportamento da Louis essere così
gentile e non gli piaceva che fingesse.
-no!
Non disturbi affatto e poi Phoebe sarebbe contenta di salutarti-
-in realtà volevo andare a trovare Niall, posso mangiare da
lui- riprovò Harry.
-entra,
muoviti- ora aveva usato un tono da ordine, così il riccio
dovette per forza rinunciare sotto quello sguardo severo.
-okay...grazie-
disse poco sicuro, entrando in quella grande casa.
L'ultima
volta che aveva parlato con Louis, era stato quel messaggio a direzione
unica: freddo e distante. Nulla a vedere con il Louis che ora aveva
davanti, sembrava che si fosse completamente scordato di quel messaggio
e avesse lasciato nella sua camera il suo carattere scorbutico.
Appena
entrò in quella casa, notò subito le sue
dimensioni alquanto grandi e pensò a tutto quel denaro
destinato solamente al suo riscaldamento.
-lascia
pure la giacca li- gli disse Louis, indicandogli un appendi abiti
stracolmo di giacconi e sciarpe. Harry seguì il ragazzo
verso la sala, mentre osservava tutte le foto che erano appese ed
appoggiate sui ripiani. Notò che neanche una raffigurava il
padre.
-Fizzy,
alzati da quel maledetto divano e presentati- ordinò alla
ragazzina che era stravaccata in un angolo del divano. La vide
sbuffare, per poi alzarsi controvoglia.
-con
mio grande dispiacere, io sono Fizzy- si presentò ad Harry,
per poi ributtarsi sui morbidi cuscini. Il riccio rimase a bocca
aperta. Aveva conosciuto le più piccole ed erano adorabili e
gentili, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte
di una delle altre sorelle.
-io
sono Harry- provò ad essere cordiale, ma in cambio ricevette
una smorfia.
-Félicité!-
esclamò Louis riprendendola per il suo comportamento, ma lei
non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Il ragazzo
sospirò, per poi voltarsi verso Harry. - scusala, ma ormai
siamo nella fase della ribellione e quindi crede di essere superiore a
tutti- gli spiegò, mentre lanciava un'occhiataccia alla
sorella.
Poi
si diresse verso la cucina, con Harry di seguito.
-ehi!-
esclamò Lottie, vedendoli entrare. -io sono Lottie, piacere-
strinse la mano al riccio sorridendo. Harry sospirò di
sollievo: Lottie era simpatica.
-Harry,
anche se ci siamo già visti alla porta- le
ricordò.
-bene!
Voi sedetevi pure, io controllo se è pronto- disse a loro,
così Louis si posizionò al tavolo e vedendo Harry
in crisi, non sapendo dove sedersi, gli indicò la sedia di
fronte a lui. Il riccio annuì, per poi sedersi. Era in
estremo imbarazzo.
Dopo
poco Lottie mise davanti ad ogni posto un piatto pieno di pasta.
-che
ti dicevo? Cucina per una folla intera- mormorò Louis, anche
se non teneva il tono troppo basso apposta, così da farsi
sentire dalla sorella, che infatti abboccò.
-la
prossima volta cucini tu allora!- esclamò, mettendogli il
mestolo davanti al viso. Il ragazzo indietreggiò ridendo.
Harry
guardò quella scena sorridendo. Louis sembrava
così felice e senza preoccupazioni...ma sembrava anche falso.
-è
pronto!- urlò la ragazza sull'uscio della porta. Harry
sentì dei passi scendere dalla scala velocemente e poi un
urlo di gioia riempire la stanza.
-Harry!-
Phoebe corse verso di lui e gli saltò subito in braccio.
-ciao piccola- la salutò lui sorridendo.
-siediti
al tuo posto- le ordinò Louis. Phoebe gli fece la
linguaccia, ma scese dalle gambe di Harry e si posizionò al
suo fianco.
Daisy
invece si andò a sedere vicino a Louis, mentre Lottie a capo
tavola tra il fratello e il riccio e Fizzy dall'altra parte.
-mamma?-
chiese Daisy a Louis.
-la
mamma è a lavoro, lo sai. Torna stasera- le
sussurrò, lasciandole un bacio sulla fronte.
Mangiarono
in tranquillità, Harry si sentiva un po' a disagio, ma le
bambine lo distraevano, continuando a chiamarlo ed a raccontargli
qualcosa. Fizzy è stata tutto il tempo con lo sguardo
rivolto verso il piatto, senza emettere alcun suono. Lottie invece
parlò della scuola con Louis e cercò di tirare
nella conversazione anche il riccio, chiedendogli cosa avesse studiato
e cosa facesse ora.
-oh
mio dio! Ma tu sei quel modello!-
esclamò entusiasta, riconoscendolo solo in quel momento.
-che
modello?- chiese Harry.
-quello
della rivista "beauty and celebrity"! Eri sulla copertina!-
nominò una rivista abbastanza famosa nei dintorni ed il
riccio sorrise annuendo.
-e
sei amico di mio fratello! Sei a casa nostra! E mio fratello
diverrà famoso come te!- continuò a blaterare,
tanto che Louis dovette fermarla.
-Lottie,
se non ti calmi lo mando via- la minacciò e subito la
ragazza si ricompose, ma non tolse lo sguardo da Harry. Lui non era
abituato a tutte quelle attenzioni, gli era successo una volta sola di
imbattersi in un gruppetto di ragazzine impazzite, ma aveva provato
solo imbarazzo.
Quando
si alzarono dalle sedie, Harry si complimentò e
ringraziò Lottie per il cibo. Louis gli fece cenno con la
testa di seguirlo e così lui fece.
-andate
a lavarvi i denti e poi potrete guardare un po' di televisione- disse
serio alle piccole, che subito annuirono e corsero di sopra.
-sei
bravo a tenerle a bada- gli disse Harry, mentre si stavano dirigendo
verso il terrazzo che dava sulla sala.
-vado
avanti a minacce, ma si, me la cavo- annuì lui, alzando le
spalle. Si ritrovarono in un grande terrazzo, da dove si poteva vedere
la casa di fianco ed il giardino. Louis si appoggiò con i
gomiti alla ringhiera, mentre Harry preferì stare in piedi,
li dov'era.
-riguardo
al messaggio di ieri...-
allora non si è dimenticato,
pensò lui. Osservò il suo viso e notò
con tristezza, ma anche confuso, che il sorriso che aveva tenuto fino
ad un attimo prima era sparito, sostituito dalla sua solita espressione
apatica.
-non
posso venire in Italia- ripetè il testo. - domani
chiamerò Lyana e la informerò- Louis stava
guardando il vuoto, di fronte a sè, senza nemmeno voltarsi
verso Harry.
-se
rinunci a questa occasione, non so quante possibilità ci
siano che ti dia qualche altro incarico- provò a fargli
cambiare idea il riccio.
-cercherò
qualcos altro, come ho sempre fatto- sospirò.
-perchè?
Perchè vuoi rinunciare al lavoro? Al tuo sogno?- Harry
davvero non capiva. Aveva davanti un'opportunità che per
tutta la vita aveva atteso e la scansava così.
-perchè
ho delle responsabilità alle quali non posso sottrarmi-
disse freddo.
Sicuramente
stava parlando della casa e sopratutto delle bambine.
Devo trovare solo una soluzione, come l'altra volta, si
disse sicuro.
-chiediamo
a Niall di tenerti le bambine finchè non riceverai la prima
paga, poi potrai prendere una baby-sitter-
Louis
scosse la testa e poi finalmente si girò verso Harry.
-non
posso abbandonarle, non sappiamo per quanto staremo via e non posso- e
non aggiunse altro.
Harry
cominciava ad alterarsi. Okay, c'era un problema, ma sembrava che Louis
non cercasse nemmeno una soluzione.
-cazzo
Louis!- urlò per la prima volta addosso a lui parole non
molto carine, che solitamente cercava di trattenere. - è il
tuo fottuto di sogno e tu lo stai gettando come fosse spazzatura! Se io
avessi la tua possibilità di coronare il mio sogno, niente e
nessuno mi fermerebbe!- una lacrima gli sfuggì e si
maledisse per questo. Era troppo emotivo e non gli piaceva per niente
questo suo lato.
-non
puoi capire..- sussurrò lui, abbassando la testa.
-ecco!
È proprio questo che mi fa incazzare di te!-
continuò ad urlare lui. - continui a dire che nessuno
può capirti, ma sei tu stesso a non darne
possibilità! Sei solo capace di abbassare lo sguardo e di
commiserarti!- riprese fiato. Il cuore gli batteva a mille, eppure non
si sentiva per nulla stufo. -e abbi una qualche reazione, maledizione!-
gli disse, avvicinandosi a lui e tirandogli su il viso con una mano
sotto al mento. Quei occhi azzurri mostravano il mondo e Harry
cercò di scrutarli, in cerca di qualcosa, ma Louis non
glielo permise, allontanandosi con uno scatto.
-tu
non sai niente! Tu non potrai mai capire come mi sento ogni giorno!
Nessuno potrà mai farlo!- finalmente urlò anche
Louis e per il riccio fu una liberazione. Dentro di sè
sorrise, perchè il ragazzo stava tirando fuori qualcosa, che
fosse pure rabbia per lui, ma almeno non si stava tenendo dentro tutto.
-allora spiegami! Finchè
ti terrai tutto dentro, ti sentirai divorato sempre di più e
non risolverai nulla- calmò il tono, abbassandolo.
Louis
scosse forte la testa. -non è un problema tuo! Tu non
c'entri nulla con la mia vita, non sei nessuno!- esclamò
Louis. Harry sgranò gli occhi a quelle parole. È
vero, si conoscevano da poco, ma gli sembrava di aver instaurato almeno
qualcosa con lui, sopratutto dopo le parole di qualche giorno prima. "mi fido di te, un pochino"
-vattene Harry! Le mie sorelle si stanno
affezionando troppo a te e non va bene-
-perchè
non va bene?- gli chiese Harry confuso.
-perchè
tu le abbandonerai prima o poi! Non sarai qui per sempre, quindi
è meglio che te ne vada ora!- lo guardò fisso
negli occhi, con i pugni stretti ai fianchi.
-non
è vero..- sussurrò lui.
-vattene
ho detto!- gli urlò contro ed Harry non potè fare
a meno di indietreggiare e dirigersi verso la portafinestra. Questa
battaglia l'aveva vinta Louis, ma sapeva che non era finita
lì.
-pensa
anche a te stesso qualche volta- gli disse guardandolo negli occhi, per
poi rientrare in casa. Non era convinto, ma gli era sembrato di
intravedere lungo la sua guancia una lacrima salata. Quando
arrivò di fronte alla porta d'entrata, prese la sua giaccia
e mentre la stava indossando, sentì un singhiozzo venire dal
terrazzo. I suoi piedi gli dicevano di andare da lui, ma la sua testa
gli diceva che doveva lasciarlo solo, a pensare.
Non
capì neanche come, ma riuscì ad uscire da quella
casa senza voltarsi indietro.
°°
°°°°°°°°
nuovo
capitolo! incontriamo le altre sorelle di Louis e scopriamo sempre di
più il peso che Louis ha sulle proprie spalle. Harry prova a
smuoverlo e finalmente l'altro reagisce urlando, ma riuscirà
a farlo liberare di tutto ciò che tiene segreto
dentro di sè?
al
prossimo capitolo,
-EmLy
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