PENSIERI
E PAROLE
-1-
-Rinuncia
al tuo potere di attrarmi e io rinuncerò al mio volere di
seguirti-
Shion
lasciò che la punta della biro sottolineasse parole di suo
interesse.
Alcune le cerchiò, altre le sottolineò una o
più volte, ad altre disegnò un punto
interrogativo accanto.
A volte si scoprì persino a sorridere per le scoperte fatte:
fu divertente leggere così tante parole, stampate nero su
bianco, su di un libro la cui carta era ingiallita o screpolata dai
segni del tempo.
Quella biro la trovò quasi per caso: quando Cravat,
giocherellando con lui, si andò a nascondere sotto il letto
e Shion dovette infilare la testa sotto di esso per cercarlo, facendo
sì che i suoi occhi individuassero un tubicino circolare e
dalla forma lunga e sottile.
Solo prendendolo in mano il ragazzo si accorse che fosse una penna per
scrivere, sprovvista di tappo e con la punta ormai impolverata da tempo.
Shion sorrise di quella inaspettata scoperta e la ripulì
strofinandone la punta sulla manica del maglione, rimettendola di nuovo
in funzione.
A No.6 Shion non usava mai delle penne per scrivere: computer, ePad o
tablet erano i suoi strumenti di scrittura, gli aiutanti per
memorizzare e sintetizzare ore e ore di lezioni. Tuttavia fu qualcosa
di affascinante utilizzare quel piccolo strumento per scribacchiare
qualcosa: c'era un non so che di antico e vecchio stile, capace di
farlo entrare maggiormente in sintonia con il racconto che stava
leggendo.
Perciò, senza nemmeno rendersene conto, iniziò a
usare quell'oggetto per evidenziare le parole che maggiormente
colpirono la sua attenzione, di modo che entrassero nella sua mente
più facilmente delle altre.
Probabilmente avrebbe potuto continuare così per tutta la
notte - come quando da bambino passava interminabili ore a studiare
davanti ad uno schermo - se la voce di Nezumi non l'avesse spaventato,
facendoglielo cadere di mano.
"Shion! Che stai facendo?"
Shion lo guardò attonito, interdetto e incapace di proferire
parola per la sorpresa, costringendo Nezumi ad assottigliare lo sguardo.
"Stai scribacchiando su quel libro." Gli spiegò, scandendo
lentamente ogni singola parola.
Shion abbassò gli occhi verso la biro, ora incriminata e
immobile al centro della rilegatura dell'opera, sbattendo gli occhi
più e più volte. Sollevando lo sguardo verso
Nezumi lo fissò incredulo.
"Sto facendo qualcosa di male?"
Nezumi sbiancò a quella domanda, imitando la stessa identica
espressione che Shion gli stava riservando e rimanendo muto per qualche
secondo; poi, quando finalmente il corpo si decise a reagire,
portò una mano alla fronte, rovesciando di poco indietro la
testa e chiudendo gli occhi per l'esasperazione.
"Dio, Shion! Hai idea del valore che hanno quei libri?"
Dato che Shion non si decise a volergli rispondere Nezumi si
ritrovò costretto a continuare a parlare.
"I libri sono come opere d'arte: scrivere su di essi è come
sporcare la tela di un pittore con della vernice che non c'entra niente
col soggetto del dipinto."
Nezumi non fu del tutto sicuro che quella testa - vuota di Shion avesse
davvero colto il paragone, ma si augurò che così
facendo il ragazzo avrebbe smesso di compiere quello scempio sul testo
di uno dei suoi autori preferiti.
In effetti, non appena Shion la studiò meglio,
notò come l'inchiostro nero, impresso sulla carta dalla
penna, stonasse con tutto il resto, andandone a rovinare l'insieme
estetico. Shion si morse le labbra al pensiero di aver, ancora una
volta, agito senza pensare alle conseguenze, mentre al suo fianco
Nezumi si sporse verso di lui.
"Comunque ora sono curioso di sapere cosa ha attirato così
tanto il tuo interesse da portarti a rovinare le pagine di quel libro."
Sebbene fosse una semplice curiosità, Shion era pronto a
scommettere che Nezumi stesse cercando di cogliere la palla al balzo
per schernirlo del suo essere ignorante e privo di conoscenza del mondo.
Facendo scorrere delle pagine tra le sue dita, Shion si
ritrovò a rileggere le parole che aveva messo in evidenza:
infatuazione, fissazione, innamoramento, seduzione...
Decisamente era meglio che Nezumi non le scoprisse, ma ormai era troppo
tardi.
"Rinuncia al tuo potere
di attrarmi e io rinuncerò al mio volere di seguirti."
Nezumi recitò quella frase imprimendo una passione tale che
Shion si ritrovò a voltare il viso verso di lui, scoprendo
che i loro volti furono più vicini di quanto avesse pensato,
mentre le loro iridi avrebbero potuto tranquillamente specchiarsi le
une nelle altre.
In particolare, quelle di Nezumi erano talmente chiare e specchiate
che, ogni volta che accadeva, Shion doveva appellarsi a tutta la sua
forza e distogliere lo sguardo se non voleva ritrovarsi con le gote
arrossate.
"Hai sottolineato questa frase per intero." Proseguì Nezumi,
sporgendosi ancora verso il racconto in questione - Sogno di una notte di mezzaestate di William Shakespeare -,
facendo sì che la sua spalla si allineasse e toccasse quella
opposta di Shion.
"Sì." Pigolò Shion.
Nezumi inclinò il volto verso di lui, guardandolo beffardo.
"C'è qualcosa di particolare che ti attrae di questa frase?"
Sussurrò Nezumi , modulando la voce di modo che risultasse
provocatoria e sensuale allo stesso tempo.
Shion deglutì forzatamente: non seppe se per la troppa
vicinanza di Nezumi o per il ritrovarsi alle strette in una situazione
da cui difficilmente ne sarebbe uscito fuori; decise quindi di prendere
coraggio e di rispondergli, tanto sarebbe stato inutile cambiare
discorso arrivati a questo punto.
"Sto cercando di dare un significato alla parola attrazione."
Con la coda dell'occhio vide Nezumi trattenere il fiato, per poi notare
che la sua pancia e le sue spalle stavano iniziando a tremare: come al
solito Nezumi rise di lui e della sua curiosa stupidità;
Shion era talmente abituato ad essere preso in giro che lo
lasciò ridere senza scomporsi.
"Fa così ridere?" Gli chiese quando le risate si furono
calmate.
"Sei così facile da leggere che mi sembra quasi di avere
davanti a me uno di quei romanzi che tanto ti piacciono." Nezumi
tradì il tono serio che avrebbe voluto usare con uno
più scherzoso, cosa che portò Shion a gonfiare le
guance per l'indignazione. Nell'attimo che seguì subito dopo
osservò Nezumi chinarsi verso di lui, fissarlo intensamente
negli occhi e aprire la bocca per ripetere qualcosa di estremamente
familiare, qualcosa pronunciato da lui stesso quella stessa mattina,
imitandolo persino nei gesti e nella voce.
"Sono attratto da te." Sussurrò infine, sfiorando il mento
di Shion con la punta delle dita, aiutandolo a sollevare il capo verso
l'alto. "Sfortunatamente per te ho capito perfettamente a cosa stavi
pensando. Avresti povuto considerarti fortunato: avevo totalmente
rimosso quell'imbarazzante frase dalla mia mente, ma tu me l'hai fatta
tornare a galla. Ci ho preso, eh?"
Shion sfuggì a quel contatto allontanandosi e abbassando lo
sguardo, rimproverando mentalmente Nezumi di mandarlo troppo spesso in
confusione con le sue parole e i suoi gesti plateali.
"Che cosa significa la parola attrazione?" Domandò dando
forma ai suoi pensieri. "Non capisco. Sto provando a darmi una
risposta, la sto cercando nei libri, ma non la trovo."
Anche Nezumi si allontanò, buttando il torace all'indietro e
sostenendosi con le mani puntellate sul materasso. Stranamente quella
sera si sentì ben disposto a rispondere ai quesiti assurdi
di Shion, piuttosto che lasciarlo a crucciarsi per tutta la notte in
cerca di una risposta che non avrebbe mai trovato.
"Sostanzialmente possono esistere due tipi di risposta: una fisica e
una emotiva, quale vuoi?"
"Mh, tutte e due?" Rispose Shion incredulo che Nezumi dimostrasse
così tanta accondiscendenza nei suoi confronti: era sicuro
che la situazione sarebbe degenerata in una discussione, invece Nezumi
rispondeva con calma alle sue richieste, anzi lo vedeva persino
strofinarsi il mento pensieroso, alla ricerca della risposta adeguata,
sigillata da qualche parte nei cassetti della memoria.
"Beh, da qualche parte ho letto che l'attrazione fisica può
essere definita come il forte desiderio fisico che spinge il soggetto,
che ne è affetto, a desiderare l'appagamento tramite il
bisogno sessuale con la persona di suo interesse."
Da quella spiegazione Shion provò imbarazzo: lui, che era un
ragazzo nel pieno dell'adolescenza e della pubertà, non
aveva mai mostrato particolare attenzione verso l'atto sessuale in
sé, tuttavia non significava che non ne fosse attirato come
un'ape al miele.
Safu avrebbe dato tutta la colpa agli ormoni che circolano in corpo, ma
a stimolarli è il cervello e a far sì che questo
accada è la mente e i pensieri che ne derivano. Stringendo
le gambe e strofinando le mani Shion sviò quell' impaccio
domandando il significato della seconda risposta.
"E quella emotiva?"
Nezumi non rispose immediatamente, ma cercò prima le parole
dentro di sé, di modo che risultasse più facile
capire il concetto.
"Penso che, in questo caso, non si possa fare a meno della persona che
ti piace: il suo sorriso, il suo modo di fare, le sue battute... tutto
resterà impresso, al punto tale che parlargli
risulterà difficile."
Ora che aveva ricevuto le risposte a cui ambiva, Shion provò
a unirle in un'unica emozione: desiderio sessuale e
impossibilità a rinunciare alla persona da cui si sentiva
attratto; il caso volle che quella persona fosse proprio davanti a lui
e che risultasse irraggiungibile quanto un aereo volante nel cielo.
Ma come poteva trattarsi di amore?
Shion non aveva mai sperimentato l'amore in prima persona in modo tale
da poterlo riconoscere facilmente, in più conosceva Nezumi
da troppo poco tempo.
Non poteva essere amore, non ancora, ma era qualcosa che ci andava
sostanzialmente vicino.
Forse si trattava solo di una cosa...
"Tutto questo può portare all'innamoramento?"
Domandò spezzando il silenzio, silenzio a cui Nezumi non
rispose, ma continuò a restare muto; forse troppo sorpreso
da quella nuova domanda, forse alla ricerca dei motivi per cui Shion,
quella sera, era talmente pieno di curiosità che gli
impedivano di dormire, blaterando cose senza senzo.
"Mi stavo chiedendo se l'unione di queste due cose portasse
all'innamoramento verso qualcun altro." Ripeté Shion quando
notò che il silenzio proseguì, attribuendone la
causa alla sua incapacità di farsi comprendere
immediatamente, ignorando totalmente come la mente di Nezumi stesse
elaborando i segnali che inconsapevolmente gli stava regalando.
Silenziosamente Nezumi scivolò fuori dal letto, ponendo
così una certa distanza tra di loro: dandogli le spalle
andò sino al lavello, dove fece scorrere un po' d'acqua con
cui ne riempì una tazza, dalla quale ne prese qualche sorso.
"L'essere umano è un complesso di sentimenti e transizioni.
Tutto ciò ci rende deboli e incapaci di agire e questi
sentimenti saranno presto la causa della nostra morte, lasciarli andare
è l'unica opzione possibile per vivere nel mondo in cui
siamo. In particolare, Shion, quella frase che tu hai sottolineato
è particolarmente adatta a te."
"Eh?" Anche Shion buttò una gamba fuori dal letto, pronto ad
alzarsi in piedi e a reggere l'altezza di Nezumi tuttavia ebbe come
l'impressione che, se l'avesse fatto, quella discussione finora tenuta
su toni amichevoli e pacati sarebbe presto variata in qualcosa di
più acceso e assolutamente questo non doveva accadere,
poiché il carattere di Nezumi eguagliava perfettamente
quello dell'animale che si era scelto come nome: calmo e pacifico, ma
guai a provocarlo o avrebbe attaccato per primo.
"I libri non ti daranno mai le risposte che cerchi, i libri ti danno
consigli: quella frase ti sta suggerendo esattamente ciò che
tu vorresti e dovresti fare con me." Proseguì Nezumi,
colpendo dritto al cuore Shion per la crudezza con cui aveva espresso
quelle parole.
"Cosa? No!" Si ritrovò quasi a gridare Shion, appellandosi a
tutto se stesso per non dare l'impressione di poter perdere le staffe
da un momento all'altro.
Con Nezumi, purtroppo, era spesso così: lui era l'unico
capace di farlo uscire dai gangheri, portando a galla quella parte
irrazionale di sé che Shion si era imposto di nascondere a
tutti in sedici anni di convivenza forzata dentro la Città
dei sogni.
Da canto suo Nezumi intrecciò le braccia al petto,
inclinando lo sguardo e incrociando persino i piedi, dandosi una
sfumatura tagliente e autoritaria.
"Verrà il giorno in cui io e te non saremo più
insieme e tu soffrirai e rimpiangerai di avermi conosciuto.
Perciò non pensare mai più di essere attratto da
me, non innamorarti e non lasciare mai che i sentimenti che provi ora
prendano il sopravvento. Ciò che provi è
passeggero e volubile al cambiamento."
Shion abbassò gli occhi fino alla punta dei piedi,
pensieroso su come rispondergli.
Poteva davvero considerarsi passeggero qualcosa che lo aveva attratto e
lo continuava ad attrarre da ben quattro anni?
Se si fosse trattata di una stupida cotta fanciullesca questa sarebbe
scomparsa nel giro di qualche giorno o mese; eppure, ogni volta che
apriva gli occhi la mattina, si ritrovava a pensare come la figura di
Nezumi lo ossessionava persino durante il sonno e, ora che finalmente
poteva averlo vicino, si era scoperto molte volte a studiarlo
attentamente mentre dormiva, prestando attenzione a qualsiasi minimo
particolare che il giorno prima non era riuscito a cogliere.
Elaborando tutto questo si ritrovò a scuotere negativamente
la testa con vigore.
"Ti sbagli..." Sussurrò Shion impercettibilmente,
costringendo Nezumi ad alzare il viso nella sua direzione. "Non credo
affatto che il senso della frase sia questo: io penso che si riferisca
proprio all'impossibilità di potersi separare l'uno
dall'altro ed è proprio quello che io farò con
te: non ti lascerò andare, e non cancellerò mai i
sentimenti che provo per te. Neanche se dovessero passare anni."
Terminò la frase stringendo i pugni, più che
convinto che quanto avesse detto fosse giusto: non poteva esistere una
verità universale, ognuno era libero di dare una
interpretazione propria a quell'aforisma e quella di Shion non poteva
essere che quella.
Tuttavia avvertì un brivido corrergli lungo la spina dorsale
quando vide Nezumi trattenere un ghigno e camminare lentamente verso di
lui, finché non gli si pose esattamente davanti, chinando
appena il busto contro il suo volto e mantenendo quel sorriso
sarcastico sulle labbra.
"Shion le parole hanno un peso. Sei davvero sicuro di quanto hai detto?
Sei pronto a scommettere che non lo rimpiangerai?"
Shion si impose di non ritrarsi indietro e di sostenere lo sguardo che
Nezumi gli rivolse con ostinato silenzio anche se, dentro di
sé, avvertì la sensazione di essere una farfalla
incastrata nella tela del ragno.
Non doveva assolutamente tirarsi indietro, per quanto quegli occhi
affilati erano capaci di metterlo in soggezione.
"Ci scommetto." Poche parole, ma pronunciate con dura fermezza.
E fu allora che davanti agli occhi ametista di Shion accadde qualcosa
di inaspettato: il ghigno di Nezumi si trasformò da
sarcastico a orgoglioso, mentre gli sventolò una mano aperta
esattamente sotto il naso.
"Sai, non è da me tirarmi indietro a una sfida. Sono pronto
ad accettarla."
Persino il tono di voce di Nezumi cambiò: apparve
più allegro e rilassato, come se fosse divertito.
Allora le spalle di Shion si rilassarono, sciogliendosi della tensione
che avevano accumulato quando avevano visto Nezumi allontanarsi e
iniziare a porre delle distanze tra loro due.
Non rispose quando gli andò a stringere con forte vigore la
mano nella propria: l'espressione decisa che gli rivolse fu
più eloquente di altre futili parole.
Note d'Autrice:
Seguendo la regola delle
challenge 5+1 ecco che qui avremo una serie di one-shot; cinque dove
Nezumi si ritroverà costretto a discutere con Shion di
alcune famose citazioni letterarie e una in cui sarà Shion a
farlo con Nezumi.
A proposito,
farò presto un doppio aggiornamento e sapete
perché? Beh, siamo nel 2017 e oggi è il
compleanno del nostro bellissimo bimbo, ma sapete cosa altro? Presto
loro due si rincontreranno e lo faranno da sedicenni. Già,
gli avvenimenti accaduti nella novel stanno per iniziare! *w*
Edit del 24/02/2018:
corretto il capitolo in base alle precisazioni e ai consigli datimi da
LunadiSangue, che ringrazio ancora tantissimo.
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