La tragedia di una notte

di Ro23
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Inquietudine. Questa era la sensazione che attanagliava i pensieri di Elsa all'idea del viaggio che stavano per intraprendere i suoi genitori. Ne conosceva le ragioni, dopo tanti anni di isolamento (dovuti ai suoi poteri) il regno di Arendelle aveva bisogno di riallacciare i rapporti con gli altri regni, al fine di poter rinsaldare le trattative commerciali. Sarebbero stati via solo 15 giorni, le avevano detto di stare tranquilla, ma non riusciva ad esserlo.
"I miei poteri diventano sempre più forti, e se succedesse qualcosa mentre loro non ci sono? Cosa potrei fare da sola? Anna non deve sapere..." continuava a pensare camminando avanti e indietro per la stanza tenendosi le mani nervosamente mentre l'aria nella stanza si faceva fredda ed iniziava a scendere qualche fiocco di neve. Ad un certo punto si sedette sulla poltrona decisa a calmarsi e respirando lentamente ripetè quello che ormai era il suo mantra: "Domare, celare, non mostrare". In qualche modo questa frase riusciva a calmare le sue ansie, infatti intorno a lei smisero di cadere i fiocchi di neve e l'aria si riscaldò.
Decise che avrebbe vissuto quel breve periodo di assenza dei genitori con la maggior serenità possibile, quindi si alzò in piedi e si avvicinò alla finestra per osservare la nave reale che si allontanava dal porto di Arendelle con un bellissimo tramonto all'orizzonte.

Nello stesso momento Anna era salita sulla torre più alta del castello per osservare la partenza dei suoi genitori. Li aveva abbracciati pochi minuti prima e già le mancavano, del resto erano la sua unica compagnia dentro quelle mura... "Elsa di sicuro non metterà il naso fuori dalla sua stanza, cosa farò in questi 15 giorni? Continuerò a fare i miei monologhi insieme ai quadri del salone?" disse tra sè con un pizzico di tristezza e di ironia. Da tempo aveva smesso di cercare di capire sua sorella, ormai passando davanti a quella porta non provava neanche più a bussare, tanto la risposta sarebbe stata sempre la solita: "Vai via, Anna".
Invidiava i suoi genitori, liberi di uscire da quel castello e vedere il mondo! Aveva chiesto al re il permesso di unirsi a loro per quel viaggio, ma il padre le aveva risposto dicendole che sarebbe dovuta restare ad Arendelle per prendersi cura di Elsa. Lei lo aveva guardato con un'espressione del viso perplessa (infatti aveva pensato "Io prendermi cura di Elsa? Ma se non ci parliamo neanche!") ed il re le aveva messo una mano sulla spalla dicendole "Tua sorella può sembrarti fredda e distaccata, ma ricorda che ti vuole bene e tu dovrai sempre volergliene a tua volta, in futuro dovrete fare affidamento l'una sull'altra".
Ripensando a quella frase pensò che avesse un significato molto bello, ma quando mai la bella ed intelligente Elsa, la futura regina, avrebbe potuto aver bisogno di lei? Dopo un po' lasciò perdere questi pensieri ed iniziò a pensare ai regali che i genitori le avrebbero portato tornando dal loro viaggio e a tutte le cose interessanti che le avrebbero raccontato! Non vedeva l'ora che quelle due settimane passassero!




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