Boruto - La Morsa del Destino (2): La Battaglia di Eldia

di Saigo il SenzaVolto
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!


 

 


 

Il Diavolo e lo Scettro


“Boruto!” esclamò Naruto appena lo riconobbe, sconvolto. Cosa diavolo era successo? Perché si era schiantato contro la porta della sala del trono in quel modo?

Hinata osservava il giovane con gli occhi sgranati ed una mano sulla bocca. Il ragazzo del futuro aveva un aspetto terribile! Tutto il suo corpo era sporco e coperto di macchie di polvere, il mantello spiegazzato in molti punti. Ma la cosa preoccupante non erano i vestiti, ma il suo aspetto.

Il corpo del giovane era curvo con la schiena piegata verso il basso, e si reggeva a malapena in piedi, le sue gambe tremanti e piegate dallo sforzo di sostenere il peso corporeo. Il suo braccio destro pendeva completamente in basso, e presentava una ferita profonda simile ad un grosso taglio orizzontale da cui sangue cremisi gli colava fino alla mano, per poi gocciolare a terra ritmicamente. Il ragazzo tentava di bloccare il sanguinamento con la mano sinistra, ma la ferita era troppo profonda ed i suoi sforzi erano quasi vani.

Respirava pesantemente e a fatica, il suo volto contratto in una smorfia di sforzo e dolore.

Boruto voltò leggermente la testa all’udire le parole di Naruto. “Oh, ecco qui la coppia mancante.” disse debolmente con un sorriso esausto. “Ho forse interrotto qualcosa?”

“Che cosa ti è successo?” domandò Naruto con gli occhi spalancati. “Sei ferito!”

“Vedo che i tuoi occhi funzionano…” rispose sarcasticamente quello, stringendo i denti per il dolore.

L’altro biondo fu pervaso per un attimo dall’istinto di rispondergli a tono, ma lo represse subito a causa della situazione. Prima che riuscisse a formulare un’altra frase, improvvisamente Boruto cadde a terra in ginocchio, scosso da tremiti di dolore. Ancora avvolto nella modalità chakra della Volpe, Naruto si mise a correre verso di lui seguito a ruota da Hinata, arrivandogli vicino in un attimo.

“Ehi! Tutto bene?” chiese, preoccupato.

Boruto alzò lo sguardo, guardandolo col suo occhio azzurro. “Diciamo che sono stato meglio.” sibilò dolorosamente. Tutto il suo corpo era scosso da tremiti, anche solo respirare gli faceva esplodere una fitta di dolore nel petto.

In fin dei conti, però, era andata bene. Se solo non avesse utilizzato tutto il suo chakra per distruggere il principe, adesso se la sarebbe potuta cavare da solo. L’esplosione, inoltre, non aveva danneggiato il suo sistema circolatorio del chakra, forse grazie al potenziamento che aveva subito anni fa. Boruto si promise mentalmente di ringraziare ancora una volta lei per il suo intervento.

Tentò di rialzarsi, ma la sua gamba sinistra cedette sotto il proprio peso, facendolo crollare di nuovo.

“Attento!” esclamò Naruto, disattivando la modalità chakra ed afferrandolo da sotto un braccio prima che potesse cadere completamente a terra. “Cosa diavolo ti è successo?”

Boruto sorrise dolorosamente. “Io e Sarada abbiamo sconfitto il principe Tigre, e questo è il risultato.” disse.

Tentò di liberarsi dalla presa di sostegno che il biondo aveva su di lui, ma Hinata lo fermò afferrandolo dall’altro braccio.

“Boruto-kun,” disse la ragazza con un tono preoccupato. “Non dovresti sforzarti! Sei esausto!”

Lui la guardò con disinteresse. “Questo lo so. Non ho bisogno che me lo facciate notare.”

“Piantala di essere così scontroso!” disse Naruto senza mollarlo. “Stiamo solo cercando di aiutarti!”

“Non ricordo di avervi chiesto aiuto.” ribatté l’altro dolorosamente.

Il jinchuuriki non si arrese. “È evidente che sei messo male, non riesci neanche a reggerti in piedi!” il suo tono era duro, ma non accusatorio. “Quindi piantala di lamentarti e lasciati aiutare! Non saresti in grado di ribellarti in ogni caso.”

Boruto lo perforò con lo sguardo per diversi secondi. Come osava? Come osava dirgli quelle parole con quel tono? Dopo tutto quello che gli aveva causato in passato, adesso pretendeva ancora-

No, aveva ragione.

Non era lui il Settimo Hokage, non era lui suo padre. Non ancora. Era solo un estraneo. Era solo un ragazzo. Il giovane del futuro si ripeté quelle parole in testa diverse volte per tentare di calmarsi. Non poteva fare nulla in quelle condizioni. Doveva arrendersi alle loro insistenze, anche se la cosa lo infastidiva enormemente.

Boruto sospirò, chiudendo gli occhi. “Molto bene,” disse alla fine. “Se proprio insistete allora non ho scelta. Ce la fate a poggiarmi con la schiena ad una delle pareti?”

Naruto ed Hinata sorrisero ampiamente. “Lascia fare a noi!” disse il biondo.

Lentamente, i due ninja lo sollevarono reggendolo per le spalle e lo trascinarono con cautela verso il muro alla destra dall’ingresso. Subito dopo, lo aiutarono a farlo sedere, poggiandolo con la schiena alla parete. Hinata tirò fuori da un sacchetto legato ai suoi pantaloni una benda, e si mosse per fasciarla attorno alla ferita sul braccio del Nukenin.

Boruto la fermò con il braccio sinistro. “Posso farlo da solo.” disse con un tono privo di emozione.

Hinata abbassò lo sguardo, ma annuì senza protestare.

Il giovane prese a fasciarsi la benda sulla ferita con una mano in silenzio, reggendo il fascio con la bocca. Quando ebbe finito, gliela restituì.

“Grazie.” disse lentamente, guardando a terra.

Hinata sgranò gli occhi e la bocca per diversi secondi. Non riusciva a crederci! Boruto l’aveva ringraziata! Per la prima volta, il suo futuro figlio l’aveva ringraziata! Da quando erano arrivati in quel mondo, quella era stata la prima parola priva di disprezzo che le aveva rivolto! Per qualche motivo, il suo cuore esultò di gioia. La ragazza annuì con un sorriso.

“Naruto! Hinata!” fece una voce alle loro spalle improvvisamente. Tutti si voltarono verso la direzione della voce.

Dall’ingresso distrutto della sala venne fuori il resto della loro squadra. Tutti sembravano illesi, ed avevano un espressione di timore in volto.

“State bene?” domandò Minato appena li raggiunsero, guardandoli con preoccupazione.

“Noi sì, ma Boruto è ferito!” rispose Naruto, indicando l’atro biondo seduto a terra. Sakura non perse tempo, e subito s’inginocchiò davanti al ragazzo, poggiandogli le mani sul petto e cominciando a curarlo con le sue abilità mediche.

“D-Dov’è Sarada?” chiese quest’ultimo, il suo occhio socchiuso per la fatica.

“È proprio qui.” disse Fugaku, reggendo tra le braccia il corpo della ragazza. “L’esplosione le ha fatto perdere conoscenza, ma dovrebbe stare bene.”

Sarada era svenuta e completamente priva di sensi, ma il suo respiro ed il battito cardiaco erano regolari, e non sembrava neanche aver riportato danni fisici dopo lo scoppio. Il ragazzo del futuro sospirò, sollevato.

“Esplosione?” domandò Hinata, confusa. “Siete stati voi i responsabili, Boruto-kun?”

“Si può sapere che cosa vi è saltato in mente?” lo interruppe bruscamente Kushina prima che potesse risponderle. “Sareste potuti morire entrambi! Cosa diavolo avete in quella zucca?”

“Non avevamo scelta,” disse debolmente Boruto, guardandola di sbieco. “E abbassa il tono, Uzumaki! Sia io che Sarada eravamo consapevoli dei rischi a cui andavamo incontro, quindi risparmiaci una predica inutile! Se ci fosse stato un altro modo di sconfiggere quella bestia, non avremmo esitato ad usarlo.”

Kushina strinse i pugni. Se non fosse stato ferito, avrebbe di certo voluto insegnare a quel moccioso il rispetto a suon di mazzate! Però, in fondo, aveva ragione. Non poteva accusarlo senza sapere come fossero andate le cose. Decise di calmarsi un po’.

“Allora spiegaci cosa è successo.” disse.

Dopo qualche minuto di spiegazione, il silenzio tornò a regnare tra i presenti. Sakura finì di curare Boruto subito dopo, il quale riuscì a rimettersi in piedi a fatica, ignorando le sue proteste e gli sguardi di disapprovazione degli altri.

“Capisco,” disse Minato con una mano poggiata sotto il mento. “Quindi avete usato la stessa abilità del nemico contro di lui. Un piano ingegnoso.”

“Un piano ingegnoso e completamente folle!” disse Mikoto con le braccia incrociate. “Avreste dovuto scappare e cercare un altro gruppo. Insieme avremmo potuto trovare un modo diverso per uccidere la Tigre.”

“Non c’era altro modo per farlo.” ripeté Boruto. “Scappare avrebbe solamente messo in pericolo tutti noi.”

“Adesso cosa facciamo?” chiese allora Sasuke rivolgendosi a tutti. “Tutti e cinque i principi sono stati sconfitti, ma non abbiamo trovato ancora il manufatto!”

Minato ragionò qualche istante. “Dobbiamo continuare ad esplorare questo posto,” disse alla fine. “Forse non abbiamo cercato abbastanza bene nelle varie stanze.”

“A proposito di esplorare,” lo interruppe Fugaku. “Cos’è questa sala?”

Tutti ripresero a guardarsi intorno, osservando attentamente la stanza da cima a fondo.

“Sembra una sala del trono,” disse Sakura. “Questo posto è pieno di armature ed oggetti eleganti. Anche se devo dire che quel mosaico è piuttosto inquietante.”

Sasuke si avvicinò al centro della sala, osservando la raffigurazione con grande attenzione. “Secondo voi cosa può significare?” chiese.

Nessuno sapeva cosa dire. Non conoscevano le storie di quel mondo, e non c’era modo per nessuno di loro di poter avere la certezza quale fosse il significato del mosaico.

O meglio, quasi nessuno di loro poteva averne la certezza.

L’unica eccezione era Boruto Uzumaki.

Quest’ultimo era rimasto completamente sconvolto appena aveva notato il mosaico sulla parete alle spalle del trono. Il suo corpo teso ed immobile, l’occhio sinistro sgranato mentre guardava con incredulità l’enorme raffigurazione davanti a sé.

Dopo alcuni secondi di stupore totale, cominciò ad avvicinarsi lentamente al trono per esaminare meglio le due figure, ignorando il dolore che provava ancora al braccio destro ed alle gambe. Perché era rimasto così sconvolto nel vedere quel mosaico? Semplice.

Perché lui sapeva chi erano quelle due figure.

“Com’è possibile?” si chiese, scioccato.

In meno di un secondo gli ritornarono in mente le parole che Toneri aveva detto quel giorno a lui e al suo migliore amico, molti anni prima. Gli tornarono in mente le parole che narravano quella leggenda a cui lui, infantilmente, non aveva mai creduto fino in fondo.
 



“…in qualche modo sconosciuto, Ymir riuscì ad incontrare il Diavolo della Terra ad un certo punto della sua vita; e con lui strinse un patto di cui ancora oggi si sa poco o nulla. Un patto che portò alla nascita della stirpe di cui fa parte anche lei. Nessuno sa che cosa fece esattamente Ymir per riuscire a stipulare quel patto con la mostruosa creatura, ma si dice che le consegnò un oggetto molto prezioso per convincerla ad accettare, un oggetto estremamente raro che il Diavolo stesso aveva desiderato per molto tempo. Anche se, di quale oggetto si trattasse, non ne ho idea…”
 



Boruto ne era certo. Non c’erano dubbi. Le due figure raffigurate nel mosaico erano Ymir ed il Diavolo della Terra. La prova di ciò era l’oggetto bianco di forma ovale che la creatura tendeva verso la ragazza. Una sola domanda continuava a ronzargli in testa.

“Cosa ci fa questa raffigurazione qui?”

La cosa era incredibilmente sospetta. Perché il Diavolo ed Ymir erano raffigurati proprio qui? Perché il loro mosaico era presente in questo castello? Perché proprio nella sala del trono?

Ma soprattutto, perché erano stati raffigurati in questo mondo?

Boruto tentò di ragionare, ricordando gli eventi passati ed esaminando i suoi ricordi. Era venuto a conoscenza da molto tempo del fatto che lei non fosse una persona del suo mondo. Glielo aveva rivelato lei stessa quasi cinque anni fa. Ma, secondo le parole di Toneri, il suo mondo originario, il mondo dove lei era nata, era stato completamente distrutto da una terribile calamità che neppure lui conosceva poco dopo la sua nascita. Il giovane non ci aveva mai pensato prima, ma la situazione in cui Eldia si trovava adesso era quasi speculare.

Un’improvvisa realizzazione gli balenò in mente. Boruto sgranò l’occhio sinistro.

“Possibile che Eldia sia realmente…”

Poi, accadde qualcosa di inaspettato. Il suo occhio destro pulsò con forza, riscuotendolo dai suoi pensieri. Un improvviso getto di chakra investì la sala, sbalordendo tutti i presenti.

“Di nuovo quella sensazione!” esclamò Fugaku osservandosi attorno, adagiando a terra Sarada con cautela. “Un’onda di chakra!”

“È simile a quella che aveva emesso la collana!” realizzò Minato.

“Da dove proveniva?” domandò Naruto.

Boruto aprì l’occhio destro. Lo vide subito grazie al Jougan. Il flusso di energia proveniva da un piccolo oggetto poggiato sul seggio del trono. Ma come aveva fatto a non notarlo prima? L’oggetto era proprio sotto al loro naso! Erano rimasti tutti troppo colpiti dal mosaico per riuscire ad esaminare meglio ciò che era sempre stato davanti ai loro occhi. Lentamente, cominciò a salire gli scalini.

Nel frattempo, anche Hinata era riuscita a capire da dove fosse partita quella piccola onda di energia, attivando immediatamente il Byakugan e notando subito la sua origine.

“Laggiù!” esclamò rivolta agli altri, puntando un dito in avanti. “Il chakra proveniva da quell’oggetto!”

Tutti si voltarono verso il trono. Boruto era proprio lì, davanti al gigantesco seggio, e teneva con una mano un oggetto sottile ed allungato di colore argenteo mentre lo esaminava con attenzione.

Sembrava, almeno ai loro occhi, una specie scettro, anche se le sue dimensioni erano piuttosto ridotte. L’impugnatura era spessa appena qualche centimetro, lunga circa una ventina, ed era di colore argentato. La parte superiore prendeva la forma di una piccola croce dello stesso colore, al cui centro però, proprio nel punto dove s’incontravano i quattro bracci, sbucava fuori un grosso zaffiro blu, fuso all’interno del metallo stesso dello scettro.

Dopo averlo esaminato per alcuni secondi, Boruto si avvicinò di nuovo al resto del gruppo. “L’ombra di energia che abbiamo percepito proviene da questo scettro.” constatò.

Minato prese l’oggetto subito dopo, studiandone ogni singolo dettaglio. “È da questo scettro che hai visto partire il flusso di chakra, Hinata?” domandò.

La ragazza annuì. “Sì, non ho dubbi al riguardo.”

“Quindi, questo sarebbe il secondo manufatto che cercavamo?” chiese Kushina incrociando le braccia.

Sasuke fece un passo avanti. “C’è solo un modo per averne la certezza,” disse seriamente. “Dobbiamo provare di nuovo ad assorbirne l’energia.”

“Sono d’accordo,” disse subito dopo Boruto riprendendo il manufatto. “Non abbiamo tempo da perdere. Lasciate fare a me.”

“Non così in fretta,” lo interruppe di nuovo il ragazzo corvino. “Stavolta non lascerò che sia tu a farlo, Boruto Uzumaki!”

Tutti rimasero colpiti dalle sue parole e dal tono freddo e serio del ragazzo. Naruto e gli altri lo osservarono con gli occhi spalancati, tesi ed immobili. Anche il giovane del futuro si voltò lentamente a guardarlo, fissandolo col suo gelido occhio azzurro.

“E per quale motivo non vorresti lasciarmelo fare?” chiese sarcasticamente il Nukenin.

Gli occhi rossi di Sasuke si ridussero a due fessure. “Non mi fido di te,” rispose senza esitare l’Uchiha. “Anche se questa volta ci hai condotto al secondo manufatto, non ho intenzione di restare allo scuro di cosa esso possa rivelarti. Potresti star nascondendo qualcosa, e noi potremmo non averne mai la certezza. Stavolta sarò io ad assorbire il chakra nello scettro!”

I due giovani si fissarono attentamente per diversi secondi con occhi freddi e crudeli, senza parlare o battere ciglio. L’aria tra di loro si fece tesa e pesante.

“Ohi, Sasuke!” esclamò Naruto afferrandolo da una spalla. “Non ti sembra di esagerare? Non possiamo accusarci l’un l’altro in questo modo! Dobbiamo collaborare tutti-”

“Non m’interessa.” lo zittì bruscamente lui senza distogliere gli occhi dal ragazzo col mantello. “Questa volta non cederò. Non lascerò fare a questo fantomatico non-ninja quello che vuole!”

“Diamoci tutti una calmata!” sbottò Fugaku. “Non abbiamo tempo per-”

Ma, ad un tratto, qualcosa gli fece morire le parole in gola. Il suono di una risata sommessa cominciò a risuonare in mezzo a loro, facendoli voltare di scatto verso la direzione da cui proveniva: Boruto Uzumaki.

“Eheheh…”

Il Nukenin aveva la testa rivolta verso in basso, gli occhi oscurati dai capelli ed il corpo scosso da tremiti sommessi.

Boruto stava ridacchiando.

Presto però la sua risatina divenne sempre più forte, fino a diventare una vera e propria risata a pieni polmoni, qualcosa di assolutamente insolito e fuori dal carattere del biondo. Il suo suono era acuto e leggero, e riecheggiò per tutta la sala per diversi secondi. Naruto, Sasuke e tutti gli altri rimasero allibiti e con le bocche aperte nel vederlo ridere così di gusto.

“AHAHAHAHAH!”

La sua risata durò una decina di secondi, una decina di secondi in cui nessuno si mosse, non sapendo come reagire.

“Avrei dovuto aspettarmelo,” disse Boruto, sorridendo maliziosamente una volta calmatosi. “Dopotutto, non avrei dovuto dimenticare che tu sei il grande e leggendario Sasuke Uchiha. Scaltro ed acuto come sempre vedo!”

Il ragazzo corvino rimase con gli occhi spalancati mentre lo ascoltava. Boruto lo stava letteralmente elogiando davanti ai suoi occhi! Il grande e leggendario Sasuke Uchiha? Cosa diavolo intendeva dire? Era evidente che il ragazzo lo avesse incontrato nel futuro, o quantomeno avesse sentito parlare di lui, ma cos’altro sapeva al suo riguardo? Che tipo di rapporto esisteva tra il ninja traditore ed il se stesso del futuro?

“Molto bene,” continuò a dire subito dopo il biondo, porgendogli lo scettro. “Allora stavolta lascerò che sia tu ad assorbire il chakra del manufatto. Così non dovrete temere che io vi stia ingannando…” il suo tono era freddo e provocatorio, ed il suo sorriso crudele e sarcastico.

Sasuke lo fissò negli occhi diversi secondi, il suo sguardo serio e calcolatore, poi tese lentamente la mano in avanti, afferrando lo scettro ed esaminandolo alcuni secondi. Se era come nel caso della collana, il chakra doveva trovarsi all’interno dello zaffiro, quindi un colpo preciso sarebbe dovuto essere sufficiente a far uscire una piccola quantità di energia da esso.

“Stai attento, Sasuke-kun.” raccomandò Sakura.

L’Uchiha annuì. Tirando fuori un kunai all’improvviso, posizionò la mano sopra il manufatto, pronto a colpire. Esitò un solo istante, prima di scagliare con forza e decisione la punta dell’arma sullo zaffiro. Dalla pietra incastonata nello scettro partì immediatamente un getto rapido di energia che andò subito a finire nel petto di Sasuke in meno di un secondo. Il giovane chiuse gli occhi, teso nel caso potesse sentire qualcosa di doloroso.

Era una sensazione strana, decise. Gli sembrava di essere improvvisamente in tutt’altro luogo, senza però essere in grado di percepire nulla col corpo o con i sensi. Gli sembrava di volare in alto, come se fosse diventato un uccello, e vide in basso con gli occhi della mente un lungo e grosso fiume tormentoso che serpeggiava in mezzo ad alcune colline verdi. Oltre le colline, in lontananza, vide qualcosa di indistinto. Poi, il paesaggio cambiò senza preavviso, e Sasuke si ritrovò davanti ad un grosso e gigantesco muro di pietra grigia, alto decine e decine di metri.

Una voce sconosciuta sembrò sussurrargli nella mente.

Muro Di Maria.
Distretto di Shiganshina.
Ovest.


Poi tutto divenne nero, e Sasuke si ritrovò di nuovo nella sala della fortezza insieme agli altri. Rimase alcuni secondi senza dire nulla, ancora sconvolto da cosa aveva visto grazie al manufatto.

“Cosa è successo, Sasuke?” gli chiese Naruto, impaziente e teso.

Il giovane continuò a fissare lo scettro. “N-Non so come spiegarlo,” disse lentamente. “Mi è sembrato di vedere delle immagini nella mia mente, e di sentire delle voci…”

“Che cosa hai visto?” lo incalzò Boruto.

“Un fiume,” rispose lui dopo un secondo. “E subito dopo un muro altissimo in mezzo al nulla. Una voce mi ha sussurrato queste parole: Muro di Maria. Distretto di Shiganshina. Ovest.”

Tutti rimasero in silenzio all’udire quella spiegazione.

“Che cosa vorrà dire tutto questo?” chiese Fugaku.

“Semplice,” rispose Boruto, il suo sguardo incollato sul mosaico sulla parete, “Dobbiamo andare ad Ovest.”

 

 



Note dell’autore!!!

Salve gente! Come promesso, ecco a voi il nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Il prossimo uscirà il 16 settembre. Grazie a tutti quelli che leggeranno e a quelli che commenteranno. A presto! ;)





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