Ovidio, il tramutatore di elementi

di Jox
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IV

<< Qui Agente Miller >>
<< Miller, sono Parker. Il 911 ha ricevuto molteplici chiamate relative ad uno sparo. >>
<< Dove dobbiamo andare ? >>
<< All’ hotel  Crystal Gateway Marriot >>
<< Ma è.. >>
<< Impossibile, lo so.. lo so. Ma per ora è l’unica pista che abbiamo e dobbiamo seguirla. >>
<< Signore ma è a quasi 4 chilometri da qui..>>
<< Esegua Miller!! >> tuonò Parker << Si.. Signore >>. La comunicazione si interruppe. Miller radunò i suoi uomini, e si diresse al Crystal Gateway Marriot. Arrivarono lì, in poco più di 5 minuti. L’hotel sembrava deserto. Tutte le famiglie erano corse nelle loro stanze, dove si sentivano più al sicuro. << Sul tetto avanti! >> comandò Miller ai suoi. Subito si precipitarono nelle scalinate per raggiungere la cima dell’ Hotel. Sentendo correre gli agenti diversi aprirono a feritoia le porte delle loro stanze per vedere cosa stesse accadendo. Nel frattempo Miller urlò con tutto il fiato che aveva : << Siamo dell’ FBI. Nessuno, RIPETO, nessuno esca dalle proprie stanze. Chi verrà trovato fuori sarà preso in custodia! >> Poi si rivolse a 3 agenti dietro di se : << salite piano per piano e avvertite tutti riportando ciò che aveteo appena sentito, io salgo con il resto del gruppo >> i due agenti annuirono, e Miller si precipitò sul tetto.

Michell Holmberg aveva appena finito il suo tè. Si stava annoiando e nella sua testa rifrullava la lettera che aveva letto quella mattina. Non tanto minatoria quanto inquietante. Era così strano che ancora oggi, nel 2015, ancora ci fosse stato qualcuno che citava quelle divinità così antiche e trapassate in un contesto così moderno e attuale, con una ferma convinzione che quelle divinità davvero potessero esistere. Certo lei non seguiva nessuna religione. Non che non credesse in Dio, anzi, ci credeva e tanto anche, ma perché il suo lavoro era la sua vita, e una religione avrebbe comportato un pensiero di troppo. Ne aveva di pensieri. Certo che, quando incontrava qualcuno che non credeva in Dio, si chiedeva come fosse possibile. Era chiaro per lei che qualcuno, un progettista, avesse pensato alle leggi che compongono e guidano l’universo e ancora più vicino, le leggi che permettono la vita sulla terra. Non era per il fanatismo, né per un legame a qualche religione o setta sulla terra, anche perché la sua conoscenza delle religioni era solo teorica,  ma per lei era chiaro solo vedendo tutto ciò che di meraviglioso esisteva sulla terra che un essere superiore, intelligente e potente avesse creato tutto questo. Chiaro non si spiegava il perché delle violenze, come quella accaduta quella mattina. Tutta questa violenza, le ingiustizie e i soprusi erano in netto contrasto con il bello che della creazione che rispecchiava il bello, il giusto. Mentre era assorta nei suoi comuni pensieri sentì urlare Parker qualcosa ad un certo Miller. Si alzò e si avvicinò alla stanza origliando un po'. Non era di certo nel suo stile origliare, però era incuriosita da ciò che stava accadendo. Dopo una breve pausa Parker riprese a parlare, Holmberg sentì bene quello che stava dicendo: << Puoi ripetermi cosa avete trovato? [...] Sul tetto […] nient’altro? [...] Come fate ad essere sicuri? [...] ok va bene, chiamate l’ N.C.I.S., che collaborino con noi.. si perfetto, portatemi qui le foto che avete fatto sul posto, ne invierò una copia ai ragazzi dell’ unità investigativa. Ci riaggiorniamo a breve. >> Parker chiuse la comunicazione. Michell sentì dei passi e un tonfo su una sedia, e la sospensione di essa sfiatare per il peso. Poi di nuovo Parker riprese a parlare. << Pronto? Si  ciao Kurt, sei stato assegnato te? [...] mi fa piacere, senti vieni qui a breve i miei ragazzi mi daranno le foto che hanno fatto sul posto, […] si non pare vero,ma penso che sia buono che FBI e l’ NCIS collaborino. Che ne dici? [...] Bene, ti aspetto qui […] l’unica cosa che hanno trovato sono un bossolo tra 3 piume colorate […] esatto, non ha senso, per ora, ma sembra essere un messaggio, quando vieni ne parliamo, a dopo Kurt. >>. Holmberg rimase di sasso. Come se qualcuno le avesse messo un cubetto di ghiaccio sotto la canotta e questi le scendesse lungo tutta la schiena. Guardò velocemente la porta dell’ ufficio di Parker. Fissò incredula quella piuma colorata incastrata tra le tendine beige. Appena il freddo alle tempie le passò facendole riacquisire un briciolo di lucidità bussò forte alla porta e, senza che nessuno le diede alcun ordire, entrò. << Parker le devo assolut.. >> << CHE COSA STA FACENDO?? >> Tuonò Parker << Lei non può stare qui, deve uscire! >> Michell sembrava non aver sentito e si avvicinò ulteriormente.  << Lo so ma le devo dire assolutamente una cosa! >> Parker la guardò e facendo un respiro profondò, tentando di contenersi disse : << Professoressa Holmberg lei deve uscire di qui, tutto quello che avrà da riferirmi potrà farlo dopo >> La prese per un braccio e l’accompagnò all’ uscita. Mentre camminavano e Holmberg opponeva un po' di resistenza Parker si girò verso un agente e disse : << Ambra mi ascolti, vada nel mio ufficio e prenda le carte nel 5 cassetto del mobiletto a destra, ma non ne apra il contenuto. >> A quelle parola Holmberg si dimenò, liberandosi dalla presa di Parker, vide Ambra partire velocemente diretta verso la destinazione che le era stata comandata, alzò la voce e disse velocemente : << Ho ascoltato la comunicazione e ho sentito..>> << Lei ha origliato ??? >> la interruppe Parker
<< Si ma non è  questo il punto.. >>
<< Si che lo è.. è una cosa molto grav..>>
<< Mi ascolti insomma!! Ho sentito che sono state trovate delle piume colorate sul luogo presunto dello sparo >>
<< si, ma lei non dovrebbe saperlo! Lo sa che può finire in grossi..>>
<< CE NE E UNA NELLA PORTA DEL SUO UFFICIO! >> Urlò stizzita Michell alzandosi sulle punte, e indicando la direzione in cui si sarebbe dovuta trovare. << …Guai… >> concluse Parker con gli occhi sgranati e lo sguardo perso nel verde delle pupille illuminate da un leggero velo di lacrime della professoressa Holmberg. In un secondo sussultò e corse verso l’uscita della stanza. Holmberg lo seguì con la stessa fretta. Videro Ambra con la maniglia in una mano e l’ altra che si dirigeva verso la piuma. Il movimento era naturale, ma ai due parve quasi al rallentatore. Gridarono all’ unisono : << Ambra non tocchi quella piuma! >>. Ormai la mano aveva afferrato la piuma, la tirò ed ecco che qualcosa la trascinò all’ interno dell’ufficio. Parker iniziò a correre ma qualcosa uscì da la dentro. Mark lo riconobbe subito, frenò la corsa e si gettò contro la professoressa Holmberg. I due fecero appena in tempo ad entrare nella stanza dalla quale erano usciti che si sentì un’ esplosine acuta. Pochi secondi e delle lingue di fuoco incominciarono a farsi vedere dagli stipiti della porta. Le orecchie ancora fischiavano, Parker riuscì a sollevarsi e a chiudere la porta. Poi si levò la giacca e la incastrò nella fessura bassa della porta per non far entrare il fumo. << Granata incendiaria >> disse poi. Holmberg era ancora a terra impietrita. Sentì scattare l’ allarme antiincendio, i sensori nel soffitto si attivarono e iniziarono a gettare acqua a spruzzo. Parker fece cenno a Holmberg di rifugiarsi sotto il tavolo. Non ci pensò due volte, lanciò una sedia dietro di se e si rifugiò li sotto, Parker la seguì. Mentre il fuoco iniziò a mangiarsi anche la loro porta, sentirono in lontananza le sirene dei Vigili del fuoco. Tirarono un sospiro di sollievo, ma non durò a lungo. In un secondo le fiamme si propagarono per tutta la stanza.





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