DRINK DRANK DRUNK
.McHanzo - Due idioti cercano di fare sesso.
『Perché,
diciamocelo, nella fiction le coppie ubriache fanno sempre sesso
hardcore... ma nella realtà, quando non si riesce neanche a
camminare in linea retta, è difficile mettere il würstel
nel ciambellone. Ciao.』
Ogni
essere umano ha una soglia diversa d'assorbimento dell'alcool, ma
dopo un intera bottiglia di grappa appena distillata l'ubriachezza
era certa, qualsiasi fosse il grado di resistenza.
I
primi due bicchieri Hanzo li aveva buttati giù perché era
incazzato, cercando di rendere più sopportabile il blaterare del
cowboy, e McCree l'aveva seguito a ruota per convivialità.
Il
terzo era stato deglutito in modo più amichevole e alticcio, alzando
i bicchieri in un brindisi a mezz'aria in onore di “quello stronzo
di Genji, che organizza le cene e non si presenta!”
Maledetto
bastardo.
Hanzo
avrebbe dovuto sospettare della trappola nel momento stesso
dell'invito... o ancor prima, quando Genji aveva scoperto della sua
cotta per il cowboy ed aveva riso fino a farsi andare in corto
circuito il sistema di vocalizzazione.
“Una
cena solo io e te, fratello, per rimetterci in pari con tutti gli
anni che abbiamo passato separati. Dai, sarà divertente! Ti prometto
che cucinerò il ramen proprio come lo faceva nostro padre!!” Il
problema di Genji era che Hanzo non l'aveva ucciso abbastanza.
Quando
era arrivato in cucina si era imbattuto in un McCree altrettanto
confuso che aveva alzato una mano nella sua direzione dicendo:
“Hey
partner! In perfetto orario per la cena... ma Genji non viene? Ha
apparecchiato solo per due...”
Lo
stronzo gli aveva organizzato un dannato – e giù il quarto
bicchiere al solo pensiero – appuntamento
al buio,
invitando anche il cowboy per una cena a tre... e poi dileguandosi
come il maledetto ninja che era.
Il
quinto bicchiere era stato di sakè, perché la grappa gli stava
facendo annebbiare la mente mentre il sakè non l'aveva mai tradito.
Poi però aveva buttato giù anche un altro bicchiere di grappa
perché il sakè gli aveva fatto annebbiare la mente e la grappa non
l'aveva mai tradito... aspetta- cosa?
Al
settimo bicchiere aveva perso la capacità di contare, e si era detto
che era solo al terzo, quindi poteva farsi anche un altro giro.
McCree
stava ancora parlando. Le guance gli si erano fatte rosse per l'alcol
ed era terribilmente carino. Cretino. Non carino, intendeva cretino.
L'ottavo bicchiere fu svuotato
come surrogato del coraggio. Hanzo ne batté il fondo sul tavolo con
un sonoro tonfo prima di artigliare il serape di McCree e tirarlo
verso di sé.
Forse
l'alcol gli aveva conferito la suprema arte del teletrasporto
Vishkar,
poiché chiuse gli occhi nel momento in cui le loro labbra
collisero... ma quando li riaprì e il bacio si interruppe McCree era
sdraiato sotto di lui su quello che sembrava essere un letto.
Tra
i due avvenimenti vi era il vuoto totale, eppure in qualche modo
doveva essere finito seduto sulle sue gambe. Hanzo si portò una mano
al proprio petto per togliersi il kimono, ma si accorse che non lo
aveva e la cosa lo mandò per un attimo in confusione.
“Ho
perso il kimono” disse, allarmato.
Jesse
sotto di lui rise, i capelli scuri aperti a raggiera sul cuscino.
“Io
ho perso il cappello” lo consolò, ignorando il fatto che addosso
gli erano rimaste solo le mutande. Hanzo si grattò la fronte
sollevando appena l'orlo del cappello da cowboy posato sulla sua
testa, accigliandosi.
“Mi
dispiace. Non so dove sia.”
“...Domani”
biascicò McCree “Lo cerco domani. Il tuo cappello mi piace,
comunque” Allungò le mani sui fianchi di Hanzo e li strinse,
facendogli irrigidire la schiena.
Era
buffo, così inquieto, pareva la corda tesa del suo arco, la freccia
incoccata pronta a scattare. Hanzo si aggrappò ai polsi di McCree e
si chinò di nuovo su di lui per avvicinarglisi alle labbra.
La
sua barba pizzicava sulla pelle. Gli baciò le guance ispide un paio
di volte prima di riuscire finalmente a collidere con la sua bocca in
una specie di bacio.
Jesse
schiuse subito le labbra e cercò di inseguirlo, i loro denti
collisero goffamente e le lingue si trovarono solo di striscio.
“McCree”
ansimò Hanzo preoccupato, prima di baciarlo di nuovo.
“Mh?”
mugugnò lui in risposta, lo sguardo annebbiato dall'alcol e le
guance sempre più rosse.
“McCree
non mi ricordo... abbiamo fatto sesso?”
“Oh
darling, lo spero proprio” stavolta oltre alle parole Jesse sporse
in fuori anche le braccia, allacciandole dietro il collo di Hanzo per
trattenerlo vicino al proprio viso “Mi piaci davvero tanto, tanto,
tanto, honeybee, sweet darling, my huckleberry, sugar titsssssss...”
Non
ricordava davvero se avessero già fatto sesso. Entrambi avevano
ancora addosso le mutande. Hanzo aveva un calzino al piede sinistro
e, appoggiato sullo stomaco di McCree, c'era un pacchetto di sigari.
Si può fare sesso con un pacchetto di sigari appoggiato addosso
oooooooooo....?
La
testa gli girava e la cosa lo fece sorridere. Afferrò il pacchetto
di sigari e lo mise al suo posto -nel cappello- che poi lanciò sul
pavimento. Però era importante una cosa. Una cosa. Una cosa molto
importante. Si chinò su McCree premendogli un indice sulle labbra,
facendogli segno di stare zitto.
“Sssssssh”
mormorò appoggiandogli la fronte al viso. L'indice era finito sul
naso di McCree, proprio dove Hanzo vedeva il secondo paio di labbra.
McCree aveva tre facce, al momento, e tutte con lo stesso sorriso
ebete e brillo.
“Cosa.
Cosa, darlin'? Cosa?” gli chiese sussurrando come un bambino che
non vede l'ora di condividere un meraviglioso segreto.
“Se
abbiamo fatto sesso. Eh. Tu
però non dirlo a Genji...” mormorò Hanzo cercando di nuovo le sue
labbra e baciandogli il mento ispido di barba.
“Top
secret!” rise Jesse piegando la testa per condurlo sul suo collo.
“Top
secret” gli fece eco Hanzo.
Per un momento la cosa sembrò
quasi funzionare. Le labbra di Hanzo sfiorando il pomo d'Adamo di
Jesse lasciandovi sopra baci velati, accarezzandone la pelle fin a
farsi strada tra le ruvide tracce della sua barba. McCree gli strinse
la testa tra le mani intrecciando le dita tra i suoi capelli,
lasciando che le ciocche petrolio si attorcigliassero scivolando
contro la sua pelle indurita dal tempo. Era bellissimo, Hanzo, con i
capelli sciolti che gli ricadevano attorno al viso. Vedendolo con il
codino li aveva sempre immaginati più lunghi, invece gli arrivavano
a mala pena alla spalla incorniciando i lineamenti acuti del suo
viso. Gli zigomi, oh che zigomi! McCree vi passò il pollice sopra
stringendo a coppa le mani contro il suo mento e gli alzò il viso
per avvicinarlo al suo.
Stavolta il bacio andò a buon
fine e le loro labbra si trovarono subito, anche se i denti cozzarono
nuovamente. I loro respiri si fusero, caldi ed intensi, facendoli
sentire vicini ma ancora fin troppo lontani.
“Darlin'...”
ansimò McCree tra un bacio e l'altro, riversando ogni parola sulle
labbra umide di Hanzo “Sei così bello. Ti voglio spogliare”
Hanzo si staccò da lui e gli
tirò uno schiaffo sulla guancia senza pensarci due volte.
“Darlin'!”
esclamò Jesse portandosi entrambe le mani alla guancia offesa; gli
occhi spalancati e persi.
“Sssh!”
lo zittì Hanzo “Non essere indecente. Mi spoglio da solo,
aspetta.”
Si portò le mani sul petto per
afferrare i bordi del kimono... che non c'era. Scese alla ricerca
dell'obi, dell'hakama... ma nulla. Era tutto sparito.
Si guardò il petto nudo per un
lungo istante, poi allargò le braccia e disse:
“Ecco
fatto.”
Di nuovo si chinò su McCree e
gli afferrò le mani delicatamente, ricoprendole di baci e poi
riservando lo stesso trattamento alla guancia offesa. In tutta
sincerità, nessuno dei due aveva una chiara memoria dello schiaffo.
Il mondo sembrava danzare attorno a loro ed i contorni entravano ed
uscivano da questa dimensione rendendo ogni oggetto sfuocato e poi a
fuoco.
I loro corpi si stavano facendo
pesanti ed iniziavano a risentire dell'assopimento alcolico ma
entrambi erano determinati a non lasciarsi sfuggire quell'occasione.
Quante volte Jesse aveva
indugiato di fronte ad Hanzo torturandosi l'orlo del cappello con le
dita, incapace di invitarlo fuori a bere qualcosa. E quante Hanzo gli
era andato incontro deciso a confessargli i propri sentimenti per poi
fare dietrofront di fronte alla sua porta o fingere di dovergli
riferire qualche dettaglio di missione. Genji aveva ragione quando ad
entrambi, seppur in separate occasioni, aveva detto che erano uomini
adulti, killer, assassini, ma non avevano le palle per fare il primo
passo... per questo gli aveva lasciato del coraggio in bottiglia, la
più efficace delle trappole conoscendo le abitudini alimentari sia
di Jesse che di Hanzo. Se avessero potuto, tutti e due sarebbero
andati avanti a cibo spazzatura ed alcool.
Ed eccoli qua, dunque, a
passarsi le mani addosso senza neanche saper bene cosa stessero
toccando... a volte scivolando sulle lenzuola senza rendersene conto
e continuando ad accarezzarle con tutto l'amore del mondo, a volte
facendo centro e scatenando scintille di piacere sulla pelle al di
sotto delle loro dita.
McCree scese tastando la linea
della spina dorsale di Hanzo, seguendone ogni osso come una traccia
di sassolini bianchi lasciati in uno bosco d'oscurità ubriaca.
Trovò finalmente le sue natiche
e le strinse a palmo pieno sentendo i muscoli guizzare sotto alle sue
dita. Il gemito che emise Hanzo gli fece andare tutto il sangue alle
guance e al bassoventre...
Era già difficile riuscire a
pensare senza avere il bacino dell'arciere premuto contro il suo... e
quando Hanzo piegò la schiena in avanti e mosse le natiche
premendole con più forza contro i suoi palmi, il cervello di Jesse
chiuse i battenti ed andò in vacanza.
Hanzo, dal canto suo, credeva
ancora di essere lucido e di saper cosa stava facendo.
Sesso. Wow. Di quello hardcore.
Anche se nessuno aveva ancora pensato a togliersi le mutande.
Per un attimo nella sua mente
balenò un dubbio... una domanda... non si stava dimenticando
qualcosa? (le mutande) Eppure gli sembrava proprio di aver scordato
una cosa importante... (le mutande) che fosse... (le) che fosse...
(mutande!)
“Hai
il lubrificante?” chiese di scatto, illuminato dalla rivelazione.
Jesse lo guardò con i capelli
tutti incollati alla fronte, gli occhi liquidi e persi da qualche
altra parte.
“Il-”
ripeté, masticando le sillabe mentre il cervello faceva uno sforzo
non indifferente per riuscire a collegare le parole di Hanzo ad una
definizione visiva di ciò che stava cercando “Ah! Si, aspetta”
Puntò i gomiti contro il
materasso per sollevare il busto e ruotarlo leggermente di lato. La
sua mano incespicò sul comodino rischiando di far cadere l'abat-jour
a terra. Indugiò sulla sveglia, trovò i pomelli del cassetto e
l'aprì.
“Eccolo”
esultò allungando una fiaschetta di brandy ad Hanzo.
Lui la prese in mano e si
sedette più comodamente sul bacino di McCree, improvvisamente
dimentico della passione di un attimo prima. Assottigliò gli occhi
nello squadrare la bottiglia di metallo e se la rigirò un paio di
volte tra le dita alla ricerca di un'etichetta.
“E'
lubrificante?” chiese, infine.
Anche Jesse assottigliò gli
occhi ma non riuscì nemmeno a metter a fuoco la bottiglia.
“Si.”
confermò, sinceramente convinto.
“Ah, bene.” annuì Hanzo.
Piegò la bottiglia verso il
basso e ne svitò il tappo con non poche difficoltà. Prima tentò
per il verso sbagliato, riuscendo solo a sigillare ancora di più la
fiaschetta, poi tentò dall'altro ed il tappo praticamente gli rimase
in mano.
Il brandy, per forza di gravità,
uscì a fiume dalla bottiglia riversandosi a cascata sulle cosce di
Hanzo, sulle sue mutande e su quelle di McCree, subito sottostanti,
schizzandogli sul petto ed inzuppando le lenzuola.
Jesse mugolò per il freddo
improvviso, Hanzo strinse i denti emettendo un sibilo. Entrambi
fissarono il disastro appena combinato ed il brandy ormai riverso
ovunque, così tanto che sarebbe stato un incubo da smacchiare.
Cos'era andato storto? Era lubrificante, no? Si, ecco. Faceva freddo
nelle zone giuste.
“Perfetto”
commentò Hanzo gettando la fiaschetta vuota per terra. Guardò le
proprie mutande inzuppate di brandy ed i boxer di McCree ridotti
anche peggio. C'era qualcosa che... stavano dimenticando...
“I
profilattici!” esclamò Jesse in un febbricitante momento di
semi-lucidità.
Di nuovo le sue mani andarono a
tastare il contenuto del cassetto. Non trovandoli, cercò di
raggiungere lo scomparto più basso. Tuttavia Hanzo era ancora seduto
su di lui quindi non riuscì ad allungarsi abbastanza.
“Hanzo!”
lo chiamò “Hanzo, aiutami! Sono troppo corto! Controlla nel
cassetto in basso...”
Hanzo annuì e quasi cadde
sdraiato su Jesse. Per un attimo gli appoggiò una mano sul petto
cercando di non scivolare giù dal letto e si sporse aprendo il
cassetto della biancheria di Jesse. Cercò alla cieca tra i calzini
arrotolati ed i boxer buttati alla rinfusa. Quando era ormai
sull'orlo di dimenticarsi cosa stesse facendo le sue dita cozzarono
contro la piccola confezione di plastica di un profilattico. Lo
afferrò e lo tirò fuori alzandolo al cielo, vittorioso.
“Trovato!”
esclamò.
“Dallo
a me...” mugugnò Jesse prendendoglielo delicatamente dalle mani.
Lo fissò e la vista gli si fece sfuocata. Sbatté le palpebre
allontanandoselo un poco dal viso e scacciando la voce di Mercy che
gli diceva che andando per i quaranta avrebbe avuto bisogno degli
occhiali.
Strinse la bustina di plastica
argentea e la torse più volte senza capir bene quale fosse il verso
giusto per l'apertura, con la stessa frustrante lotta di chi al
supermercato è costretto ad aprire un sacchetto di plastica per la
frutta e questi sembrano non avere una parte apribile, nonostante la
scritta a lettere cubitali “aprire qui”.
Finalmente la confezione di
plastica si aprì e Jesse la scosse per farne cadere fuori il
contenuto. Il profilattico gli atterrò sullo stomaco e subito andò
ad afferrarlo, rigirandoselo tra le dita.
Dunque...
Lo ruotò e lo scosse, riuscendo
a srotolarlo. Poi ne afferrò i bordi di lattice ed indugiò un
attimo guardandosi i boxer.
Duuuunnnque....
Cautamente appoggiò il
profilattico sui propri boxer ma la mossa, come previsto, non portò
a nessun risultato. Ripeté l'operazione con confusione crescente e
ad ogni fallimento la sua testa si riempiva di dubbi sempre più
sciocchi.
“No
Hanzo” disse, preoccupato “C'è qualcosa che non va. Hanzo.
HANZO”
Hanzo gli afferrò una mano ed
ondeggiò un attimo per restare a cavalcioni sulle gambe di Jesse.
Gli rubò il profilattico e lo alzò cercando di calcolare quale
fosse il problema.
“Ti
faccio vedere come si mette” disse. Poi guardò in basso e il suo
cazzo non c'era.
Sparito. Le mutande erano sempre
lì, ma il suo cazzo era sparito.
Aggrottò le sopracciglia...
beh, quello poteva essere un bel problema. Come poteva spiegare a
McCree come mettere un profilattico se non aveva più il suo- ah!
“McCree.
Dammi la tua pistola” disse, sicuro.
“Ah,
giusto!” commentò Jesse come se la cosa avesse senso.
McCree si guardò intorno e
riuscì a localizzare i propri pantaloni abbandonati sul letto,
proprio sopra il kimono di Hanzo. Arrancò fino a riuscir ad
afferrare la fondina e ne estrasse la sua pistola, sorridendogli come
se avesse visto un vecchio amico.
“Ok, io la tengo” disse,
fervente, stringendo la pistola tra le mani e puntandone la canna
verso il soffitto.
Hanzo annuì e si umettò le
labbra con la lingua per la concentrazione. Tirò i lati in lattice
del profilattico e ne allargò l'anello fino a che non riuscì a
farlo passare attorno alla canna della pistola di Jesse. Non al primo
tentativo, certo, ma comunque alla fine riuscì a ricoprirla fin a
toccare la base del grilletto e Jesse esultò, facendogli i
complimenti.
“Vai
così!” esclamò alzando la pistola in aria ed agitandola “Yee-haw!”
“Lavoro
di squadra!” gli fece eco Hanzo alzando una mano per chiedere un
batti-cinque.
Jesse lo assecondò volentieri
ma riuscirono a colpirsi solo di striscio, sbattendosi i mignoli l'un
l'altro. McCree batté anche le mani in un piccolo applauso prima di
buttarsi con la schiena contro il materasso con un sospiro stanco.
Posò la pistola sul comodino e fece cadere la sveglia, ma la cosa
non lo preoccupò.
Hanzo lo imitò scendendo dalle
sue gambe e rotolandogli di fianco. Si strinsero l'uno all'altro e
Jesse baciò la fronte ad Hanzo mentre lui faceva lo stesso con
l'incavo del suo collo.
Stremati dall'alcol avevano
resistito anche abbastanza. Era una novità comunque, di solito
avevano entrambi la sbronza triste.
“Aaaah”
sospirò Hanzo chiudendo gli occhi contro il suo petto, affaticato ma
soddisfatto “...è stancante fare sesso.”
“Eh
si...” sbadigliò Jesse posandogli una mano sulla testa “E'
davvero, davvero,
stancante...”
La cosa buona dell'alcool in
così grandi quantità è che il giorno dopo non fa ricordare le
scene pietose combinate la sera prima.
La cosa peggiore? Senza memoria
non sarebbe stato facile spiegare a Genji le dinamiche di un letto
zuppo di brandy ed una dubbia pistola coperta da un profilattico...
ma, visto che il sistema di vocalizzazione gli era già saltato una
volta per le troppe risate, Mercy ci avrebbe messo poco a rimetterlo
di nuovo in funzione.
『Non mi pento di niente. Accettate questa perla di puro erotismo dalle mie umili mani. Ciao di nuovo.』