cap 2
Cap
2
Erano
da poco
passate le sette di sera, il sole aveva ceduto il posto alla luna,
uno spicchio d'argento iniziava a intravedersi nel cielo ancora
azzurro, più in alto diventava blu notte, le prime stelle
brillavano
timide. Oscar aveva radunato i soldati in cortile. In fila, sui
cavalli, armati, in assetto da combattimento. Ascoltavano la voce
alta e decisa del comandante. "Questa notte perlustreremo la
Senna. Quando troveremo la barca e i contrabbandieri li bloccheremo,
solo in caso di aggressione useremo le armi. Non voglio inutili
spargimenti di sangue. Ci divideremo a gruppi di quattro. State
attenti, potrebbero sapere che stiamo facendo delle ricerche,
potrebbe essere una trappola. E ora in marcia."
Lungo
la Senna
Oscar cavalcava tranquilla, concentrata. André, dietro di
lei,
vedeva i suoi lunghi capelli ondulare ad ogni passo del cavallo.
Oscar pensava che avrebbero dovuto perquisire ogni battello, fermare
qualsiasi raduno di persone sospetto, provò a immaginare
dove si
potevano nascondere per far sparire le armi. L'ideale sarebbe stato
un ponte. Ma Parigi era una città fatta di ponti, erano
troppi e
loro non avrebbero avuto così tanto tempo. Più
avanti vide un uomo
completamente ubriaco, venirle incontro, era vestito di nero, un
cappello nero gli copriva gli occhi, la faccia e le mani sporche di
fuliggine. Lo spazzacamino aveva voglia di compagnia. "Ehi,
bello. Hai voglia di venire a farti un goccetto con me?" Alain
rispose subito pronto alla battuta. "Magari, ma devo lavorare,
non vedi che sono in servizio?" "Non tu, bestione. Il
biondino sul cavallo bianco." André stava per scendere da
cavallo per spaccargli la faccia, ma si fermò, gli sembrava
di aver
già visto quell'uomo. Oscar scese da cavallo, si
avvicinò al
simpatico ubriacone e gli mise in mano una moneta d'oro. "Uh,
uh. Grazie amico che generosità." Si avvicinò
alla donna
prendendola a braccetto cercò di trascinarla verso una
bettola. Dopo
alcuni passi, e un ultimo tentativo di avvicinarsi alla porta, la
giovane si fermò, si scostò dall'uomo dicendogli
"Non questa
sera, domani forse accetterò il tuo invito, amico."
Risalì
calma sul suo cavallo. L'ubriaco alzò le spalle,
lanciò in aria la
moneta riprendendola al volo. Si diresse verso la bettola
più
vicina. Oscar continuò a cavalcare tranquilla. Alain e
André
pensarono che c'era gente davvero strana a questo mondo, se avessero
visto il viso concentrato del comandante avrebbero capito. Il
travestimento era stato perfetto, nemmeno i suoi compagni avevano
riconosciuto Chante. Oscar guardava avanti, ma non vedeva la strada.
Ripensava alle parole sussurrate dallo spazza camino. Dieci metri
più
indietro un uomo vestito di nero spiava il gruppo da lontano. Oscar
rallentò un po' per poter parlare con i due uomini senza
voltarsi.
"Continuate a cavalcare, c'è un uomo vestito di nero che ci
sta
spiando. Il battello con le armi si trova sotto il ponte vicino alla
Conciergerie." Dopo una decina di minuti incontrarono il
colonnello Dagout. Oscar gli fece il saluto militare, che il
colonnello restituì. La donna lo mise al corrente delle
informazioni
ricevute, ordinandogli di precederla al ponte con l'altro gruppo di
soldati.
Accadde
tutto
molto in fretta. A Oscar era sembrato di vedere la stessa scena a
rallentatore un centinaio di volte, era seduta davanti alla porta
dell'infermeria e aspettava, i vestiti sporchi di sangue, appiccicati
alla pelle, i capelli bagnati, ma non ci faceva caso, il suo corpo fu
percorso da un brivido. Era concentrata sugli avvenimenti di quella
notte.
Sotto
il ponte,
era buio. Era scesa per controllare l'imbarcazione sospetta. Uomini
vestiti di nero, con visi coperti, caricavano casse sulla poppa.
Quando si accorsero di essere stati circondati dai soldati, alcuni si
buttarono in acqua per scappare, altri tirarono fuori le armi e
iniziarono a sparare. I soldati risposero al fuoco. Le bocche dei
fucili illuminarono la notte, come le lucciole in campagna. Ormai
sulla barca erano rimasti in pochi. Oscar era a pochi passi da quello
che sembrava il capo, un uomo mascherato, si vedevano solo gli occhi.
"Ci incontriamo un'altra volta, comandante" Le disse. "Hai
trovato quello che cercavi, ma non le avrete mai." Oscar si
accorse che aveva in mano una miccia, sentì l'odore della polvere da sparo. In pochi secondi
l'uomo tirò fuori la pistola sparò, ma non
colpì lei. Oscar si
girò per vedere un soldato cadere nel fiume.
"André, nooo"
Gridò. Guardò l'uomo mascherato accendere la
dinamite e fuggire.
"Tutti via, sta per esplodere." Oscar si buttò in acqua,
sperò
di riuscire a raggiungere Andrè e a salvarsi
dall'esplosione.
L'acqua era gelida e buia, avvolgeva il suo corpo dandole una
sensazione di fastidio, il contatto dei vestiti che si appiccicavano
al corpo non le piaceva. Iniziò a preoccuparsi era molto
buio, non
sarebbe riuscita a vederlo immersa in quell'oscurità.
André aveva
addosso le armi, il peso lo tirava più velocemente verso il
fondo.
Cercò di stare calma, ancora due bracciate verso il basso.
Ancora
niente. Sopra la sua testa sentì l'esplosione, ma il rumore
era
ovattato. L'ossigeno iniziava a mancarle. Non posso tornare
su
senza di lui. Non potrei mai perdonarmelo. Altre bracciate
nell'acqua pesante. Toccò qualcosa. Era un braccio,
è il suo,
pensò. Lo prese da sotto la ascelle e iniziò a
risalire. Era molto
pesante, un corpo morto, ma non volle pensarci. Risalendo
sentì
mancarle l'aria, devo resistere, si impose. Finalmente
l'aria,
sono fuori. Prese lunghe boccate di aria, cercando di tenere
la
testa di André fuori dall'acqua. Vide Alain senza stivali e
parte
superiore della divisa, l'espressione del viso preoccupata, stava per
buttarsi anche lui. Issarono fuori dall'acqua prima André,
poi Oscar
si sentì prendere di peso. Per un istante si
sentì mancare, cadde
in ginocchio, il respiro affannoso. "Comandante, non respira."
Oscar schizzò accanto ad André.
Ascoltò il battito del cuore, era
appena percepibile. Fu molto veloce, non ci pensò due volte.
Gli
mise una mano sotto il collo, in modo da inclinargli la testa, gli
aprì la bocca e iniziò a soffiargli aria nei
polmoni. Minuti
interminabili, continuava ad appoggiare le labbra sulle sue, per far
entrare la vita che sembrava voler lasciare quel corpo. Nessuno aveva
osato fermarla, i soldati guardavano la scena preoccupati. Non
conoscevano tutti André, ma era pur sempre uno di loro.
Alain si
inginocchiò davanti a Oscar, voleva dirle che ormai non
c'era più
niente da fare, lo sguardo di Oscar lo atterrì. Gli occhi
erano
freddi, duri, capì che se l'avesse fermata avrebbe rischiato
grosso,
fisicamente più che la galera. André
tossì, Oscar gli voltò la
testa di lato vide che stava vomitando acqua, che riprendeva a
respirare. Era fuori pericolo. Tirò un sospiro di sollievo,
durò
poco. Si accorse di avere le mani e la divisa sporche di sangue. "Oh,
no è stato colpito." Lo portarono in caserma, il medico
militare gli stava medicando la spalla sinistra. Il proiettile era
entrato in profondità, erano riusciti a toglierlo, ma aveva
perduto
molto sangue. Quando il medico uscì dalla stanza, Oscar si
alzò in
piedi. "Non posso dire nulla, è troppo presto per dire se
sarà
fuori pericolo. Ho tolto il proiettile, ma ha perso molto sangue. Ora
sta riposando, meglio non disturbarlo." "Posso riportarlo a
casa?" Chiese Oscar. "Per i primi giorni è meglio non
muoverlo." Oscar ringraziò il medico. Rimase seduta sulla
panca
di legno, davanti alla porta. Le mani sul viso. "Farebbe meglio
a cambiarsi quei vestiti, comandante." Vide il soldato
avvicinarsi alla porta, voleva entrare per vedere come stava il suo
amico, ma Oscar lo fermò. "Niente visite per oggi, il medico
ha
detto che deve riposare." Alain rimase fuori dalla porta, vide
la donna andare verso il suo ufficio. Le sopracciglia corrucciate.
Guardò fuori dalla finestra. Il sole era da poco spuntato,
l'alba di
un nuovo giorno era iniziata.
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