You're my nightmare

di blackhairartist
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Capitolo uno


“Chloe”. L’urlo di mia madre mi fece trasalire.

Erano le sette del mattino e mi sarei dovuta prepare per andare all’università. Era il mio primo giorno. Avevo fatto il test d’ammissione per psicologia a settembre, e con un po’ di studio e di fortuna ero passata.

Vidi entrare mia madre in camera e alzare la tapparella della finestra.

“Hai dormito bene?” E si sedette accanto a me.

Mi strofinai gli occhi e mi stiracchiai. “Stesso sogno di sempre..” Ormai erano dieci anni che lo facevo e otto che incontravo lo psicologo per discuterne.

“Riesci a vedere chi c’è dietro di te?”

“Se non mi avessi svegliato forse si, lo avrei visto.” Risposi facendole una linguaccia.

Mi diede un colpetto sul braccio e si alzò.
“Preparati!” E uscì dalla stanza.

Sbuffai e poi andai a vestirmi. Quel sogno mi tormentava da tempo.. non ne capivo il motivo. Non avevo avuto alcun trauma nella mia infanzia, eppure continuavo a percorrere quel sentiero ogni notte.
Nemmeno il mio analista riusciva a capirne il significato.. per saperne di più ne aveva parlato più volte anche con i miei, ma non aveva scoperto nulla. Al momento, andavo nel suo studio di tanto in tanto. Se solo fossi riuscita a vedere almeno un po’ di quella figura.. anche un’immagine sfuocata, ne avrei saputo di più.
Riuscirò a risolvere questo oscuro mistero?



Arrivai all’uni un quarto d’ora prima, tempo perfetto per riuscire a trovare posto nell’aula, dato che solitamente i primi giorni c’è poca organizzazione. Entrai e guardai nel pannello per guardare il numero della classe.
Non avevo compagni del liceo in facoltà, avevamo scelto tutti delle strade diverse: chi medicina, chimica o architettura.. ma nessuno che, come me, si era interessato a psicologia. Io la consideravo una delle materie più affascinanti che avessi mai sentito.. studiare la mente e il significato di comportamenti e di diverse malattie psichiche umane mi appassionava tantissimo. Ero entusiasta verso i miei futuri anni di studio.



Ero l’aula 3 e capii che dovevo farmi un sacco di scale. Sì, l’edificio non ha un ascensore.. troppo antico.

Ero quasi in cima, ma prima dell’ultimo gradino persi l’equilibrio e caddi a terra. Mi soccorse qualcuno che mi prese dalla vita e mi tirò su.
Non so perché ma avevo chiuso gli occhi.

“Riesci a stare in piedi?” Li aprii. Era un ragazzo alto, dal bel fisico. Occhi e capelli scurissimi.

“Si, credo di aver avuto un calo di pressione” Mentii.

“Guarda che non c’è niente di male ad ammettere di essere inciampati!” Aveva un sorriso beffardo e io non potei fare a meno di arrossire e innervosirmi.

“No, però io non mi sono inciampata.” Dissi seccamente.

“Come vuoi” Disse lui sempre sorridendo.

“Ora, scusa, ma devo andare in aula. Grazie per l’aiuto.” Sorrisi in modo velenoso e me ne andai.

Non ero ancora abbastanza lontana perché riuscii a sentirlo ridere.

Ottimo inizio.


Ci misi un po’ a trovare l’aula e quando arrivai i posti erano praticamente tutti occupati.
Ma cos’aveva quella giornata da andare tanto storta?!

Scorsi un banco libero e corsi a sedermi prima che qualcuno lo facesse al posto mio.

Arrivai in tempo, perché da lì a poco sarebbe iniziata la lezione. E oltre ad essa, il mio incubo..





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