La corona medioevale

di Seiyako
(/viewuser.php?uid=137442)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Image and video hosting by TinyPic

PROLOGO:

La foresta era illuminata a malapena da una timida luna piena. Il vento spingeva le nuvole, rese scure dalla notte, verso la pallida sfera circolare coprendola per pochi secondi, per poi essere inghiottite nuovamente dalle tenebre. In lontananza si udiva l’ululare dei lupi e il frinire dei grilli. Era tutto molto cupo e nessuno si sarebbe mai azzardato ad attraversare quel sentiero molto spettrale. Tuttavia, una figura vagava furtivamente su quella strada tortuosa. Era coperta da un mantello nero, a malapena si riusciva ad intravedere un accenno del viso e qualche ciocca di capelli. Quella figura si sentiva molto inquieta, non era sua abitudine vagare a quell’ora della notte, ma non era questa la sua principale preoccupazione. Stretta tra le sue mani, custodiva gelosamente uno scrigno. Al suo interno doveva esserci sicuramente qualche gioiello prezioso, altrimenti non si spiegava come mai mantenesse ben salda la presa. Era molto attenta e si guardava bene attorno mantenendo il cappuccio ben calato sulla fronte, aveva paura di essere assalita da dei briganti o da qualche fiera. Tratteneva il fiato e sussultava ogni volta che il suo piede faceva scricchiolare qualche ramo rinsecchito. Ogni tanto si fermava a riprendere fiato, cercava di darsi forza inspirando profondamente. Sorrise nel vedere in che modo gli sbuffi che fuoriuscivano dalla sua bocca si condensavano a contatto con l’umidità. Repentinamente si fece di nuovo seria, non era il momento di mettersi a giocare, doveva raggiungere il luogo che si era prefissata prima dell’alba o altrimenti sarebbe stata la fine. Camminò speditamente fino ad arrivare ad una misera casetta situata al centro del bosco. Il caminetto fumava, segno che c’era qualcuno in casa. Tirò un sospiro di sollievo e riguardandosi nuovamente attorno per essere sicura di non essere stata inseguita, bussò rumorosamente sulla robusta porta di legno. Avvertì dei rumori dall’interno e la porta si socchiuse facendo uscire un debole spiraglio di luce. Sollevandosi il cappuccio, la figura vestita di nero entrò dentro. Solamente chi le aveva aperto la porta scorse che piangeva calde lacrime.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3710917