La leggenda di Sakuya

di Nekoale99
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《Miss Asami... l'abbiamo trovata!》esclamò un uomo sui 40, alla porta di casa Sato alle 6 del mattino. Normalmente sarebbe arrivata una secchiata d'acqua in testa al disturbatore da parte di Natakq, la minore delle sorelle Sato, ma quella notizia valeva di essere urlata anche alle 3 di notte. Subito Asami si affacció alla finestra, con gli occhi lucidi 《Ne siete sicuri...?》
L'uomo annuì e la famiglia Sato in meno di 10 minuti si fiondó fuori.
《Prenderemo il primo aereo per il regno della terra, dobbiamo conoscerla》esclamò. Nonostante si aggirasse sui 65 anni era ancora  arzilla e pronta all'azione.
《Non servirà andare così lontano.》 sorrise lui per poi aggiungere: 《Abita nel quartiere della terra.》

Sakuya, una bimba di 3 anni, era intenta a elaborare un modo per sparire del tutto dietro sua madre. Perché c'erano tutte quelle persone in casa sua? Non era il compleanno di nessuno e non aveva mai sentito suo padre parlare di riunioni di lavoro ultimamente.
《Sakuya, guarda che non vogliono farti nulla. Vogliono solo conoscerti.》 provò a rassicurarla sua madre accarezzandole la testa. Ma l'unica cosa che la figlia fece fu afferrare la stoffa dell'ampia maglia della donna e affondarci il viso. Come se effettivamente non vedendoli non sarebbe stata visibile agli intrusi.

Poi al suo orecchio arrivó il suono di una voce che, sebbene non avesse mai sentito, per qualche motivo le era familiare. Ma com'era possibile?
Senza mollare sua madre si affacció per vedere chi altro fosse arrivato. C'era una signora. Non capiva se era giovane o no, rughe e atteggiamento erano alquanto discordanti. Aveva lunghi capelli bianchi ondulati legati in una coda alta, con un'ampia ciocca libera che le calava di lato sulla sinistra. O alla destra?
Si guardò un'attimo le mani per poi decretare che era la destra della signora. Alzò di nuovo lo sguardo e incrociò i suoi occhi verdi. Così familiari.

Piano staccò la presa da sua madre e camminó incontro alla signora.

Asami

Si. Era sicura che il suo nome fosse quello. Si fermò a pochi metri da sua madre, con la signora ad altrettanti da lei che le sorrideva.

《Te devi essere Sakuya, vero?》
La bimba annuì e arretró di due passi, avendo già finito tutta la sua dose di spavalderia.
《Piacere di conoscerti. Io sono Asami.》continuò sorridendo.

La sapeva... lanciò un'ultima occhiata a sua mamma e camminó verso Asami, fermandosi davanti a lei a mezzo metro. Le arrivava appena ai fianchi.
《Lo so.》le mormorò guardandola dal basso verso l'alto. Passarono un paio di secondi a guardarsi e Sakuya notò che aveva gli occhi lucidi.

Aveva detto qualcosa di sbagliato? No, non era possibile che di due parole dette, due fossero sbagliate... giusto? Forse... aveva fatto qualcosa di sbagliato? Qualunque fosse il motivo ora da lucidi cominciarono a formarsi delle piccole lacrime. Eppure sorrideva...

Fece l'unica cosa che le venne in mente di fare per consolarla: l'abbracció.

Asami ebbe un sussulto. Non si aspettava una così immediata confidenza da una bambina così piccola, soprattutto da lei che era stata nascosa dietro la madre fino a poco prima.

Gli Avatar tendono a prediligere oggetti, abitudini o addirittura riconoscere persone mai viste che però erano strettamente collegate alle vite precedenti.

Ricordò Asami. E se prima era ancora un po' incredula sul fatto che fosse l'Avatar, ora non aveva dubbi. Le accarezzò la testa sorridendo e con l'altra mano rocambiò l'abbraccio.

 
~
 

Heylá, salve a tutti! Indovinate chi si è vista tutta la saga di Avatar in 2 settimane? :D
Si, ho seri problemi, soprattutto perché ho pensato a un sequel che nella mia testa sembra anche bellino ^^
Specifico che questo è solo il prologo, una demo giusto per capire quante persone possano esserne interessate e tenervi al corrente dei miei progetti. Non comincierò la stesura entro la fine degli esami di maturità. Ho già abbastanza ansia per le materie esterne. Insomma, come si fa a far uscire matematica all'artistico, devi essere un sadico! >. <




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