BLOODY WATER – COL 50% DI NESSUNA PIETÀ
Bloody Water avanzava a fatica nei corridoi del laboratorio. Minuscole
gocce di sudore si formavano sulla sua fronte contratta per lo sforzo
di quell’affannoso procedere. Ma non voleva dargliela vinta.
Non avrebbe mai permesso che…
“Si può sapere perché cammini sulla
punta delle dita?”
Even, camminando normalmente, la seguiva a due passi di distanza con
tanto d’occhi.
“Perché il pavimento è lava. Tu stai
bene solo perché hai il potere del ghiaccio.”
“Capisco. E in che modo camminare sulle dita ti
aiuterebbe?”
“Beh, mi pare OVVIO, no? Perché la magia si usa
dalle mani, quindi la lava non mi farà del male! O hai mai
visto qualcuno evocare il fuoco dai piedi?”
“Ah, certo, certo. Bene, siamo arrivati.”
Even e Bloody, entrambi camminando sui piedi, entrarono nella sala del
computer. Lo scienziato adocchiò famelico il cd a cui stava
lavorando Xehanort: se avesse potuto incrociare quelle ricerche con la
pazzia di questa giovane! Già pregustava le scoperte e gli
utilizzi, ma doveva andarci cauto. Quindi decise di cominciare
instaurando un legame col soggetto.
“Mi dica signorina Bloody, le è piaciuto lo zoo di
poco fa?”
“Divertente quasi quanto quella volta dove ho visto i
magnifici pidocchi che… eh…. Facevano…
senti, facciamo che ho detto qualcosa di improbabile e per nulla
divertente, va bene? Sono stanca. Non dormo da undici anni.”
“Oh? Non esiste riposo nel Regno
dell’Oscurità?” Even era già
pronto a prendere appunti, ma si chiese se non stesse attuando un
approccio troppo diretto.
Difatti Bloody strabuzzò gli occhi per un istante e rispose:
“Riposo? Nah, nell’Oscurità tutto
fluttua e perfino posare gli oggetti diventa difficile, figuriamoci
ri-posarli. Per rimanere a terra devi costantemente trattenere il
fiato, e questo spiega come mai gli Heartless non volano. Non hanno
polmoni.”
Even si ripromise di tenere a freno l’impazienza e procedere
con calma: si disse tra sé e sé che ogni fesseria
sarebbe stata un’altra occasione per capire come si
comportava il soggetto.
‘Anche la pazzia può essere tracciata, se uno non
si fa scoraggiare.’
“Ohohoh, niente polmoni, certo. Ha senso.” Si
accorse la ragazza lo stava fissando ancora, stavolta con
un’espressione quasi irata.
“C’è…
c’è qualcosa che non va, lady Bloody
Water?”
“Tu mi stai solo dando ragione. Fingi di ridere alle mie
strepitose battute, ma il tuo cuore è fragile quanto
l’ego di Terra, che è una delle cose
più fragili che esistano! Io la sfido a duello,
messere!”
E BW iniziò a lanciarsi a tutta forza contro le pareti,
senza nemmeno provare a centrare Even: in compenso, fece a pezzi un
buon numero di dispositivi e provette.
“Basta, basta! Va bene, glielo confesso, ho mentito: ma
è solo perché voglio conoscerla meglio, in tutta
la sua, ehm, prodezza!”
Bloody si fermò, saltò sulla tastiera del
computer centrale e guardò Even accovacciata.
“Quindi ammetti di avermi dato ragione a
prescindere?”
“Sì!”
“Ora mi stai dando ragione a prescindere?”
“No, no!”
“Quindi mi dai lasagnone a pescivendole?”
“Cosa?”
“Vabbè, facciamo che mi dai un quarto di centesimo
e non si ripeta. In contanti però! La mia banca potrebbe non
accettare un assegno, forse anche perché è
gestita da api in pensione ed è grande quanto un posacenere
con problemi di autostima.”
Even iniziava a temere di essersi spinto troppo in là. La
creatura sembrava alternare pura pazzia a lampi di
comprensione… folli anche quelli. Magari mandarla via era la
cosa migliore.
“Dunque, signorina Bloody Water-“
“Ti prego, ci conosciamo da così tanto tempo
ormai! Abbiamo condiviso epiche avventure in terre lontane, abbiamo
diviso vitto e alloggio durante i tempi grami, abbiamo preso vitti e
alloggi di altre persone, abbiamo diviso anche quelli e allora
sì che i tempi sono diventati grami un po’ per
tutti… insomma, chiamami pure Petruccio!”
“N-No… io, mi chiedevo solo se ormai lei non si
fosse stancata di essere qui, e non volesse cercare avventure
altrove.”
“Mhhhhh… mi chiedi di andarmene?”
“Se non è troppo disturbo.”
“Rinunci quindi a tutti i segreti oscuri? Alla tua rivincita
contro Xehanort?”
“Cosa?”
“Tutto ciò che potevi imparare, tutto quello che
potevo dirti, rivelarti il fine ultimo di Kingdom
Hearts…”
“Sì! Cioè no, non rinuncio! Mi
interessa!” Even decise che tutta quella sofferenza mentale
doveva far fruttare qualcosa.
“Oh, cosìcche siccheccosì saresti
anzidunque anche tu un Cercatore?”
“Sì!”
“Uno dei Magnifici Insommergibili Cercatori della Lega di
Stanley?”
“Eh… certo!”
Bloody inspirò rumorosamente. Si strozzò, e
passò trenta secondi a tossire. Una volta ripresasi,
afferrò Even per il colletto del camice. “Come hai
fatto? Sono anni che provo ad entrare in quel club esclusivo!”
Ora era la fronte di Even ad essere imperlata di sudore. Quella pazza
avrebbe potuto far saltare tutto al minimo sgarbo…
“Ah-ah! Devi essere andato al famoso raduno dove elargivano
lo status di membro, il ventun Gennaio scorso!”
“S-Sì, esatto!”
“Ma ciò non è possibile,
perché io ci sono andata il venti e li avevano
già finiti.”
“No, infatti mi sono sbagliato, io… ci sono andato
il giorno prima!”
Lo scienziato sentì di aver commesso il passo falso ancora
prima che si verificassero le conseguenze. Bloody Water strinse ancora
di più la morsa attorno al suo collo, fissandolo con occhi
iniettati di sangue.
“Come può un membro onorario dei Munifici
Insommergibili Cercatori della Lega di Stanley affermare di essere
andato ad un raduno il giorno prima… quando tutti i fan di
Stanley sanno che il diciannove è giorno sacro, in quanto
segna la maturazione dello stracchino, e quindi non si lavora? Di che
colore è l’orso?”
La cerulea lo strattonò a tutta forza. “Parla! Di
che colore è il dannatissimo orso?”
“Non lo so!” Even era ormai sull’orlo
delle lacrime, il cervello in corto circuito.
“La tua ignoranza in materia di cromatismo plantigrado
è oltremodo sospetta per uno scienziato. Ma in onore della
compagnia dei Magnifici eccetera leggi sopra per il nome anzi leggi
ancora più su che mi sa la seconda volta ho sbagliato
aggettivo di Stanley, ti fornisco un’ulteriore prova.
Mostrami la famosissima stretta di mano con cui placare un
trachiosauro.”
Silenzio. L’uomo si era rassegnato, e pregava solo che la sua
fine non fosse troppo dolorosa. Mai avrebbe dovuto accogliere quel
tornado nel laboratorio…
Il tornado lo lasciò andare e batté le mani.
“Esatto! Non c’è nessuna stretta per
placare un trachiosauro, perché come tutti sanno le strette
di mano non esistono. Ti sei guadagnato il mio aiuto!”
BW evocò parecchi fiori magici che spruzzarono confetti
viola ed emisero pernacchie per la sala, in quello che probabilmente
riteneva un momento di celebrazione.
La speranza si riaccese in Even, seppur fiocamente. In altre
circostanze avrebbe provato a riprendere il controllo, ma non ne aveva
più la forza. “Rivelami il segreto di Kingdom
Hearts!”
“Oh, quello? Mh, è una cosa grossa…
molto grossa, grossa e grassa direi. Ma in virtù
dell’amicizia che legava me e il tuo gatto, te lo
dirò. Ma dovrai eliminare questo!”
Even fissò ciò che la ragazza teneva in mano.
“Il cd di Xemnas? Ma è la banca dati
più preziosa che abbiamo, impossibile da replicare senza la
password!”
“Tranquillo capellone, è tutto sbagliato! Quello
Xemnas non aveva capito niente. Non mi sorprende poi, guardandolo ho
sempre percepito in lui… come dire? Come una sorta di
barlume di tontaggine, in un oceano di infinita stupidità.
Sì, un accenno caratteriale che definirei quasi Terroso. Io
ti fornirò la vera verità, suggeritami dalle
forze oscure in bilico nell’Oltremondo!”
Lo scienziato esitò. Quel disco era davvero prezioso, il
risultato di una vita di ricerche. Forse perfino più di una,
se conosceva Xehanort. Ma d’altronde, chi poteva dire
Xehanort fosse davvero il massimo esperto? Sia lui che Xemnas avevano
commesso errori. Sviste. Se ci fosse stato un modo per ottenere una
conoscenza pura, filtrata da simili imperfezioni, non era forse suo
ruolo coglierla? Non era forse lui, Even Venerem, lo scienziato
vincitore per ben tre volte dell’ambito premio Chioma
Intellettuale, colui che avrebbe usato quella conoscenza per rendere la
gente libera, i ristoranti pieni e gli scoiattoli infinitamente sexy?
L’unico che…
“Ma la vuoi finire?”
Bloody mise via il megafono e si allontanò dal suo orecchio.
“Ehi, scusa tanto se provavo a rendere il tuo personaggio
più interessante. Allora, la distruggi quella frittella o
no?”
Un’ultima occhiata. Un ultimo rimorso. Poi, Even prese il
disco tra le mani e lo spezzò in due, provando anche una
sorprendente gioia nel farlo.
“Bravo! Non ti senti meglio ora?”
“In effetti… non è male!”
“Ancora! Rompilo di nuovo!”
Prese una delle estremità del disco e la lanciò
contro un muro; poi si mise a saltare sul posto, frantumando i pezzi
rimanenti con le suole delle scarpe. Intanto Bloody lo incitava.
“Sì, così! Continua! Al confronto Xion
sembrerà viva e vegeta e priva di ferite emotive!”
Alla fine, non rimase altro che finissima polvere. Even, ansimante e
con un sorriso ebete in faccia, si voltò verso BW.
“L’ho rotto!”
“Ho visto! Devi essere fiero di te. Chissà quante
menzogne c’erano lì dentro, frutto della bacata
mente di Terra!”
“Xemnas.”
“E io che ho detto? Ora sei pronto per la verità.
Il segreto di Kingdom Hearts.”
L’atmosfera si fece solenne. Perfino Bloody appariva regale,
sebbene avesse un bastoncino di gelato -recuperato da chissà
dove- che le usciva da un orecchio. Lei si avvicinò, ed Even
attese pendendo dalle sue labbra.
“Kingdom Hearts, come può aiutarti il suo nome,
è un regno composto da molti cuori.”
“E?”
“E cosa?”
“Composto da molti cuori, come dice il suo nome. E
poi?” Dopo quell’inizio sensato e promettente, lo
scienziato era ancora speranzoso.
“Beh, questo è quanto. Ti ho detto ciò
che mi ha detto l’Oscurità, per filo e per segno.
Le voci oscure non vanno tanto per il sottile. Ma se vuoi farti una
cultura sulle rape, ah, allora sì che ne avrei di cose da
dirti!”
Le sottili mura del raziocinio della mente di Even stavano per cedere
sotto il peso della più cupa disperazione. “Ma ci
deve essere dell’altro! Come lo si apre! Cosa effettivamente
sia! Che poteri può donare! La ricerca di Xemnas era piena
zeppa di teorie al riguardo!”
“Wow, siete andati così a fondo?” Bloody
sembrava genuinamente sorpresa. “Ma pensa, sai che non me lo
sono mai chiesto? Allora mi sa Xemnas ci aveva visto giusto! Io pensavo
che il suo cd fosse pieno di roba inutile tipo cosa aveva mangiato
quale giorno, invece… mi sa che non hai fatto bene a
distruggerlo!”
Le mura cedettero.
Even fu scoperto parecchi giorni dopo, quando Aeleus e Dilan passarono
a controllare che tutto fosse sicuro. Lo trovarono raggomitolato su se
stesso, e successive analisi indicarono quasi impossibile il suo pieno
ricovero. Trascorse il resto dei suoi giorni nell’ospedale
psichiatrico di Radiant Garden, e fino alla fine insistette nel farsi
chiamare “Stanley” e a parlare solo con chi sapesse
di che colore era l’orso.
Pochi attimi dopo il crollo invece, Bloody Water uscì
fischiettando dalla finestra, precipitando per parecchi metri e
atterrando di faccia sull’asfalto. Rialzandosi come se nulla
fosse, vide un comitato d’accoglienza pronto apposta per lei.
Topolino, Leon, Sora, e due rattoppati Riku e Lea la fissavano con le
armi in pugno.
“Che bello.” La ragazza sorrise folle e mise le
braccia in avanti come per farsi ammanettare. “Altri
amici.”
|