Are you dancing with someone else? So, I kill you.
Tutte quelle cazzate dei balli scolastici ad Eustass Kidd erano sempre
sembrate una grande perdita di tempo. Aveva sempre odiato ballare ed
oltretutto ogni volta che aveva avuto la pessima idea di partecipare i
professori lo controllavano come dei cani ammaestrati per fare in modo
che non alzasse il gomito.
Anche se il problema più grosso era anche chi avrebbe potuto
invitare visto che bisogna necessariamente avere una compagnia per
poter andare e partecipare alle danze.
Aveva inizialmente pensato di chiederlo a Killer, suo migliore amico
da tempo immemore, ma il biondo sarebbe andato con il suo ragazzo
Penguin,
quindi non poteva fare affidamento su di lui. Aveva pensato di
chiederlo a Bonney, sua vicina di casa e amica da sempre, ma quella
aveva invitato tale Portuguese D. Ace, ovvero un piromane dal sorriso
perennemente stampato sul volto che a Kidd non era mai piaciuto, e
così iniziava seriamente a spazientirsi.
L'idea di non partecipare affatto stava prepotentemente delineandosi
nella sua mente quando, due giorni prima del ballo, durante la pausa
pranzo udì da un gruppo di oche che il suo odiatissimo
compagno
di classe Trafalgar Law sarebbe andato al ballo con Monet, ovvero
l'algida ex ragazza di Eustass Kidd.
Ora, tutti sapevano che i rapporti tra Kidd e Law erano fatti di
scopate nei bagni, anche degli insegnanti, o sui materassini, sfide
fino all'ultimo sangue durante i giochi studenteschi e quella sottile
linea di odio ed amore che li portava ad insultarsi non appena si
vedevano ma che in realtà era ben altro.
Perché loro non stavano insieme, e guai a chiederlo ad uno
dei
due se si teneva alla vita, ma era una tacita regola tra di loro non
frequentare nessun altro seriamente. Da quando avevano sviluppato
questo rapporto così ambiguo nessuno dei due era
effettivamente
stato con nessuno in pianta stabile, ecco perché l'idea che
Trafalgar Law potesse partecipare al ballo con qualcun altro lo
irritava terribilmente facendogli venire una gran voglia di spaccare
tutto, compresa la faccia di quello strafottente studente modello a cui
mezza scuola sbavava dietro.
Ma andarci con la sua ex era un affronto imperdonabile, un'onta che Law
avrebbe pagata cara. Come aveva osato invitare proprio lei con cui
Kidd aveva malamente troncato i rapporti? Ok, non erano stati fidanzati
ufficialmente ma i rapporti tra il rosso e la verde erano rimasti tesi
e freddi e quando si incrociavano per sbaglio nei corridoi le scintille
ed i lampi d'odio erano visibili ad occhio nudo.
No, era una provocazione bella e buona quella a cui Kidd avrebbe dovuto
rispondere con una altrettanto forte.
E sapeva bene a chi rivolgersi per far un terribile smacco a Trafalgar
Law, pensò ghignante.
Quando Law entrò nella palestra, adibita a sala da ballo
improvvisa, tutti gli sguardi si posarono su di lui e sulla sua
splendida accompagnatrice.
Monet avrebbe fatto sfigurare chiunque altro
vista la sua notevole altezza ed il viso di porcellana, ma vicina a
Trafalgar Law parevano esaltare la bellezza l'uno dell'altra tanto
erano perfetti insieme.
Fasciata nel suo abito dorato, che aveva uno spacco da circa
metà della sua coscia, Monet entrò con il passo
degno di
una modella che sfila in passerella nonostante i tacchi alti. Law
indossava un semplice abito nero con la camicia bianca e la cravatta
nera. La monotonia e la perfezione degli abiti stirati a regola d'arte
veniva spezzata dai tatuaggi sulle sue mani e dalle due paia di
orecchini che distruggevano l'apparenza di bravo ragazzo,
così
come l'aria strafottente.
Si guardò attorno già annoiato mentre Monet gli
porgeva
un calice di quello che sicuramente non era analcolico come credevano
gli insegnanti.
Vide i tre nipoti del preside della scuola vicini al banco del buffet
intenti a strafogarsi e svuotare ogni vassoio insieme a Jewerly Bonney
mentre le accompagnatrici degli altri due, Koala per Sabo e Boa Hancock
per Rufy, chiacchieravano o meglio probabilmente spettegolavano sul
look delle altre ragazze presenti.
Intravide anche il suo amico Penguin che stava seduto su una sedia e si
era tolto la giacca e arrotolato le maniche della camicia mentre
parlava con enfasi in direzione di Killer, sicuramente riguardo il
campionato di basket.
I suoi compagni di classe Roronoa e Nami invece bevevano di
nascosto da delle fiaschette e di tanto in tanto si scambiavano qualche
bacio sotto gli occhi vigili della sorella gemella di lei, che era
andata insieme a Reiju Vinsmoke, ovvero una delle ragazze
più
popolari della scuola e dichiaratamente omosessuale.
Voltandosi vide anche Eustass Kidd che da lontano lo guardava, o per
meglio dire fulminava con lo sguardo alternativamente sia lui che la
sua accompagnatrice e Law sollevò il calice nella sua
direzione
mentre circondava la vita di Monet con un braccio, in un gesto
dispettoso che sapeva avrebbe fatto infuriare ancora di più
il
rosso.
Kidd lo guardò se possibile ancora più male prima
di
attirare a sé una ragazza dai lunghi boccoli neri che Law
ben conosceva
visto che si trattava di sua sorella Baby.
Stavolta fu il suo turno di guardare in cagnesco l'altro e Kidd non si
scompose davanti all'occhiata gelida e più che assassina
dell'altro. Mise un braccio attorno alle spalle della ragazza e si
abbassò per darle un bacio a fior di labbra.
La ragazza prima parve sorpresa poi, quando Kidd le
bisbigliò
qualcosa nell'orecchio, si mostrò più rilassata e
sembrava anzi quasi felice.
Law capì che quel bastardo la stava manipolando e doveva
averle
detto qualche cazzata tipo che aveva bisogno di un bacio da parte sua.
Improvvisamente ebbe l'impulso di uccidere Eustass Kidd davanti a
tutti, fregandosene dei testimoni e della cella in cui lo avrebbero
sbattuto.
-Tutto bene? Sei diventato pensieroso.- gli chiese Monet mentre
sorseggiava il suo drink.
Law scosse la testa, cercando di stare calmo. -Si, anche se
questa
festa diventa sempre più disgustosa.- disse lui che non
riusciva
a staccare gli occhi da quella testa rossa che stava attaccato a sua
sorella.
-Concordo, e poi ci sono solo pezzenti qua dentro.- disse lei facendo
vagare lo sguardo vagamente altezzoso lungo la sala.
Law bevve in un sorso il suo alcolico e poggiò il
bicchiere vuoto su uno dei tavoli mentre le luci si spegnevano in
favore di alcune palle stroboscopiche che calarono dal soffitto. Il
deejay iniziò a suonare della musica che Law
trovò e dir
poco raccapricciante e quasi quasi si pentì di essere andato
a
quella festa. Era musica adatta ai balli di coppia che lui odiava e che
gli causava una certa nausea solo a guardarli.
La compagnia di Monet non era male, inoltre aveva sempre apprezzato la
sua eleganza e la sua discrezione, ma forse era proprio l'ambiente che
non gli piaceva e in cui non si ritrovava.
Aveva sempre evitato le feste della sua scuola e in quel momento non
sapeva neanche perché si trovava lì. Forse stare
a casa a
studiare non era una idea così malvagia come gli aveva detto
Baby, convincendolo a noleggiare uno smoking e ad invitare Monet.
-Non mi inviti a ballare?- gli chiese la verde che era sempre a fianco
a lui.
-No, mi spiace ma non sono il cavaliere adatto per ballare. Sentiti
libera di buttarti in pista con chi vuoi.- la rassicurò lui.
Monet mantenne un'espressione neutrale mentre si passava una mano tra i
capelli, prima di prenderlo per un braccio e condurlo nella pista dove
le varie coppie si scatenavano e volteggiavano liberi da ogni pensiero.
-Se vuoi far ingelosire qualcuno lo devi fare per bene.- gli
sussurrò lei all'orecchio avvicinandosi per ballare quello
che
era un lento. Il ragazzo le mise una mano su un fianco e l'altra dietro
la schiena mentre lei appoggiava le braccia sulle sue spalle, ed
iniziarono a muoversi al ritmo della canzone.
Law sentiva sulla schiena uno sguardo bruciante che lo avrebbe ucciso
in quel momento se avesse potuto. Si voltò leggermente e
alle
sue spalle vide Kidd che ballava con Baby.
Il moro gli rivolse un sorrisetto canzonatorio seguito da un dito
medio. Il rosso digrignò i denti sempre più
furioso e
quando la canzone finì gli fece cenno di seguirlo.
Monet fece l'occhiolino al moro facendogli capire che per lei non c'era
alcun problema e si avvicinò a a Baby per continuare a
ballare
insieme a lei.
Law seguì l'altro in silenzio mentre si infilavano nei bagni
miracolosamente vuoti.
-Spero che tu ti stia divertendo con quella troia.- gli disse
puntandogli i suoi occhi fiammeggianti addosso.
-Tanto quanto te con mia sorella. Come ti sei permesso di invitarla e
di allungare le mani su di lei?- domando l'altro visibilmente
infastidito.
-Non dirmi che te le sei presa per quello?- ghignò il rosso.
Law gli scoccò un'occhiata velenosa. -Lasciala fuori dalle
tue
cazzate. Chi diavolo ti ha detto che potevi venire con lei e che potevi
baciarla?-
-E tu allora che non fai che stare attaccato alle tette di quella
là, hai ben poco da dire.- ringhiò l'altro che
sentiva
montargli dentro tutta la rabbia che provava da quando aveva scoperto
che il suo compagno di scuola sarebbe andato al ballo con la sua ex.
-Ma di quali tette vai parlando? Sono venuto con Monet
perché la
conosco da anni, visto che è amica di mia sorella.-
-Oh certo, immagino che casualmente non ci fosse nessun altro
disponibile.-
-Sentiamo, a chi avrei dovuto chiederlo allora?- disse Law che stava
decisamente iniziando a spazientirsi.
Kidd fece un gesto di stizza con il braccio e non rispose mentre
qualcuno apriva la porta d'ingresso dei bagni facendo entrare la musica
che invadeva la palestra. Era Usop che stava entrando ma che, quando
vide le occhiate truci dei due che già lo occupavano,
scappò più veloce che poté.
Law si appoggiò ai lavandini incrociando le braccia tatuate.
-Ho
capito, volevi che invitassi te e ti sei vendicato del fatto che sono
venuto con la tua ex, portando mia sorella. Davvero troppo prevedibile
anche per uno come te, Eustass-ya.-
Kidd si avvicinò e diede un pugno al muro a pochi centimetri
dal
viso dell'altro. Law capì che non era il caso di tirare
troppo
la corda con le provocazioni, anche se trovava immensamente divertente
prendere per i fondelli il rosso.
I loro volti erano separati da pochi centimetri di vuoto che avrebbero
potuto azzerare facilmente se avessero voluto visto che sarebbero stato
fin troppo facile mescolare ancora di più i loro respiri e
lasciare in sospeso la loro discussione come era già
capitato
altre volte.
Law lo afferrò per il colletto della camicia e lo spinse via
facendolo sbattere contro la parete. Non aveva voglia di giocare
ancora, era stufo dei comportamenti infantili del rosso ed era il
momento di mettere le cose in chiaro tra loro due.
-Se avevi qualcosa da dirmi perché non lo ha fatto invece di
mettere in mezzo Baby in tutta questa storia ridicola?-
-E tu perché hai invitato quella allora se non per farmi un
fottuto dispetto? Accusi me di essere infantile ma mi pare che tu sia
peggio di me.-
-Ah, sta' zitto Eustass-ya, quando parli mi vien solo voglia di
prenderti a pugni sui denti.-
Kidd gli diede allora un pugno che lo fece sbattere contro una delle
porte dei cubicoli. Ma Law non perse tempo e lo caricò con
l'intenzione di dargli un bel pugno su quella faccia da schiaffi, Kidd
però lo precedette prendendolo per le spalle e sbattendolo
contro quella stessa parete su cui era finito lui pochi minuti prima.
-Se inviterai nuovamente quella stronza mi assicurerò
personalmente che tu entri nel coro delle voci bianche.-
-Se toccherai nuovamente mia sorella mi premurrò di fare lo
stesso.- disse Law per niente intimorito dalle parole dell'altro. Non
si trattava di una minaccia fatta solo perché non voleva che
qualcuno si approfittasse della sua ingenua sorella, voleva che Kidd
non la toccasse perché il fatto che potesse avere una tale
confidenza con qualcuno che non fosse lui con tanta naturalezza gli
faceva attorcigliare le budella. E lui odiava quella stupida
sensazione di gelosia.
Si sarebbe aspettato che Kidd colpisse di nuovo ed invece gli diede un
bacio che lo stupì visto che era totalmente inaspettato ma,
come
al solito, si sciolse sotto il contatto di quelle mani forti che lo
tenevano saldamente e di quelle labbra truccate che avrebbe saputo
riconoscere anche ad occhi chiusi.
In quel momenti in bagno entrarono Sabo e Rufy che si erano
momentaneamente interrotti dal saccheggio selvaggio del buffet per
recarsi alla toilette.
-Ehi, questa non è mica una camera d'albergo.- li
rimproverò Sabo. -Vieni Rufy, andiamocene.-
-Ma io devo fare pipì.- si lamentò il
più piccolo.
Sabo lo trascinò fuori chiudendo la porta e lasciando i due
da
soli che ridacchiavano delle sue parole e continuavano a baciarsi
incuranti di chi entrava in bagno e scappava via vedendoli.
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