Personaggi: Zsuzsanna Dracul
Tipologia: Flash Fiction
Lunghezza: 500 parole (Word)
Avvertimenti: Character Death, Lime
Spoiler!
La storia è ambientata agli inizi del secondo libro della
trilogia, ‘I
figli del vampiro’, quindi spoiler per chi non ha letto il
primo.
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama
ufficiale
da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di
proprietà di Jeanne Kalogridis che ne detiene tutti i
diritti. Questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa,
gli elementi
di mia invenzione, non esistenti nel libro, appartengono solo a me.
Note dell'Autore:
Ho amato i primi due libri di questa serie, ma il terzo lo avrei
volentieri dato alle fiamme, se non fosse che ho l’edizione
‘integrale’
che li comprende tutti e tre. Ad ogni modo adoro il personaggio di
Zsuzsanna, ma scrivere di lei è stato più duro di
quanto pensassi è__è
Fanfiction scritta per il contest [BMG]
Due anni insieme - Special Contest di Writers Arena
Bloody wine
15 ottobre 1845
Al di fuori della vetrata la luna splende su Vienna, tingendola di un
chiarore surreale.
So
di essere qui per svolgere una missione importante, ma stanotte
è la
prima volta che assaporo il dolce gusto dell’indipendenza, e
non
lascerò che lo spettro di Vlad rovini la mia
felicità. Inoltre, non
sono sicura di riuscire a fare ciò che lui vuole. Arkady
resta comunque
il mio amato fratello.
«Siete pensierosa, mia signora.»
La voce roca del mio accompagnatore mi distrae, costringendomi a
voltarmi e sorridere.
«Perdonatemi. D’ora in poi sarò una
più graziosa compagnia, lo prometto.»
Ed è una promessa sincera, perché adesso
è tempo di festeggiare e non di piangersi addosso.
«Allora
possiamo cominciare brindando a voi, la donna più bella del
mondo»
ribatte l’uomo, facendo vacillare la coppa piena di vino.
È già
talmente ubriaco che potrebbe addormentarsi da un momento
all’altro.
«Un brindisi, certo» rispondo, indulgente. Scivolo
in basso, inginocchiandomi sul pavimento.
«Brindate pure dal mio calice. Io brinderò dal
vostro»
Audace, maliziosa, peccatrice. Resta così poco della
Zsuzsanna di un tempo.
Lui
ride e mentre io gli abbasso i calzoni ed affondo la testa tra le sue
gambe, beve e beve, e da sotto le ciglia riesco a vedere la sua mano
tremare ed il vino versarsi sulla gola, colando sul panciotto.
A tale tentazione non riesco proprio a resistere e, con un candido
volteggio, mi porto a cavalcioni delle sue ginocchia.
Il
suo collo ha il sapore del vino e del sudore, quasi impazzisco nel
passarci sopra la lingua. Sento il pulsare del sangue nelle grosse
vene, quel caldo e gustoso battito di vita, e capisco che non
riuscirò
ad aspettare ancora.
Lo mordo con l’urgenza e la violenza dettate
dall’eccitazione, e lui sussulta, forse per il dolore, forse
per il
piacere, forse per entrambi.
Mi accorgo a malapena della coppa che
scivola via dalle sue mani, rotolando sui cuscini del divano,
sporcandoli di un rosso molto più innocente di quello che
colerà a
breve.
Dopo qualche secondo mi costringo a staccarmi da lui, alzo il volto e
gli sorrido di un sorriso rosso e soddisfatto.
«Il nostro brindisi» spiego.
L’uomo
è troppo stordito, troppo ebbro di piacere e vino per
rispondere. La
morte gli sta già tendendo la mano, anche se il suo volto
non esprime
altro che estasi.
Ancora una volta provo una soddisfazione mista ad orgoglio per la mia
capacità di uccidere senza dolore.
Rido e lui si sforza di ridere con me, senza capire, senza sapere.
Il sangue cola sempre più copioso, ed io raccolgo la coppa
per riempirla adesso del mio vino.
Tengo
fermo il calice contro il suo collo lacerato ed intanto lo bacio,
succhio le sue labbra esangui, reclamando tutti i suoi respiri.
Sotto di me lui geme, un po’ piange e un po’ ride,
ed intanto muore, stretto tra le mie braccia.
Sorridendo alzo al cielo il calice colmo di sangue, brindando a me
stessa e alla mia libertà.
La mia festa è appena iniziata.
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