Conversazioni notturne.

di _fioredineve_
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Conversazioni notturne

“Kanata?” la voce squillante di Miyu lo fece svegliare di botto, che ore erano?
Cercò con lo sguardo la sveglia constatando fossero le 4.00 di mattina.
“Che ci fai in camera mia?”
“Non riuscivo a dormire” rispose solamente rimanendo seduta ai piedi del suo fuuton.
Kanata si mise a sedere nel mezzo, ancora con l’aria addormentata, cercando di prestarle
attenzione.
“A cosa pensi?” le chiese premuroso, era impossibile apparire disinteressato con lei.
“A quello che ci è successo oggi, tutti noi abbiamo raccontato che abbiamo visto il quel mondo, ma
tu no, perché?”
Al pensiero il sonno gli passò e le gote presero una leggera sfumatura rosata, ringraziò il fatto che la
poca luce che filtrava dalla porta semiaperta non le desse tanta capacità visiva.
“Te l’ho detto: non ho visto niente”
“Non ti credo, perché altrimenti avresti dovuto avere un’espressione tanto imbarazzata?”
Colto sul fatto, colpito in pieno da quelle parole, si grattò la nuca smuovendo i capelli scuri, poi
sbuffò.
Poteva realmente dirlo a lei?
Era troppo imbarazzante però, perché lui il suo sogno ideale lo stava già vivendo: aveva una
famiglia, un po’ particolare, ma ce l’aveva.
Ormai Miyu, Baumiao e Lou erano diventati tutto per lui e dirle che in quel sogno aveva visto loro,
ancora con lui dopo tutti quegli anni, l’avrebbe reso vulnerabile.
Era o non era l’uomo di casa, quello che non si doveva lasciar trasportare dalle emozioni?
“Allora, perché non me lo vuoi dire?”
“Perché sarebbe troppo imbarazzante” soffiò tornando a stendersi e coprendosi con le coperte.
“Prometto che non riderò” rispose la ragazza, con tono serio.
“C’eravate tu, Baumiao e Lou, eravamo grandi e soprattutto felici. Non ho visto altro perché, alla
fine, tutto quello che sogno lo sto vivendo adesso”
Lentamente scostò le coperte dal viso cercando di vedere l’espressione della giovane, trovandola
con il sorriso sul viso e qualche lacrima cascarle giù dagli occhi verdi.
“Miyu...?”
“È una cosa bellissima” sussurrò solamente, pulendosi il viso.
“Non vergognarti di cose simili, okay? Buonanotte, Kanata” ed il cuore, dopo aver detto cosa aveva
visto, divenne più leggerlo, quasi avesse messo le ali.
Alla fine non era stato tanto imbarazzante dirglielo.




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