Incubo
passato
Una scala infinita, un
corrimano in legno appena riverniciato. Erano anni che non lo vedeva
così nitido e presente nella sua testa. Infondo ai gradini un
corpo, minuto e molto più piccolo di quanto rammentasse, sotto
di esso una pozza scura e poi i suoi piedi, che non si erano mai
mossi, cominciarono a scendere. Pian piano che raggiungeva il
pavimento, l'oscurità della stanza si trasformava in luce
solare e il paesaggio cambiava.
Si ritrovò l'erba
sotto le piante dei piedi nudi e il corpo, che giaceva davanti a lui,
si era fatto più grande e più mascolino, non era la
stessa persona. La sua katana bianca troneggiava sulla schiena del
cadavere.
Il rumore dei passi che
pestavano l'erba rimbombavano nella sua testa come una cantilena di
colpa, presagendo la sua paura sulla possibile identità
dell'uomo steso a terra. Arrivato ai suoi piedi, impugnò
l'arma sfilandola dalla ferita, unica vera e propria testimonianza
della sua morte. Inginocchiandosi voltò la salma osservando il
viso, bianco ad occhi aperti che lo fissava e solo allora una pozza
di sangue dilagò sotto di loro.
Si svegliò di
soprassalto, come sempre in quelle ultime due settimane, sudato e con
il respiro affannoso, impaurito da se stesso, si ritrovò nella
stanza buia, tenendosi la testa.
«Marimo»
lo chiamò una voce al suo fianco, fievole e mezza
addormentata.
Zoro
si voltò, solo per osservare gli occhi azzurri, fissarlo
interrogativi e preoccupati. Gli stessi occhi che lo guardavano
accusatori nel suo sogno, in quel momento avevano stupore nello
sguardo.
Sorrise
ironico tirando un sospiro di sollievo, scostando le coperte dal suo
corpo e sedendosi sul bordo del letto ad osservare il pavimento.
La
stanza buia era illuminata solo dalla luce lunare che entrava dalle
finestre tonde e troppo piccole per far vedere cosa esattamente
stesse facendo Zoro, ma Sanji alzò una mano poggiandolo sulla
schiena ricurva del compagno facendola salire oltre il collo fino a
raggiungere la guancia sudata dell'altro che inclinò la testa
verso di essa sospirando.
«Che
è successo?» domandò poi, il biondo alzandosi dal
giaciglio, che ormai condividevano da mesi.
«Niente»
sussurrò, afferrando la mano e baciandola, per poi voltarsi e
baciando il proprietario facendolo ristendere «Dormi»
dichiarò risollevandosi
«Dove
vai?» chiese quasi preoccupato
«A
farmi una passeggiata, devo schiarirmi le idee» decretò
uscendo dalla porta lignea ed entrando nel corridoio, lasciando Sanji
nel letto.
Dopo
alcuni mesi di navigazione era normale provare attrazione verso i
compagni, sopratutto per dei giovani ragazzi come loro, i quali erano
più o meno alla prima esperienza, ma non era quello che aveva
unito le tre coppie che si erano formate sulla nave. Un affetto
profondo le teneva insieme, oltre al fatto di essere una ciurma unita
da valori incrollabili, quali amicizia e rispetto.
A
fronte di tali cambiamenti, Franky aveva dovuto apportare alcune
modifiche all'imbarcazione, demolendo le camerate e creando tre
stanze private, oltre a quella comune dove dormivano gli altri. Caso
volle che venne creato un corridoio (So benissimo che le camerate
sono una sopra l'altra, ma mi servava un corridoio, evitate di farlo
notare) e che Zoro lo stesse percorrendo in quell'istante per uscire
sul ponte.
La
coppia di Zoro e Sanji non era la sola a beneficiare di tali camere,
Anche lo stesso Franky con Robin e Nami con Rufy si erano trovati
d'accordo e in questo modo: Usopp, Chopper e Brook, avevano una
camerata solo per loro.
Il
silenzio della notte era rilassante e permetteva di pensare a cose
che durante il giorno sono perlopiù
nascoste dalla luce solare. La quiete del mare con le stelle ombrate
dalle nubi sono in grado di far esternare ad una persona pensieri
intrinsechi che si rispecchiano nei sogni e negli incubi di ogni
individuo.
Dopo
anni passati a sognare la morte di Quina, aveva trovato la
tranquillità sulla merry, riuscendo a capire che la sua colpa
era solo mentale e stupida nella perdita della sua più cara
amica e rivale, ma da quando il sentimento verso Sanji si era
intensificato fino a portarli ad una relazione fisica, non proprio
casta, quegli incubi si erano trasformati nelle sue più
profonde paure, rivelando i suoi sentimenti con prepotente
possessività per il cuoco.
«Oh,
Zoro» esclamò una vocina, non proprio perfetta per
quella quiete notturna
«Chopper»
sospirò lo spadaccino, quasi arrabbiato.
«Come
mai qui fuori, tutto solo. Sanji dov'è?» domandò
preoccupato «Avete litigato?» propose come se fosse
normale vederli litigare.
In
un periodo iniziale Sanji e Zoro avevano avuto i loro alti e bassi.
Con un carattere forte che difficilmente si sottomette, era difficile
per i due legare e avere un sentimento che andasse anche lontanamente
oltre il rispetto. Nonostante tutte le controversie che avevano sugli
orari di veglia e pisolini dello spadaccino, il carattere iracondo
del cuoco e il loro andare allo sbaraglio senza preoccuparsi che
qualcuno potesse dispiacersene, specie per Zoro, erano riusciti in
qualche modo a trovare un equilibrio e a rimanere una coppia per
sette lunghi mesi, durante i quali non si erano certo sprecati in
dimostrazione di amore.
«Non
c'è bisogno che mi stia sempre appiccicato» sbuffò
lui seccato
«Ultimamente
state sempre insieme, è difficile vedervi da soli»
spiegò Chopper tentando di calmarlo
Zoro
scrutò la renna come se avesse detto un'eresia colossale
cercando di capire cosa, esattamente, volesse sapere da lui.
Era
assai normale, su una nave in mezzo all'oceano, sopratutto delle
dimensioni della Sunny, non riuscire a incontrare il proprio partner
o altri della ciurma, quindi era palesemente ovvio vederli sempre
insieme.
«Non
abbiamo litigato» decretò infine, sperando di farlo
allontanare «Non, non riesco a riposare»
«Cosa?»
domandò il medico, ritrovandosi davanti alla situazione più
assurda che potesse capitargli, in campo medico.
Il
sapere che Zoro non dormiva poteva mettere in allarme tutti i medici
mondiali, portando alla paura di un possibile contagio di un
qualsiasi virus letale.
«Non
riesce a dormire, cosa devo fare?» si chiese spaesato
Vedendolo
evidentemente impaurito, Zoro si inginocchiò puntando un dito
sulla fronte pelosa del medico fermandolo dalle sue elucubrazioni
pericolose al solo spadaccino, il quale si sarebbe potuto trasformare
in un povera cavia di nuove formule per sonnifero.
«Ho
solo difficoltà a rimanere addormentato» spiegò
meglio lui sedendosi, definitivamente sull'erba soffice del ponte.
«E
come mai?» chiese la renna preoccupata, più per Sanji
che altro.
Il
rossore sulle guance di Zoro si palesò in maniera prepotente e
incontrollabile, riuscendo a strappare un sorriso alla renna che
venne prontamente rimessa al suo posto dallo sguardo torvo di Zoro.
«Per
una coppia giovane come voi non è assolutamente sbagliato non
riuscire a dormire, ma non capisco perchè tu sia qui?»
domandò quasi imbarazzato.
«Guarda
che ti sbagli, noi non....» esclamò esagitato pieno di
vergogna, alzandosi e camminando prepotentemente verso la camera dove
aveva lasciato Sanji, abbandonando Chopper basito.
Rientrando
nella camera osservò il letto, trovandolo vuoto.
All'improvviso il cadavere di Sanji gli tornò in mente. Le sue
paure affievolirono e si ritrovò a buttare all'aria come un
ossesso tutto quello che trovava, al solo scopo di trovare il cuoco.
Non riuscendo a scovarlo, riuscì dalla stanza aprendo la porta
con tale veemenza da poter rompere i cardini, ritrovandosi Robin
davanti.
«Zoro»
esclamò lei, vedendolo affaticato.
«Dov'è?»
chiese urlando scuotendola per le spalle
«Chi?»
domandò lei non capendo
«Il
cuoco, dove diavolo è?»
«In
cucina» rispose tranquillamente, vedendolo fermarsi di botto e
poi cadere a terra nel corridoio.
Un
sospiro fece incuriosire Robin, il cui sguardo si posò sulla
camera di Zoro e Sanji, trovandola non proprio in ordine. Capendo più
o meno la situazione si inginocchiò davanti allo spadaccino
«Non
lo hai visto in camera e ti sei preoccupato» decretò
sorridendo.
«Che
è successo?» domandò Chopper arrivato in quel
momento e trovando Robin e Zoro per terra.
«Non
posso andare avanti così» sussurrò lo spadaccino
poggiando il busto alla porta aperta della camera.
L'archeologa,
lo vide spostare lo sguardo verso le sue mani, cambiando espressione
quasi inorridito da se stesso. Gli prese le mani cercando di capire
cosa fosse accaduto.
«Perchè
sei così impaurito da te stesso?» domandò poi,
diretta
Chopper
si stupì di tale domanda da parte di Robin, sopratutto se
rivolta allo spadaccino. Ma vedendo Zoro rilassarsi, forse la donna
aveva colpito nel segno.
«Con
Sanji ne hai parlato?» chiese ancora, incalzando lo spadaccino
a rispondere
«Lui
non centra nulla, la colpa è solo mia e della mia debolezza»
rispose ormai arreso ai suoi sentimenti e quello che vedeva da
settimane nei sogni.
«Questo
non è vero!» decretò Chopper alzando la voce
«Siete una coppia, dovete affrontare i problemi insieme, anche
se non riguardano la vostra relazione» spiegò risoluto
«Chopper
ha ragione, se non vuoi parlare con noi fallo con lui, insieme
troverete una soluzione»
«Una
soluzione a cosa?» domandò Sanji, arrivando in quel
momento insieme a Franky.
«Robin
ti stavo aspettando in cucina, ma non arrivavi» osservò
preoccupato il cyborg, facendola alzare.
«Perdonami,
ti spiegherò tutto in camera, come spero che Zoro faccia con
Sanji»
Il
cuoco osservò Robin e Franky sparire oltre la porta della loro
camera, davanti a quella di Nami e Rufy, per poi rivolgere
l'attenzione allo spadaccino che si era alzato e stava entrando nella
loro.
«Chopper...»
si rivolse al medico ricevendo solo un sorriso di assenso per poi
veder scomparire anche lui, nella camerata.
Rimasto
solo nel corridoio entrò in camera, e chiuse la porta,
trovando Zoro seduto sul letto nel buio totale. Non aveva bene chiaro
in testa, il motivo dello strano comportamento dello spadaccino, ma
si avvicinò a lui, rimanendo in piedi davanti all'uomo, che
aveva la testa china.
La
fievole ombra di Sanji sovrastava il corpo, assai più
muscoloso dello spadaccino, che in quel momento avrebbe voluto
scomparire.
«Allora?»
incalzò il cuoco facendo finalmente alzare lo sguardo
all'altro «Tutto questo ha a che fare con il risveglio
movimento che hai avuto un'ora fa?» domandò alterato
«In
qualche modo» rispose atono Zoro, sentendo Sanji sedersi
accanto a lui.
Il
movimento del letto era secco sotto il suo corpo, ma la differenza di
peso si poteva notare dalla lieve cunetta che il sedere di Sanji
creava a differenza della sua.
Il
silenzio nella stanza, accompagnava la cocciutaggine di entrambi
facendosi rumoroso e insopportabile per i due, finchè un
sospiro di Zoro non interruppe il ciclo vizioso in cui erano finiti.
«Ti
ho mai parlato di Quina?» domandò scrutando il cielo
oscurato attraverso la finestra.
«Qualcosina»
rispose Sanji «Ti piaceva, no?» propose poi accendendosi
una sigaretta.
«Si
beh era.....» si bloccò all'istante sentendolo ridere di
sottofondo «Ma che diavolo....!» urlò facendolo
cadere sul letto, arrabbiato, levandogli la sigaretta accesa dalle
dita per spegnerla sul comodino «Sto tentando di essere serio»
esclamò infine abbracciandolo
«Tu
sei serio solo nei duelli» decretò Sanji strofinando la
guancia su quella di Zoro facendolo alzare «Se vuoi dirmi
qualcosa, non prenderla alla larga, non è da te»
dichiarò baciandolo.
Il
viso di Sanji sprofondò nel cuscino mentre Zoro rispondeva
prontamente al compagno, ritrovandosi sopra di lui. Le lingue che si
scontravano parevano più lottare che altro, ma la passione che
le animava era autentica e carica di un qualcosa che non si poteva
esprimere a parole. Il loro respiro si fondeva e rianimava degli
istinti propri di un animale selvaggio, di cui nessuno dei due poteva
avere memoria, ma riconoscevano come autentici.
Le
mani di Zoro, abituate a tenere in mano spade d'acciaio sembravano
particolarmente abituate al corpo snello del mago, il quale si
lasciava percorrere dalle scosse elettriche che l'altro gli dava.
Dopo
mesi di navigazione, passati a litigare, quasi per scherzo, a
vicenda, l'essersi ritrovati a provare piacere in una camera tutta
loro li aveva al principio spaventati, non tanto per l'assurdità
del loro essere una coppia, ma tanto per il fatto che era nato tutto
naturalmente, come quello stesso atto che li stava portando al
piacere in quel momento.
Il
dolore iniziale di Sanji si era trasformato in puro godimento con il
tempo e Zoro conosceva alla perfezione il corpo del cuoco, tanto da
farlo venire anche solo con le dita, non che Sanji fosse da meno. Il
cuoco era ben consapevole del potere che aveva sull'altro
semplicemente con uno sguardo.
La
possessività che entrambi esercitavano verso il compagno
pareva sempre oltremisura, ma parlando di loro due non sarebbe mai
passata, era come un gioco di ruoli dove il primo che si arrendeva,
paradossalmente, aveva vinto.
Nudi,
con solo il lenzuolo a coprirli si stavano godendo quel momento di
quiete prima dell'arrivo dell'alba, ormai imminente. I capelli dorati
di Sanji erano scomposti sul petto di Zoro, che si abbassava e alzava
ritmicamente.
«Io,
ti ho ucciso» esclamò, all'improvviso Zoro, facendo
alzare Sanji dal suo petto.
Gli
occhi, spalancati, lo fissavano inerti aspettando altri indizi sul
perchè si sentisse insicuro.
«Nei
miei incubi, una mia katana è infilzata nella tua schiena»
decretò alzando una mano verso il viso di Sanji. I fili gialli
coprivano parte del viso, ma si poteva intuire lo stupore dell'uomo.
«Per questo ultimamente mi alzo presto, per questo Robin mi ha
detto quelle cose, per quest...»
La
bocca di Sanji interruppe il fiume di parole di Zoro, il quale lo
accolse volentieri su di se, trattenendo il volto del cuoco per poi
staccarsi.
Sanji
sorrise mellifluo davanti allo spadaccino, che rimase di sasso da
quell'espressione falsamente amorevole. Infine, di tutta risposta,
Zoro lo riportò a se baciandolo, ribaltando le posizioni,
finendo il bacio e troneggiando su Sanji, rimanendo sospeso con gli
avambracci ai lati della testa del cuoco.
Il
biondo alzò il viso per soffiare sulle labbra di Zoro poi
toccò con un dito i tre orecchini dello spadaccino
«Non
ti è mai stata bene la parte dell'uomo preoccupato. Non
iniziare adesso» sussurrò Sanji
«Preoccupato?»
domandò stupito lo spadaccino.
«Si,
credo che tu abbia fatto quell'incubo unicamente perchè non
vuoi perdermi, come hai fatto con Quina» spiegò il cuoco
Lo
stupore negli occhi di Zoro, allarmò Sanji che si alzò
di poco con i gomiti arrivando a pochi centimetri dal viso
dell'altro. Poi all'improvviso Zoro si mise a ridere travolgendo
Sanji, facendolo rovinosamente ricadere sul materasso.
«Zoro!»
gli urlò dietro Sanji cercando di Alzarsi «Che ti prende
sei impazzito?» domandò tirandogli alcune ciocche di
capelli verdi «Mari...» richiamò poi non sentendo
più niente, venendo interrotto proprio dallo spadaccino.
«Sanji»
esclamò
«Si?»
domandò incuriosito Sanji osservando il corpo di Zoro alzarsi
e il suo viso, avvicinandosi, lo indusse ad uno dei baci più
passionali che avessero mai avuto.
«Ti
amo» decretò infine, vendendo piacevolmente ricompensato
con il rossore delle orecchie di Sanji
Dopo
cinque anni, torno a postare una nuova fanfic su questo sito e posso
finalmente annunciare che ho finito si scrivere la mia prima storia
originale, ma non so se postarla o meno, vedremo.
Per
il momento vi lascio alla one-shot e avvisare a chi è
interessato che sto continuando la fanfic, “La pietra azzurra”
nella categoria di Tsubasa Chronicle e domani posterò il nuovo
capitolo.
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