Tales of the TMNT: Returns

di CopperDaddy
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Quando i piedi  della tartaruga toccarono terra, le sue mani lasciarono subito i fianchi dell'aliena. 
Questa proprio non se la aspettava, e non perché lei fosse una ragazza. Cioè, sì, anche per quello, ma la cosa che lo aveva colpito maggiormente furono i suoi inusuali occhi eterocromi scarlatti e azzurri e i suoi capelli a due colori rosso e bianco. 
Leo fece un passo indietro e rimase sui suoi pensieri per qualche secondo in più, poi, finalmente, gli ritornò la parola. «Io sono--»
«Leonardo.»
«Come-?»
«Tuo fratello.»
«Cosa?»
«Ti chiamava così.»
«--?»
«Vi somigliate» gli rispose lei, ponendo così termine a qualsiasi dubbio della tartaruga. 
Leonardo notò subito che qualsiasi parola da lei pronunciata veniva emessa con apatia, sembrava come se lei non possedesse nessuna emozione. Non riusciva nemmeno a percepire nulla di empatico su di lei e questo, lui non si spiegò nemmeno il perché, gli creò un certo senso di fastidio nello stomaco. 
Leo poi alzò gli occhi blu e spalancò leggermente la bocca, boccheggiando:
Quella era... una corona? Stava parlando con qualcuno di importante della famiglia reale?

«Tu sei...?»
L'aliena si alzò immediatamente il cappuccio sulla testa, dandogli così le spalle «Solo Yin andrà bene.»
Leonardo le andò incontro e le si mise di fianco
«Q-quindi... cosa ci fa da queste parti, principessa?»
Proprio non ce la faceva a non attuare le buone maniere, soprattutto in quella situazione
«Si è per caso persa?» continuò la tartaruga.
Lei lo guardò, chiudendo e riaprendo gli occhi.
Aveva immaginato che lui avrebbe continuato a chiamarla in quel modo. Probabilmente il fatto che fossero due sconosciuti contribuiva maggiormente a fargli utilizzare quel titolo su di lei. 

Yin alzò gli occhi al cielo ed osservò le stelle: poteva intravederne una che, lontana lontana, dava faccia al suo pianeta natale. Shirona. Lontano ben diecimilioni di galassie dalla Terra. 
Successivamente lei spostò lo sguardo su Leonardo «Non proprio.»
«Capisco...» rispose Leo che, nel mentre, continuava a scrutarla. Non gli sembrava affatto una persona cattiva, a vedersi, sebbene non riuscisse ancora a capirne le vibrazioni.
Più che altro... le sembrava parecchio chiusa in se stessa. Come se si sentisse intrappolata in una gabbia; una gabbia difficile da poter aprire. Questo gli portava alla mente se stesso: il suo ruolo di Leader, le troppe responsabilità che con la morte del suo Sensei, di suo padre, si erano parecchio intensificate, le quali erano ricadute tutte sulle sue spalle.  
«Non credo lei abbia un posto dove andare.»
«No» rispose lei, inclinando il capo di lato.
«Beh, allora... sì, insomma: potremmo ospitarla io e miei fratelli. Lo spazio è grande, non sarebbe affatto un problema!»
Yin rimase in silenzio. Davvero non si spiegava del perché di tutto quell'interessamento.
Che stesse seguendo l'istinto? Tipico di Leonardo, ma questo la principessa non poteva di certo saperlo, non lo conosceva ancora per poter dare giudizi affrettati. 
Però voleva aiutarla e, sebbene lei non mostrasse alcuna emozione, trovò quel gesto notevole e si sentì lusingata. 
Quindi si girò totalmente verso di lui e con le mani poggiate sullo stomaco, si esibì in un leggero inchino.
Leonardo strabuzzò leggermente gli occhi. Quei movimenti, quella leggiadria... erano tipici della cultura giapponese e ciò lo sorprese molto.
Quindi esisteva un posto, le cui origini, erano molto simili alla cultura del Sol Levante? 
Immediatamente, anche Leo fece lo stesso, le braccia dritte lungo il corpo.
Yin disse una parola, «Erishito», e Leonardo poté ben intuire a cosa significasse.
«Grazie» gli tradusse la principessa, mentre Leo gli sorrideva in modo gentile. 

* * *

«CHE COSA?!» sbottò furibondo Raffaello, sul divano assieme a Mona Lisa, alzandosi di scatto ed andando incontro al fratello «Ora tu mi spieghi perché hai portato una totale sconosciuta qui nel nostro nascondiglio!»
«Calmati e lasciami spiegare» iniziò Leonardo.
«SONO. CALMO» rispose Raph, praticamente urlando, incrociando le braccia sul piastrone «Huh?» fece poi, spalanco ancor di più gli occhi verdi.
«Grazie dell'ospitalità» affermò Yin, in ginocchio sull'entrata del rifugio, con la schiena bassa e con un portamento pacato e leggero.
Intanto, Karai, che era stata nel dojo ad aspettare Leonardo, si mise accanto a Mona Lisa, di fianco al divano.
E quella chi era?
Notò che Leonardo la aiutò ad alzarsi ma fece finta di niente e roteò gli occhi altrove.
Più tardi le avrebbe dato delle spiegazioni.
 
 
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