bsd summer
Intro: La
sabbia che scotta, il rumore delle onde, la bancarella ambulante che
vende gelato e granite... Atsushi non avrebbe potuto chiedere niente di
meglio per festeggiare quel giorno di improvvisa libertà che
il
signor Kunikida aveva concesso ai membri dell'Agenzia dei Detective
Armati... Peccato che la scomparsa di Dazai mandi all'aria tutto! E il
nostro giovane detective si ritroverà, suo malgrado, a
doverlo
cercare in lungo e in largo per tutta la spiaggia.
Liberamente ispirata all'evento estivo di Bungou Mayoi; si ringrazia la
noia di un giorno di ferragosto, il mal di pancia di un'amica e il
sentirsi giù di morale di un'altra che mi hanno impedito di
uscire, più i miei continui fail nello scoutare a Mayoi dove
ogni volta spero di trovare Dazai e Dazai non c'è mai, per
tanto da lì è nata... codesta cosa?
Non aspettatevi chissà che cosa... si tratta pur solo di una
lettura estiva. ^.^
Disclaimer:
I personaggi qui menzionati non mi appartengono.
SPIAGGIA DI GUAI
(o meglio... la prima volta di
Atsushi al mare)
Atsushi non avrebbe davvero potuto chiedere niente di meglio per quel
giorno.
La
sabbia che scottava, il rumore dell'infrangersi delle onde, il
chiacchiericcio dei bambini, le conchiglie trovate sul bagnasciuga
assieme a Kyouka e Kenji, la bancarella che vendeva gelato,
granite e bibite fresche...
Per
lui, che il divertimento da spiaggia nemmeno sapeva cosa fosse, non
essendoci per giunta mai stato, tutto
questo poteva benissimo essere paragonato al paradiso.
Certo,
quella mattina, quando aprì le porte dell'ufficio
dell'Agenzia,
non avrebbe mai pensato che le cose avrebbero preso una piega
così inaspettata; difatti si trovò di fronte a
uno
scenario del tutto insolito, per quanto abitudinario: il signor
Kunikida che stava letteralmente pregando il signor Rampo,
supplicandolo di risolvere l'ennesimo affidatogli
per non infangare il buon nome dell'Agenzia.
Ma
il signor Rampo Edogawa, di liquidare quel caso, di voglia proprio non
ne aveva; anzi continuava a sventolarsi con un ventaglio di carta,
lamentandosi del caldo, dicendo che non avrebbe sbrigato alcun nuovo
incidente, almeno fino a quando non avrebbe riempito il suo stomaco di
delizioso gelato, accompagnato da una montagna di ghiaccio tritato.
Il
signor Kunikida si offrì persino offerto di andarglielo
comprare, ma questo fece irritare ancora di più Rampo che,
guardandolo con una smorfia amareggiata sul viso, gli puntò
un
dito contro.
"Pensi
che del gelato, comprato da una bancarella qualunque, sia migliore di
quello gustato su una spiaggia e accompagnato da un buon cocktail
fruttato?"
"Colpito e affondato." Pensò
Atsushi quando vide Kunikida spalancare gli occhi e annotare quella
nuova scoperta sul suo taccuino.
Così
erano finiti sulla spiaggia di Yokohama, per la felicità di
Rampo e di tutti gli altri membri dell'Agenzia; un po' meno per quella
di
Kunikida che, ancora una volta, si era visto il suo perfetto programma
giornaliero venire sventrato, e stavolta da qualcuno che non era
nemmeno Dazai.
Nonostante
tutto Atsushi era davvero contento di trovarsi lì: era bello
vedere Kyouka sfoggiare una canotta estiva a balze e tenere i capelli
legati da dei fermagli a forma di girasole, mentre correva a piedi nudi
sulla sabbia e si dilettava a divorare dei ghiaccioli; così
come
era bello scorgere la dottoressa Yosano rilassata sotto al sole,
nell'intento di prendere una tintarella; mentre Kenji si buttava in
acqua con una rete da pesca e si divertiva a tirare su pesciolini per
poi lasciarli andare; persino Rampo si era quietato,
diventando lo
spacciatore di gelato preferito da Kyouka.
Atsushi mentalmente pregò che ai due non venisse il mal di
pancia ad andare a sera.
Solo Kunikida fu
l'unico che non sembrava sciogliersi: difatti continuò a
impartire ordini a destra e a sinistra; cose come "Kenji!
Non buttarti in acqua, hai appena mangiato!" o "Non penserete mica di
fare il bagno senza prima aver fatto dell'esercizio fisico?"
Fortunatamente,
verso mezzogiorno, i due fratelli Tanizaki sopraggiunsero portando
il pranzo al sacco per tutti, Atsushi già si vide con
l'acquolina alla bocca.
"Un momento..."
Dichiarò Kunikida all'improvviso, spingendo in alto gli
occhiali. "Non manca qualcuno all'appello?"
I restanti detective
dell'Agenzia si guardarono l'uno verso l'altro, cercando di capire a
chi Kunikida si stesse riferendo.
Al Presidente, forse? Eppure il signor Fukuzawa si era recato fuori
città per un affare molto importante e tutti loro lo
sapevano.
Magari
si trattava della signorina Haruno, ma il giorno prima aveva
esplicitamente dichiarato che si sarebbe presa un giorno di ferie ed
era impossibile che Kunikida se ne fosse scordato.
La spina dorsale di
Atsushi fu attraversata da un brivido per nulla rassicurante.
"Mi
sto riferendo a quel nullafacente macchina-sprecabende di Dazai!"
Sbraitò. "Si può sapere dove diavolo si sarebbe
cacciato?"
"Lo sapevo..."
Sospirò mentalmente Atsushi, incurvando le spalle.
"Oh,
andiamo!" Tentò di sdrammatizzare Yosano, sventolando una
mano
in aria. "Lo conosci. Sarà già sdraiato sul
fondale del
mare, o perso in qualche bar mentre cerca di convincere le ignare
cameriere a commettere suicidio con lui."
"Più che altro: ma ci
è venuto anche lui in spiaggia?"
Rimuginò Atsushi spostando lo sguardo da Yosano al detective
occhialuto.
Tale
risposta non soddisfò affatto Kunikida che finì,
invece,
per esagitarsi maggiormente, urlando ai quattro venti come aveva
usato il budget giornaliero dell'Agenzia per comprare il cibo del
pranzo, dividendolo equamente per i presenti, tenendo conto delle
necessità alimentari di ognuno e delle calorie che sarebbero
servite per affrontare al meglio quella giornata di mare, sotto al
sole.
"Ed
è inammissibile che quello stolto di Dazai mi mandi all'aria
tutto, dopo che ho progettato questa giornata nei minimi dettagli!"
Atsushi vide Kunikida
girarsi inquietantemente nella sua direzione e subito gelò
sul posto.
"Tu,
moccioso! Vai e cerca Dazai, trovalo nel minor tempo possibile e,
ricorda, fino a che non torni nessuno toccherà il pranzo,
intesi?"
Un lamento generale si
levò nell'aria, lamento di cui Atsushi non si avvide a
partecipare, vista la sua nuova, sfortunata, missione.
"Eeeeehh?"
Nel
giro di dieci minuti tutti tornarono a fare quello che stavano
già
facendo: Yosano a prendere il sole, Kenji e Kyouka a pescare
pesciolini, Rampo a riempirsi di granita e i fratelli Tanizaki a...
pomiciare sotto l'ombrellone.
Tanto
sapevano che Kunikida difficilmente avrebbe ceduto, visto il suo alto
livello di nervosismo. Solo Atsushi rimase imbambolato sul posto,
in balia degli eventi e con la perenne domanda in testa del "E adesso cosa faccio?"; colpendosi
le guance da solo convenne che autocommiserarsi non avrebbe portato
alcun risultato, perciò si sarebbe gettato a capofitto in
quella
missione: avrebbe trovato Dazai e poi si sarebbe riempito la pancia con
il pranzo che Juunichiro e Naomi avevano comprato per tutti loro.
Pieno
di fiducia in se stesso decise di tagliare immediatamente la testa al
toro avvicinandosi al signor Rampo. Era certo che le sue
ultra-deduzioni gli avrebbero fatto trovare il signor Dazai in un
baleno, così finalmente tutti si sarebbero riuniti in
cerchio
per mangiare e la giornata sarebbe proseguita nel migliore dei modi.
"Ehm,
Rampo-san..." Lo chiamò timidamente Atsushi sperando di non
disturbare troppo il detective pupillo dell'Agenzia, fin troppo
impegnato a versare una quantità esagerata di ghiaccio
tritato
nel contenitore della sua prossima granita.
"Zitto,
Atsushi! Per colpa tua sarò costretto a saltare il pranzo.
Non
guastarmi il mio spuntino con la mia granita."
Atsushi
ridacchiò nervosamente -da quando in qua era
colpa sua, poi?-,
ma decise di fare finta di nulla e di proseguire il suo discorso.
"Mi
stavo giusto chiedendo se lei avesse qualche indizio da darmi su dove
trovare il signor Dazai, così che possiamo metterci tutti
quanti
a pranzare il prima possibile." Atsushi tentò timidamente di
fare leva sulla questione cibo per convincere Rampo a risolvere il caso
della scomparsa di Dazai; pensò persino di aver colpito nel
segno quando lo vide spalancare gli occhi e, per una volta tanto, si
sentì vittorioso.
Peccato che Rampo si
girò annoiato dall'altra parte.
"Non mi va."
Talmente
bella da essere vera, quella sensazione di vittoria, che Atsushi
avvertì una forza macigna fargli sprofondare i piedi nella
sabbia.
"Ma
perché?" Si lamentò Atsushi ad alta voce,
indirizzando
quella domanda più che altro a se stesso che al signor
Rampo.
Rampo
sbatté le mani contro il bancone della bancarella ambulante.
"Ho lasciato gli
occhiali in ufficio! E senza quelli la mia Abilità non
funziona!"
Forse
c'era ancora una speranza, si disse mentalmente Atsushi. Magari bastava
fare leva sull'orgoglio di Rampo, dargli un contentino, qualsiasi
cosa... a Rampo non servivano i suoi occhiali per avere in cambio le
sue deduzioni; bastava smuoverlo un po' e il gioco era fatto.
"Oh,
uhm, sono certo che il signor Rampo sia in grado di usare la sua
Ultra-Deduzione anche senza i suoi magnifici occhiali. Anzi, sono
sicuro
che, se ci provasse..."
Ma
l'insistenza che Atsushi gli riservò non fece altro che
alimentare l'indisponenza di Rampo, unito al fatto che stava per
pregustare la sua deliziosa granita ed era invece stato interrotto.
Alzando ancora più la voce, come un bambino petulante, e
sbattendo i piedi a terra, Rampo iniziò a dare delle
escandescenze.
"Se
ho detto che non mi va, non mi va! Vuoi un consiglio? Allora gira in
lungo e in largo per la spiaggia, prima o poi lo troverai! E ora via,
sciò!"
Atsushi
incassò sconfitto la testa nelle spalle: era inutile
continuare con il detective in quello stato.
"Oookkk..."
Abbandonato
Rampo, Atsushi si era perso nel contemplare la vastità della
spiaggia: non importava se rivolgeva gli occhi a destra o a sinistra,
il litorale rimaneva fin troppo lungo per essere perlustrato a piedi,
le persone che lo popolavano erano fin troppe e, se proprio voleva dare
retta alle parole della dottoressa Yosano, c'erano troppe donne e
ragazze in bikini che rispettavano i canoni dei gusti femminili di
Dazai Osamu.
Atsushi avrebbe anche potuto fermare qualsiasi donna, di passaggio
vicino alla riva, per chiedere se uno strano tizio con manie suicide le
avesse avvicinate, ma ci sarebbe voluto fin troppo tempo, e non era
nemmeno sicuro che quella fosse la pista giusta da usare.
Immerso in questi ragionamenti non si accorse di essere finito a
sbattere contro le gambe di Yosano che, sdraiata sulla sabbia con
l'ausilio di un telo da mare, si godeva beatamente il sole.
"Mmm, ma che cavolo, Atsushi-kun... fai attenzione a dove cammini."
Mormorò lei stiracchiando le braccia.
Atsushi si scusò per la sua sbadataggine, ma la dottoressa
non
sembrò avvidersene. Al contrario, si girò sulla
pancia
decretando che era arrivato il momento di cambiare posizione, se non
voleva ritrovarsi con una fastidiosa abbronzatura non uniforme.
"Atsushi-kun, saresti così gentile da mettermi la crema
nella schiena? La trovi lì, dentro la mia borsa."
Il ragazzo acconsentì e si chinò per estrarre
fuori il
flacone di protezione solare da una tasca del borsone, per poi versarne
una generosa quantità di crema sulle mani, iniziando a
spalmarla
sulla schiena di Yosano partendo dalle spalle e scendendo verso il
basso.
"Come immaginavo le tue mani sono davvero morbide... mi verrebbe quasi
voglia di amputarle e studiarle." Mormorò la donna con voce
assonnata, strappando un'ulteriore risatina nervosa ad Atsushi. Le mani
gli servivano ancora.
"A proposito, Yosano-san..."
La donna annuì, capendo immediatamente cosa il giovane volle
dirle.
"Sì, lo so. Hai chiesto consiglio a Rampo su dove trovare
Dazai,
ma non è andata come speravi e ora ti ritrovi con un pugno
di
mosche al naso. Lo so."
"Già..." Asserì Atsushi desolato, finendo di
massaggiare la crema.
"Sei stato sfortunato. Rampo non desidera affatto essere disturbato
mentre sta mangiando..."
"E considerando che
passa il tempo sempre a mangiare, non vuole essere disturbato mai." Osò
pensare Atsushi nella sua testa.
"...ma forse io posso darti qualche consiglio." Yosano
terminò
la frase biascicando le ultime parole.
Atsushi si illuminò
talmente tanto dalla gioia, per quell'aiuto inaspettato, che
finì per afferrarle il polso istintivamente, nella speranza
che
la donna non si addormentasse senza prima aver finito il discorso.
"Davvero? E dove?" Domandò alzando, senza volerlo, la voce:
non
poteva lasciarsi sfuggire quell'opportunità, per nulla al
mondo!
Scacciando via la presa di Atsushi, Yosano si coprì gli
occhi
con una mano per ripararli dal sole, nel frattempo sollevò
l'altro braccio puntando il dito un punto in lontananza. Yosano
additò una fila di scogli posti al termine della spiaggia,
erano un
po' lontani, sì, ma in realtà neanche tanto. I
scogli
più in basso erano occupati da persone intente a pescare o a
prendere il sole, quelli posti più in alto, beh...
"Li vedi anche tu quegli scogli belli alti? Non sono perfetti per chi
si vuole buttare in mare? Che dici? Magari vale la pena andare a darci
un'occhiata?"
Atsushi si mise immediatamente in piedi. Effettivamente, a guardarli
bene, quegli scogli sembravano perfetti per uno che voleva tuffarsi in
acqua. Su alcuni di questi c'erano persino dei ragazzi che si
divertivano a gettarsi in mare sfruttando l'altezza; non che Dazai si
sarebbe lanciato da lì per divertimento, però
poteva
esserci la possibilità che, vedendoli, il suo istinto
suicida
avesse preso il soppravvento.
"La ringrazio, dottoressa Yosano! Questa è un'ottima pista
da seguire!"
Di sicuro non c'era molto tempo da perdere, e Atsushi di tempo ne perse
fin troppo, così decise di incamminarsi velocemente verso
quegli scogli. Peccato che dopo appena un passo ruzzolò a
terra,
sollevando un polverone di sabbia, e non capì come avesse
fatto
a inciampare. Se ne accorse soltanto quando vide la mano di Yosano
stretta intorno a una sua caviglia; Atsushi la guardò
dubbioso e
fu allora che si spaventò seriamente a causa del sorriso
sinistro con cui la donna deformava il suo viso.
"Oh, e ancora una cosa, Atsushi-kun. Quando troverai il suo cadavere
portamelo, ok? Sono anni che smanio di vivisezionarlo vivo, ma non
riesco ad avvicinarmi a lui a causa della sua Abilità,
magari da
morto..."
Atsushi non seppe nemmeno cosa dire a riguardo, per questo non disse
nulla. Si rialzò soltanto per allontanarsi da lei il prima
possibile, prima che la mente perversa del medico dell'Agenzia pensasse
a chissà cosa e lui si ritrovasse, suo malgrado, coinvolto.
"Mi dispiace,
Yosano-san. Ma questo davvero non posso farlo."
Mentre correva verso gli scogli, di certo Atsushi non
avrebbe
mai immaginato che la sua disperata ricerca avrebbe subito nuovamente
un
rallentamento.
Lo capì soltanto quando vide Kenji chiamarlo e venirgli
incontro; Atsushi avrebbe potuto benissimo ignorarlo, ma Kenji si
dimostrò essere sempre un angioletto puro e aggraziato,
sopprattutto
con quel sorriso candido e sincero che sapeva esibire in pubblico fin
troppo bene. Nemmeno Atsushi, che comunque era un giovane puro e di
buon cuore, seppe resistergli, per questo i suoi piedi si arrestarono
immediatamente dalla corsa verso gli scogli. Chissà che cosa
aveva fatto ora di male per subirsi anche Kenji.
"Dannazione." Imprecò
mentalmente, e gli scogli lo salutavano ancora da lontano.
(per
la gioia, o forse no, di Atsushi questa storia deve continuare...)
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