CAPITOLO
1: ABBANDONO
L'uomo
aprì la porta,
esausto, e quello che vide, gli fece sgranare gli occhi.
C'era
suo nipote seduto
sul divano con indosso la giacca di pelle nera, un'enorme valigia e
la sua preziosa chitarra di fianco.
“Ah,
finalmente sei
tornato.” disse semplicemente il giovane, alzandosi,
mettendosi la
chitarra sulle spalle e prendendo la valigia.
“Dove
vai?” domandò,
incredulo, l'uomo e l'altro rispose: “In qualunque posto
lontano da
qui.” “Cosa?!” “Mi hai sentito,
nonno. Ormai sono maggiorenne
e posso farlo.” “Ma... e tuo fratello?”
“Lo mollo qui. Che
domande.” “Non puoi farlo! E' ancora
piccolo!” “Sai quanto me
ne frega!” “Ti prego, ripensaci. Non farlo. I
vostri genitori...”
“STA' ZITTO!!!”
L'urlo
si sentì per tutta
la casa e, subito, si sentì un urlo potentissimo.
“Si
è svegliato.”
disse l'uomo, correndo in direzione dell'urlo, seguito dal nipote, il
quale sibilava: “Stupido moccioso...”
In
una piccola culla, un
bambino urlava a tutto volume.
“E
TACI UNA BUONA
VOLTA!!” urlò, adirato, il fratello ma l'altro,
per tutta
risposta, lo afferrò per i capelli.
“AHIA!!!
BRUTTO
PICCOLO...!!!” urlò il più grande,
adirato, e il nonno gli disse:
“Credo che abbia capito che tu te ne voglia andare e non
vuole...”
“CHE SE NE VADA AL DIAVOLO!!!”
Poi,
guardando con
profondo odio il fratellino, sibilò: “Lasciami
stare! Io non ti
voglio vedere! Io ti odio!”
Sentendo
quelle crudi
parole, il piccolo lasciò la presa.
Non
aveva capito nulla
delle parole del fratello maggiore ma quel suo tono gli aveva fatto
capire che non lo amava.
Il
nonno, sentendo quelle
parole, tentò di farlo ragionare: “Non prendertela
con lui... non
ha alcuna colpa per quello che è successo...”
“INVECE SI'!!!
TUTTO QUELLO CHE E' SUCCESSO E' STATA COLPA SUA!! SE QUEL DANNATO
MOCCIOSO NON FOSSE MAI NATO I MIEI GENITORI SAREBBERO ANCORA VIVI!!
E' TUTTA COLPA SUA!! NON VIVRO' UN ALTRO GIORNO CON QUELLA
COSA!!”
Poi,
voltandosi di scatto,
si diresse verso la porta di casa e la sbatté con tremenda
violenza.
L'uomo
rimase in silenzio,
cullando il piccolo.
Purtroppo,
aveva preso la
sua decisione e non doveva assolutamente intromettersi... tuttavia,
gli sarebbe piaciuto che i suoi nipoti vivessero insieme...
Prese
dalla sua giacca una
scatola di sigarette e cominciò a fumarne uno.
Era
adirato.
Quel
dannato moccioso che
tutti si ostinavano a dire che fosse suo fratello, gli aveva solo
rovinato la vita.
Per
colpa sua, nessuno
l'aveva più amato... tutti preferivano l'altro
perché era più
piccolo e nessuno si accorgeva di lui... poi i suoi genitori erano
morti per colpa di quel piccolo mostro...
Non
poteva assolutamente
perdonarlo!
Alzò
la testa e si mise a
osservare il cielo notturno pieno di stelle.
Non
aveva la più pallida
idea di quale sarebbe il suo destino da quel momento in poi, ma una
cosa era certa.
L'avrebbe
trovato il senso
della sua stupida vita.
E
senza uno stupido
moccioso di tre anni tra i piedi. |