★ Iniziativa: Questa
storia partecipa al “In Vino Veritas” a cura di
Fanwriter.it.
★ Numero Parole:
4.099
★ Prompt:
10. Da ubriaco, A tira fuori doti canore inaspettate.
Sing
For You
-
Al naso di Sehun e alle orecchie di Chanyeol!-
Un
coro allegro si levò e uno scintillio di vetri trasparenti e
colorati sovrastò la
tavola, mentre le bottiglie di birra e i bicchierini di soju
tintinnavano gli
uni contro gli altri.
-
E alla pelata di Kyungsoo non brindiamo?- chiese ridacchiando Jongdae,
prima di
prendere il primo sorso.
Baekhyun
non si mosse dalla sua posizione rilassata al centro del divanetto e
ribatté,
prima di bere a sua volta: - Alla pelata di Kyungsoo devo riservare un
brindisi
più tardi, con qualcosa di più forte.-
Dopo
queste parole, Baekhyun sorrise in modo stupido proprio verso il suo
amico, per
poi accarezzargli la testa su cui c’era un sottile strato di
capelli neri.
Kyungsoo non reagì in modo particolare; si limitò
a lanciargli un’occhiata
perplessa prima di prendere un gran sorso di birra.
-
Wow, vacci piano con quella roba … - commentò
Sehun dall’altra parte del
tavolo. - Sbaglio o non sei un gran bevitore?-
-
Non sono neanche schizzinoso.- spiegò Kyungsoo, continuando
a bere con
tranquillità.
-
Ah!- Baekhyun balzò di nuovo in piedi con il bicchiere
sollevato, anche se già
vuoto, e tutti gli diedero nuovamente attenzione. - Brindiamo anche a
un’altra
cosa: il nostro futuro debutto!-
-
Al nostro debutto!- ripeterono tutti in coro, prima di bere ancora.
Jongin
fece dondolare l’ultimo sorso di birra nella sua bottiglia,
guardandosi intorno
con un sorriso leggero. Immaginò di riunirsi con i suoi
amici di nuovo dopo
qualche anno, sempre in quel locale e sempre con
quell’entusiasmo, per brindare
al successo in campo musicale che avevano sempre sognato. Fin da
ragazzi
avevano viaggiato con la mente e sperato di cantare, ballare o
recitare; spesso
avevano anche pensato di mettere su un gruppo. E così alcuni
avevano già
intrapreso la strada per il debutto, facendo domanda alla migliore
accademia di
musica della città.
-
Sehun, se diventi un ballerino, come farai a debuttare con noi in un
gruppo?
Sarai il nostro maknae muto?- lo provocò Minseok ridendo.
L’altro
gli diede un calcio da sotto il tavolo. - Ehi, farò carriera
anche senza
cantare! Ballerò nei teatri di Las Vegas e Tokyo.-
-
Uh, sogni in grande … - commentò Junmyeon,
compiaciuto. - E tu, Kyungsoo? Dove ti
piacerebbe cantare?-
L’amico
ci mise un po’ a rispondere, indeciso sul come porsi.
-
Ecco … veramente, ragazzi, non penso di iscrivermi
all’accademia con voi.-
Si
sollevò subito un boato profondo, che fece tremare le pareti
da quanta
delusione trasudava. Jongin era rimasto in silenzio, poiché
in quel momento
stava finendo di bere la sua birra.
-
Ma come, proprio tu?- protestò Jongdae, ma lui scosse solo
il capo di poco,
prima di farsi passare la bottiglia del soju e abbandonare subito
l’argomento con
una scrollata di spalle.
-
Che peccato … beh, meno concorrenza per me.- fece Baekhyun,
guadagnandosi una
risata e qualche spintone.
La
serata proseguì su quel tono. I giovani ragazzi ormai uomini
si raccontarono
storie vere e storie inventate, risero delle loro sciocchezze
quotidiane e
piansero delle loro piccole sconfitte, complice l’alcol che
abbassava le loro
difese.
Minseok
si era alzato per ballare insieme a Junmyeon e Baekhyun; Sehun e
Jongdae
giocavano a chi batteva prima gli occhi e Chanyeol faceva chiacchiere
spicciole
con Jongin. Da una buona mezz’ora, Kyungsoo era rimasto in
silenzio, ascoltando
gli altri e continuando a bere, chiuso nei suoi pensieri.
-
Ora, non è che se Baek ha un corgi, io devo avere un alano
… ognuno ha le s-
La
profonda riflessione di Chanyeol fu interrotta improvvisamente da un
acuto a
tutto volume, che lo fece saltare sulla sedia. Sbarrò gli
occhi insieme a
Jongin che lo stava ascoltando e i due, stupiti, si voltarono verso la
fonte
del suono.
Kyungsoo
era seduto al centro del divanetto, la nuca rilassata e il collo
piegato
all’indietro, una bottiglia di soju in mano e gli occhi
chiusi. Cantava, cantava
mettendoci tutto il fiato che aveva in corpo, cantava come se ne
dipendesse il
suo domani, cantava come se tutto il mondo dovesse sentirlo.
Tutti
intorno a loro si fermarono da ciò che stavano facendo e si
misero ad
ascoltarlo. Kyungsoo cantava a squarciagola una canzone
d’amore, di quelle che
avevano ultimamente sentito in radio, e stava davvero dando il meglio
di sé.
Smise tra una strofa e l’altra per prendere un sorso di soju
e in quel momento
rientrarono Minseok, Junmyeon e Baekhyun dalla pista da ballo.
-
Wow!- commentò quest’ultimo. - Questa non me la
posso perdere!-
Prese
il cellulare e cominciò a registrare un video, mentre
Kyungsoo riprendeva il
suo canto spassionato, senza curarsi minimamente delle reazioni altrui,
né in
generale di ciò che gli accadeva intorno. Cantava, cantava e
basta, ed era un
canto incredibile.
Durante
gli ultimi versi, alcuni dondolarono con la testa per seguire la
melodia e alla
fine fecero un grande applauso, che però Kyungsoo
sembrò quasi non udire. Si
rimise seduto composto e sfoderò un sorriso ebete, prima di
lasciar scappare un
singhiozzo e alzarsi per andare in bagno.
-
E dice di non voler venire in accademia con noi … -
commentò Chanyeol. - E’ uno
spreco!-
L’unico
che in tutto ciò non aveva mosso una virgola era Jongin, il
quale era rimasto a
bocca aperta, incapace di parlare. Non avrebbe mai e poi mai
dimenticato la
voce di Kyungsoo e non avrebbe mai potuto essere più
d’accordo con le parole di
Chanyeol.
La
mattina dopo, nell’appartamento di Sehun che si era offerto
di ospitare chi non
avrebbe potuto guidare fino a casa, era un continuo russare. Jongin si
svegliò
per via di alcuni rumori fuori dalla stanza degli ospiti dove si
trovava. Si
alzò e combatté contro i torpori e i dolori
post-alcol e si affacciò
stancamente in cucina.
Chanyeol
aveva il respiro pesante e dormiva a bocca aperta sul divano
– Baekhyun sopra
la sua schiena in una posizione simile che dormiva beato.
Dall’altra stanza si
sentiva Sehun russare più forte, mentre dalla porta
sbucò Kyungsoo, già pronto
e vestito, sul punto di uscire.
Fu
la prima persona sveglia che vide Jongin e il suo canto melodioso gli
saltò
alla mente di colpo. Scuotendo il capo, cercò di scrollarsi
il sonno di dosso e
si avvicinò.
-
Aspetta … stai andando a casa?- mormorò, per non
svegliare gli altri.
L’amico
non fu troppo sorpreso di vederlo ed annuì. - Sì,
non voglio disturbare oltre …
e nemmeno subire questa tortura.- alzò gli occhi al cielo,
riferendosi a come
Sehun spaccava i muri da quanto russava.
-
Kyungsoo, tu … - esordì ancora Jongin, passandosi
una mano sul volto ancora
accartocciato dal sonno.
Prese
un respiro profondo e si decise a ricomporsi.
-
Kyungsoo, perché non ti sei iscritto con gli altri
all’accademia di musica?-
chiese. - Hai una voce fantastica, diventeresti sicuramente un
cantante.-
-
I-Io?- fece il più basso, sbattendo i grandi occhi scuri. -
Oh, no, non sono un
granché.-
Jongin
lo guardò storto.
-
Ma come, non sei un granché? Ieri sera ci siamo fermati
tutti ad ascoltarti,
sei bravissimo!-
-
Ieri sera io non ho cantato.- ribatté Kyungsoo,
imbronciandosi.
Jongin
lo guardò confuso. Lui aveva cantato eccome, e anche con una
voce splendida.
Forse non lo ricordava, perché aveva bevuto?
-
Tu hai cantato, e anche molto bene.- insistette Jongin.
-
Ti dico di no.- ripeté invece Kyungsoo, stringendosi nella
giacca che aveva già
indosso. - E adesso scusami, ma devo tornare a casa.-
Con
quella frase detta con tono freddo, il moretto lasciò
velocemente casa di
Sehun, senza mai alzare gli occhi verso un Jongin deluso e preso alla
sprovvista.
A
dispetto delle aspettative, Jongin rimase con quel dubbio in testa a
lungo. Per
tutta la giornata, ma anche per tutta la settimana. Ci pensava sempre,
ormai.
Possibile
che Kyungsoo si fosse dimenticato di aver cantato quella sera? Ma
soprattutto,
possibile che non sapesse di avere una voce come quella?
Se
si sforzava, riusciva a ricordare quel timbro profondo e chiaro. Come
poteva un
talento del genere venire sprecato? Jongin aveva intorno amici che del
canto o
del ballo avrebbero voluto fare il loro mestiere; gli suonava
così strano che
Kyungsoo non volesse unirsi nell’impresa.
Niente,
proprio non capiva.
-
Jongin? Ehi, Jongin!-
Sobbalzò
a sentirsi chiamare da Sehun e tornò velocemente alla
realtà, ringraziando per
il caffè take-away che gli era appena stato offerto.
-
Jongin, che ti succede? Non hai la concentrazione neanche per
camminare.-
-
Perdonami.- sospirò e rise appena con imbarazzo. - Stavo
pensando a … -
Avrebbe
voluto continuare la frase, ma al fondo del marciapiede vide Junmyeon e
Kyungsoo che li stavano aspettando per andare insieme al centro
commerciale.
-
Kyungsoo!- esclamò Jongin, correndo per quei pochi metri che
mancavano per
salutare gli amici.
Questi
non ebbero il tempo di fare lo stesso, quando Jongin si
fermò di botto proprio
davanti a Kyungsoo, sovrastandolo quasi.
-
Kyungsoo, perché non canti?- fu la prima cosa che gli disse.
L’altro
lo fissò con gli occhi spalancati e un poco impauriti, solo
per un istante,
prima che essi diventassero più sottili e lui rispose:
-
Non hai bisogno di saperlo. Io non voglio cantare e basta. Te
l’ho già
ripetuto.-
-
Andiamo, non ha senso, hai una voce così bella e- Jongin
venne interrotto
bruscamente da un Kyungsoo scuro in volto che si era appena voltato per
proseguire la strada verso il centro commerciale.
-
Non so quante altre volte me l’avrai chiesto, ma la risposta
è sempre la
stessa: io non canto e mai canterò, Jongin.
Perché continui a domandarmelo?-
Se
si fosse fermato a pensarci, Jongin non avrebbe saputo dire
perché l’idea di
sentire di nuovo cantare Kyungsoo gli si era radicata in testa in quel
modo
quasi ossessivo. Non sapeva dire cosa fosse successo, da impedirgli di
dimenticare quella voce, ma una cosa era sicura: Kyungsoo era
più che consapevole
della fissazione dell’amico. Ogni volta che si vedevano,
Jongin non mancava di
menzionargli la questione e Kyungsoo si rifiutava di affrontarla.
Una
sera che Chanyeol aveva invitato tutti al karaoke non fece eccezione.
Non
era previsto che fossero tutti piegati in due a vedere come Sehun
cantava in
modo discutibile una canzone di un gruppo femminile, mentre Junmyeon la
ballava
senza perdersene una mossa, ma Jongin immaginò di non
doversi più sorprendere
dei risvolti che prendevano sempre le loro uscite.
-
Dai, chi canta la prossima con me?- esordì Jongdae,
alzandosi in piedi e
reclamando la scena.
Fu
l’occasione di Jongin per smuovere Kyungsoo dalla sua
posizione sul divano che
non aveva mai abbandonato.
-
Noi!- esclamò, cominciando a trascinare l’amico
per un braccio. - Cantiamo
insieme, Kyungsoo?-
Quest’ultimo
oppose resistenza, allontanando gentilmente la mano
dell’altro.
-
No, grazie, non mi va.-
-
Avanti! Sarà divertente!- cercò di convincerlo
Jongin con espressione
supplichevole.
-
Ti ho detto di no … -
-
Ti prego!-
Kyungsoo
avrebbe rifiutato con discrezione anche stavolta, ma aveva tanti,
troppi
tentativi alle spalle e sfortunatamente per Jongin quella fu la goccia
che fece
traboccare il vaso.
Mentre
i microfoni vennero presi d’assalto dalla maggior parte dei
presenti, Kyungsoo
si alzò in piedi all’improvviso e
fulminò Jongin con lo sguardo. Per un lungo
momento i due si fissarono, l’uno arrabbiato e
l’altro spaventato.
-
Jongin … ti ho detto che non canto. E’ chiaro?-
Con
quella frase cupa, il più basso lasciò la stanza
e si diresse verso il
corridoio del locale, dove c’era più
tranquillità. L’altro lo seguì senza
pensare, incurante delle reazioni che avrebbero potuto avere gli amici
a
vederli uscire.
-
Ma Kyungsoo … - esordì, quando lo ebbe trovato
nella scarsa luce del corridoio.
- Kyungsoo, io non capisco cosa c’è che n-
-
No, Jongin, sono io che non capisco!- replicò lui,
voltandosi di scatto con gli
occhi di fuoco e un vocione adirato che metteva un’enorme
inquietudine. - Non
so che cosa ti sia successo e non so perché continui a
chiedermelo, ma io non
canto. Non canto, Jongin! E non potrai mai farmi cambiare idea, quindi
per
favore, smetti di chiedermelo.-
Jongin
si sentì ferito come poche altre volte nella sua vita. Non
era nemmeno il tono
minaccioso con cui Kyungsoo gli aveva parlato a spaventarlo,
bensì il messaggio
che gli stava trasmettendo, e questo era ancora più
preoccupante.
-
Ma … ma sei bravissimo e … - mormorò
intimorito. - E se canti per noi, sarebbe
come se splendessi.-
Fu
molto strano sentire se stesso dire una cosa simile, nello stesso
momento in
cui la stava realizzando. Jongin voleva che Kyungsoo cantasse,
perché si
facesse notare. Voleva che Kyungsoo splendesse, in qualche modo.
Tuttavia,
lui non era della stessa idea.
-
Splendere? Io?- fece, rabbuiandosi in volto. - Baekhyun splende,
Jongdae
splende, perfino Sehun splende. Io non ne sono capace, Jongin, e non lo
sarò
mai. Non sono come loro, io non so stare al centro
dell’attenzione e non vale
nemmeno la pena che ci stia. Non voglio cantare, perché
è troppo per me sopportare
che così tante persone mi ascoltino. Non … non mi
piacerebbe.-
I
suoi grandi occhi neri finirono per puntare al pavimento, mentre la
fronte si
era corrugata tristemente e le braccia si erano raccolte intorno al
petto con
atteggiamento difensivo.
Il
cuore di Jongin si incrinò. Non aveva mai immaginato come
potesse sentirsi
Kyungsoo al pensiero di cantare, di mettersi in gioco in quel modo.
Cantare
significava liberare la propria voce, ma anche i propri sentimenti,
parti di se
stesso che non era pronto per mostrare agli altri.
-
Va bene.- disse Jongin infine, con un timido filo di voce e le spalle
basse. -
Non ti chiederò più di cantare. Ti chiedo scusa.-
Evitò
di guardarlo e di aggiungere altro, mortificato. Kyungsoo gli
lanciò una rapida
occhiata e non reagì, fiducioso del fatto che
l’amico avesse capito.
Poco
dopo, i due tornarono nella stanza dove gli altri stavano dando sfogo
alla loro
vena esibizionista. Tutto era di nuovo come al solito; anche Jongin
parlava e
scherzava con i suoi amici senza problemi e Kyungsoo era tornato
tranquillo e
sereno.
Jongin
non gli chiese mai più di cantare, ma aveva cominciato a
chiedergli molte altre
cose.
Gli
chiedeva come stava, se i suoi esami
all’università andassero bene, se lo
accompagnava a un mercatino di libri usati, se gli andava di bere una
cioccolata ogni tanto, se gli sarebbe piaciuto vedere un nuovo film al
cinema insieme
e se avesse voglia di vederlo allenarsi un po’ nel ballo in
attesa
dell’audizione per l’accademia di musica.
A
queste domande, Kyungsoo rispondeva sempre di sì.
I
due iniziarono a passare molto più tempo insieme, anche da
soli. Si sentivano
spesso e Jongin sembrava sempre pronto a iniziare una conversazione su
un nuovo
argomento, ogni volta che ne finivano un’altra. Era come se
avesse tante cose
che voleva disperatamente dirgli e sapere da lui, e Kyungsoo
rispondeva,
raccontava a sua volta dalla sua piccola e composta figura, ma senza
esitare.
Jongin
assorbiva ogni cosa di lui, ogni minuscolo dettaglio, e cercava di
capire ogni
giorno qualche piccolo motivo in più per cui avesse sempre
rifiutato di cantare.
O perlomeno, quello era stato il proposito iniziale … con il
passare del tempo,
Jongin aveva abbandonato l’idea e si stava interessando a
Kyungsoo per il
semplice fatto che, beh, lui era Kyungsoo.
-
Senti, per caso c’è qualcosa tra di voi?- gli
domandò Baekhyun senza preavviso,
mentre gli preparava un tè in cucina.
L’amico
sollevò casualmente lo sguardo dal cellulare. - Mmh? Noi,
chi?-
-
Tu e Jongin.- chiarì Baekhyun con un sorriso. - Siete sempre
insieme,
ultimamente, anche quando Jongin prova per l’audizione.-
Kyungsoo
arrossì per il leggero imbarazzo di quell’ipotesi
e scosse appena il capo.
-
No, siamo solo amici.- spiegò.
-
Capisco … -
Sembrava
che la questione fosse finita lì, anche perché
Baekhyun aveva smesso di parlare
per togliere l’acqua calda dal bollitore e versarla nelle
tazze con il tè.
Tuttavia, Kyungsoo continuò a provare una strana tensione
sulla pelle: con un
tipo come Baekhyun, non poteva stare tranquillo troppo a lungo.
-
Non è che ti ha finalmente convinto a metterti a cantare?-
chiese quello
infatti, sedendosi accanto a lui.
-
No, niente affatto!- sbottò l’altro con un
po’ troppa forza, infatti si riparò
subito dietro la tazza bollente dalla vergogna.
Baekhyun
ridacchiò, senza farsi intimorire dalla sua reazione.
-
Ah, è un peccato, però … avevi fatto
una gran bella figura quella sera al
locale.-
Kyungsoo
si bloccò con la tazza a mezz’aria. - Come?-
-
Non ti ricordi?- fece l’amico, aggrottando la fronte dopo un
sorso di tè caldo.
- Aspetta, ti faccio vedere.-
Il
moretto mise giù la tazza lentamente, tenendola tra le mani
nervose, con la
strana sensazione che Baekhyun stesse per mostrargli qualcosa di
importante.
Ricordava di aver cantato e ricordava anche di averlo negato la mattina
dopo,
ma ricordava anche di essere andato in bagno a piangere poco dopo aver
finito
la sua performance, perché aveva avuto una paura terribile
di sapere che cosa
avrebbero pensato gli amici di lui – e per questo aveva finto
di dimenticare.
-
Guarda … guarda e ascolta.- sussurrò Baekhyun,
porgendogli il suo cellulare e
facendo partire un video.
Le
mani di Kyungsoo tremarono a tenere entrambe il telefonino che mostrava
la scena
al locale, lui seduto malamente sul divanetto con una bottiglia di soju
in
mano. L’audio era molto buono e la voce che cantava era
talmente bella, forte e
gradevole che a stento la riconobbe come la sua.
Gli
si mozzò il fiato: per tanto tempo aveva creduto di essere
mediocre, di non
avere lo stesso talento dei suoi amici, di non potersi permettere
l’arroganza
di iscriversi alla più importante accademia di musica della
città. Si sentì un
codardo e uno stupido a non essersi valorizzato abbastanza, a non aver
dato
ascolto a chi gli aveva sempre detto di avere una bella voce da vero
cantante. La
cosa più spaventosa, però, era che in quel canto
ubriaco Kyungsoo udiva e
vedeva perfettamente tutte le crepe che aveva dentro, tutte le sue
debolezze e
i dubbi sulla sua giovane vita, ma pur essendo tutto ciò
chiaro come il sole,
si rese conto che la sua voce era bella comunque e quel canto piacevole
da
ascoltare.
Kyungsoo,
anche da ubriaco e stanco, in una spensierata serata con gli amici,
cantava ed
era come se splendesse. Cantava e lui, a riascoltarsi, provò
il desiderio di
cantare di nuovo.
Incredulo,
notò come i suoi amici nel video dondolassero il capo a
ritmo della sua
canzone, ma poi verso la fine notò anche Jongin. Era in un
angolo dell’inquadratura
e la sua figura era un po’ sfocata e vista di spalle, ma era
immobile e pareva
che stesse proprio fissando lui mentre cantava.
Già,
Jongin. Aveva insistito così tanto perché
Kyungsoo cantasse … e lui aveva detto
di no.
-
Ehi, che ti prende?- domandò Baekhyun, quando
l’amico chiuse gli occhi con una
smorfia di dolore ed abbassò la fronte.
L’altro
scosse il capo e gli sorrise brevemente.
-
Nulla, nulla. Ho solo capito un po’ di cose.-
Se
Jongin alzava lo sguardo, non rischiava più di venire
accecato dal sole
arancione della sera. Esso era infatti già tramontato dietro
i palazzi più
alti, creando un magnifico gioco di colori in cielo.
Il
panorama dalla collinetta del parco era incantevole a
quell’ora e i due amici
si erano seduti ad ammirarlo, prima di tornare a casa dopo un
pomeriggio di
chiacchiere e passeggiate. Chiuso nel giaccone, Jongin
sospirò ed incrociò le
gambe per stare comodo, perdendosi a guardare ogni dettaglio, dai
bambini che
giocavano sull’altalena un po’ più in
basso alle auto minuscole che
attraversavano le altrettanto minuscole strade in lontananza.
All’inizio,
quasi non lo riconobbe.
Un
canto dolce si levò nell’aria vicino a lui e
Jongin spalancò gli occhi nel
vuoto con un secondo di ritardo, a realizzare che cosa stava
succedendo. Con esagerata
lentezza e cautela, si voltò sorpreso verso Kyungsoo: aveva
gli occhi
socchiusi, puntati in avanti nella direzione in cui era tramontato il
sole, e
le sue labbra carnose si muovevano appena, lasciando uscire quel poco
di voce
che bastava per cantare delle poetiche parole racchiuse in una gentile
melodia.
Durò
meno di un minuto e quando quel piccolo pezzo di canzone
terminò, Kyungsoo
chiuse gli occhi del tutto e prese un respiro profondo, prima di
guardare un
Jongin sbalordito con le orbite spalancate e sorridergli timidamente.
-
Vedi … - esordì, titubante. - Temevo che cantare
mi avrebbe reso patetico e
vulnerabile. Invece, adesso che l’ho fatto, ho capito che
prima mi sentivo così
… ma adesso sono in pace con me stesso.-
Era
come se tutte le cose negative di Kyungsoo fossero magicamente tornate
al loro
posto, dopo aver cantato. Jongin parve cogliere l’importanza
di quell’evento e
sorrise, sorrise di cuore, prima di buttarsi ad abbracciare Kyungsoo.
-
Sei stato bravissimo!- esclamò, ridendo poi a lungo da
quanto era felice.
Aveva
sperato tanto di vedere quel lato nascosto di lui ed era
così bello sapere che
si era fidato abbastanza da farglielo sentire … quasi come
lo fu per Kyungsoo
sapere di poter aprire il suo cuore a Jongin e farsi stringere da lui
in quell’abbraccio
felice.
L’attesa
stava diventando snervante. Jongin cominciò a camminare
avanti e indietro con
agitazione e sobbalzava ad ogni movimento dalla porta
d’ingresso, quando
qualcuno entrava o usciva. Aveva finito da poco la sua audizione di
ballo e
sembrava essere andata bene, ma quasi gli importava di più
sapere che Kyungsoo
era stato ammesso all’accademia.
Finalmente
Kyungsoo uscì, in silenzio, a testa bassa e troppo piano
perché Jongin potesse
sperare. In un attimo gli fu davanti.
-
Allora??-
L’altro
sospirò e poi sollevò la fronte: stava sorridendo.
-
Sono stato ammesso!- annunciò orgoglioso, e con Jongin si
levò un grido di
entusiasmo e di contentezza.
I
due si abbracciarono stretti e dondolarono appena con i piedi.
-
E tu, come sei andato?- chiese il più basso, senza
sciogliere l’abbraccio.
Jongin
si allontanò quel tanto che bastava per poterlo guardare in
volto. -
Benissimo!-
-
Ah, sono felice!-
Si
sorrisero ampiamente, lasciando che dai loro occhi si sprigionasse la
più
grande gioia. Quando l’abbraccio si allentò, le
braccia di Kyungsoo rimasero
appoggiate alle spalle di Jongin, mentre le mani di
quest’ultimo erano ancora
intorno ai fianchi dell’altro. Entrambi sembrarono
particolarmente consapevoli
di quella loro posizione ed arrossirono di poco, ma preferirono non
pensarci
per non morire di vergogna.
-
Di certo saranno andati bene anche gli altri.- commentò
Jongin, per allontanare
la tensione, anche se la voce gli tremava un pochino.
Kyungsoo
annuì. - Ho sentito le loro audizioni e sono stati
fantastici.-
-
Ah, questo è un giorno bellissimo!- continuò
Jongin euforico, mentre l’altro ragazzo
tra le sue braccia lo guardava meravigliato. - Potremo restare tutti
insieme e
trascorrere le giornate a lezione, a cantare e ballare, e potremo
essere notati
da qualcuno di importante, magari Chanyeol conoscerà dei
compositori e allora
scriverà anche qualcosa per-
Il
discorso di Jongin venne troncato all’improvviso da un
brevissimo bacio. Un
piccolo schiocco, una carezza delle tenere labbra a cuore di Kyungsoo
sulle
proprie.
Il
futuro ballerino sbatté le palpebre e le sue guance presero
un vivace colorito,
mentre l’altro sorrideva con leggerezza.
-
A volte parli troppo.- gli disse a voce bassa e intenerita.
-
Oh.- fece soltanto lui, imbarazzato. - Allora … Allora
userò le mie labbra per
qualcos’altro.-
Jongin
si morse una delle labbra in questione e sorrise, chiedendosi se avesse
azzeccato la frase in quel momento importante, ma Kyungsoo chiuse gli
occhi per
un secondo e tornò serio.
-
Jongin.-
-
S-Sì?-
-
… la prossima volta, perché non mi baci e basta?-
domandò, arrossendo di più e
stringendosi nelle spalle.
E
fu allora che Jongin gli sorrise ancora, ma fu il sorriso
più incantato e perso
che potesse dargli, e con una semplice e breve risata si
abbassò per poterlo
baciare davvero. Kyungsoo lo accolse e ricambiò con piacere,
muovendo appena le
mani che erano rimaste finora appoggiate sulle sue spalle, fino ad
accarezzargli il collo e la nuca con dolcezza. Jongin lo
attirò a sé e gli
avvolse completamente la schiena tra le braccia, concentrato sulle sue
tenere
labbra piene e non intenzionato a staccarsene tanto presto.
Dietro
di loro, Baekhyun stava uscendo dopo che le audizioni erano finite, e
restò a
bocca aperta a vedere la scena. Tentò di commentare ad alta
voce, ma Chanyeol e
Jongdae lo fermarono in tempo con un gesto, sorridenti.
Che
poi dovettero loro stessi intervenire per farli smettere di baciarsi,
dal
momento che non volevano proprio smettere, è
un’altra storia.
~
Fine ~
I KaiSoo andavano
graziati con qualcosa di sostanzioso, bimbi stupendi. Non ho cuore per
scrivere qualcosa a rating alto per loro, poi se contiamo il fatto che
di mio scrivo più fluff che smut, siamo a posto.
E quindi niente,
UWU alla massima potenza!
Spero che la
storia vi sia piaciuta. Lasciate un segno del vostro passaggio, se vi
va.
Un bacio
Eliot
;D
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