Fluff:
fanfiction prive di qualsiasi caratteristica angst. Solitamente
mantengono un clima caldo e sereno per infondere piacere in colui che
legge.
Tuttavia io non sono in grado di scrivere fluff senza prima passare per
una sana dose di angst!
DAY 4: FLUFF
Atsushi
avvertì le gambe molli come burro. Era partito
tutto bene: avevano risolto il caso e stavano tornando verso l'Agenzia,
allora come ci erano finiti in quel discorso?
"138 omicidi,
312 casi di estorsioni,
625 di frode, più una lunga serie di altri crimini. Ora che
lo
sai, davvero pensi che io sia una brava persona?"
Queste erano state le esatte parole che Dazai gli aveva
rivolto poco prima, pronunciandole con un sorriso amaro sulle labbra.
"Perché? Perché mi sta dicendo una
cosa simile?"
Tremò la voce di Atsushi; il suo voleva essere un
complimento
che esprimesse tutta l'ammirazione che provava verso l'uomo davanti a
lui, mai avrebbe voluto rattristarlo in quel modo, né fargli
ricordare qualcosa di così doloroso come il suo passato
nella
Port Mafia. Che stupido che era stato! Aveva parlato col cuore, ma non
ci aveva affatto pensato!
"Perché sembri scordare chi ero, ed è
bene che tu lo
tenga a mente se vuoi continuare ad avvicinarti a me." Gli rispose
Dazai infilando le mani nelle tasche, tornando a mostrare un minimo di
quel brio che da sempre lo contraddistinse; in realtà fu
solo
una maschera.
Atsushi non disse più nulla, al contrario
scoprì di avere
gli occhi che gli bruciavano. Li abbassò a terra, con la
speranza di non farsi scoprire, ma Dazai non sembrò
curarsene
dato che gli diede le spalle, sospirando e proseguendo a camminare,
sperando che il ragazzo dimenticasse tutto quanto e lo seguisse, cosa
che ovviamente non poteva accadere.
"Però, se mi sta dicendo una cosa simile,
significa che lei
rimpiange tutto ciò che ha commesso in passato." Ora
sì
che la voce di Atsushi era davvero incrinata dal pianto. Dazai aveva
cercato di lavarsene le mani e andare avanti, ma questa situazione
l'aveva generata lui e ora sempre a lui toccava risolverla.
"Chi lo sa." Replicò alzando appena le spalle.
La verità è che nemmeno sapeva bene
come ribattere;
chissà, forse se ci fosse stato Oda accanto, lui che di
orfani
ne era completamente avvezzo, si sarebbe fatto consigliare su come
farlo smettere di piangere.
"A me non importa niente del suo passato. Mi importa di quel
giorno, da
quando mi ha salvato dalla fame e dalla morte. Ai miei occhi lei
è davvero una brava persona! E dovrebbe smetterla di
trattare se
stesso con disprezzo!" Improvvisamente la voce di Atsushi divenne
più acuta. "Oppure mi sta forse dicendo che la mia opinione
non
conta assolutamente niente per lei?"
Dazai aprì leggermente la bocca; senza parole era
esattamente lo stato che meglio lo descriveva in quel momento.
Cosa stava pensando poco prima, poi? A cosa avrebbe fatto
Oda al posto suo?
Forse...
Allungò la mano poggiandola sul capo di Atsushi,
che ancora lo
teneva piegato verso terra, il quale sgranò un poco gli
occhi
per la sorpresa di quella carezza improvvisa.
Dazai ne sorrise per la reazione; non solo aveva gli occhi
rossi, ma
anche la punta del naso lo era. La luce del tramonto, che splendeva su
Yokohama, sicuramente lo rendeva più adorabile di quanto
già non era.
"Odasaku, avevi davvero ragione." Parlò
dolcemente, strofinando i capelli argentei del suo sottoposto.
Finalmente Atsushi tornò a sollevare il viso,
incuriosito da quel nome mai sentito prima.
"Odasaku?" Ripeté.
Dazai annuì, staccandosi e rimettendosi le mani
in tasca,
lasciando che le punte dell'impermeabile svolazzassero portate via dal
vento della sera.
"Un giorno ti racconterò anche di lui. E
sarà molto
più interessante di tutti quei noiosi racconti sulla Port
Mafia."
Detto ciò non aspettò più
il ragazzo, ma riprese a
camminare verso la fine del ponte che stavano attraversando per tornare
in ufficio. Ad Atsushi forse serviva ancora un po' di tempo per
elaborare quanto accaduto.
E lui, stringendo le mani a pugno, finalmente si decise a
muovere le gambe, non più immobile, e seguire le sue spalle.
"Ah! Allora sarò davvero lieta di ascoltarla!"
Parole: 622
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