La prova
(parole: 495)
Quando fece quel primo passo, per oltrepassare la soglia del labirinto, la sua innocenza era
ancora intatta. Del gruppo di amici, solo il danzatore era stato
l'unico che si era proposto. Forte della determinazione dei
giovani spavaldi, e il cuore pieno di un coraggio che sapeva
più di un atto di romanticismo
verso la bella cantante, che di vera audacia per l'avventura, vi si
addentrò, ignaro e inconsapevole di cosa avrebbe trovato;
lasciando lei e i due musici a pregare per la sua sorte.
Chi in passato aveva affrontato quella prova, non era tornato indietro
per raccontare cosa aveva visto.
Nei testi antichi veniva chiamata la prova dell'abisso,
ma nessuno sapeva esattamente perché. Alcune fra le
interpretazioni più accreditate motivavano quel nome con la
natura stessa del territorio sopra il quale era stato costruito il
labirinto, nel centro del quale si apriva una immensa voragine, che
altro non era che una miniera di diamanti ormai esaurita da tempo.
Altre puntavano di più sull'importanza del viaggio stesso,
nel
quale era inevitabile guardarsi dentro e ciò che si vedeva
non
sempre era ciò che ci si aspettava di vedere.
In altri documenti invece, era scritto che l'abisso era l'entrata al
mondo sotterraneo dove dimorava il dio della Distruzione.
Per questo motivo, migliaia di anni prima, era stato costruito
tutt'attorno quell'insidioso e terrificante labirinto; e se mai qualche
sciocco fosse riuscito a raggiungerne il cuore, avrebbe decretato la
fine degli uomini.
Infine, fra le carte proibite, quello stesso luogo era descritto come
un luogo mistico, regno di esseri divini che custodivano la fonte
eterna, le cui acque, dalla freschezza
immacolata, si diceva essere in grado di guarire ogni malattia.
Essi avevano le sembianze di giovani ragazze dai lunghi capelli neri
come la notte che toccavano terra, gli occhi dorati che sapevano
scrutare l'animo e la carnagione lattea, perfetta, che faceva sfigurare
persino la luna.
Con le loro voci cristalline recitavano dolci liriche che
sapevano incantare e con la stessa leggerezza
della brezza di primavera creavano danze che facevano perdere la
nozione del tempo.
Era quest'ultimo che il giovane danzatore voleva dimostrare:
l'esistenza di quelle creature e della fonte, per guarire la voce della
bella cantante, che amava in segreto.
I suoi passi risuonavano fra i lunghi corridoi bui e umidi del
labirinto; ma tanto più si avvicinava al suo centro, tanto
più questi diventavano chiari, luccicando come oro alla
fioca
luce della fiamma della torcia che tendeva in avanti. Per lui, quel
luogo che aveva spaventato generazioni di giovani del suo popolo, era
come la strada per tornare a casa. Inconsciamente riconosceva ogni
svolta, ogni bivio, ogni muro, che accarezzava con la punta delle dita.
Continuava sicuro nel suo intento, fin quando non sentì
quelle
voci mistiche che lo guidarono per l'ultimo tratto, che si apriva in un
grande giardino lussureggiante, con statue di marmo bianco, cascate e
ruscelli e l'aria profumava di fiori, non gli fecero
dimenticare
il motivo per il quale era arrivato fino a lì.
Le parole assegnate:
DISTRUZIONE - MALATTIA - FRESCHEZZA - INNOCENZA - DETERMINAZIONE -
ROMANTICISMO - ABISSO - LIRICA - LEGGEREZZA - LABIRINTO.
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