Così
lontana
Luca spalanca la porta
di scatto, il fiato mozzato nei polmoni, mentre i suoi colleghi entrano
con lui nell'appartamento.
La sua concentrazione
è immediata, fulminea, verso quell'uomo che ha il coltellino
puntato contro la gola di lei.
La mente si annebbia,
il cervello va in tilt. Non riesce a ragionare, a razionalizzare. Il
suo essere poliziotto si annulla, l'istinto - per un solo, brevissimo
istante - prevale. Si accorge di aver preso a pugni l'uomo solo nel
momento in cui Raffaele lo blocca, intimandogli di fermarsi. Quando
solleva lo sguardo, il delinquente ha il viso pieno di sangue e la mano
gli provoca strane fitte all'altezza delle nocche.
Dopodiché, non ci pensa. La raggiunge velocemente,
respirando a fondo nel tentativo di far tornare l'ossigeno ai polmoni.
Anna gli si getta al
collo, tremando. Ogni suo singolo singhiozzo, ogni lacrima,
è una lama nel petto.
Per
poco, per molto poco.
L'indagine
è stata affidata a me. È colpa mia.
Il ragazzo appoggia
delicatamente le labbra sulla fronte di lei, afferrandole il volto con
le mani. Dopodiché la stringe forte anche quando rimangono
soli nella loro casa, finché non la sente calmarsi e riesce
persino a tranquillizzare lui.
Perché il
cuore non ha ancora rallentato la sua corsa forsennata, dall'esatto
momento in cui aveva avuto la conferma che la sua amica fosse in
pericolo.
Farebbe qualsiasi
cosa, per lei.
Darebbe la sua vita,
per lei.
Lo farebbe sempre, per
la sua migliore amica o per quel qualcosa in più che non
riesce a spiegarsi.
Le rimane accanto
tutta la notte e la stringe a sé quando la sente agitarsi
nel sonno.
Sorride appena,
notando ogni sorta di fragilità. La debolezza che la coglie
in pochi attimi, istanti che solo Luca conosce. E che, durante il
giorno, Anna cerca di nascondere oltre la corazza che è
riuscita a costruire negli anni.
Sorride ancora,
pensando a quanta gente non riesca a credere che siano soltanto amici.
Ma, forse, neanche lui ci crede particolarmente.
Sorride, percependo il
calore di quel corpo accanto al proprio.
La ama.
La ama davvero.
Solo
che ancora non lo sa.
Luca infila
frettolosamente la giacca, sistemandosela sulle spalle. È
tremendamente in anticipo, stavolta, ma ha deciso di prepararsi con
calma. L'immagine che lo specchio gli restituisce è identica
a quella di ogni altra mattina, almeno da quando si è
accorto di essere diventato uomo. Così, all'improvviso, da
un giorno all'altro. Identica, certo. Il vetro non può certo
accorgersi del cambiamento; di quella parte di se stesso che non esiste
più, a partire dal giorno in cui lei ha deciso di proseguire
il suo cammino da sola.
Un sentimento prima
pieno e ora drasticamente reciso a metà, una vita colmata
dalla sua sola presenza. Non riesce a ricordare gli anni trascorsi da
ragazzino immaturo che, testardo, aveva scelto la sua strada da
poliziotto. La memoria di quel periodo è nulla, non esiste
più. Tutto ciò che scalpita nella sua testa
è la solitudine, ovattata dai colleghi di sempre. La fuga da
casa, il rapporto complicato con suo padre.
Giorni abitudinari,
errori del passato. Poi, semplicemente, era arrivata lei che - come un
tornado carico e devastante - era riuscita ad aggiustare i cocci
più frantumati, quelli che non si vedono ma che rischiano di
essere calpestati con una facilità estrema.
Poi, Luca era riuscito
ad accarezzare la sua determinazione, le sue paure e ogni sorta di
debolezza, esattamente allo stesso modo. Lentamente, aveva dominato
quel tornado, quella tempesta in fermento, scoprendone la dolcezza e la
bellezza splendente.
Luca sospira,
distogliendo lo sguardo dall'uomo che gli appare davanti; il ragazzino
di una volta, il commissario di oggi. Colui che aveva lottato per
essere accettato e che si era scoperto innamorato per la prima volta
senza averlo neanche previsto.
Il suo sguardo cade
sul distintivo, sporto sull'angolo del tavolino. Quanto pesa adesso,
senza di lei. Senza poterla vedere tutti i giorni a lavoro e a casa,
quella casa che sa ancora del suo profumo, dei suoi sorrisi.
Di quegli zigomi dolci
e decisi e degli occhi da cerbiatto, tondi e scuri. Ogni frase, ogni
risata.
Dei loro film la sera
e persino della rosticceria sotto casa, quella che faceva schifo ma
alla quale si erano affezionati entrambi.
Dei baci che si erano
scambiati, salvo poi tirarsi indietro. Più lui che lei, lo
sapeva.
L'aveva baciata, ma
non avrebbe dovuto. L'aveva desiderata, era sempre stato geloso di lei,
di quel viso, di quel corpo.
Ma non le aveva
impedito di andarsene, sciocco quale era stato. Non le aveva chiesto di
restare, perché il loro era un rapporto strano. Profondo,
concreto. Ma strano, totalmente strano.
E adesso lei era di un
altro.
No, Anna non sarebbe
tornata indietro.
Afferra il distintivo
con rabbia, prima di lanciarlo contro la parete del salone.
Stupido.
************
Note dell'autrice
Ciao
a tutti! Questa è la mia prima fanfic nel fandom: un fandom
che ho amato e che amo con tutta me stessa. Ultimamente mi sono rimessa
a seguire la serie, mannaggia alla nostalgia, ed ecco qui il risultato!
Spero possa piacervi,
grazie
mille a tutti.
Ile
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