Bethyl AU
Capitolo 1
"Avete chiamato il veterinario?" la domanda era rivolta a tutti e
a nessuno in particolare ma il figlio rispose prontamente: "Si
papà, circa un'ora fa. Dovrebbe essere qui a momenti." Difatti
un'auto si stava avvicinando alla loro fattoria e ne scese una bella
ragazza bionda munita di valigetta medica e un sorriso dolce sul viso.
"Buongiorno
signor Taylor, ciao ragazzi." "Oh Beth, meno male sei arrivata. La
povera Betsy non riesce a partorire, credo che il puledro sia podalico."
"Non si
preoccupi, ora do un'occhiata e vediamo di far nascere questo
piccolino." Infilati un paio di guanti la giovane si mise al lavoro,
tastando e cercando di capire a che punto fosse il parto. "Ha fatto
bene a chiamarmi, effettivamente si presenta un parto podalico. Provo a
eseguire alcune manovre per poterlo girare; se non dovessi riuscire
così procederò con un cesareo." Fortunatamente Beth ce
l'aveva fatta senza dover ricorrere al bisturi e Betsy aveva partorito
un bel puledro pezzato. "Purtroppo Betsy ha perso più sangue del
normale, vi prescrivo del ferro e un paio di altre medicine che
l'aiuteranno a ristabilirsi bene e in fretta. In caso di dubbio potete
chiamarmi senza problemi, ok?" "Grazie per l'aiuto Beth, siamo contenti
che sia andato tutto bene."
"Beth
aspetta, volevo chiederti una cosa." la ragazza era già in auto
e pronta a partire quando John, figlio maggiore del signor Taylor,
l'aveva richiamata. Beth sapeva già cosa volesse chiederle e
questo era uno dei motivi per cui aveva tentato di andarsene il
più in fretta possibile. John era un bravo ragazzo, carino e
gentile; in linea teorica un porto sicuro su cui approdare eppure lei
non riusciva a veder altro che un buon amico. Gli sorrise, invitandolo
in questo modo ad esprimersi liberamente. "Ecco, mi chiedevo se ti
andasse di uscire con me. Se ti va potremmo andare alla fiera
primaverile che si terrà settimana prossima." Ce l'aveva fatta,
era riuscito a chiedere a Beth Greene di uscire con lui e non si era
nemmeno impappinato nel farlo. Bravo John.
Peccato che
per il giovane la risposta fu peggio di una doccia fredda. "Mi farebbe
piacere John, davvero, ma non credo sia una buona idea. Non voglio
darti false speranze e so che tu vorresti qualcosa in più
rispetto all'amicizia." La ragazza era dispiaciuta, la delusione negli
occhi di lui era così evidente che avrebbe voluto aggiungere
qualcosa in più, non sapendo esattamente cosa rimase in silezio.
"Ok, ci ho provato Greene. Tentar non nuoce giusto?" tentò di
sdrammatizzare lui. "Già. Mi dispiace John, davvero. Ora devo
tornare in ambulatorio, buona giornata."
Finite
alcune pratiche al lavoro Beth aveva deciso di tornare a casa e di
andare a fare una passeggiata nel bosco. Dopo la laurea era rimasta un
paio d'anni ad Atlanta ma fare il veterinario lì non era
assolutamente la stessa cosa rispetto alla campagna. Suo padre era
stato ben felice di riaccoglierla alla fattoria e sopratutto di poter
andare in pensione, lasciandole così lo studio e l'onere. In
caso di bisogno, professionale e non, Beth sapeva di poter chiedere
consiglio al padre ma cercava di appoggiarsi a lui il meno possibile.
Dall'alto dei suoi ventisette anni era ormai adulta e indipendente. Il
fatto di dormire alla fattoria era più per comodità che
non per necessità economica; in fondo era confortante sapere di
poter contare su qualcuno.
Tutte
queste riflessioni avevano portato lei e Fiona più addentro al
bosco di quel che si era prefissata inizialmente. Il tempo quel giorno
era piuttosto nuvoloso e man mano che si avvicinava la sera le nubi
erano sempre più scure e cariche di piggia. "Fiona, qui mi sa
che ci prendiamo una bella lavata. Pronta a trottare un po'?" Il tempo
di finire la frase che alcune gocce di pioggia si stavano abbattendo su
di loro sempre più forte, togliendole gran parte della visuale.
Un lampo e un fulmine avevano fatto fare a Beth un salto sulla sella e
innervosire Fiona. "Shhh, piccola è solo un fulmine. Da brava
andiamo a casa." La pioggia incessante e i fulmini avevano spaventato
troppo l'animale che imbizzarritosi disarcionò Beth, la quale
cadendo picchiò la testa sul terreno, svenendo.
La sera stava lasciando posto alla notte e la pioggia continuava a cadere incessantemente.
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